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Mutui: l’Abi proroga la moratoria

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  • 28 Dicembre 2010

La scadenza del provvedimento di sospensione dei mutui era stata fissata per il 31 gennaio 2011. Un bel regalo per tutti gli imprenditori e i capi famiglia in difficoltà. Poi l’Associazione Bancaria Italiana ha deciso di fare ancora di più: l’Abi ha chiesto la proroga di sei mesi per la moratoria sui mutui per  favorire l’aiuto alle piccole medie imprese e alle famiglie.

L’annuncio ufficiale è stato dato da Giuseppe Mussari, presidente dell’Associazione bancaria, che ha parlato della richiesta di proroga delle sospensioni come una ridefinizione intelligente delle misure adottate in precedenza, le quali verranno riviste, in accorso e collaborazione con il Ministro delle Finanze Giulio Tremonti, dopo una valutazione delle esigenze delle piccole medie imprese con prospettive di crescita, ma ostacolate da problemi di liquidità.

Grazie all’Abi l’inizio del 2011 partirà con prospettive economiche positive, almeno dal punto di vista delle piccole e medie imprese. Mussari ha tenuto a precisare“ queste aziende potranno godere di una rimodulazione delle scadenze e degli impegni sia per quanto concerne sia il capitale sia le garanzie”. A questo punto l’obiettivo delle autorità è quello di perfezionare il nuovo accordo entro il 31 gennaio, cioè prima che scada il termine.

L’Abi intende prorogare di almeno sei mesi anche il piano che riguarda le famiglie in difficoltà, in modo da sospendere il pagamento delle rate del mutuo chiedendo alle banche che fanno parte dell’associazione di non applicare commissioni a coloro che vanno occasionalmente in rosso per importi di lieve entità: l’esempio tipico è l’incongruenza che si può verificare tra pagamento di una bolletta e accredito dello stipendio. Una decisione, quella di sospendere le rate per i clienti in difficoltà, che secondo il presidente Mussari risponde a un’esigenza  “stare vicino alle famiglie italiane che comunque vantano una qualità del credito alta”.

In Italia, infatti, se si prende in considerazione il calcolo rata mutuo per ogni individuo, la rata disponibile è pari al 16% del reddito: cioè se l’immobile vale 100 il credito è 65 mentre la media Ue è del 70%. “In prospettiva c’è il rischio che i tassi aumentino – dice Mussari –  anche perché le richieste di mutuo a tasso variabile sono tantissime: questo è  un rischio che il cliente deve comprendere bene“. Qualunque decisione venga presa secondo l’Abi non sarà un cartello – per cui ciascuna banca agirà discrezionalmente – e servirà “a rendere migliore la trasparenza e il rapporto coi clienti”. Anche se, mette in risalto Mussari, questo costerà qualcosa alle banche (circa 25 euro a operazione). Il quadro tracciato da Mussari corrisponde perfettamente a quello dipinto dal rapporto mensile dell’Abi secondo cui i finanziamenti bancari alle famiglie per acquistare abitazioni continuano a salire (a ottobre +8,2% che sale all’8,3% nel caso del mutuo prima casa) grazie a tassi di interesse bassi e a una volatilità dei mercati che rende il mattone sempre più bene rifugio. Anche i finanziamenti alle pmi aumentano (+0,5%, valore che raggiunge il +1,7% per le famiglie produttrici) mentre restano deboli i prestiti alle aziende più grandi (la domanda resta fiacca).

Fonte Mutui.it

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Valutazione degli immobili: in arrivo, finalmente, gli standard internazionali

Sembra ormai al tramonto l’era del perito che, chiamato a valutare un immobile, si barcamena tra prezzi al metroquadro irreali e valutazioni soggettive, quasi fosse un critico d’arte. La rivoluzione normative è ormai alle porte: il Codice delle valutazioni immobiliari dell’Abi, ora in fase di consultazione alla Banca d’Italia e all’agenzia del Territorio, imprime un’ulteriore accelerazione all’applicazione degli standard di valutazione internazionali, riprendendo i princìpi già contenuti nel Codice delle valutazioni immobiliari di Tecnoborsa. Finalmente, aggiungiamo noi di DalProprietario.it, poiché un sistema di valutazione corretto non può che favorire la vendita diretta degli immobili, tagliando fuori tutti quegli intermediari che sulle valutazioni “soggettive” hanno sempre cercato di lucrare.

Utilizzare gli standard significa rendere il processo di valutazione trasparente, così da consentire a chiunque di verificarne la correttezza. Più nello specifico, significa affidare le valutazioni a procedimenti quantitativi basati su rilevazioni di dati reali. Già la prima edizione del Codice di Tecnoborsa, risalente al 2000, e l’ultima, datata dicembre 2005, avevano introdotto in Italia novità di questo tipo. Ma ben più importante è la svolta di oggi, varata col Codice Abi. Un codiche che segnala la crescente attenzione del mondo bancario nella valutazione degli immobili posti a copertura delle esposizioni creditizie, anche in relazione alle istruzioni di vigilanza dettate dalla Banca d’Italia alla fine del 2006.

Il nuovo testo, tuttavia, è ancora provvisorio e l’adesione dei singoli istituti sarà volontaria. Nel frattempo, però, può essere utile vedere come già oggi gli standard internazionali stiano cambiando le perizie. Un esempio ci arriva dal metodo del confronto di mercato, il più usato per il residenziale, nel quale gli standard impongono di individuare il prezzo di vendita di uno o più immobili simili a quello da valutare e di ragionare per differenza. Così, per valutare un alloggio collocato al quarto piano, sarà utile conoscere il prezzo al quale cinque mesi prima è stato magari venduto l’alloggio al piano sottostante. Più dettagliatamente il procedimento della perizia sarà il seguente: il perito dovrà correggere il prezzo di vendita del comparabile (così è denominato l’immobile simile), tenendo conto dell’evoluzione del mercato negli ultimi ciqnue mesi e della differenza di valore legata al piano. Ovviamente più comparabili ci sono e meglio è, ed un bravo perito non dovrà tralasciare nella comparazione altri elementi, come ad esempio lo stato di conservazione dei vari immobili sotto osservazione.

Il Codice Abi, va osservato in coclusione, purtroppo si ferma qui. Negli Stati Uniti, dove questo metodo è usato fin dagli anni Trenta, si tiene conto anche di alcune caratteristiche qualitative, come ad esempio l’esposizione dell’alloggio o la sua luminosità. Solamente iniziando a raccogliere dati statistici sulla variazione dei prezzi in base a queste caratteristiche, sarà presto possibile introdurre anche in Italia standard di valutazione qualitativa. E allora sì che ogni casa avrà il prezzo che si merita, senza dimenticare che una buona rilevazione statistica dovrà necessariamente rivolgere più attenzione agli immobili posti in vendita diretta, piuttosto che alle compravendite dove un’eventuale mediazione, per forza di cose, finisce sempre con l’interferire sul prezzo finale.

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