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Memorial Comandante Giovanni Ajmone Cat

Ricorre 8° anniversario della scomparsa del Com.te Giovanni Ajmone Cat.

L’Associazione Culturale “Pungolo Club” per il secondo anno promuove il Memorial  dedicato al  C.te Giovanni Ajmone-Cat’ epico       navigatore, concittadino di Anzio  che si è spento a Como il 18 Dicembre 2007.

La messa di commemorazione si terrà Venerdì 18 dicembre 2015 alle ore 10.30 presso la chiesa di S. Filippo Neri Loc. Selciatella – Aprilia (LT) al tempo costruita dalla famiglia Ajmone-Cat.

Seguirà la posa in mare della corona di fiori presso il porto di Anzio.

Giovanni Ajmone Cat è stato il primo navigatore Italiano a Raggiungere l’Antartide nel ‘69 e nel ‘73 a bordo del motoveliero San Giuseppe Due, splendida imbarcazione da lui progettata e costruita nei cantieri navali Palomba di Torre del Greco dai maestri d’ascia Giuseppe e Gerolamo.

Il veliero  costruito con particolari materiali e accorgimenti per affrontare lunghe traversate oceaniche  e  una corazza di acciaio per poter sopportare eventuali collisioni con i marosi, il pack e  piccoli iceberg che sicuramente, si sarebbero incontrati.

Fin da bambino la passione per il mare ha segnato la sua vita permettendogli di perfezionare la conoscenza delle tecniche a vela latina. Durante le sue vacanze scolastiche s’imbarcava sui gozzi e menaide delle coste laziali del pescatore di Anzio Paolino Martino.

La meta da raggiungere era l’Antartide seguendo il progetto di Giacomo Bove che al tempo incontrò grande entusiasmo generale, ma la spesa fu troppo elevata e fu accantonato.

Il C.te Ajmone-Cat con le sua imprese in Antartide nel 69 e nel 73 riportò “l’Italia all’epoca delle grandi spedizioni geografiche”, come affermò il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio Roselli Lorenzin, durante la cerimonia in cui gli consegnava la Medaglia d’oro di benemerenza marinara.

Nel 1992 partecipò con grande successo alle Colombiadi e nel 1997 ha preso parte alla regata dei grandi velieri Cutty Sark gemellandosi con il veliero venezuelano “ Simon Bolivar”Nel 2002 dopo un restauro presso i cantieri Palomba il San Giuseppe Due tornava ad Anzio con bordo il suo Comandante e gli equipaggi dei suoi viaggi antartici.

Questa volta la splendida feluca a vele latine tornava per essere collocata a riposo nel caveu costruito apposta accanto alla casa del comandante.

I ricordi del San Giuseppe Due e dell’Antartide hanno trovato sede nella villa del Comandante e alla sua scomparsa sono stati donati al museo di Napoli e al Museo dell’Antartide di Trieste, dove è quasi pronta una sala in onore del comandante e dei suoi viaggi Antartici.

Il San Giuseppe una piccola menaide dopo il restauro dei mastri Palomba è stato donato al Museo del Mare di Napoli. Naviga con tutto il suo splendore mentre il Glorioso San Giuseppe Due donato alla Marina Militare con l’accordo del Comune di Anzio per il suo restauro e manutenzione dal 3 giugno 2010 è in cantiere ad Anzio, attende ancora oggi di ritornare al suo splendore a onorare i nobili propositi del Comandante Giovanni Ajmone Cat.

Di recente Il sindaco di Anzio m’informa sul restauro del San Giuseppe Due, “ci sono dei cavilli burocratici per un costo  elevato e si sta facendo un tentativo attraverso le Associazione L’UNPLI di cui non si sa ancora nulla”.

Il San Giuseppe Due è chiuso nei cantieri Gallinari di Anzio da quasi cinque anni, dove attraverso il solo contribuito della Signora Rita Ajmone Cat sono stati eseguiti i primi lavori di restauro.

E’ il caso di ricordare che il comune di Anzio si era impegnato con la Marina Militare cui è stato donato il veliero attraverso un accordo pubblicato sul registro pretorio comunale che prevedeva il restauro e il mantenimento del veliero per  utilizzarlo come nave scuola dedicata ai giovani.

Nobile intento suggellato da parole e uno scritto che a oggi sembra valere poco più di niente.

Si parla di circa Centosessantamila euro per il restauro del veliero che suddivisi nei cinque anni sarebbero circa trentaduemila euro annui per un restauro di lavori programmati. Costruito in meno di un anno per un’impresa unica nel suo genere.

E’ quasi implicito pensare che non ci sia la volontà di avere nel porto di Anzio un’imbarcazione che darebbe un lustro culturale e storico tanto quanto altri personaggi importanti.    

A questo punto spero di vivo cuore che salti fuori un interesse positivo prima che l’unita si rovini tenendo conto dei costi di rimessaggio che ogni mese aumentano.

La piccola menaide a vela latina omonima del Comandante donata a Napoli al Museo del Mare oggi restaurata naviga con tutto il suo splendore mentre Il Motoveliero antartico è ostaggio di una becera e disinteressata burocrazia.

Nel 1995 il Comandante aveva presentato un progetto al comune di Anzio per edificare all’interno della sua proprietà una scuola navale annessa al museo Antartico da lui costruito che poi alla sua morte sarebbe passato alla città. Ebbene al momento della donazione i cimeli sono andati a finire al Museo dell’Antartide di Trieste e il Museo del Mare di Napoli insieme la Menaide a vela latina di 7.30 mentre i M/V San Giuseppe Due in cantiere ad Anzio. Una speranza di quasi cinque anni di vederlo in mare.

Siamo onorati di aver divulgato in quest’anno le imprese del Comandante attraverso l’ esposizione video fotografica itinerante che ha riscontrato un lodevole interesse da parte di chi ama il mare e la storia,  portando l’effige della città di Anzio in diverse località.

Desidero ringraziare tutti quelli che hanno reso possibile commemorare questa giornata dedicata al C.te Giovanni Ajmone Cat .

E’ mio e nostro desiderio che il San Giuseppe Due torni al più presto in mare e navigare su nuove rotte.

La memoria è determinante.

È determinante perché io sono ricco di memorie e l’uomo che non ha memoria è un pover’uomo, perché essa dovrebbe arricchire la vita, dar diritto a fare dei confronti, la possibilità di pensare a errori o cose giuste fatte. Non si tratta di un esame di coscienza, ma di qualche cosa che va al di là, perché con la memoria si possono fare dei bilanci, delle considerazioni, delle scelte, perché credo che un politico, uno scrittore, un poeta, uno scienziato, un lettore, un agricoltore, un uomo, uno che non ha memoria è un pover’uomo. Non si tratta di ricordare la scadenza di una data, ma qualche cosa di più, che dà molto valore alla vita.

 

Andrea Cafà

 

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