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Svolta della magistratura, si indaga sulla morte di Siringo e Iannelli Zaccai: “Plaudo al lavoro del gip che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso…

Svolta della magistratura, si indaga sulla morte di Siringo e Iannelli
Zaccai: “Plaudo al lavoro del gip che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso Cucchi”

Il supremo organismo riacquista autorevolezza percorrendo la strada della verità e della giustizia. La richiesta di supplemento d’indagine è pronunciata dal gip dopo la sbrigativa proposta di archiviazione avanzata dal pm. Il presidente del Movimento Italia garantista: “Finalmente la volontà di tutelare i cittadini, impedendo abusi ed indagando su decessi sospetti spacciati per suicidi”

Svolta nelle indagini sulla morte di Stefano Siringo e Iendi Iannelli, uccisi nel 2006 a Kabul, in Afghanistan, da una dose di eroina purissima. Da quanto sarebbe emerso a distanza di anni, i due non sono morti per overdose volontaria ma sono stati assassinati.
A dare un input decisivo all’inchiesta sulla morte dei  due cooperanti italiani è stato mercoledì 30 novembre il gip Rosalba Liso che, dopo aver  respinto l’ennesima richiesta di archiviazione avanzata dal pm, Luca  Palamara, attuale presidente dell’Associazione nazionale magistrati, ha ordinato un nuovo supplemento di indagini e l’apertura di un fascicolo contro ignoti in cui si ipotizza il reato di  omicidio.

Secondo il giudice, esisterebbero infatti sufficienti elementi per  ritenere che Siringo e Iannelli siano stati assassinati per aver  scoperto un giro di false fatturazioni tra agenzie dell’Onu impegnate in Afghanistan. La coraggiosa decisione del gip mette così definitivamente  fine alla ricostruzione effettuata subito dopo il ritrovamento dei due  cadaveri, secondo la quale Siringo e Iannelli, descritti come due tossicodipendenti, sarebbero morti dopo essersi iniettati la droga da soli.

“Esiste una magistratura che ci piace”, dichiara l’on. Pier Paolo Zaccai, presidente del Movimento nazionale Italia garantista, nonché consigliere della Provincia di Roma. “Una magistratura che ci fa ricordare grandi personalità del passato che hanno utilizzato il loro ruolo cercando di garantire giustizia sociale. La solerzia di questi giudici fa tornare nell’uomo qualunque la speranza e la fiducia che ci possa essere giustizia”, sottolinea Zaccai plaudendo al lavoro del gip Rosalba Liso che si è contraddistinta anche per aver fatto emergere la verità sul caso Cucchi nella cui vicenda gli autori del grave delitto per nascondere e coprire l’omicidio compiuto raccontavano e relazionavano che i traumi riportati derivavano da testate volontarie e spontanee che Stefano Cucchi avrebbe dato contro la parete del muro e che si era lasciato morire rifiutando di alimentarsi e di bere acqua all’ospedale Pertini. “Una narrazione sconcertante sostenuta dai falsi ideologici riportati nella cartella medica di Cucchi: dobbiamo fermare questo scempio. L’opinione pubblica deve reagire”.

Il tribunale riacquista così autorevolezza percorrendo la strada della verità e della giustizia. Il gip Liso incarna lo spirito della magistratura sana, coraggiosa, capace di assumersi rischi professionali a sostegno di un ideale nobile: quello della giustizia e della verità.

Ufficio stampa

Roma, 3 dicembre 2011

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