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Smaltimento e bonifica: trattamenti possibili per l’eternit

Il sito www.smaltimentoeternit.org, che ha visto la luce da pochi mesi, si occupa specificamente dello smaltimento eternit attraverso alcuni articoli dedicati a diversi aspetti di tale argomento.

L’argomento dello smaltimento eternit è ancora molto attuale, anche se sono ormai quasi venti anni, era infatti nel 1994, che l’utilizzo dell’amianto in edilizia così come in altri settori, e di conseguenza dell’eternit che lo contiene, è stato vietato da una specifica legge. L’eternit è infatti essenzialmente composto da cemento e fibre di amianto, che sono quelle che garantiscono la solidità e la durata grazie a cui l’impiego di tale materiale si è così diffuso nel ventesimo secolo. Per questo il nome tecnico dell’eternit è “cemento amianto”. E’ stato un impiego così massiccio e prolungato che ha fatto sì che nel tempo la quantità di tale materiale utilizzato in edilizia sia diventata enorme. Ed è per questo che attualmente la bonifica o smaltimento definitivo di tutto l’eternit utilizzato sia ancora un traguardo lontano.

La legge faceva seguito ad una serie di studi che dimostravano l’elevata pericolosità per la salute delle fibre di amianto, utilizzate nell’eternit e in altri composti. La pericolosità è data dal fatto che l’inspirazione prolungata di fibre di amianto disperse nell’aria può provocare l’insorgenza di diverse malattie tra cui tumori polmonari, mesotelioma della pleura, asbestosi.

La dispersione nell’aria di fibre di amianto, che poi vengono inalate durante la respirazione, è dovuta al fatto che con il tempo, a seguito di sollecitazioni di diversa natura e dell’azione degli agenti atmosferici, l’eternit perde la sua durezza e inizia a manifestare segni di degrado quali aumento della friabilità, presenza di crepe e di altri elementi che ne denotano lo stato compromesso. E’ a questo punto che le fibre di amianto in esso contenute, non più racchiuse a dovere dal cemento, possono iniziare a disperdersi nell’aria e quindi ad essere inalate da chi è presente nelle vicinanze, con grave pericolo per la salute.

E’ a questo punto che lo smaltimento dei manufatti di eternit che presentano tali problemi diventa necessario. Al riguardo bisogna però notare due cose.

La prima, conseguenza di quanto appena sopra detto, è che la dispersione delle fibre di amianto non avviene “automaticamente” in qualsiasi manufatto di eternit. Perchè vi sia dispersione i manufatti devono presentare un certo livello di degrado e devono essere sottoposti a sollecitazioni che ne liberino le fibre, quali ad esempio quelle provocate da un vento sufficientemente forte.

La seconda è che lo smaltimento propriamente detto non è l’unica soluzione disponibile. Per smaltimento si intende infatti la demolizione dei manufatti in questione e il loro trasporto e definitiva collocazione in una discarica autorizzata. Non di rado però è possibile adottare delle soluzioni diverse che in molti casi risultano più economiche e salvaguardano ugualmente la salute di chi è presente nelle vicinanze.

Una di esse è ad esempio l’incapsulamento tramite poliuretano espanso, che consiste nel ricoprire i manufatti di eternit con un rivestimento di poliuretano espanso che gli isola dall’ambiente e ne impedisce quindi la dispersione delle fibre di amianto. In casi del genere si parla propriamente di “bonifica” dell’amianto o eternit, invece che di smaltimento. Questo perchè i manufatti vengono appunto messi in sicurezza mantenendoli sul luogo, addirittura a volte preservandone le funzionalità.

La scelta di una soluzione piuttosto che di un’altra dipende dal tipo, dalla accessibilità, dallo stato di degrado e dalla quantità di superficie da mettere in sicurezza. Generalmente maggiore è la superficie in questione più conveniente dal punto di vista economico risulta una soluzione di bonifica in loco rispetto ad un intervento di smaltimento vero e proprio.

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