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Nomisma sulla situazione del mercato immobiliare

Un ente autorevole come Nomisma ha fatto il punto della situazione sulla situazione del mercato immobiliare anche alla luce dei recenti eventi macroeconomici che hanno caratterizzato l’andamento dei mercati finanziari nel nostro Paese.

 

 

L’ultimo trimestre 2011 si è chiuso con l’avvento di un nuovo Governo resosi necessario a causa della forte speculazione in corso sui titoli di stato italiani (il differenziale con i pari titoli tedeschi è schizzato alle stelle) e sulla mancanza di credibilità che il precedente Governo aveva agli occhi dell’opinione pubblica internazionale.

 

Va detto che l’Italia conserva buoni fondamentali, le politiche di rigore di bilancio adottate dall’Ex Ministro Tremonti hanno dato risultati e, forse unico paese europeo, l’Italia ha chiuso il 2011 con un avanzo primario di bilancio. Ecco perché il neo premier Monti ha elogiato il lavoro del precedente Governo sottolineando però come nella seconda metà del 2011 si fosse fatto troppo poco, provocando quei movimenti speculativi che ci stanno mettendo in seria difficoltà.

Tutto questo per dire che l’Italia ha buone prospettive di farcela, di uscire dalla situazione, ma occorre una guida severa e lungimirante allo stesso tempo.

Questo perché nel corso degli ultimi 3 anni e con marcata accentuazione nel secondo semestre 2011 si è notevolmente ridotta la capacità di risparmio di famiglie ed imprese, le quali si ritrovano sempre più esposte con potenziali effetti drammatici se dovesse perdurare questa situazione di recessione. Serve dunque una politica forte, in grado di dialogare ed ottenere liquidità dalla Banca Centrale Europea ed in grado anche di adottare politiche di rilancio dell’economia.

 

Il compito pare in buone mani, ma sapranno fare altrettanto gli istituti di credito? Una volta ottenuta la liquidità a tassi ridotti, riusciranno a reinvestirla su imprese e privati? Troppo spesso in passato la gestione delle erogazioni di crediti è stata fatta fuori da schemi di merito e capacità. Troppo spesso sono stati aiutati imprenditori che non avevano un progetto concreto di rilancio. Troppo spesso la banca non ha fatto la banca.

 

E così abbiamo assistito al perdurare di una situazione di eccessiva contrazione del credito che ha avuto riflessi pesanti sul mercato immobiliare. Se non vi sono dubbi che il costo dei mutui debba essere commisurato all’onerosità della provvista e all’effettiva rischiosità, calcolata in base all’andamento delle erogazioni pregresse e delle prospettive economiche generali, è altrettanto evidente che una chiusura indiscriminata finisca per alimentare le prospettive negative che si vogliono scongiurare.

 

CAPITOLO PREZZI

Viviamo una fase del mercato immobiliare in cui la capacità di tenuta del valore degli immobili ha provocato una contrazione delle transazioni. La resistenza delle imprese a vendere il NUOVO a prezzi più bassi accorpata alla poca voglia dei privati sia di investire nell’immobiliare sia di vendere i propri appartamenti a Piacenza  a prezzi più bassi di quelli di acquisto ha fatto ampiamente a cazzotti con l’assottigliamento della capacità di investimento delle famiglie e la contrazione del credito che le Banche sono state in grado di erogare.

 

Pare si sia però arrivati ad una situazione limite e questa è di per se una buona notizia. Il pugno di ferro che teneva bloccati i prezzi presto o tardi si affievolirà sia perché le imprese edili dovranno vendere in qualche modo sia perché anche i privati dovranno muoversi in un mercato diverso dal precedente. Quanto tempo occorre ancora?

Secondo Nomisma è difficile da prevedere, ma se in questo primo semestre 2012 si assisterà anche ad una ripresa del credito oltre che ad un quadro congiunturale macroeconomico diverso, potremo vedere una ripresa delle compravendite residenziali già nella seconda metà dell’anno.

Proprio il credito rappresenta, dunque, un elemento imprescindibile di supporto della domanda nella transizione verso un nuovo equilibrio. Se le condizioni di contesto e di opportunità impediscono di auspicare aperture indiscriminate, una selettività consapevole delle ricadute sistemiche di una prolungata recessione immobiliare deve costituire qualcosa di più di un legittimo auspicio.

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