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Senza PEC, niente iscrizione al registro delle imprese

Nel caso in cui un’impresa individuale non comunichi l’indirizzo di posta certificata è previsto che l’ufficio del Registro delle imprese che riceve una domanda di iscrizione la sospenda per un periodo di 45 giorni.Non potendoci essere disparità di trattamento tra le imprese individuali e le società, le ditte individuali che dovevano espletare – entro il 30 giugno scorso (prorogato al 1 luglio in quanto il termine cadeva di domenica) – l’obbligo di iscrivere al Registro Imprese la propria casella di Posta Elettronica Certificata (PEC), non saranno soggette alle sanzioni previste dall’articolo 2630 del Codice civile (da 103 a 1.032 euro per omessa esecuzione di denunce, comunicazioni e depositi).

Così ha definitivamente chiarito Unioncamere in una lettera inviata il 2 luglio scorso a tutti i segretari generali delle Camere di commercio. Tuttavia – prosegue la nota di Unioncamere – in caso di mancata attivazione della PEC, per le realtà già esistenti non avranno effetto le variazioni comunicate al Registro delle imprese, mentre nel caso di una nuova impresa la domanda di iscrizione verrà sospesa fino a 45 giorni, decorsi i quali la domanda di iscrizione al Registro sarà respinta.

Anche se per il momento sembra esclusa l’ipotesi di multe e sanzioni, una cosa è certa: le imprese devono dotarsi al più presto di una casella di posta elettronica certificata, sia per una propria convenienza (la PEC può sostituire la classica raccomandata A/R in tutti i casi in cui c’è la necessità di esibire una prova dell’avvenuta comunicazione, con notevole risparmio di tempo e denaro) che per essere in regola con gli adempimenti di legge ed evitare future sanzioni.

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