Report settore architettonico, ricerca paneuropea
- 1. Introduzione
L’impatto della recessione economica degli utili anni sul settore edilizio è stato molto forte. Sebbene molti commentatori ormai siano convinti che il peggio sia passato, la maggior parte degli architetti è ben lungi dall’essere ottimista.
La RIBA Future Trends Survey ha rivelato che, alla fine del 2010, alla domanda “Quali cambiamenti si attende in termini di carico di lavoro nei prossimi mesi all’interno del suo studio?”, oltre il 36% degli architetti intervistati ha risposto di aspettarsi una riduzione del carico di lavoro, mentre il 43% livelli invariati di lavoro e circa il 78% prevede un blocco delle assunzioni.
Tuttavia, dal momento che il settore architettonico è tutt’altro che omogeneo, alternando a studi internazionali di grandi dimensioni società gestite da un’unica persona, è possibile individuare anche qualche notizia positiva.
Il sondaggio RIBA rivela, per esempio, che molti studi di piccole e medie dimensioni sono più ottimisti riguardo alle loro prospettive future e si attendono un incremento del carico di lavoro, soprattutto nel settore dell’edilizia residenziale di lusso.
Nonostante la crisi economica rappresenti in questo momento la preoccupazione più grande all’interno del comparto architettonico, ci sono anche altri fattori che stanno influenzando l’edilizia e i suoi processi produttivi. La richiesta di edifici sempre più sostenibili ed efficienti da un punto di vista energetico continua a essere un elemento di importanza cruciale, vista la necessità di adeguarsi a norme e regolamenti sempre più complessi.
Numerosi studi stanno affrontando queste nuove sfide in modi differenti. Probabilmente l’approccio più efficace è stato quello volto ad approfittare di questo periodo di crisi per cambiare e aggiornare i propri metodi di lavoro.
- 2. Le sfide
Alla domanda di individuare le tre principali sfide da affrontare, quasi il 40% degli intervistati ha risposto “ottenere nuovi lavori” e circa il 25% “non perdere competitività rispetto agli studi architettonici concorrenti”.
Al fine di ottenere nuovi lavori, gli studi hanno bisogno di trovare un modo per mostrare ai propri client che sono in grado di soddisfare ogni loro richiesta, fornendo loro esattamente ciò che desiderano. Come uno degli intervistati ha affermato: “Non si tratta solo di architettura, è anche il servizio che offriamo a essere importante per il cliente.”
Gli architetti devono essere più innovativi, ma il successo dipende anche dalla rapidità con cui si porta a termine il lavoro, senza comprometterne la qualità. Inoltre, per restare competitivi e ottenere nuovi progetti, è necessario poter disporre di quella libertà di azione che permetta loro di ridurre i costi, se necessario.
Quando agli intervistati è stato chiesto di specificare i principali elementi di differenziazione del proprio studio, la maggioranza (oltre il 60%) ha scelto “relazione con gli attuali clienti” – dimostrando che molti architetti fanno affidamento soprattutto sul mantenimento dello status quo, anche se, per superare le sfide del momento, dovrebbero essere in grado di attrarre nuovi clienti, piuttosto che limitarsi a conservare quelli già acquisiti.
- 3. Implicazioni sulle attività di lavoro quotidiane
Alla domanda sulle principali sfide da affrontare durante l’attività lavorativa di tutti i giorni, gli intervistati hanno sottolineato “gestire i cambiamenti nelle fasi finali del processo di progettazione” e “assicurare informazioni coerenti per tutto il processo di progettazione”.
Quando il progetto di un edificio raggiunge gli ultimi stadi del processo di progettazione, ingloba centinaia di informazioni di produzione, oltre al materiale di documentazione. Quando viene effettuata una modifica, ogni disegno e documento connesso al progetto deve essere controllato e revisionato per riflettere la modifica e garantire coerenza.
Pertanto, non sorprende che alla domanda: “A quale stadio del processo di progettazione un incremento dell’efficienza avrebbe maggior impatto in termini di redditività?”, oltre il 50% degli intervistati abbia risposto allo stadio della produzione delle informazioni.
E’ in questa fase, infatti, che tutti i disegni (piani, sezioni, prospetti), i dettagli e i piani di lavoro vengono completati e sottoposti all’attenzione delle autorità locali per ottenere l’approvazione finale e il via a procedere.
- 4. Come vincere queste sfide?
Alcuni fra gli studi architettonici più lungimiranti già da diversi anni hanno compreso che per raggiungere dei vantaggi competitivi era necessario innovare il proprio modo di lavorare passando al Building Information Modelling (BIM).
Il BIM rappresenta un approccio innovativo alla progettazione architettonica, originariamente introdotto da Autodesk e ora sempre più diffuso a livello globale. Questa metodologia si caratterizza per il fatto di rendere immediatamente e continuamente disponibili tutte le informazioni relative a intento, tempistiche e costi del progetto, in modo coerente e affidabile.
Oggi sono numerose le tecnologie che supportano il BIM, ma i software Autodesk basati sulla piattaforma Revit sono stati concepiti appositamente per il BIM e garantiscono i maggiori vantaggi in quanto si fondano sulla tecnologia di modellazione parametrica. Ogni modifica di progettazione viene automaticamente applicata a tutto il progetto e alla documentazione, rendendo così i processi più coordinati e gli elaborati più precisi.
- 5. Ottenere nuovi lavori
“Il vantaggio nell’adottare il metodo BIM, in particolare nelle prime fasi del processo di progettazione, consiste nel fatto di poter avere rapidamente un’idea dell’aspetto dell’edificio da progettare,” ha spiegato uno degli intervistati. “Ciò consente di andare dal cliente offrendogli da subito un’ipotesi concreta ed eventuali varianti di modo che possa scegliere come meglio procedere.”
Ciò può rappresentare un vero punto di forza quando si tratta di attrarre nuovi clienti: anziché dover interpretare piani e disegni in 2D, il cliente ha sin da subito la possibilità di visualizzare l’aspetto finale dell’edificio. Inoltre, in alcuni casi potrebbe presentarsi la necessità di condividere i propri progetti con diversi committenti, ad esempio nel caso in cui si stia progettando un edificio scolastico, insegnanti, autorità locali e persino i bambini potrebbero dare il proprio contributo. Utilizzare un modello 3D dinamico significa che gli architetti sono in grado di lavorare fianco a fianco con le parti interessate e interagire con loro soddisfacendo le loro richieste e mostrando loro cosa funziona e cosa no e spiegando l’impatto dei loro suggerimenti sulle varie parti del modello.
Ma non si tratta solo dell’aspetto esteriore dell’edificio. Il modello 3D, sin dalle primissime fasi di progettazione, integra informazioni dettagliate in merito a dimensioni, numero di porte e finestre ecc., tutti elementi sufficienti a elaborare in anticipo un piano dei costi attendibile.
- 6. Ottimizzare il workflow
Il BIM può ridurre significativamente tempi e rischi connessi ai cambiamenti dell’ultimo minuto e alla mancanza di coerenza, offrendo in tal modo una soluzione a quei fattori che gli architetti hanno individuato come le principali minacce alla loro competitività
Consentire agli architetti di fornire informazioni di progettazione più ricche e più complete sin dalle prime fasi del processo di progettazione, significa aiutarli a ridurre i cambiamenti negli stadi finali del progetto e liberarli così dalle principali problematiche nella fase di produzione delle informazioni.
Rendere meno impegnative queste operazioni restituisce agli architetti la libertà di sviluppare nuovi progetti e incrementare il livello di produttività ed efficienza durante questa fase del processo di lavoro.
- 7. Conclusioni
Il fatto che gli architetti siano pagati per realizzare disegni piuttosto che modelli, può aver illuso molti studi a ritenere che il passaggio al BIM non fosse necessario. In realtà, quelle società che stanno iniziando a implementarlo, seppur gradualmente, saranno presto in grado di offrire servizi più innovativi, di qualità superiore e in tempi più rapidi. In alter parole, saranno molto più competitivi.
Adottare una nuova tecnologia è sempre difficile, ma reinventare dal principio il proprio metodo di lavoro può sembrare un rischio eccessivo, specialmente nell’attuale clima economico. Tuttavia, i risultati che ne conseguono possono davvero fare la differenza fra successo e mera sopravvivenza.