Quando si arriva a fine dicembre, assieme ai bilanci dell’anno che sta finendo gli investitori sono chiamati anche a ipotizzare gli scenari di mercato per l’anno che sta arrivando. L’outlook sugli emergenti per il 2019 presenta molti spunti di riflessione.
Il focus per i mercati emergenti
Il tema più caldo senza dubbio è la tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina, e l’impatto che essa avrà sui mercati. Nei giorni immediatamente successivi al G20 di Buenos Aires, c’era stata una certa euforia grazie alla tregua sancita dai due presidenti. Ma quell’entusiasmo dei mercati si è esaurito in fretta. S’è infatti capito che malgrado le dichiarazioni molto concilianti, le posizioni di USA e Cina rimangono distanti su temi cruciali. Questo significa che una riduzione dei dazi esistenti è improbabile, mentre resta più concreto il rischio che i negoziati falliscano e che i dazi aumentino ulteriormente nel 2019. L’unico aspetto positivo è che l’impatto economico di questa guerra dovrebbe essere gestibile, almeno per il primo periodo, dal momento che i Paesi hanno economie che dipendono molto di più dalla domanda interna che da quella esterna.
Gli effetti sui mercati emergenti potrebbero essere bidirezionali. Se la tensione infatti in generale li penalizza, alcuni di essi potrebbero avere dei piccoli benefici. La riduzione delle importazioni dalla Cina, ad esempio, potrebbe spingere in aumento invece quelle da altri paesi (ad esempio il Vietnam), creando quindi una conseguenza negativa. Un altro fattore positivo potrebbe essere il probabile deprezzamento del dollaro, che in questo periodo sta formando pattern homing pigeon e descending hawk. La valuta USA nel corso del 2018 è andata in costante rialzo, ma ormai la crescita degli Stati Uniti ha raggiunto il picco e ci si aspetta ora un rallentamento, che andrà a ridurre anche l’appeal del dollaro.
Le opportunità
Ecco perché in generale ci si attende una crescita dei Mercati Emergenti su livelli simili al 2018, ovvero attorno al 4,7%. Forse ad alcuni andrà anche meglio. Paesi come Brasile, Argentina e Turchia hanno registrato una contrazione economica negli ultimi 12-18 mesi, per cui il potenziale di crescita potrebbe essere più grande. Il discorso vale soprattutto per il Brasile, dove il Presidente neoeletto si propone di adottare politiche economiche ortodosse e può contare su una squadra di economisti relativamente solida. Non a caso secondo molti analisti le previsioni andamento real brasiliano dollaro puntano al rialzo della valuta. Anche l’Argentina e l’Egitto hanno un’arma preziosa, ovvero il supporto di programmi del Fondo Monetario Internazionale. Ulteriori opportunità sono offerte dal Medio Oriente, ma anche l’Asia (specie Indonesia e India).
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