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“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”: Vincenzo Di Michele e il revisionismo storico

“Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” è il romanzo di Vincenzo Di Michele in cui l’autore espone una nuova teoria sulla prigionia di Benito Mussolini al Gran Sasso. Lo scrittore ha raccolto documenti e testimonianze di persone realmente presenti sulle montagne abruzzesi durante la prigionia del Duce.

La ricostruzione degli avvenimenti proposta da Vincenzo Di Michele evidenzia come Mussolini al Gran Sasso fosse discretamente libero di vedere persone e gestire il suo tempo. Una ulteriore conferma della testi revisionistica esposta in “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso” è data dalla ricostruzione dell’arrivo dei tedeschi al Gran Sasso.

La tesi proposta dai libri di storia è che i militari dell’esercito di Hitler arrivarono al Gran Sasso e con un’imponente operazioni militare liberarono Benito Mussolini. Dai documenti analizzati da Vincenzo Di Michele, risulta evidente che l’operazione tedesca fu tutt’altro che spettacolare: i carcerieri del Duce non spararono neanche un colpo.

Vincenzo Di Michele sostiene l’esistenza di un accordo tra il Re, Badoglio e i tedeschi per la consegna di Benito Mussolini. A sostegno della tesi revisionistica esposta nel libro “Mussolini finto prigioniero al Gran Sasso”, lo scrittore propone documenti e interviste rintracciate nel tempo.

Dopo il grande successo del libro “Io, prigioniero in Russia” che raccoglie le memorie del padre di Vincenzo Di Michele militare durante la seconda guerra mondiale, l’autore propone un romanzo storico molto ricco. Nel suo nuovo libro Di Michele propone una nuova fotografia dell’Italia al tempo della seconda guerra mondiale.

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