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Maccabees Update: le ultime novità Google in ambito SEO e ranking

Archibuzz SEO: le novità di Google Maccabees Update

Ci sono state grandi novità a fine 2018 negli algoritmi di Google, che hanno messo in allerta i consulenti SEO, e che sono state monitorate con grandissima attenzione. Uno degli ultimi aggiornamenti di Google al suo algoritmo di ricerca, infatti, è avvenuto in maniera inattesa, improvvisamente e con molta discrezione, nei giorni a cavallo tra il 12 e il 14 dicembre 2017 – e confermato dall’azienda solo attorno al 20 dicembre, quando era stato ormai “scoperto”..

Gli aggiornamenti del core algorithm di Google solitamente non ricevono un nome. È stato Barry Schwartz, autore del sito SERoundtable a battezzarlo “Maccabees”, in onore della festa ebraica di Hanukkah. In cosa consistono queste modifiche “minime”,  e persino “impercettibili” in alcuni casi, come sostenuto dai portavoce di Google? Vediamole assieme.

Un aggiornamento del core algorithm può coinvolgere gli algoritmi che determinano la rilevanza di una query di ricerca per una pagina web, oppure può cambiare il ranking di alcuni siti o le modalità di attribuzione di punteggio ai contenuti di pagina, coinvolgendo il modo in cui Google “legge” e “valuta” un algoritmo.

Entriamo nel merito di questo ultimo update. Si è trattata di una vera e propria caccia al tesoro: non essendo stato annunciato, l’aggiornamento ha prodotto delle variazioni nella SERP di Google che sono state ben percepite (soprattutto perché avvenute nel mese di dicembre, notoriamente “tranquillo”) ma non facilmente identificate. In particolare, il Product Owner dei sensori di volatilità di Semrush, Ilya Onskul, ha osservato come siano stati rilevati molti picchi di volatilità della SERP in un periodo in cui solitamente Google cerca di contenere l’impatto delle tante iniziative dei vari portali, per garantire la stabilità dei risultati.

Tutti i principali analisti SEO si sono attivati per individuare quali fossero esattamente le “minime” e “impercettibili” modifiche prodotte dall’aggiornamento Maccabees e che pure hanno allertato tutta la comunità di web marketers. Qual è stato il risultato delle loro indagini? Le teorie si sono sviluppate in quattro direzioni. Le prime due, rapidamente scartate, sostenevano che il Maccabees Update promuovesse i siti meglio ottimizzati per dispositivi mobili e che l’aggiornamento colpisse maggiormente la visibilità sul desktop.

Various reports are out there that Google had an “update” to search last week. This is our statement that says nothing about a *single* update:

“We released several minor improvements during this timeframe, part of our regular and routine efforts to improve relevancy.” …

— Danny Sullivan (@dannysullivan) 20 dicembre 2017

Le altre due teorie, che al momento sembrerebbero trovare conferma nelle analisi, riguardano la penalizzazione delle landing pages basate sulla cosiddetta Keywords Permutation e una maggiore attenzione sulla pertinenza dei contenuti. La keywords permutation consiste nel creare landing pages per ogni singola possibile combinazione di parole chiave. Così, nel caso di un’attività turistica, si potrebbe creare una pagina specifica per un “servizio A” in una data località e una pagina specifica per un “servizio b” in quella stessa città – e così via, poi riprendendo lo schema per ciascuna delle città servite. Questa strategia viene considerata da Google una forma di spamming che introduce molto contenuto di scarsissima rilevanza ma solo tante “copie” di un contenuto originale già presente online.

Per quanto riguarda invece la questione della pertinenza dei contenuti, si entra in un ambito più tecnico. Come racconta Dominic Woodman nel blog di Moz.com, uno degli effetti più riconoscibili di Maccabees è che alcune landing pages sono state “cannibalizzate” da articoli e contenuti user-generated inerenti allo stesso argomento. Per ovviare a questo problema, la sua proposta è quella di fare un uso più estensivo della proprietà “About” di Schema.org all’interno dei dati strutturati. In altre parole, si tratta di fornire ai motori di ricerca informazioni più specifiche e dettagliate sui contenuti appena pubblicati. Nello specifico, inserendo dei codici JSON che includano la stringa “sameAs” e che rimandino a fonti autorevoli quali Wikipedia o Wikidata, è possibile “spiegare” ai motori di ricerca, in maniera più precisa, la tipologia e la specificità del contenuto appena pubblicato, in modo che non sia confuso con altre tipologie di contenuto e non si crei quella situazione di “cannibalizzazione” che potrebbe penalizzare le landing pages, come si è in effetti verificato con Maccabees Update.

In conclusione, gli ultimi aggiornamenti di Google seguono la pista già segnata: quella di una sempre maggiore organizzazione del materiale sul web a partire dal suo contenuto, dalla sua specificità, dalla sua rilevanza e (soprattutto) dalla sua accessibilità. A questo proposito, grande è l’attesa per un aggiornamento, questa volta annunciato con largo anticipo, che avrà luogo nel luglio 2018 e che Google stessa ha chiamato “The Speed Update”, un intervento che andrà a trasformare la velocità di scaricamento dei siti mobile in un fattore di ranking.

Hai riscontrato variazioni significative nel posizionamento del tuo sito web negli ultimi mesi? Contattaci e saremo felici di ascoltare la tua storia.

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