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Comunicati Salute e Benessere

ESAMI DI MATURITA’ POST COVID

Le paure degli studenti e l’ansia dei genitori. 4 consigli della Dott.ssa Antonella Vincesilao, Psicoterapeuta esperta in Psicologia dell’età evolutiva dell’Ospedale Koelliker di Torino

Al via oggi gli esami di Maturità ai tempi del Coronavirus. Mentre l’attenzione di tutti si concentra sulla preparazione degli studenti, la Dott.ssa Antonella Vincesilao, Psicoterapeuta esperta in Psicologia dell’età evolutiva dell’Ospedale Koelliker di Torino, fa il punto invece sull’importanza del ruolo dei genitori come figure di riferimento per gli studenti durante questa prova che, per la prima volta, si affronta con una modalità inedita e senza il supporto della classe.

Chi non ha mai sognato il proprio esame di maturità? È un momento di passaggio importante dall’essere ragazzi al diventare giovani adulti, dalla vita della scuola superiore a quella universitaria o al mondo lavorativo. Come tale porta con sé vissuti contrastanti quali la paura di essere giudicati e l’ansia verso il futuro in una continua oscillazione tra momenti di malinconia e di entusiasmo.

Il lockdown che ha fatto seguito all’emergenza Coronavirus e la “dieta relazionale” che ognuno di noi ha dovuto sopportare, hanno portato con sé diverse mancanze: per gli studenti sono venuti meno i rituali che solitamente accompagnano e sanciscono la chiusura del ciclo scolastico, elementi che ricoprono un ruolo centrale nel permettere ai ragazzi di prepararsi all’esame finale, attenuando le preoccupazioni e le angosce che ne derivano. In questa fase il gruppo classe rappresenta un porto sicuro nel quale rifugiarsi, un compagno di viaggio con il quale condividere la fatica, prestandosi sostegno reciproco.

Il passaggio evolutivo dall’adolescenza alla giovinezza porta con sé nuovi bisogni e nuovi compiti di sviluppo che il ragazzo si troverà a compiere sul piano sociale, affettivo e lavorativo. Soprattutto in assenza di un rapporto umano quotidiano e stretto con compagni e professori, è fondamentale la presenza di genitori sintonizzati con tali nuovi bisogni dei figli e che sappiano svolgere la funzione di guida. In questo compito assume rilevanza la capacità di delegare responsabilità al ragazzo, riconoscergli autonomia e fiducia pur mantenendo sempre uno spazio di disponibilità e aiuto qualora sia necessario.

D’altro canto il genitore è a sua volta ansioso rispetto alla prestazione del figlio in questa nuova modalità, anche per lui sconosciuta. Risulta importante riconoscere e legittimare le preoccupazioni che il ragazzo vive, senza investirlo con le proprie, e rinforzare il suo senso di autoefficacia e di valore. Per farlo sarà determinante la capacità del genitore di mantenere una stabilità e non trasmettere al figlio le proprie ansie.

Non esistono regole prestabilite, fare i genitori è il mestiere più difficile che ci sia, il consiglio è quello di restare in ascolto, mettersi a disposizione, intervenire al bisogno fungendo da mediatori tra la realtà esterna e la famiglia.

Ecco i consigli da seguire per essere un supporto attivo ai propri figli durante la “Covid Maturità”:

1)         Restare accanto ai propri figli, con uno sguardo che dà fiducia e che sostiene mantenendo una certa distanza responsabilizzante.

2)         Supportare i ragazzi riconoscendogli uno spazio di ascolto attivo delle ansie e preoccupazioni, cercando di contenere quanto più possibile le proprie.

3)         Sostenere ogni tipo di proposta o modalità nuova che possa assomigliare ai “vecchi rituali” (viaggio di fine anno, cena o gita) consentendo loro di parteciparvi ovviamente nel rispetto delle regole e delle norme di sicurezza anti contagio.

4)         Riconoscere l’autonomia dei ragazzi, non abbandonarli ma al contempo non trattarli come nell’epoca precedente. I ragazzi di oggi sono “informaticamente” mediamente più preparati degli adulti. È importante riconoscere loro tale abilità che li agevolerà nell’affrontare con successo le nuove modalità della Maturità 2020.

 

www.osp-koelliker.it

 

 

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Comunicati Etica e Società Salute e Benessere Volontariato e società

Sicurezza sul lavoro: un nuovo anno tra speranze e realtà

Comunicato Stampa

Sicurezza sul lavoro: un nuovo anno tra speranze e realtà

Il bilancio del 2019 e le criticità da affrontare nel 2020 per migliorare realmente la tutela della salute e sicurezza sul lavoro in Italia. A cura di Rocco Vitale, presidente di AiFOS e sociologo del lavoro.

 

Il bilancio dell’anno appena passato dovrebbe portare, alla luce di quanto accaduto, a pensare e progettare la sicurezza sul lavoro per l’anno 2020 ed anche i prossimi. Nulla però di tutto ciò avviene.

I dati statistici degli infortuni accaduti sono sempre utili per riflettere, ma questi bilanci non si possono basare solo ed esclusivamente sui numeri. Del resto neppure i dati sono completi, esaurienti ed utili. Abbiamo, per semplificare, 22 sistemi di analisi dei dati. 19 Regioni e due provincie autonome, tramite le ASL (e le differenti terminologie di ATS in Lombardia ed in Sardegna, ULSS in Veneto, APSS nel Trentino, AS a Bolzano, USL in Emilia Romagna e Toscana, AUSL in Umbria e a Pescara (mentre dell’Abruzzo si chiamano ASL), ASUR nelle Marche, ASREM nel Molise, ASP in Calabria ed in Sicilia. Ogni regione fa a sé. Spesso non vi sono dati statistici completi a livello regionale né tantomeno un sistema unitario tra le stesse regioni.

 

Vi è poi l’INAIL, unico ente che presenta i dati a livello nazionale, regionale e provinciale. Vi sono alcune critiche rivolte all’INAIL per come vengono elaborati i dati ma ci si dimentica che l’INAIL è un ente di assicurazione e quindi i dati seguono il sistema assicurativo.

Ciascuno, insomma, ha propri sistemi di rilevamento e pertanto, spesso, questi dati rimangono solo numeri. Quanto era chiara la lezione di Kurt Lewin allorquando sosteneva che una ricerca di dati che non produce una azione conseguente è destinata a restare un volume negli scaffali (!).

 

Nell’accozzaglia dei dati una cosa però è chiara: gli infortuni aumentano e non si conosce quali sono o siano state le azioni di prevenzione.  Per carità di patria, non parliamo del SINP (Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione) che dopo 11 anni ha prodotto solo decreti, commissioni e tanta carta.

In questo quadro sconclusionato dove si è persa l’idea di sistema paese-nazione si sono maggiormente ed ulteriormente aggravate le differenze, da ogni punto di vista, tra nord e sud. A questo storico disequilibrio nazionale, nel campo della salute e sicurezza sul lavoro, si è aggiunta una ulteriore divisione. Questa volta non più tra nord e sud ma tra le aziende medie e grandi e le microimprese che, con meno di 9 dipendenti, rappresentano il 45,3% delle aziende italiane.

 

A dieci anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. 81/2008 questo divario risulta sempre più evidente senza proposte non dico di soluzione ma anche solo di inizio di presa in seria considerazione di questo problema.

L’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS), pur senza velleità di sostituirsi agli organi istituzionali, ha realizzato una ricerca-monitoraggio sull’applicazione del D. Lgs. 81/2008 a dieci anni dalla sua entrata in vigore, il quale ha portato chiare evidenze di questa situazione. L’unico monitoraggio sulla salute e sicurezza era stato effettuato a dieci anni dopo il noto Decreto 626 del 1994 a cura delle Regioni. Persa la spinta propulsiva di una azione a livello nazionale ogni Regione è andata per conto proprio aumentando la burocrazia e le incombenze con: delibere, determine, circolari e via dicendo.

 

Bisognerebbe chiedersi, con serietà, che cosa di utile hanno apportato al sistema della sicurezza tutti questi interventi a fronte di un quadro che vede i morti e gli infortuni sul lavoro in costante aumento?

La nuova divisione sociale del lavoro, senza scomodare Durkheim, è ormai rappresentata non solo dal lavoro ma delle ore di lavoro che diminuiscono e con esse l’insicurezza sulla salute e la sicurezza dei lavoratori. Nelle aziende strutturate management e sindacati dei lavoratori hanno organizzato quello che possiamo definire il “controllo sociale”, la sicurezza fa ormai parte del sistema produttivo ed organizzativo. Dall’altro lato, come evidenzia la ricerca dell’AiFOS, nelle microimprese la sicurezza è ridotta, quando va bene, ad assolvimenti di legge solo formali fatti di carte ed attestati (quando non sono fasulli) dove non vi è alcuna sostanza.

 

L’azione più fallimentare è sicuramente quella della formazione che rappresenta il primo ed utile strumento per una azione di prevenzione.

 

Cosa fare in questa situazione?  Non rientra nelle priorità cambiare il D. Lgs. 81/2008 (anche se alcune modifiche sarebbero utili ed immediate per la sua semplificazione ed applicazione) e neppure invocare la decina di decreti che ancora devono essere emessi a dieci anni di distanza. Forse sarebbe più utile pensare a meno decreti che parcellizzano l’azione della legge e a rivedere molti decreti emessi. Basti pensare ai 5 Accordi Stato Regioni sulla formazione di cui da anni si parla (e nessuno si prende la briga di iniziare) per una loro unificazione che però deve essere unificata con altri decreti e a normative previste dalla legge. Altre 5 norme sulla formazione sono previste da decreti differenti e non avrebbe alcun senso riordinare gli Accordi Stato Regioni tralasciando gli altri decreti. Ne verrebbe fuori un’anatra zoppa!

 

E allora molliamo tutto? Speriamo che qualcuno si muova per fare qualcosa?

No. Non si molla per niente e la speranza non è la fiduciosa attesa di qualche cosa di desiderato. Piuttosto la speranza deve essere riposta in noi stessi per continuare con serietà, caparbietà, interessi e stimoli nuovi a fare bene il nostro lavoro ogni giorno per tutti i giorni.

 

Il link per conoscere eventi, corsi e iniziative organizzati dall’associazione AiFOS: http://www.aifos.it

 

Per informazioni e iscrizioni:

Direzione Nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595031 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected]

 

 

09 gennaio 2020

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Comunicati

Ingruppo 2020: menu tra le stelle con 20 fuoriclasse della ristorazione lombarda

La grande cucina lombarda si presenta “INGRUPPO”. Torna l’iniziativa che da otto anni celebra la ristorazione gourmet, avvicinando anche la clientela meno tradizionale alle meraviglie dell’alta cucina. Venti ristoranti, di cui 8 stellati e 2 tristellati Michelin, proporranno lo speciale format, con menu e proposte dedicate, dal 14 gennaio al 30 aprile 2020, tutti i giorni, sia a pranzo che a cena.

L’edizione 2020 nasce sulla scia della 65° Guida Michelin Italia che ha incoronato la Lombardia come la regione più stellata d’Italia con ben 62 ristoranti premiati. Tra le new entry: Impronte, di Bergamo, che con il giovane chef Cristian Fagone, classe 1988, ha conquistato la sua prima stella e da quest’anno entra a far parte di INGRUPPO. Con lui anche Il Cantinone, di Madesimo (SO), guidato da Stefano Masanti e il suo sous chef Stefano Ciabarri, uno dei pochi ristoranti in quota (1.550) ad aver conquistato una stella.

Al loro fianco Da Vittorio e il Mudec di Enrico Bartolini: fiori all’occhiello di INGRUPPO che può vantare ben 2 dei 3 chef tristellati della Lombardia (11 in Italia). E ancora Sadler, Casual, Frosio, Il Saraceno, Loro e Osteria della Brughiera, tutti con una stella Michelin. Completano il gruppo, Collina, La Caprese, Lio Pellegrini, Al Vigneto, Antica Osteria dei Camelì, Posta, Roof Garden Restaurant, Tenuta Casa Virginia, Pomiroeu e Cucina Cereda. In totale, 16 ristoranti della provincia di Bergamo, 2 ristoranti di Milano, uno di Monza – Brianza e, da quest’anno, uno della provincia di Sondrio, favorendo così la massima valorizzazione del territorio lombardo e delle sue eccellenze enogastronomiche.

Un firmamento che di anno in anno riscuote sempre più successo. Partito nel 2013, INGRUPPO, riesce a coinvolgere una clientela sempre più variegata e giovane. Sono proprio i millennials, infatti, a guidare le ultime tendenze in fatto di ristorazione. Non è un caso, del resto, che i social network siano tra i principali alleati di INGRUPPO: al solo annuncio dell’avvio della manifestazione, post e condivisioni legate alle proposte dei ristoranti aderenti si impennano, con molti social avventori pronti a fare il tour di tutti i ristoranti coinvolti nell’iniziativa. Ne sono dimostrazione le pagine Facebook e Instagram di INGRUPPO, voci cool e dinamiche dell’esperienza.

A convincere è, come da tradizione, la formula di INGRUPPO che prevede proposte di alta qualità nella scelta della materia prima, nella creatività e nella realizzazione del piatto, a un prezzo accessibile. Il format, infatti, propone un menu di 4 portate (con acqua, caffè e vino, in alcuni casi anche con entrèè e pre-dessert) al prezzo di 60 euro a persona. Per Da Vittorio, Sadler e Bartolini, il prezzo è di 120 euro a persona. E i menu INGRUPPO sono disponibili tutti i giorni, sia a pranzo sia a cena, eccezion fatta solo per San Valentino e Pasqua, il 12 aprile. La prenotazione può essere effettuata via telefono o via e-mail, a partire dal 7 gennaio, contattando direttamente il ristorante prescelto, specificando anticipatamente la richiesta del menu “INGRUPPO”. Tutte le info sono disponibili su www.ingruppo.bg.it, anche in inglese.

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