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Passaggio in India – Simonetta Magni (25/5/2013 – Rai radio uno)

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  • 31 Maggio 2013

E ricordati che dovrai rinascere

“Esiste una Verità antica quanto l’esistenza tutta. Esiste una Verità che, se fosse compresa,
cambierebbe le sorti dell’umanità per sempre. Una Verità che mi è stato concesso di sperimentare e
che mi è stato chiesto di trasmettere…”

Così parla Simonetta Magni, scrittrice di racconti ed ora autrice del testo di narrativa autobiografica
E RICORDATI CHE DOVRAI RINASCERE, (distribuzione Feltrinelli), in cui racconta i suoi 16
anni con “i Grandi Esseri” – come lei li chiama – Esseri “i cui sguardi sono più che sguardi, sono un
balzo al cuore, sono un tuffo nell’oceano…”

Esseri di immenso potere e di infiniti amore e conoscenza: Mata Amritanandamayi, Sri Sathya Sai
Baba, Swami Premananda… “Giorno per giorno cola l’oro delle loro parole. Così, segreti custoditi
da millenni, tenuti nascosti alle moltitudini dell’Occidente, vengono travasati nelle nostre anime”.

La narrazione si apre con la descrizione di un’incresciosa vicenda accadutale in Italia, a seguito
della quale si sta lasciando morire. Ma accade qualcosa di straordinario che la indurrà a partire
vestendo i panni dell’autentica pellegrina, “dell’essere eternamente fanciullo che, cogliendo goccia
a goccia qualche scintilla di verità, vaga libero e spregiudicato per le strade del cielo, calcando un
sentiero trapunto di stelle”.
“La lunga tunica di cotone beige slavato, il mantello di lana grezza con il quale nel freddo mi
avvolgo e che la notte mi fa da coperta, la pelle asciugata dal sole, esposta a tutte le intemperie, i
capelli lunghi e irruviditi, mi accorgo di assomigliare sempre più a quei sadhu erranti che così
frequentemente incontro nei luoghi sacri o negli ashram; e di quanto questa condizione mi sia
congeniale, di come sia mia e di come mi ci muova naturalmente, quasi essendo tutt’uno con gli
elementi, col paesaggio e con quei templi e quelle divinità che sono miei, miei nel significato più
viscerale del termine, l’essenza della mia bramosia, della mia famelica ricerca…”
“C’è un’India che ama far baccano, caotica e caparbia di una caparbietà animale ed ottusa, l’India
dei numerosi bugiardi incalliti e spudorati che poiché hai la pelle bianca, ti vede come una preda
da spolpare.
E c’è un’altra India. Un sospiro immenso quanto l’anelito dell’anima che cerca la propria fonte
sgorga al solo pensarla.
Cos’è mai questa nazione? Non v’è luogo ove io giunga in cui non mi si dica: laggiù vive un santo;
in questa città c’è un ashram dove è possibile ricevere il darshan di un Essere che sa risvegliare in
te energie sopite con il suo solo sguardo o il suo sacro tocco…”

Simonetta MagniE incontrerà lui. Il suo sguardo brucia più del fuoco. Dicono che abbia molti poteri:
“Sai Baba. Il guru più conosciuto al mondo.
Di fatto, il mistero.
Chi egli sia in realtà, anche dopo opportune ricerche, mi è impossibile dirlo. Quaranta o cinquanta
suoi centri in Italia e altri duemila sparsi sulla superficie del globo, devoti che si dice arrivino
quasi alle cento milioni di unità e opere caritatevoli ed organizzazioni di volontariato col fine di
alleviare la povertà dell’India e di insegnare il servizio al prossimo.
Per alcuni, un santo mediante il quale Dio compie molti miracoli.
Per altri, un mago dai molti poteri.
Per altri ancora, un ciarlatano che opera trucchi per abbindolare le folle.
Per gli appartenenti al gruppo dei suoi seguaci, è Dio sceso in terra…”

Trascorrerà accanto a lui molti anni con lo scopo di studiarlo e di sviscerarne il mistero. Fino alla
presa di coscienza scioccante e sconvolgente della sua vera identità ed al suo messaggio per la razza
umana… Una ben congegnata azione diffamatoria nei suoi confronti ha finora impedito che la realtà
riguardo alla sua figura potesse emergere; ma, se ciò non accadesse, l’umanità mancherebbe una
pagina essenziale della propria storia.

Sarà lui che la inciterà a scrivere “E RICORDATI CHE DOVRAI RINASCERE”, nell’ambito di un
progetto di risveglio delle coscienze a cui molti staano partecipando e che porterà ben presto
all’avvento di un’era di pace e di collaborazione fra tutte le genti.

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