A seguito delle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes, che hanno attirato l’attenzione di media e pubblico, è stato intervistato l’artista Giuseppe Santonocito, che ha ricevuto numerosi apprezzamenti per i suoi originali quadri di ispirazione onirica. Un’intervista sicuramente da leggere, in quanto Santonocito parla non solo della sua carriera artistica, ma svela anche il misterioso significato delle sue opere, con un velo di profonda sensibilità e umanità.
1) Abbiamo avuto notizia del grande successo, che stanno riscuotendo le sue opere, esposte nel prestigioso contesto delle mostre di “Spoleto Arte” curate da Vittorio Sgarbi e organizzate dal manager Salvo Nugnes. È soddisfatta di questa positiva partecipazione?
La mia partecipazione alle Mostre di Spoleto Arte è stata una grande emozione. Poter constatare che le mie opere, seppur di difficile lettura, hanno riscosso un così largo consenso, mi rende veramente felice e soprattutto orgoglioso di aver continuato a lavorare per anni dipingendo solo quello che è il mio sentimento. Seppur con qualche difficoltà di comprensione da parte del pubblico.
2) Quali opere sono presenti in mostra e che tematica seguono?
Il mio lavoro in questi ultimi 20 anni si è svolto tutto nello spazio, perché, a mio parere, noi esseri pensanti, siamo per questo nostro pianeta l’abitante più pericoloso. Le mie opere richiedono un lungo lavoro di pensiero e una realizzazione quasi chirurgica, dovuta alla mia ossessione per la precisione. Quindi le opere esposte a Spoleto Arte sono tutte rivolte a cercare di far comprendere queste mie convinzioni.
3) È la prima volta, che espone a Spoleto? È compiaciuta della curatela di Vittorio Sgarbi?
E’ la prima volta che espongo a Spoleto e questo è stato possibile grazie al mio manager e grande amico Dottor Salvo Nugnes, con il quale auspico una lunga e proficua collaborazione. In quanto alla curatela del Professor Vittorio Sgarbi, la ritengo non solo eccezionale e ne sono ampiamente soddisfatto, il suo giudizio sulle mie opere mi ha onorato e dato il coraggio per proseguire su questa strada.
4) Ci racconta i suoi esordi nel mondo dell’arte e la sua formazione in materia?
Il mio esordio nel mondo dell’arte, si perde ormai nella notte dei tempi risale a circa 40 anni fa, sono totalmente autodidatta e non credo di rifarmi a nessuno se non ai grandi maestri del rinascimento, con cui ho imparato a dipingere cimentandomi nelle copie dei loro immensi capolavori.
5) Quali sono le principali fonti ispiratrici di riferimento? C’è un movimento o una corrente, a cui si sente più vicino nel percorso di ricerca stilistica e sperimentale?
A questa domanda, se mi permette, le rispondo con una mia riflessione fatta tanto tempo fa:
IL SENSO DELL’ OPERA
Il senso dell’opera, non è il risultato di una grande ricerca
né tecnica, né pittorica.
E’ arrivata dentro di me come la grande cometa
è tutto scritto come la musica.
Infinita e immortale senza tempo
L’Arte non si studia e non si cerca.
L’Arte è attesa, gioia… sofferenza.
Questo è il mio pensiero per quanto riguarda la mia arte io non ho cercato niente.
6) Quali sono le tecniche strumentali, che preferisce utilizzare?
Lavoro solo con olio e quasi sempre su tela. Qualche volta mi sono cimentato a sperimentare altre tecniche, ma non mi hanno mai soddisfatto. Quando stendo il colore sulla tela è come se eseguissi un’operazione chirurgica. E’ la sola tecnica che mi rende veramente soddisfatto del mio lavoro.
7) Un commento di riflessione su Spoleto, città d’arte e di cultura di secolare tradizione.
Spoleto è una magnifica città, e per la mia convinzione che siamo tutti cittadini di questo pianeta, una città che ospita manifestazioni dove sono presenti artisti di tutto il mondo non può che essermi congeniale. Spoleto è veramente un tempio della cultura.
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