La maggiore attività estrattiva potrebbe dare impulso al mercato dell’argento ma non alla sua quotazione. Il metallo bianco ha vissuto un 2018 tutt’altro che semplice, perché analogamente alle altre commodities, è stato anch’esso penalizzato dagli eventi.
I fattori che hanno inciso sul mercato dell’argento
Due sono stati i fattori che hanno zavorrato i mercati. In primo luogo la crescita del dollaro, innescata dalla guerra dei dazi con la Cina. In secondo luogo la pressione delle forti svendite sul mercato statunitense. Fattori che hanno agito in modo congiunto. Soltanto a partire da dicembre scorso si è assistito a una ripresa del metallo bianco, che era giunto sotto il livello dei 15 dollari per oncia. A dare il senso delle difficoltà del mercato dell’argento, ci pensa il “gold/silver ratio”, ovvero il rapporto tra i due più noti metalli preziosi. Erano 25 anni che questo “ratio” non toccava il rapporto di 1 oncia d’oro per 85 di argento..
Lo scorcio finale del 2018 ha regalato un dicembre positivo (+10%), grazie alla forte correlazione con il dollaro. Ma non si vedono ancora buone prospettive per l’anno in corso. Va però ricordato che il prezzo dell’argento – come altre materie prime – è molto più volatile rispetto a quello dell’oro. I suoi indicatori di volatilità infatti sono frequentemente più “isterici” rispetto a quelli del metallo giallo. Ciò dipende in buona parte dal fatto che si stratta di un bene soggetto sia alla domanda degli investitori (a fini speculativi) che alla domanda del settore industriale (cui è destinato oltre il 50% dell’estrazione).
L’offerta industriale in aumento
Proprio la crescita dell’offerta a fini industriali potrebbe incidere sulle quotazioni. Non ci sono infatti segnali affidabili che possa esserci una ripresa, visto che secondo alcuni esperti infatti, l’offerta di argento potrebbe iniziare ad aumentare per effetto della maggiore attività estrattiva. Questo comporterebbe un freno a ogni tentativo di ripresa dei prezzi, che potrebbero rimanere stabili verso i 16 dollari l’oncia. Sembrano così sempre più lontani i tempi in cui l’argento era giunto a 50 dollari l’oncia, eppure era solo aprile 2011.
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