Dai primi studi sulla prospettiva alla illustrazione architettonica con tecnica digitale. 500 anni di ricerca del realismo.
La straordinaria forza comunicativa delle immagini come strumento di visualizzazione dell’architettura è nota sin dai primi tentativi di disegnare uno spazio su un foglio attraverso la prospettiva, nel Rinascimento. Era una tecnica di disegno per rappresentare rigorosamente la geometria di uno spazio. Però il senso di uno spazio non è dato solo dalla sua forma bensì dal rapporto tra i vari elementi che lo compongono, i materiali di cui sono realizzati e il modo in cui la luce interagisce con le loro superfici. L’applicazione di tecniche pittoriche ha permesso di arricchire di informazioni la spoglia descrizione geometrica e la rappresentazione architettonica si è arricchita di linguaggi più raffinati, adatti non solo a visualizzare la forma ma anche a suggerire le atmosfere di uno spazio di progetto.
Con l’avvento dell’informatica, il computer con opportuni programmi è divenuto uno strumento ideale per disegnare geometrie 3D, simularne le finiture superficiali e impostare i parametri fotometrici delle luci che le illuminano e ha permesso di generare immagini sempre più vicine al realismo fotografico. Il rendering 3D, la tecnica digitale di resa visiva, permette a chi la utilizza con competenza di lasciare che sia l’oggettività della spazio rappresentato a narrare il suo stesso senso. Inoltre la possibilità di generare immagini in successione (i tanti fotogrammi di una ripresa da un percorso predefinito della spazio rappresentato) ha finalmente aggiunto alla fruizione dell’architettura rappresentata la quarta dimensione, la dimensione temporale uno degli elementi che maggiormente caratterizzano la fruizione di uno spazio perché nel mondo reale la fruizione di uno spazio avviene sempre nel tempo necessario a percorrerlo e a permanervi.
A qualcuno certe potenzialità potrebbero sembrare scontate, abituati come siamo a produzioni cinematografiche milionarie che propongono intere città, interi pianeti, interi universi simulati. Però nel quotidiano della maggior parte dei progettisti di architettura le organizzazioni composte da migliaia di operatori ciascuno concentrato per mesi e mesi sulla realizzazione in virtuale di una minuscola porzione dell’enorme insieme digitale da cui si genera un film sono lontane intere galassie.
Fortunatamente, c’è ancora spazio per la meraviglia. Quella di vedere la propria idea rappresentata con certezza dei tempi e ragionevolezza dei mediante visualizzazioni che riescano a render giustizia alla qualità delle proprie scelte di progetto.
Per conoscere alcuni degli esempi più avanzati di rappresentazione dell’architettura grazie alla tecnica digitale è sufficiente visitare un sito che propone l’attività professionale di un studio di architettura nato nel 1995 per dedicarsi esclusivamente alla fornitura di servizi di rendering: studioDIM associati. Il progettista ha ora la possibilità di mostrare con immediatezza le proprie scelte progettuali attraverso immagini altamente realistiche, evitando possibili fraintendimenti con il proprio committente o con i pubblici ufficiali incaricati di approvare il progetto. Attraverso l’animazione 3D l’investitore immobiliare ha a disposizione uno strumento di comunicazione di straordinaria efficacia che, rendendo concreto il progetto agli occhi dei potenziali acquirenti, facilita le vendite e permette di anticipare largamente il ritorno di cassa. La Pubblica Amministrazione ha la facoltà di verificare con oggettività l’impatto visivo di un intervento per valutarne l’idoneità.
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