Il coach professionista non è un consulente inteso nel senso tradizionale del termine, cioè non offre il suo servizio perché ha delle soluzioni già esistenti e le adatta alla persona che si rivolge a lui, ma aiuta il cliente a generarne partendo dalle proprie risorse personali o manageriali.
Il coach professionista non è un terapeuta. Non fornisce una diagnosi sulla personalità, non si focalizza sui disagi e sul passato, ma è orientato agli obiettivi, al futuro e all’azione.
Il coach professionista non fornisce un aiuto riorientando il cliente che ha problemi e approcci personali inefficaci, ma è un partner che è in grado di supportarlo in modo che emerga il suo potenziale.
La professione di coach è un’attività specialistica che ha come finalità il raggiungimento degli obiettivi del cliente. Il coaching è un processo che ha l’obiettivo di aiutare la persona ad acquisire una maggiore competenza professionale superando le barriere che ostacolano il miglioramento della sua performance, se l’intervento del coach professionista è nell’ambito della sfera professionale.
Il coach professionista si rivolge a imprenditori, manager, dirigenti, liberi professionisti, allenatori, atleti, educatori, insegnanti e ogni altra persona che desidera migliorare lo sviluppo delle proprie potenzialità perseguendo più alti risultati.
Il coach professionista non è un mentore perché non si pone mai come modello. Il coach professionista deve essere un “alleato” del suo“coachee” facendo in modo che il cliente sia in grado di trovare in sé le risorse per raggiungere gli obiettivi attraverso proposte volte alla autoriflessione.
Il coach professionista può essere una persona dell’azienda o un consulente esterno. Nel primo caso il coaching appare meno incentrato sulla cultura e sui valori professionali e più sulle competenze tecnico specialistiche nel caso del consulente l’accento è posto sulla prestazione, sul risultato e sul concetto di lavoro di squadra.
Il coach professionista non insegna ma crea le condizioni per l’apprendimento, il cambiamento e lo sviluppo personal-professionale del coachee.
Nel coaching il potere è tutto nella “relazione di coaching”, non nel coach. Ogni relazione di coaching è diversa, perché viene creata da coach e cliente, ed è quindi unica, come uniche sono le persone.
Il coach professionista non insegna, non corregge, non consiglia, ma fa emergere le competenze e le potenzialità presenti in ciascun individuo, generando consapevolezza, senso di responsabilità e fiducia in se stessi. L’assunzione di responsabilità da parte del coachee è un elemento essenziale che rende il coaching particolarmente efficace.
Concretamente, durante le sessioni di coaching, il coach professionista facilita nel coachee l’allenamento sull’esplorazione e comprensione della situazione di partenza facendo emergere elementi di maggiore oggettività; punta sulla focalizzazione dei reali obiettivi a breve medio e lungo termine. Il coach professionista invita alla ricerca di nuove opportunità od opzioni, che generino una volontà di cambiamento e la creazione di un piano d’azione più coerente verso obiettivi raggiungibili. Il coachee viene sollecitato a un lavoro sui suoi punti di forza e a sviluppare il suo potenziale per risultati più duraturi ed appaganti. La capacità di rimanere focalizzato sul suo piano strategico, per raggiungere più velocemente quello che si è prefisso e desidera, è un’altra tecnica importante che il coach professionista farà acquisire al cliente. Il coach professionista fornisce strumenti di riflessione che favoriscano un supporto che punti all’auto motivazione incrementando l’autostima.
Il ruolo del coach è quindi delicato e comporta una serie di responsabilità come fare in modo che le soluzioni e le strategie da seguire emergano dal cliente stesso, lasciando piena autonomia al cliente e mantenendo un clima di assoluta riservatezza e confidenzialità in merito alle informazioni emerse.
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