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Etica e Società

La storia dell’abbigliamento

L’abbigliamento nasce in tempi preistorici per rispondere a esigenze di tipo utilitaristico. Esso protegge il corpo umano dai pericoli dell’ambiente: sia agenti atmosferici (freddo, pioggia, sole..), sia insetti, sostanze tossiche, armi e altri rischi alla sicurezza personale.

Tutti gli scavi finora effettuati che hanno portato al rinvenimento di oggetti e resti fossili risalenti al Paleolitico (da circa 2,5 milioni a 11-10.000 anni fa) non hanno portato alla luce elementi che possano dimostrare con sicurezza l’utilizzo di oggetti di abbigliamento da parte di ominidi in quel periodo.

Il ritrovamento di rudimentali strumenti in pietra, realizzati con la tecnica della pietra scheggiata, atti con ogni probabilità alla trasformazione delle pelli in indumenti, ha però portato molti antropologi a sostenere che già 18.000 anni fa (periodo Magdaleniano), e forse anche prima, gli uomini utilizzassero pelli per coprirsi.

In questo contesto la ragione fondamentale per cui gli esseri umani cominciarono a lavorare le pelli, per poi indossarle, è da ricercarsi nella necessità di coprire il corpo, nudo e più fragile rispetto ad altri animali, dalle intemperie. Non sono comunque da sottovalutare altri fattori.

Tra questi occorre citare la funzione simbolica dell’abbigliamento: indossare la pelle di un altro animale era equivalente a identificarsi con esso, oltre a dimostrare la propria forza, con cui si era ucciso lo stesso. Con ogni probabilità l’introduzione delle pelli per coprire il corpo ha un legame anche con delle forme primitive di pudore.

Questo contravviene alcune teorie secondo le quali il senso del pudore sia stata una condizione psicologica dettata dall’abbigliamento: essendo gli altri appartenenti alle comunità primitive coperti, l’uomo nudo percepiva la propria diversità dalla norma ed era portato ad equipararsi agli altri per non essere “escluso”.

L’adozione di forme di abbigliamento agli albori della civiltà umana è quindi dovuta sia ad un fattore funzionale (protezione del corpo) sia a fattori di altra natura (simbolici, religiosi, psicologici, ecc.).

Durante gli ultimi millenni dell’Età della pietra l’utilizzo di pelli di animali per coprirsi si diffuse tra gli uomini. Una vera e propria rivoluzione nel costume avvenne nel momento in cui si diffuse tra le civiltà preistoriche la lavorazione dei tessuti, che spesso garantivano maggiore protezione dal freddo e una maggiore reperibilità.

La nascita della tessitura, avvenuta intorno al VI-V millennio, portò ad una notevole crescita dell’uso delle vesti, che venivano tessute anche grazie ai primi telai, che apparvero proprio nel Neolitico, anche se erano assai rudimentali. La filatura e la tessitura furono introdotte nel mondo antico grazie agli strumenti, che gli uomini preistorici iniziarono ad utilizzare intorno al 4500 a.C.

Nel Mondo antico l’abbigliamento era costituito esclusivamente da oggetti filati di tessuto, e l’utilizzo di pelli di animale fu ben presto superato nella maggior parte delle comunità già a partire dal I millennio a.C. I tessuti utilizzati variano a seconda del luogo: ad esempio in Cina era assai sviluppata la produzione della seta, in India la canapa ed il cotone ed in Egitto il lino.

In Europa occorre ricordare come i Fenici furono i primi a praticare la tintura dei tessuti, grazie alla scoperta del pigmento della porpora, ricavato dall’essiccazione del murice.

A questo punto dell’evoluzione umana l’abbigliamento non era più visto esclusivamente come metodo per proteggersi da intemperie o altri agenti esterni, ma costituiva soprattutto un simbolo di appartenenza ad un gruppo (economico, religioso, politico, ecc.). I popoli mediterranei consideravano la porpora un bene di lusso ed i Fenici ottennero grossi guadagni vendendola alle altre popolazioni. Tra gli altri tessuti utilizzati nel mondo antico ricordiamo il cotone, la lana e il bisso.

L’Impero Romano con la sua grande espansione venne in contatto con gli usi ed i costumi di molte popolazioni, dalle quali importò l’utilizzo di alcuni tessuti per il vestiario quotidiano o riservato ai più ricchi. Vengono così confezionati abiti come la toga, la tunica ed il pallio.

Dopo Roma la filatura e la tessitura di seta, lino e lana diventano comuni a gran parte delle comunità europee, in particolare quella Bizantina, grazie ai suoi rapporti privilegiati (data la collocazione geografica) con l’Oriente. Di queste tre fibre tessili la più diffusa in questo periodo fu certamente la lana, sia per ragioni economiche (l’allevamento di ovini era abbastanza diffuso) che funzionali (alta capacità termica della stessa).

Lo sviluppo del settore tessile conosce un fermento, almeno per quanto riguarda l’Europa, a partire dai primi secoli del I millennio d.C., grazie soprattutto ad una rinascita degli scambi commerciali sia tra le nazioni sia tra Oriente ed Occidente. In Italia l’importazione di tessuti era uno dei fattori che produssero più ricchezza per le repubbliche marinare, anche se assunse un certo rilievo anche il commercio interno, soprattutto per rifornire le città più ricche (Firenze, Palermo, Lucca, ecc.).

L’abbigliamento di lusso o comunque con materiali pregiati rimase appannaggio delle classi nobiliari, delle corti di re e imperatori e dei ceti più abbienti (grandi commercianti, banchieri, ecc.). La qualità generale delle vesti comunque aumenta anche per le fasce di popolazione meno agiate, anche grazie all’adozione di strumenti che permettono una maggiore precisione nella sartoria: il ditale, gli aghi d’acciaio, le forbici a lame incrociate.

Lo sviluppo dell’abbigliamento era andato di pari passo con quello della tecnologia tessile, in particolare con lo sviluppo dei telai: nel 1790, nell’ambito della Rivoluzione industriale, Joseph-Marie Jacquard inventa l’omonimo telaio, che permette di aumentare sia la precisione sia la velocità di produzione dei tessuti.

L’evoluzione tecnologica si estende anche ai filatoi: tutto ciò attribuisce il primato nell’industria tessile ai paesi che per primi sono investiti dal fenomeno della rivoluzione industriale, tra tutti l’Inghilterra. Il mercato del vestiario conosce una crescita continua: la produzione tessile si meccanicizza e razionalizza assumendo notevoli dimensioni, rendendo l’industria dell’abbigliamento la più sviluppata del periodo.

Tra le fine del Settecento e l’Ottocento l’industria tessile è in grado di soddisfare le richieste, oltre che delle classi più abbienti, anche della media e bassa borghesia. Durante il XIX secolo cominciano ad apparire quei tipi di vestiti che sono utilizzati ancora oggi: aderenti al corpo, con le maniche, leggeri o pesanti, con stoffe prevalentemente scure.

Il miglioramento delle condizioni igieniche, assieme a quelle economiche, permette ad una buona parte della popolazione europea e nord-americana di indossare la biancheria. Il 1842 è un’altra data fondamentale: John J. Greenough brevetta la macchina per cucire, con la quale gli indumenti possono essere confezionati con grande velocità, ed il risparmio di denaro che ne deriva fa sì che la produzione può assumere dimensioni ancora più vaste.

L’industria dell’abbigliamento può adesso realizzare la produzione in serie dei vestiti, favorendo la creazione di centri industriali tessili e di grandi magazzini per la vendita dei loro prodotti. Successivamente, sia nell’Ottocento che nel secolo successivo, il perfezionamento della macchina per cucire permetterà di meccanizzare anche altre operazioni (ricamo, soprafilo, rammendo, cucitura dei bottoni, ecc.).

L’abbigliamento conobbe, nel XX secolo, una evoluzione straordinaria, ed una espansione produttiva e tecnologica senza pari. I due conflitti mondiali, ed i relativi dopoguerra, portano, dapprima, la crisi economica in molte nazioni: i materiali pregiati diventano appannaggio di pochissimi, mentre si diffondono quelli di recupero (lana riciclata, sughero per le scarpe).

In seguito, con il miglioramento della situazione economica, si ha un sempre maggiore sviluppo dell’industria del vestiario, che introduce, oltre ad una grandissima scelta di nuovi prodotti (busti, tailleur, gonne, jeans, tute da sport tanto per citarne alcuni) anche la scelta di nuovi materiali frutto della tecnologia come le fibre artificiali e sintetiche, meno costose e adattabili a situazioni diverse (tecnofibra).

Articolo offerto da La Bottega del Camice, abbigliamento professionale Brescia.

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Mevi: stile da campioni al Sigep di Rimini

Anche quest’anno a Rimini si è svolta la festa della creatività più dolce con il campionato mondiale di pasticceria juniores dedicato ai migliori pasticceri under 23.
Campione dell’evento Andrea Borgognoni, giovanissimo pasticcere di Rimini. E lo stile riminese primeggia anche nella moda e nello stile dei campioni più dolci e creativi con gli indumenti professionali su misura di Confezioni Mevi, una delle poche aziende artigianali completamente Made in Italy, che concepiscono e producono capi personalizzati per professionisti del settore alberghiero, per bar, gelaterie, ma anche panetterie, supermercati e l’ambiente medico o estetico.

In occasione dell’evento internazionale riminese, Mevi Confezioni ha sponsorizzato tutte le squadre partecipanti con un tocco di originalità e l’eleganza tipicamente italiana.

Ma cosa significa oggi parlare di qualità artigianale italiana?

Le confezioni sartoriali italiane di aziende fedeli alla tradizione come la Mevi Confezioni non conoscono concorrenza nel loro genere. Vanno oltre la proposta standard per offrire al cliente finale soluzioni altamente personalizzate, nel rispetto della qualità e dell’”identità unica” del capo proposto. Così come l’arredamento e l’ambiente sono destinato a caratterizzare la vita e la clientela di un locale, allo stesso modo, l’abbigliamento, il design, i colori, sono lì per esprimere sia la personalità del professionista e dello staff sia per rispecchiare il contesto in cui operano.

E per arrivare a disegnare modelli che abbiamo una propria identità unica, è necessario avere l’occhio e la giusta esperienza per fare le scelte giuste, per saper interpretare le esigenze e le caratteristiche del cliente finale, in modo da “vestire” il professionista perseguendo alti standard qualitativi. La qualità si rispecchia nelle idee, nella capacità di interpretazione attraverso il design, ma anche nell’abilità di ricercare i migliori tessuti in commercio. Il settore alberghiero commerciale o professionale richiede infatti un proprio stile, alta vestibilità delle uniformi senza dimenticare la resistenza dei tessuti per chiare esigenze di lavaggio ed igiene.

Nei suoi anni di creatività e produzione, Mevi ha saputo difendere la tradizione della sartoria artigianale e della personalizzazione, investendo nel contempo nella ricerca per dare risposte competitive in linea con le crescenti esigenze del settore lavorativo.

Oltre ad una vasta gamma di colori e tessuti, i consulenti Mevi sono a disposizione della clientela per curare il dettaglio dei capi scelti, fare piccole modifiche su misura, consigliare il cliente finale in base all’analisi del contesto professionale da “vestire”. Mevi opera nella zona riminese e in tutta Italia e, negli ultimi tempi, ha realizzato grandi progetti anche per attività commerciali e ristoranti all’estero, sempre distinguendosi con l’irrinunciabile gusto italiano.

I nuovi cataloghi e le divise da campioni sono al sito http://www.confezionimevi.it

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Corbara abbigliamento Professionale: qualità Made in Italy

I gestori di Hotel, Bar e Ristoranti, sanno che l’immagine presentata ai clienti è molto importante… e cosa è più immediatamente visibile delle divise indossate dal personale?

L’abbigliamento Professionale infatti, rappresenta un importante parametro di valutazione, da parte dei clienti, della qualità e del servizio offerto.

Per questo, diventa necessario, affidarsi ad aziende come la Corbara, in grado di offrire divise alberghiere belle, eleganti e di qualità.

Numerosi i vantaggi per chi acquista le divise alla Corbara:

– Tantissimi modelli e colori in pronta consegna ed inoltre, su richiesta, è possibile realizzare capi con tinte e stile personalizzati;

– Le divise alberghiere Corbara sono molto resistenti e durano nel tempo;

– Corbara utilizza solo tessuti d’alta qualità, con rifiniture accurate e modelli studiati per garantire all’operatore il massimo confort;

– Rispetto alla qualità dei capi (solo made in italy) il costo dei prodotti è veramente competitivo.

… inoltre:

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– Su tutti gli acquisti, Corbara offre la garanzia “Soddisfatti o Rimborsati”; e “Sostituzione gratuita” dei capi per eventuali errori di taglia.

Ricorda, con Corbara l’acquisto delle Divise Alberghiere è facile, sicuro è conveniente!

a cura di: Corbara Abbigliamento Professionale – www.corbaraweb.com

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