In cinese e in coreano Moona significa “non c’è un io”. E in effetti, nei dipinti di Moonassi, giovane artista coreano, manca un io definito.
Tante identità dedite a cercare e a scavare in un universo vacuo, ma non angosciante. Anzi.
L’essenziale tranquillità che traspare dalle opere di Moonassi rimanda molto alla cultura orientale che lo influenza, cultura che però non irretisce le opere fino a etichettarle.
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Un’opera di Moonassi comunica un’intima e inconsapevole familiarità.
E’ come se parlasse a ciascuno di noi, o meglio, ai nostri sogni più reconditi, al cospetto della Luna (un volto nascosto?).
Due colori soli, il bianco e il nero, e infinite possibilità di essere noi stessi o chiunque altro, ovunque nell’universo, in uno spazio indefinito.
Raffigurazioni enigmatiche, ma anche stranamente e straordinariamente semplici e affettive, che incuriosiscono e intrigano, sconcertano e rassicurano.
Un artista particolare, da seguire e scoprire con interesse.
Martina Vecchi
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