Un nuovo appello di pace per la Costa D’Avorio, che da oltre un mese registra aspri scontri e numerose vittime in seguito alle elezioni per la presidenza della Repubblica, è stato lanciato per iniziativa dell’avv. Corrado Labisi, artefice e presidente dell’Asse Afro-mediterraneo, nominato fiduciario dall’Ambasciatore della Costa D’Avorio presso il Quirinale, Zoro Bi Bah Jeannot.
Ad intervenire alla conferenza tenutasi all’Hotel Nettuno e moderata dalla giornalista Simona Pulvirenti, Jacob De Mel, il giornalista ivoriano portavoce del Presidente della Repubblica Costa D’Avorio, Ahoua Stallone, vice ministro del Welfare e ambasciatore in Africa dell’OMPP, Organizzazione Mondiale per la Pace, Padre Dionisio Mintoff, presidente del Centro Internazionale Laboratorio della Pace, Nicola Mannino, presidente del Parlamento della Legalità.
Ad aprire i lavori l’avv. Labisi che, dopo aver illustrato la situazione ivoriana e paventato una macchinazione internazionale ai danni dell’Africa – per indebolire ulteriormente il continente e sfruttarne le infinite ricchezze – ha donato a Padre Mintoff, da sempre impegnato in azioni di pace nel mondo, il ceppo della schiavitù, per spezzare idealmente la catena della schiavitù in Africa.
“Porto il grido di tanti africani che mangiano alla mia stessa tavola e dormono nella mia stessa stanza – ha commentato commosso Mintoff –, cinquanta ne sono arrivati a Malta nelle scorse settimane insieme ad altri 13 mila profughi su diverse barche.”
A prendere la parola poi Nicola Mannino, già collaboratore di Falcone e Borsellino, in giro per l’Italia con la sua iniziativa “Cavalcando … Libertà”, tesa a ricordare il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso quindici anni fa dalla mafia: “Racconteremo nelle nostre successive tappe il profumo di libertà che abbiamo respirato in questo pomeriggio dedicato alla pace”.
L’ultimo lungo intervento, costellato dalle numerose domande di pubblico e stampa, è stato affidato al vice ministro Ahoua Stallone – tradotto simultaneamente da Jacob De Mel –, visibilmente amareggiato e preoccupato per le sorti del suo Paese: “Il 40% dell’economia di tutta l’Africa occidentale è concentrato in Costa D’Avorio. Abbiamo – ha spiegato – un sottosuolo ricco di gemme preziose e petrolio molto più pulito e raffinato di quello presente in Arabia Saudita. Ricchezze naturali che noi chiamiamo “catastrofi” naturali, perché tutti vogliono acquisirle anche a costo del sangue. Anche l’Onu, interpellato per risolvere la crisi, non ha fatto nulla, come già in Congo e Ruanda. Ha invece portato i ribelli in luoghi strategici armandoli, per colpire i manifestanti. La Costa D’Avorio cristiana non ha mai avuto problemi, è la parte musulmana che fomenta la violenza, e posso dire senza incertezze che Al-Qaida è presente anche in Costa D’Avorio.”