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Spie: il buco della serratura non serve più, la tecnologia la fa da padrona

Il fascino dello spionaggio ha da sempre suscitato grande fascino sia nel mondo della cinematografia che in quello della fiction ma di certo nell’ultimo periodo si è fatto molto sentire grazie alle numerose produzioni televisive contemporanee.

Programmi come Grande Fratello, Isola dei Famosi, Amici e tutti gli altri reality che seguono la quotidianità di personaggi famosi o gente comune attraverso webcam, telecamere o spy camera infatti hanno insito nella loro struttura il fascino dello spionaggio che a volte cade anche nel voyerismo e che può avere pesanti ripercussioni anche nella vita reale. Sfogliando i giornali molte sono le notizie che riportano come persone normali e molte volte “insospettabili” si appoggino a dispositivi di spionaggio o addirittura agenzie di investigazione per monitorare le mosse dei figli adolescenti, dei mariti e delle mogli presunti fedifraghi o, caso però più raro, per spiare riunioni di lavoro o le mosse della concorrenza. In effetti la tecnologia ha raggiunto talmente dei livelli elevati in questo campo che installare una microspia audio all’interno della giacca del marito è divenuto un lavoro semplice che consente così di poter avere accesso a discussioni private o comunque non riferite personalmente a noi.

Da li alla localizzazione satellitare a livello pratico il passo è molto breve anche se, pur trattandosi di parenti, figli e familiari stretti, vi è un limite che non deve essere superato per non incorrere a sanzioni civili dovute alla violazione della privacy. Stando alla legge infatti gli “spioni” all’interno delle mura domestiche o fuori casa attraverso dispositivi come spie per cellulari, rischiano con le loro azioni un’imputazione per intercettazione abusiva, imputazione che implica un processo e una condanna con pena pecuniaria e, in caso la vicenda sia ambientata tra ex coniugi, si rischia anche una condanna per stalking. E’ infatti stabilito dalla legge che solo alcune autorità possano entrare nella vita privata di una persona tra le quali si possono ritrovare i giudici e gli investigatori privati i quali possono intervenie solo se il richiedente ha particolari vincoli di parentela, ossia coniuge o ex coniuge.

Questione totalmente differente va riservata invece ai figli dove di certo deve prevalere l’aspetto etico su quello meramente genitoriale. E’ difficile fidarsi dei propri figli soprattutto se adolescenti e magari anche un po’ scapestrati ma da voler controllare il cellulare o il profilo Facebook a acquistare appositamente dei supporti tecnologici per monitorare le azioni, i luoghi frequentati o la velocità in macchina vi è un abisso. La tentazione di sbirciare un sms è perdonabile, voler controllare ogni minima mossa del proprio figlio e intromissione pesante all’interno del suo sviluppo emotivo e della sua crescita personale. Anche se in questo caso non si sono avute ancora vicende relative a ripercussioni penali a riguardo prima di procedere a tali espedienti cerchiamo di valutarne bene gli aspetti implicati che passano dall’affetto alla fiducia reciproca. E, nel caso ci fossero dei comportamenti sospetti, cerchiamo sempre di preferire un dialogo costruttivo ad atti di spionaggio che poco si addicono al ruolo di genitore ma soprattutto di educatore.

A cura di Martina Celegato

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