Nel mondo della finanza c’è sempre stata una certa cautela nei confronti dei paesi emergenti. Quelli cioè che non hanno un grado di solidità tale da poter camminare da soli, e che invece sono fortemente legati all’andamento delle economie altrui (in special modo quella USA). Tuttavia, soprattutto nel settore delle obbligazioni, ci sono interessanti occasioni.
Obbligazioni e paesi emergenti
L’investimento obbligazionario essenzialmente poggia su quattro pilastri: quelle sovrane in dollari USA, quelle societarie, quelle di frontiera e infine le obbligazioni sovrane in valuta locale. Allo stato attuale, la maggior parte dei gestori punta poco sul debito dei mercati emergenti, mentre continua a preferire l’investimento sul debito sovrano in dollari USA.
Il rischio cambio che erode i rendimenti
Eppure, le emissioni dei mercati emergenti emesse in valuta locale presentano un rischio di default trascurabile, mentre assai più sostenuto è il rischio connesso la volatilità delle valute dei mercati emergenti. In sostanza al rapporto di cambio con il dollaro. Pensiamo ad esempio all’Argentina. Il peso nell’ultimo anno è crollato rispetto al dollaro. Da gennaio ad oggi ha perso il 34% del suo valore, con una sequenza di doji, morning star evening star pattern, ma anche di gap ribassisti. Quando si verifica questo, il rendimento viene eroso dal tasso di cambio: guadagno più peso, ma siccome al tempo stesso il peso perde valore, alla fine ci si rimette.
Diversificazione
Come si affronta questo problema? Il rendimento di queste obbligazioni può essere stabilizzato tramite diversificazione. Però occorre armarsi di molta pazienza e sfruttando gli indicatori forex gratis migliori, osservare quelle valute che si muovono in tandem con quelle delle economie emergenti, come euro, sterlina e dollaro australiano. Queste ultime hanno un comportamento simile alle valute emergenti rispetto al dollaro: si svalutano contro l’USD durante le crisi, ma si apprezzano in tempi migliori.