La costruzione della nuova Darsena traghetti a Civitavecchia è l’occasione per discutere del futuro della portualità italiana con Pasqualino Monti.
Dieci nuovi accosti per navi ro-ro e passeggeri saranno operativi entro il 2015 nel porto di Civitavecchia, dove sono appena iniziati i lavori per la costruzione della nuova darsena traghetti, un progetto da 198 milioni di euro.
“Quest’opera – resa possibile dallo stanziamento di 143 milioni di euro da parte del Cipe, cui si sommano altri 55 milioni da parte dell’Autorità Portuale – raddoppierà le superfici operative del nostro scalo”, spiega Pasqualino Monti, presidente dell’Autorità Portuale. “I lavori dureranno due anni e mezzo e ci consentiranno di consolidare il primato del nostro porto sia nel comparto crociere (Civitavecchia è il primo porto del Mediterraneo con 2,6 milioni di passeggeri movimentati nel 2011), sia nei traffici ro-ro e traghetti, che già oggi vede il porto collegato con Barcellona, Catania, Palermo, Malta, Tripoli, Tunisi oltre, ovviamente, con la Sardegna»
Oltre a Civitavecchia – che ha conquistato anche i traffici di ferrocromo diretti agli impianti siderurgici di Terni e la frutta importata in Italia da Dole – il sistema dei porti di Roma del Lazio comprende pure gli scali di Gaeta e Fiumicino, sui quali sono previsti investimenti importanti: “Per Fiumicino è stato appaltata alla società Acquatecno Srl la realizzazione delle nuove infrastrutture dedicate alla nautica (progetto da 15 milioni di euro) mentre altri 60 milioni di euro (di cui nove da parte della Regione Lazio) sono stati stanziati per realizzare tre nuovi attracchi per navi da crociera e una nuova darsena pescherecci”, prosegue Monti, volgendo poi lo sguardo al terzo scalo che compone il sistema portuale laziale. «Per Gaeta sono stati stanziati 29,9 milioni di euro per i lavori di dragaggio, che aumenteranno i fondali da 10 a 12 metri, mentre le superfici dei piazzali saranno incrementate da 30mila a 160mila metri quadrati”.
Il nome di Pasqualino Monti, a distanza di soli 12 mesi dal suo insediamento al vertice dell’Autorità Portuale di Civitavecchia e a dispetto della giovane età (38 anni), circola come candidatura forte per la presidenza di Assoporti in attesa dell’assemblea che si terrà a Roma il 21 giugno prossimo. Il diretto interessato non commenta queste indiscrezioni, anche se si dichiara lusingato per questa attenzione e dimostra di avere le idee chiare sulle necessità della portualità italiana.
Monti ritiene sia necessario “ripensare tutta la portualità italiana, compiendo lo sforzo di passare a un vero sistema portuale del Paese, a fronte oggi di micro porti (specie se rapportati a realtà nordeuropee) in concorrenza tra loro. La specializzazione degli scali nel seguire ciascuno le proprie vocazioni (container, merci, passeggeri) e ciò che la domanda del mercato di riferimento richiede e dovrebbe portare a una integrazione complessiva che porti a superare i fenomeni attuali di cannibalismo tra porti”.
Si tratta, in concreto, di riproporre a livello nazionale il modello che tanto bene ha funzionato per i porti laziali di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta. “Sarebbe inoltre necessario – prosegue Monti – ripensare la natura stessa delle Autorità Portuali, allargandone le competenze e trasformandole in Autorità della Logistica. Non solo: bisogna ragionare in vista di un nuovo rapporto e nuove regole con i grandi concessionari nell’ambito della concreta realizzazione dell’autonomia finanziaria dei porti, incentivando al contempo l’utilizzo della finanza di progetto”. E anche sul tema sul tema della frammentazione dei porti, l’opinione di Monti è chiara: “Il fatto che ci siano 23 Autorità Portuali in Italia è inconcepibile”.
Fonte: Trasportoeuropa.it
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