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Note magiche e surreali nelle opere di Alessandro Serra alle mostre “Spoleto incontra Venezia”

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi ha inaugurato con ottimi riscontri in data 27 Settembre nella suggestiva Venezia e resterà allestita fino al 24 Ottobre 2014. L’esposizione diretta dal manager produttore Salvo Nugnes è racchiusa tra le secolari strutture nobiliari di Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich nel fulcro della città lagunare e accoglie le creazioni di nomi altisonanti tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il giovane pittore di talento Alessandro Serra è stato scelto per esporre accanto a questi importanti personaggi, ottenendo lodevoli consensi con la sua arte ispirata da magiche atmosfere fiabesche, di matrice surreale e onirica.
Su di lui è stato dichiarato “Tra le atmosfere surreali e fantastiche si mescola il desiderio fantasioso di descrivere e raccontare la gioia di vivere, la forza della vita, raffigurata da una dimensione simbolica in cui tutto appare sublime e leggero, ogni peso e scansione cronologica viene annullata, ponendo soggetti, cose ed elementi su uno stesso piano in condizione di atemporalità. Spunti ironici e grotteschi si fondono all’interno delle scenario come metaforiche proiezioni interiori dell’uomo. Serra trasforma la realtà per facilitarne l’approccio e agevolare l’osservatore a identificarsi in essa, mettendosi anche in discussione. Vuole trasmettere un messaggio di serenità da costruire pensando positivamente, con un ritorno allo spirito di fanciullezza, che apre la strada verso un allegro carico di energia nel rapporto tra l’Io e il mondo circostante e al contempo è intriso di forti e radicati meccanismi introspettivi di coscienza”.
In Serra convivono lo studio della tradizione pittorica classica dei grandi maestri con uno faccettato tessuto iconografico, in cui si inseriscono tutte le componenti tipiche del surrealismo, permeate da una costante ricerca di effetti sorprendenti e inaspettati e caratterizzati dalla presenza di figure elaborate con pennellate pazienti e ben definite, esaltate dal raffinato gioco di luci e chiaro-scuro, tra echi di Dalì e Magritte e rimandi metaforici e allegorici.

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