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La prevenzione attraverso l’alimentazione e gli stili di vita

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La prevenzione attraverso l’alimentazione e gli stili di vita

L’Associazione AiFOS ha realizzato e reso disponibile “Mi tutelo mangiando”, un’indagine e un approfondimento sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sani come parte integrante della prevenzione di alcuni rischi lavorativi legati alla salute.

 

L’articolo 20 del Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto legislativo 81/2008) inizia indicando che “ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza“.

È partendo da questo incipit che un gruppo di professionisti ha preso parte ad un progetto per la realizzazione di una survey, di una indagine tra i lavoratori inerente le abitudini alimentari e gli stili di vita adottati.

 

Il progetto – come indicato dalla referente Silvia Pellegrino – parte dal desiderio di comprendere se e come la scelta dell’alimentazione e dello stile di vita possano rientrare all’interno di quanto indicato proprio dall’articolo 20 del Testo Unico.

 

La prevenzione di alcuni rischi lavorativi legati alla salute può partire da un corretto stile alimentare?

 

Mi tutelo mangiando: una nuova survey su alimentazione e sicurezza

Proprio partendo da questa domanda alcuni professionisti iscritti all’Associazione Italiana Formatori ed Operatori della Sicurezza sul Lavoro (AiFOS) hanno realizzato e reso disponibile gratuitamente il documento “Mi tutelo mangiando” che raccoglie i risultati di un’indagine sulla corretta alimentazione e sugli stili di vita sani come parte integrante della prevenzione di alcuni rischi lavorativi legati alla salute.

 

Avvalendosi della collaborazione e supporto di Matteo Fadenti, Ferdinando Folli e Giorgio Malvicini, il gruppo di professionisti ha elaborato un questionario volto a conoscere il parere di un campione eterogeneo di lavoratori relativamente al rapporto alimentazione /malattie e al loro stile di vita con lo scopo di individuare eventuali differenze di risposte in base all’età, al genere, alla nazionalità e/o alla mansione svolta.

 

L’opuscolo “Mi tutelo mangiando” contiene nella prima parte alcune considerazioni, a volte conosciute ma inapplicate, sull’alimentazione e, nella seconda parte, l’analisi delle risposte raccolte presso i lavoratori.

 

Per poter consultare “Mi tutelo mangiando” è possibile utilizzare questo link: http://bit.ly/Mi-tutelo-mangiando

 

Il rapporto tra alimentazione, stili di vita e malattie professionali

Le prime richieste di modifica delle abitudini e degli stili di vita hanno riguardato il divieto di fumo negli ambienti di lavoro e gli obblighi riguardo al tasso alcolico durante l’orario di lavoro. In particolare quest’ultimo punto si è reso necessario in quanto si è capito che la presenza di alcol nel sangue aumentava del 30% la possibilità di infortuni.

 

Tuttavia anche un pasto pesante porta a un calo dell’attenzione dopo la pausa pranzo e, il calo dell’attenzione può favorire un infortunio.

 

Un’errata alimentazione e un errato stile di vita possano causare malattie gravi come, ad esempio, problemi cardio circolatori, problemi respiratori e, in alcuni casi, favorire l’insorgenza di tumori. Svolgere una mansione che favorisca queste patologie e avere uno scorretto stile di vita aumentano dunque la probabilità della loro insorgenza? Non c’è il rischio che questi due aspetti insieme possa portare alla non idoneità allo svolgimento della propria mansione o, ancor più grave, alla morte del lavoratore?

 

Le risposte al questionario e la lettura della survey sull’alimentazione

La survey “Mi tutelo mangiando”, che contiene anche il “Questionario di indagine statistica sulle abitudini alimentari e gli stili di vita”, ha dunque l’obiettivo di incoraggiare il cambiamento degli stili di vita e di alimentazione per favorire nei lavoratori un maggior benessere psico-fisico e ridurre la probabilità di sviluppare patologie anche gravi.

 

Cambiare un’abitudine è difficile, serve una motivazione forte, e per questo motivo il documento dedica un intero capitolo al concetto di motivazione. Ed infatti la maggior parte delle scelte che compiamo ogni giorno, anche nell’alimentazione, non sono il frutto di riflessioni consapevoli, ma di abitudini che potremmo cambiare.

 

I dati raccolti dai questionari, alla risposta alla domanda “Secondo te l’alimentazione può incidere sull’insorgenza di malattie professionali?”, sono tuttavia abbastanza chiari: ben 224 lavoratori, su 287, credono che l’alimentazione possa incidere sull’insorgenza di malattie professionali.

 

Se la maggior parte dei lavoratori crede che vi sia una correlazione tra i due temi, il cambiamento è possibile. E per favorirlo sono necessarie nelle aziende idonee strategie di promozione di una sana alimentazione e di adeguati stili di vita.

 

Per poter consultare “Mi tutelo mangiando” è possibile utilizzare questo link: http://bit.ly/Mi-tutelo-mangiando

 

 

Per informazioni:

Sede nazionale AiFOS – via Branze, 45 – 25123 Brescia c/o CSMT, Università degli Studi di Brescia – tel.030.6595035 – fax 030.6595040 www.aifos.it  – [email protected]

 

 

24 settembre 2020

 

 

Ufficio Stampa di AiFOS

[email protected]

http://www.aifos.it/

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Qualità ma anche risparmio (di tempo e denaro). Sono i nuovi consumi degli italiani secondo trnd

Come sono gli italiani ai fornelli? Secondo trnd Italia, società di marketing specializzata nelle strategie di passaparola,  che ha chiesto alla community di oltre 75.000 italiani iscritti al sito trnd.it di raccontare le proprie abitudini in cucina- il ritratto è quello di un popolo amante dei piaceri della tavola, ma che si destreggia abilmente tra gli scaffali dei supermercati. Quando si tratta di spesa infatti il 63% degli intervistati dichiara di confrontare spesso i prezzi degli alimenti – e di concedersi solo occasionalmente qualcosa di più caro – ma l’attenzione alla qualità resta una prerogativa e infatti quasi tre quarti del campione (74%) predilige ingredienti freschi ai cibi pronti. Ecco qualche altra curiosità:

Gli italiani al supermercato

Il segreto di un buon piatto non è solo “la mano dello chef”, ma gli ingredienti. Gli italiani lo sanno, e in tempi di ristrettezze economiche, pur dichiarandosi disponibili (42% del campione) a pagare di più per ingredienti di prima qualità, cercano di trovare il miglior compromesso tra prezzo e qualità (54%). Secondo i dati dell’indagine trnd Italia, in particolare, oltre il 60% del campione confronta spesso i costi degli alimenti –e solo qualche volta si concede la gratificazione di un prodotto più caro-, mentre per 1 italiano su 5 (21%) l’analisi dei prezzi è il principale criterio di scelta per l’acquisto dei prodotti. Solo l’1% non fa caso al prezzo, e riempie il carrello “a cuor leggero”.

Quanto alla cadenza, per il 91% del campione la spesa è un’abitudine frequente, affermazione che poi trova riscontro nella preferenza degli intervistati per i prodotti freschi (71%).

Italiani ai fornelli tornano sui libri  

Nonostante la frenesia dei ritmi di vita, gli italiani riescono ancora a dedicare tempo all’arte culinaria: secondo quanto raccontato a trnd Italia infatti il 43% degli abitanti del Bel Paese si mette ai fornelli più volte al giorno. Per il 94% del campione, inoltre, cucinare è un piacere e infatti un italiano su tre (31%) possiede oltre 10 libri di ricette e il 72% si cimenta nella preparazione di piatti ispirandoli a indicazioni trovate su riviste e giornali –anche più volte alla settimana (10%).

Ma la cucina è soprattutto convivialità; infatti secondo i dati diffusi da trnd Italia, il 70% delle persone invita amici, parenti e conoscenti a pranzo o a cena (e cucina per loro almeno una volta al mese) mentre l’11% condivide i piaceri della tavola con gli amici anche più volte durante la settimana. Il 71% si dichiara un vero estimatore del buon cibo, cucina sempre utilizzando ingredienti freschi e dedica alle ricette tutto il tempo necessario mentre una percentuale inferiore (30%) preferisce preparare piatti veloci e poco impegnativi.

 

Tendenze energenti: Asia e bio

 In base alle rilevazioni di trnd Italia, nonostante una percentuale molto alta di italiani (89%) dichiari di ispirarsi alla tradizione regionale in cucina, esiste una folta rappresentanza di innovatori che, complice la contaminazione culturale indotta dalla globalizzazione, si fanno ispirare da sapori estranei alla tradizione culinaria tricolore.

Tramontato il mito della cucina continentale (solo il 10% si ispira ai sapori della gastronomia francese e tedesca) l’indagine trnd Italia rivela come i sapori del bacino mediterraneo (cucina greca, turca, spagnola…) rappresentino stimoli interessanti per il 23% degli intervistati e, mentre il 19% guarda con interesse alla cucina orientale (asiatica, araba e africana), solo

il 3% del campione esplora le ricette della tradizione dell’est europeo.

Infine, a conferma di un trend contemporaneo che vede nei prodotti biologici la nuova frontiera dell’alimentazione, emerge una maggiore attenzione verso questi alimenti: nel carrello della spesa di oltre il 60% del popolo italiano si possono trovare prodotti biologici.

Pillole…

Veniamo ora a qualche curiosità: il 71% degli intervistati ha dichiarato a trnd Italia di cucinare (quasi) sempre con prodotti di giornata, ma oltre 1 italiano su 5 ritiene che i prodotti confezionati, se di qualità, possono essere ottimi succedanei, sicuramente più pratici dei prodotti freschi.  In caso di “emergenza tempo”, inoltre, il proverbiale problem solving italico apre le porte anche al consumo di cibi pronti (per 48% del campione almeno una volta alla settimana). Quando si va di fretta i cibi pronti sono infatti molto pratici: basta aprire il barattolo/scatoletta/confezione e il gioco è fatto. Il 48% del campione coinvolto nell’indagine trnd Italia fa ricorso a cibi pronti almeno una volta alla settimana.

Anche in questo caso esistono però delle distinzioni interessanti: purè di patate (54%), salse (76%), zuppe (62%) e pizza (53%) sono ricette più spesso preparate home made e con ingredienti freschi, mentre patatine fritte (61%), besciamella (68%) e panna da montare (70%) sono tipicamente prodotti acquistati “già pronti”. Stupisce invece scoprire l’esistenza di una consolidata tendenza di consumo di “piatti portanti della tradizione culinaria italiana” confezionati – come la pasta e i risotti (il 47% acquista buste già pronte) e il brodo (il 56% del campione usa quello di dado)-.

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