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Secondo le conclusioni della Consob, George Soros non era interessato all’acquisto della Roma di Rosella Sensi

Mancano gli elementi imprescindibili per determinare l’interesse all’acquisto. Rosella Sensi non ricevette mai un’offerta da Soros

Sono anni che nel mondo del calcio si fa un gran parlare di George Soros e della sua presunta offerta a Rosella Sensi per comprare la Roma. Sulla vicenda è stato detto tutto e il contrario di tutto ma a quattro anni di distanza non si è ancora riusciti a capire la verità in proposito. Recentemente sono però stati divulgati i risultati di un’indagine svolta dalla Consob, su richiesta della Procura, che dovrebbe scrivere la parola fine su questa bizzarra vicenda. Lo scopo dell’indagine era quello di stabilire quanto reale fosse l’interesse di Soros nella AS Roma.

Le conclusioni dell’indagine Consob si concentrano sulla definizione di interesse fatta propria dalla AS Roma (e di converso da Italpetroli SpA) nel periodo 1 settembre 2007 – 31 Maggio 2008, per stabilire se vi sia stata o meno una comunicazione atta a manipolare il mercato e provocare una sensibile alterazione del prezzo. In altre parole, la Consob si chiede se il gruppo facente capo a Rosella Sensi abbia o meno nascosto all’opinione pubblica e ai tifosi un reale interesse da parte di George Soros all’acquisto della società giallorossa.

Le conclusioni della Consob sono molto chiare: non si può ipotizzare un reale interesse da parte del magnate americano. Detto in altre parole, Soros non fece mai un’offerta concreta per l’acquisto della Roma. Secondo la Consob infatti, gli elementi per definire un interesse reale sono tre: la certezza della presenza di un soggetto che manifesti interesse all’acquisto, la verosimile sussistenza dei fondi economici da parte di questo soggetto e l’evidenza di una strategia volta a portare a compimento l’operazione. Nel caso della Roma, Soros non si manifestò mai in prima persona (i contatti intervennero solo tra intermediari), e non manifestò mai una strategia chiara per l’acquisto (non fece mai una proposta).

Grazie a queste deduzioni la Consob conclude che l’interesse, se ci fu, non fu mai reale e che i giornalisti all’epoca dei fatti entrarono in possesso di informazioni incomplete riportandole con enfasi a fronte di un’importante attenzione da parte dei sostenitori della squadra di calcio.

 
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