L’e-commerceè oggi un potente volano di sviluppo per il settore commerciale. Questo è quanto dichiarato dal 25% dei retailer italiani, ovvero i commercianti al dettaglio, che vedono il commercio elettronico come un plus importante per sviluppare le vendite anche oltre i confini territoriali.
Ma c’è di più. L’e-commerce è sostanzialmente considerato fondamentale in un’ottica strategica di espansione commerciale, soprattutto in termini di crescita, ma attualmente il 68% dei retailer, in uno studio riportato dal Sole24 ore, ritiene che gli intoppi burocratici siano eccessivi e soprattutto che rallentino lo sviluppo in questo senso.
Con leggi, regolamenti e pratiche locali più semplificate, la creazione siti e commerce e di conseguenza lo sviluppo del commercio elettronico sarebbero senza dubbio avvantaggiate: secondo lo studio condotto da Accenture per la European Retail Round Table, i vincoli burocratici dei vari paesi esaminati, tra cui l’Italia, bloccano lo sviluppo dell’e-commerce. Si tratta del resto, di un dato rilevato anche dalla Commissione Europa in una relazione del 2011. Il 76% dei commercianti ha costatato, a questo proposito, che i clienti che utilizzano più strumenti di acquisto, come l’e-commerce, appunto, hanno anche maggiori possibilità di spesa.
Ma quali sono i principali vincoli burocratici che bloccano lo sviluppo dell’e-commerce?
In primis ci sono le diverse leggi sulla restituzione della merce, indicate come vincolo importante dal 47% degli intervistati. Lo studio, che si è basato su un campione di 146 commercianti di sette paesi della UE, ha indicato al secondo posto la sostanziale difficoltà nel gestire i resi in maniera produttiva, seguiti dalla difficoltà nel seguire i costi rispetto alle varie transazioni commerciali internazionali con i clienti. Complicano anche le diverse normative fiscali, il rispetto delle diverse aliquote e leggi in materia di etichettatura e imballaggio.
“Il gap maggiore”, secondo Antonio Conza, direttore generale di Insem S.p.A., azienda specializzata in marketing digitale e in creazione siti e-commerce “consiste nello scarso adeguamento tecnologico di molti paesi, Italia compresa. Oltre alla questione tecnologica, tutte le operazioni di e-commerce dovrebbero essere basate su nuovi modelli di sviluppo, alleggerite e semplificate non solo per chi compra online ma anche soprattutto per chi vende. Occorre un piano di sviluppo dedicato all’e-commerce su scala nazionale in accordo con un piano di sviluppo europeo: oggi l’e-commerce è un potente mezzo per ridare nuova linfa a piccoli commercianti e a retailer di qualsiasi grandezza, che potrebbero vendere online, anche riunendosi in piattaforme unificate dove vendere in maniera vantaggiosa, per il consumatore e per lo sviluppo del proprio business su internet. Qui alla Insem siamo alla costante ricerca di nuovi modelli tecnologici funzionali alla crescita commerciale delle piccole e medie imprese ma anche di piccoli, medi e grandi retailer grazie anche allo sviluppo dell’e-commerce nelle sue varie declinazioni, dal web ai vari tablet, ipad, android e smartphone con la ricerca di soluzioni mirate e sempre business oriented.”