Lo sviluppo dell’edilizia della città di Pordenone, nel corso degli ultimi anni, è stato un continuo alternarsi di alti e bassi, con fase costellate da maggiore produttività e fasi invece dove questa era molto bassa: si può quindi sostenere che non si è avuto un andamento standard, ma bensì diverse fasi dove la situazione è mutata radicalmente.
Purtroppo però, pare che la situazione peggiore sia arrivata con la crisi economica: dal 2012 infatti, i settori maggiormente colpiti sono proprio quello dell’edilizia, seguito poi da quello del commercio, e questo non è di certo un buon segnale per gli imprenditori edili che operano nella città, dato che le richieste di nuovi lavori, sia di ristrutturazione che di costruzione di nuovi edifici, continuano a calare in maniera costante.
Questa situazione poco facile e sopratutto bella da vivere ha inizio circa sei anni fa, ovvero nel 2008, quando il Presidente dell’Ance, Walter Lorenzon, ha deciso di descrivere la situazione del settore dell’edilizia, sottolineando che questo sta affrontando un grosso periodi di crisi, sopratutto nella città di Pordenone.
Purtroppo però, pare che le sue parole siano servite a ben poco, e che anzi, la situazione, invece che migliorare, è peggiorata tantissimo: dopo soli quattro anni infatti, la città di Pordenone ha visto una drastica riduzione dei lavoratori nel settore dell’edilizia, che sono passati dall’esser circa duemilacinquecento a circa duemilatrecento, con una dipartita di ben duecento lavoratori circa.
Questa diminuzione è avvenuta in tempi brevissimi: da dicembre 2012 a febbraio 2013 il numero di operai ha subito la riduzione, e fortunatamente, pare che non ci siano stati ulteriori cali di lavoratori causata dalla crisi, che comunque ha continuato a colpire il settore dell’edilizia nella città di Pordenone.
Se i lavoratori non sono diminuiti nel 2013, ad aver subito una piccola ma significativa riduzione sono state le aziende che operano proprio nel settore edilizio: sono quindici le aziende che, a causa della riduzione del lavoro, sono state travolte dalla crisi e che quindi, loro malgrado, si sono ritrovate a dover chiudere i battenti ed a licenziare ulteriori lavoratori.
Se invece si vuole fare un esame molto più vasto, partendo dal 2008, il settore, contando anche quello di Pordenone, ha visto una perdita complessiva di mille unità lavorative, con circa cento settanta imprese costrette a chiudere.
Ancora ad oggi, pare che la grave nube della crisi non si voglia affatto rimuovere dalla città di Pordenone: seppur vi è stata una piccola ripresa, con un leggerissimo e quasi impercettibile aumento dei lavori, lo stesso Lorenzon ha dichiarato che la ripresa definitiva del settore è ancora molto lontana, non facendo presagire quindi nulla di buono per la città.
Per porre rimedio alla situazione, il presidente dell’Ance ha chiesto al Comune di render meno lente le varie procedure burocratiche, che di fatto rallentano il lavoro, chiedendo anche che vengano richieste maggiori opere di restaurazione ed una drastica me efficace riduzione delle tasse che gravano sulle varie imprese edili, in maniera tale che esse possano sopravvivere e tornare ad essere operative nella città di Pordenone.
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