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Piante carnivore: di cosa si nutrono

Le piante carnivore sono quasi un mito, ma esistono davvero e sono realmente capaci di nutrirsi di altri esseri viventi: queste piante traggono il nutrimento e la sostanza azotata dagli insetti che catturano tramite tre diversi sistemi, che quindi permettono di classificarle, anche tra i funghi acquatici esistenti.

Sono dunque diverse le modalità di presa degli animali da cui le piante carnivore traggono il nutrimento, anche se, essendo dotate di foglie verdi, possono modificare le sostanze inorganiche trasformandole in organiche: modifica delle foglie in ascidi, movimenti a scatti che imprigionano l’insetto, produzione di sostanza viscosa che impedisce all’animale di liberarsi.

Anche alcuni funghi presentano questo tipo di sostentamento, un esempio ne è un’Aspergillacea, che impantana la preda producendo una sostanza dalle sue ife fungine, per poi avvolgerla con il micelio. Un’altra caratteristica delle piante carnivore è l’assenza di micorrizia, ossia di interazione tra le radici della pianta e le ife fungine. Un’Aspergillacea si nutre invece dei nematodi, vivendo in mezzo agli escrementi, li avvolge con le sue ife e ne trae nutrimento per accrescersi. I terreni privi di azoto in cui prosperano le piante carnivore sono le torbiere, i pantani, i terreni acquitrinosi. Nephentes,  Cephalotus, Sarracenia, Heliamphora,  Darlingtonia,  Utricularia,  Genlisea presentano il primo tipo di cattura; appartengono invece al secondo tipo: Dionaea,  Aldrovanda; fanno parte del terzo tipo: Pinguicola,  Drosera,  Drosophyllum,  Triphyophyllum,  Roridula.

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