A2A insieme a Fnm e Snam per la nascita in Lombardia della prima “Hydrogen Valley” italiana: il valore del progetto nelle parole dell’AD e DG Renato Mazzoncini.
A2A con Snam e Fnm per la prima “Hydrogen Valley” italiana: le considerazioni dell’AD Renato Mazzoncini
La prima “Hydrogen Valley” italiana sorgerà in Lombardia. È l’obiettivo a cui A2A lavora insieme a Snam e Fnm, come sancisce l’accordo siglato dall’AD e DG Renato Mazzoncini lo scorso 29 dicembre. La collaborazione punta a individuare modalità di fornitura e rifornimento di idrogeno da fonti rinnovabili e dal recupero di materia per alimentare i nuovi treni della linea Brescia – Iseo – Edolo: il progetto denominato H2iseO è dunque finalizzato alla realizzazione della prima "Hydrogen Valley" italiana in Lombardia, in particolare nel Sebino e in Valcamonica, inoltre dotata a partire dal 2023 di una flotta di treni a idrogeno e delle relative infrastrutture. In seguito, entro il 2025, la soluzione a idrogeno dovrebbe essere estesa anche al trasporto pubblico locale, con circa 40 mezzi gestiti in Valcamonica. Nel sottolineare il valore del progetto, l’AD e DG di A2A ha ribadito come innovazione e sostenibilità siano “due parole chiave della nostra azione, valori che sono alla base di questa importante collaborazione”. La natura multi-business del Gruppo, come evidenziato inoltre da Renato Mazzoncini, “ci pone nella condizione di poter mettere a disposizione diverse soluzioni per la produzione di idrogeno green nell’area interessata dal progetto: dagli impianti idroelettrici ai nostri asset nell’ambito dell’economia circolare”.
L’AD e DG Renato Mazzoncini al “Corriere della Sera”: la vision di A2A sull’idrogeno green
Che A2A punti sull’idrogeno green lo confermano anche i recenti accordi sottoscritti con Ardian, Snam e Fnm per lo sviluppo di progetti in questo ambito. L’AD e DG Renato Mazzoncini ne ha parlato lo scorso 21 dicembre a “L’Economia”, l’inserto del “Corriere della Sera”. “Il punto di partenza per sviluppare l’idrogeno è avere qualcuno che lo voglia utilizzare”, ha spiegato l’AD, osservando inoltre come le fonti rinnovabili abbiano “il problema dell’intermittenza, perciò stabilizzarle tramite batterie e idrogeno è uno degli elementi chiave nella transizione energetica”. Non solo: “Un grande utilizzatore dell’idrogeno sarà la mobilità pesante, dai treni ai grandi camion e autobus. Mentre sui veicoli leggeri penso che le batterie abbiano vinto la partita. E poi c’è l’industria molto energivora: l’idrogeno può aiutarla nel percorso di decarbonizzazione”. In questo contesto si inserisce il progetto di realizzazione della prima Hydrogen Valley italiana: “Queste componenti ci sono tutte e tre: la mobilità, una tradizione industriale pesante rilevante e l’energia prodotta da A2A. Trenord, quando ha ordinato i primi 6 treni a idrogeno per la Brescia-Iseo-Edolo, ha dato la spinta per passare ai fatti. L’obiettivo è trasformare a idrogeno l’intera linea entro il 2026 per le Olimpiadi. Ma i primi treni arriveranno entro il 2023 e se non c’è idrogeno per alimentarli resteranno fermi. Questo è il caso in cui la domanda trascina l’offerta”. Per produrre idrogeno in quell’area A2A ha due le opzioni al vaglio, come anticipa Renato Mazzoncini: “C’è un impianto idroelettrico fluente lungo il fiume Oglio attivo 24 ore su 24. In alcune ore del giorno può essere utile produrre idrogeno. E poi c’è il termoutilizzatore di Brescia che, in un’ottica di economia circolare, può consentire di produrre e accumulare energia”. L’area è strategica anche perché “c’è un panel di industrie pesanti che possono avere grandi benefici”. A2A è dunque concentrata su tutti gli aspetti della filiera in cui può essere protagonista: produttore di H2 per rifornire i treni bresciani e sfruttando i propri impianti rinnovabili ma anche utilizzatore, per alimentare insieme al gas le centrali termoelettriche o per la riconversione di quelle a carbone.
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