I mesi di Ottobre e Novembre sono destinati a molti concorsi, soprattutto riguardanti la lavorazione dei prodotti alimentari. I concorsi culinari sono moltissimi, ma quelli inerenti alla ristorazione di qualità rimangono pochi (fortunatamente). Tra questi uno dei più importanti è sicuramente il “Premio Italia a Tavola” che ogni anno viene assegnato nel campo della ristorazione aziendale/collettiva.
L’edizione 2011 è stata vinta dalla società che gestisce i pasti all’interno dell’azienda Eni. Più di dodicimila dipendenti quotidianamente usano il servizio di ristorazione collettiva offerto da Eni Servizi, mangiando prodotti alimentari sicuri e di provenienza certificata. Ogni giorno migliaia di persone si nutrono con carne italiana di prima scelta, prodotti surgelati ad alto tasso nutritivo e altri articoli sicuri e gustosi.
Altro fattore determinante per l’assegnazione del premio è stata la sensibilizzazione ambientale: tutti gli accessori per il momento del pranzo sono assolutamente biodegradabili. L’ambiente dunque inizia a determinare scelte importanti, anche nel fantastico mondo della cucina.
L’occasione della consegna del premio è stata un’opportunità per fare un punto della situazione sul mercato italiano e in particolare sulla sicurezza alimentare. La contraffazione dei prodotti per ristorazione è un business che sta crescendo sempre più, soprattutto in Europa.
Tanti articoli provenienti dai mercati orientali invadono il nostro mercato e solo alcuni vengono fermati da controlli all’ingresso nel territorio italiano.
Un altro problema riguarda invece l’italian sounding ovvero la vendita di prodotti alimentari con nomi simili ai marchi originali. Tale fenomeno sta dilagando sul web, con molti siti di e-commerce che commercializzano questi articoli. Tutto ciò va ad influire sul consumatore finale, indifferentemente che acquisti dalla grande distribuzione o che utilizzi indirettamente queste merci attraverso la ristorazione.
La sicurezza alimentare è dunque sempre al centro dell’attenzione degli organi competenti, per evitare contraffazioni e frodi. Nonostante l’impegno però, questa attività deve essere ulteriormente implementata, magari costituendo un ente nazionale adibito a tutelare la sicurezza alimentare.
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