Il Redditometro, aiuterà l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale. Nell’ultimo mese tutti abbiamo notato che è stata avviata un’intensificazione dei controlli sul territorio da parte degli agenti della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate (esemplari i casi di Cortina d’Ampezzo, di Roma e di Portofino) ed ora anche questo nuovo strumento anti-evasione fiscale diviene operativ. Fempi duri, insomma per i furbetti, o forse no? Sono già molte le polemiche che sono sorte attorno al Redditometro. Vediamo bene come funziona e quali sono i punti che a molti esperti non sono andati giù.
Il meccanismo messo a punto dall’Agenzia delle Entrate va ad incrociare i redditi dichiarati allo Stato dai contribuenti, con il tenore di vita effettivo, misurato attraverso le spese che questi hanno sostenuto. Dopo una fase di test su 50 milioni di soggetti, divisi in undici tipologie, è stato messo a punto un sistema che si focalizza su 100 voci di spesa. Queste sono state suddivise in 7 categorie: casa, mezzi di trasporto, assicurazioni, istruzione, attività ricreative, investimenti ed altre spese. In pratica tra le operazioni sotto controllo vengono inserite il possesso di barche, auto di grossa cilindrata, cavalli da corsa, ma anche viaggi di un certo livello e visite ai centri spa. Segnalazioni anche per chi manda i figli alla scuola privata o fa una assicurazione sulla vita. Ogni consumo ha un peso ponderato statisticamente che, attraverso un algoritmo, restituisce il reddito presunto. Chi mostrerà una differenza del 20 per cento tra il reddito dichiarato e quello calcolato dal Redditometro, sarà sottoposto all’accertamento fiscale. Come detto sopra, molti hanno espresso il loro disappunto sui criteri di valutazione e sulle soglie di scostamento dal reddito presunto. A rischio controlli, infatti, è la maggior parte degli Italiani poiché lo scostamento con il reddito presunto sufficiente a far partire l’accertamento è pari al 20%. Considerando che, in media, il reddito degli Italiani non supera i 22mila euro, gli accertamenti potrebbero scattare per poche migliaia di euro, mentre, per chi dispone di redditi molto elevati, gli accertamenti scatterebbero solo nel caso di spese estremamente più alte.
Il meccanismo messo a punto dall’Agenzia delle Entrate va ad incrociare i redditi dichiarati allo Stato dai contribuenti, con il tenore di vita effettivo, misurato attraverso le spese che questi hanno sostenuto. Dopo una fase di test su 50 milioni di soggetti, divisi in undici tipologie, è stato messo a punto un sistema che si focalizza su 100 voci di spesa. Queste sono state suddivise in 7 categorie: casa, mezzi di trasporto, assicurazioni, istruzione, attività ricreative, investimenti ed altre spese. In pratica tra le operazioni sotto controllo vengono inserite il possesso di barche, auto di grossa cilindrata, cavalli da corsa, ma anche viaggi di un certo livello e visite ai centri spa. Segnalazioni anche per chi manda i figli alla scuola privata o fa una assicurazione sulla vita. Ogni consumo ha un peso ponderato statisticamente che, attraverso un algoritmo, restituisce il reddito presunto. Chi mostrerà una differenza del 20 per cento tra il reddito dichiarato e quello calcolato dal Redditometro, sarà sottoposto all’accertamento fiscale. Come detto sopra, molti hanno espresso il loro disappunto sui criteri di valutazione e sulle soglie di scostamento dal reddito presunto. A rischio controlli, infatti, è la maggior parte degli Italiani poiché lo scostamento con il reddito presunto sufficiente a far partire l’accertamento è pari al 20%. Considerando che, in media, il reddito degli Italiani non supera i 22mila euro, gli accertamenti potrebbero scattare per poche migliaia di euro, mentre, per chi dispone di redditi molto elevati, gli accertamenti scatterebbero solo nel caso di spese estremamente più alte.
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