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Claudio Messini si racconta: a Spoleto incontra Venezia le creazioni dell’eclettico artista veronese

È davvero un appuntamento di strepitosa risonanza mediatica quello della grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” che dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 raduna e accoglie con una corposa esposizione collettiva dei personaggi ad altissimo livello, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì con la curatela del professor Vittorio Sgarbi e la gestione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes. Le sedi ospitanti del mega evento artistico culturale sono due maestosi edifici di aristocratica origine, Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich nel cuore della meravigliosa cornice lagunare. L’eclettico artista Claudio Messini, già presente alla mostra di “Spoleto Arte” con ampio riscontro e consenso, ha portato in questa occasione delle nuove coinvolgenti creazioni pittoriche ispirate da una formula di astrattismo materico assolutamente originale e personalizzata.

Intervistato di recente sul valore dell’arte nel suo percorso esistenziale Messini ha spiegato: “L’arte è stata ed è una componente fondamentale della mia esistenza. Mi sono dedicato all’arte spaziando dalla pittura al teatro, sia come attore sia come regista nella compagnia teatrale da me fondata con il nome di “Gotturni”. Devo dire che l’arte pittorica fa parte sostanzialmente del mio DNA, se così si può affermare. Ho ricevuto una formazione specifica in tal senso anche frequentando dei qualificati corsi di studio artistici”. E proseguendo dice “Ritengo, che tutto ciò che appartiene al nostro multiforme e variegato bagaglio culturale è sempre uno stimolante motivo di ispirazione. Anche per me è così. In particolare ho amato e amo i classici e tutta l’arte del novecento, che è estremamente varia e vasta, ma se dovessi citare un nome principale di riferimento direi Mirò, senza però nulla togliere agli altri grandi maestri dell’epoca, a cui va il mio tributo di ammirazione”.

Riguardo le emozioni trasmesse attraverso le proprie opere dichiara “L’istinto mi spinge a dipingere. Le emozioni suscitate non sono definibili: entusiasmo, soddisfazione, talvolta esaltazione e anche dubbi quando l’opera non risponde alle nostre ansie di ricerca. L’arte è tutto ciò che esplode dall’intelligenza umana ed è in questo senso indefinibile”.

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La Magia Dell’Immagine – Franco Cavalleri

GIOVEDÌ’ 23 OTTOBRE esposizione fotografica!

Nuova stagione, nuova location e nuovi protagonisti per l’aperitivo più innovativo che ci sia!!

I PH entrano nel loro terzo anno di vita e approdano nella prestigiosa vetrina del G Lounge di Via Larga 8, nel cuore di Milano, ai piedi della Torre Velasca e dietro Piazza Duomo.

Giovedì 23 Ottobre ospite di Purple Hours è il fotografo Franco Cavalleri, grande virtuoso della macchina fotografica e dell’illusione visiva.

Così descrive le sue opere:
Un viaggio nella illusione che luci, ombre, colori e materiali creano combinandosi, facendoci vedere ciò che in realtà non è. Immagini che si rivelano essere semplici illusioni, o effetti di magia. Luci che schiantano il buio, buio che ingoia la luce, forme e colori che cambiano. Un’esplorazione di come anche ciò che nella memoria collettiva, nella accezione comune, è ritenuto stabile e solido, anzi della solidità e della stabilità ne è il simbolo stesso, può al contrario rivelarsi fragile, indefinito, dai colori e dalle forme mutevoli e mutanti in ogni momento, capace di trasformarsi in una massa informe e deforme.

“Qualcosa che non è, o che è altro rispetto all’originale.”

Twitter: @cssteurope
Linkedin: http://it.linkedin.com/in/francocavalleri/

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N.B. L’AREA C il Giovedì termina alle 18.00, quindi niente scuse, potrete parcheggiare direttamente fuori dal locale!!

E non dimenticate, grazie a Camaloon.com, il Purple ha il suo gadget…venite a prenderlo!!
www.camaloon.com

Vi aspettiamo Giovedì 23, dalle 19.00 al G Lounge di Via Larga 8.

Ingresso libero
Buffet + consumazione: 10€

Per Info&Prenotazioni 338.8971323
www.purplehours.com

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Spoleto incontra Venezia: Dipinge da quando era piccolissima e ancora oggi è una grande emozione, dichiara Alessandra Turolli nell’intervista qui di seguito

Dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, le originali opere materiche di Alessandra Turolli, sono in esposizione presso lo storico Palazzo Falier (San Marco 2906) a Venezia, nel contesto delle grandi mostre “Spoleto incontra Venezia” con la curatela del Prof. Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes. La rinomata pittrice ha rilasciato un’altra interessante intervista sul suo modo di fare arte.

D: Per Lei l’arte è stata una valvola di sfogo nella Sua vita?
R: Decisamente. Dipingere è tantissimo per me esce, nel farlo, la mia gioia, la mia tristezza, le mie illuminazioni e le mie ombre. E’ puro sfogo dell’anima.

D: A quale corrente artistica s’ispira?
R: A nessuna in particolare. Le mie opere sono attualmente molto materiche e come dichiara giustamente il Professor Vittorio Sgarbi, tendo all’esoterismo al simbolismo e al misticismo.

D: Qual è l’emozione più forte che le ha dato creare una Sua opera?
R: Il mio primo deserto sassoso. Con luci ed ombre… alla fine mi sono commossa e stupita nel contempo.

D: Come concepisce l’arte?
R: Senza l’arte alla vita mancherebbe la parte più poetica, emozionante e coinvolgente.

D: Cosa l’ha spinta a dipingere?
R: Fin da piccolissima cercavo di fare quello che allora riuscivo; poi a 12 anni ho vinto un premio di pittura e sono ancora qui con la stessa meravigliosa emozione.

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Daniela Grifoni presenta le sue opere magmatiche alle mostre veneziane curate da Vittorio Sgarbi.

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” sta riscuotendo forte clamore e risonanza mediatica internazionale, sotto l’autorevole curatela del professor Vittorio Sgarbi e la direzione del noto manager produttore Salvo Nugnes. L’esposizione si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nella meravigliosa Venezia, racchiusa tra le secolari mura aristocratiche di Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich con una carrellata di personaggi importanti, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. La rinomata pittrice Daniela Grifoni è stata selezionata nell’esclusivo gruppo di partecipanti alla pregevole iniziativa e sta ottenendo positivi riscontri d’interesse.
Descrivendone l’innato estro creativo è stato scritto “Nelle opere della Grifoni trapela il senso di un paesaggio interiore, che disordinando e scardinando ogni prospettiva tradizionale si sostituisce alla verità, come risultato di un lento, graduale e progressivo stratificarsi e sedimentarsi di segni e tonalità, nel corso di una virtuale ‘Navigazione controcorrente’ alla ricerca di una diversa realtà del vivere, in totalizzante armonia con l’atto creativo pittorico. Per lei riconoscersi artista è sentirsi differente dalla folla senza volto, solitaria e afona, così pure da quella onnipotente. Le sue forme magmatiche non sopprimono il caos, ma anzi lo espongono dinanzi a una spietata presa di coscienza sociale e collettiva”.
Osservando i dipinti si ha l’impressione, che ogni cosa, ogni elemento possa trovare una collocazione diversa da quella attuale in uno scenario vivo, aperto e in continuo divenire, che la Grifoni ha appositamente organizzato, affinché l’occhio attento del fruitore lo completi, chiudendo un “cerchio magico intercomunicante” di appagamento estetico e contemplazione meditativa. Le creazioni sono concepite come “brandelli di vita” non certo come banali oggetti di pura decorazione ed esibizione, in cui la vita recuperando una calzante metafora “E’ un gomitolo, che qualcuno ha aggrovigliato” e il sapere è perennemente sterile se si richiude in se stesso e diventa conoscenza inerme, mentre l’azione reattiva e dinamica diffonde i semi prolifici della speranza positiva.

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Siro Polazzetto presenta i suoi sassi dai volti arcaici alle mostre veneziane curate da Sgarbi

La grande mostra veneziana di “Spoleto incontra Venezia” sta ricevendo ottimi consensi di pubblico e critica. Dopo il mega vernissage inaugurale in data 27 Settembre resterà allestita fino al 24 Ottobre 2014 con la curatela del professor Vittorio Sgarbi e la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Le location ospitanti sono due luoghi secolari simbolo dell’alta nobiltà, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. Nella selezionata cerchia dei personaggi spiccano Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Lo scultore Siro Polazzetto è stato inserito nel novero dei rinomati nomi presenti in esposizione con una serie di creazioni di matrice etnica e cosmopolita.
Polazzetto guarda al passato, ma non perde di vista il futuro e ciò si denota dalle opere in stile maschere totemiche dalle forme arcaiche, intrise di forte simbologia, che rimandano i soggetti da lui realizzati alla società contemporanea e alla visione dell’uomo moderno, che si proietta sulle cose circostanti.
Di lui è stato scritto “È un maestro e un tecnico. Dalla frequentazione quotidiana con l’arte antica in qualità di esperto restauratore ne deriva il desiderio di cimentarsi con un’espressione propria, senza imitazioni e neppure plagi, ma con la visione delle immagini che lo circondano costantemente. Riesce a spaziare all’interno di una varietà di tecniche e materiali, di cui sfrutta ogni intrinseca qualità espressiva. La sicurezza delle pennellate quando dipinge, l’abilità nel creare forme di poliuretano, che abbiano una vita animale, la maestria nel riprodurre fisionomie in resine simili a vetro testimoniano l’innato talento e l’estro fantasioso”.
Molto significativo il contributo di Polazzetto con l’incarico di restauratore permanente di Mosaico nella Basilica di San Marco a Venezia dal 1973. Come membro onorario della prestigiosa “Scuola di Mosaico” ha lavorato nella realizzazione di importanti composizioni per vari paesi stranieri, tra cui il Kuwait, la Nigeria, l’Arabia Saudita.

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Note magiche e surreali nelle opere di Alessandro Serra alle mostre “Spoleto incontra Venezia”

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi ha inaugurato con ottimi riscontri in data 27 Settembre nella suggestiva Venezia e resterà allestita fino al 24 Ottobre 2014. L’esposizione diretta dal manager produttore Salvo Nugnes è racchiusa tra le secolari strutture nobiliari di Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich nel fulcro della città lagunare e accoglie le creazioni di nomi altisonanti tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il giovane pittore di talento Alessandro Serra è stato scelto per esporre accanto a questi importanti personaggi, ottenendo lodevoli consensi con la sua arte ispirata da magiche atmosfere fiabesche, di matrice surreale e onirica.
Su di lui è stato dichiarato “Tra le atmosfere surreali e fantastiche si mescola il desiderio fantasioso di descrivere e raccontare la gioia di vivere, la forza della vita, raffigurata da una dimensione simbolica in cui tutto appare sublime e leggero, ogni peso e scansione cronologica viene annullata, ponendo soggetti, cose ed elementi su uno stesso piano in condizione di atemporalità. Spunti ironici e grotteschi si fondono all’interno delle scenario come metaforiche proiezioni interiori dell’uomo. Serra trasforma la realtà per facilitarne l’approccio e agevolare l’osservatore a identificarsi in essa, mettendosi anche in discussione. Vuole trasmettere un messaggio di serenità da costruire pensando positivamente, con un ritorno allo spirito di fanciullezza, che apre la strada verso un allegro carico di energia nel rapporto tra l’Io e il mondo circostante e al contempo è intriso di forti e radicati meccanismi introspettivi di coscienza”.
In Serra convivono lo studio della tradizione pittorica classica dei grandi maestri con uno faccettato tessuto iconografico, in cui si inseriscono tutte le componenti tipiche del surrealismo, permeate da una costante ricerca di effetti sorprendenti e inaspettati e caratterizzati dalla presenza di figure elaborate con pennellate pazienti e ben definite, esaltate dal raffinato gioco di luci e chiaro-scuro, tra echi di Dalì e Magritte e rimandi metaforici e allegorici.

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Claudio Scandura propone i suoi lavori alla grande mostra curata da Sgarbi a Venezia

Esposizione imponente quella allestita in occasione della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si svolge dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 nella magica atmosfera di Venezia tra le mura di due dimore istituzionali di origine aristocratica, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich. La curatela è affidata al professor Vittorio Sgarbi con la gestione organizzativa del manager produttore Salvo Nugnes. Tanti i protagonisti illustri, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Il talentuoso pittore Claudio Scandura scelto nell’esclusiva carrellata di nomi di prestigio, ha riscosso forti elogi di consenso per le creazioni esposte.
L’arte di Scandura è assai attenta alla qualità della resa, mai fatta di getto e per puro istinto. Le opere sono preparate a monte con misura e cura certosina. Nascono da idee e ispirazioni mentali per rievocare un paesaggio, una figura, un volto, una scena di vita. Talvolta, lo sfondo funge da protagonista nella composizione e allora tutto si adatta per darne il massimo risalto scenico. Tramite l’uso dei colori parla, racconta allo spettatore in modo chiaro e comprensibile, perché l’arte va condivisa con tutti. Il suo fare arte è espressione sublime della vita, ricerca del bello e dell’armonioso, ricerca di se stesso nell’atto creativo.
Sull’ispirazione portante che lo guida dice “Un’opera nasce dall’idea di rappresentare un paesaggio, una raffigurazione umana, una scena di vita quotidiana. Inizio un’opera con l’intento primario di raccontare qualcosa alla gente con i colori e cerco di farlo affinché chiunque osserva possa comprendere appieno il significato sotteso impresso sulle tele”. E aggiunge “Non dipingo mai per puro istinto gestuale. Prima procedo a squadrare la tela, poi eseguo il disegno base, quindi inizio a dipingere come se fosse un puzzle da comporre gradualmente. Quando la colorazione di base è completa nella stesura passo ai chiaro scuri e alle sfumature tonali, che amalgamano e armonizzano l’insieme compositivo”.

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Effetti Collaterali – eventi documentaristici e di video arte – teatro

“EFFETTI COLLATERALI”

Eventi collaterali alla mostra collettiva

“Analisi Illogica”

Progetto di Silvia Cicio per

Soqquadro

http://associazionesoqquadro.wordpress.com/

 

11/ 31 ottobre 2014.

 

Evento inserito nella

Giornata del Contemporaneo di

A.M.A.C.I.

Ass. Musei di Arte Contemporanea Italiani

http://www.amaci.org/gdc

 

 

In occasione della mostra “ Analisi illogica” presso la Casa Internazionale delle Donne a Roma in via della Lungara 19, che vede la partecipazione degli artisti: Daniela Boccaccini, Michele Caria, Linda D’Arrigo, Michele Franceschini, Marilena La Mantia, Maria Carla Mancinelli, Flavia Manfroncelli, Giovanni Mangiacapra, Cinzia Munari, Maurizio Piccirillo, Anna Pichierri, Franco Pompei, Elisabetta Pogliani,  Paolo Schifano, Scegle, Angela Scappaticci, Gloria Tranchida, verranno presentati degli eventi collaterali a cura di Anna Di Matteo, dal titolo: “Effetti Collaterali”.

 

Presentazione degli Eventi:

Lunedì 20 ottobre dalle ore 17:00 alle ore 19:00, partecipazione del Collettivo/Laboratorio Artistico Indipendente Colectivo Fujakkà con la proiezione del documentario “Ahora, no aquí” girato per i quaranta anni dal Golpe militare in Cile.

Il documentario si inserisce bene nelle dinamiche e nelle politiche della Casa Internazionale delle Donne che ospita questa mostra dando voce in particolare a testimonianze al femminile. Getta una luce sul significato della memoria, sull’importanza del ricordare, anche quando farlo è doloroso.

 

Giovedì 23 ottobre dalle ore 17.00 alle ore 19.00 videoinstallazione “Una donna dorme” di Leo Canali. L’opera è progettata site-specific, con la partecipazione della performer Federica Lenzi. “Ci assentiamo nel sonno, e dove andiamo? Questo giacere tra lenzuola come un riposare tra lembi di carne, un grembo che fu di nostra madre e nostro. Luogo che abbiamo abitato. Luogo abbandonato per un nome solitario. Che queste lenzuola ne facciano il verso? Torniamo mai laggiù? “

 ( L.Canali).

 

L’idea è creare degli effetti collaterali a una mostra come Analisi Illogica, centrata  sull’analisi della comunione dell’estro istintivo e del lavoro razionale, entrambi familiari al genio artistico.

 

Gli effetti collaterali sono un’altra faccia della stessa medaglia.

 

Analisi Illogica è tutto ciò che attraversa l’Analisi delle realtà della nostra esistenza, innumerevoli sono le “analisi illogiche” o irrisolte che segnano la storia, ma anche quelle che rappresentano gli strati più reconditi dell’inconscio umano analizzandone si la realtà, ma nel suo mistero, nelle sue contraddizioni.

 

Tutto questo sono gli eventi collaterali che contribuiranno ad allargare i linguaggi artistici presentati alla mostra, in una comunione con le arti elettroniche.

 

20 OTTOBRE ORE 17:00/19:00: Colectivo Fujakkà: “Ahora, no aquí”.

23 OTTOBRE ORE 17:00/19:00 : Leo Canali: “ Una donna dorme”, performer: Federica Lenzi.

 

Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma.

Orari di apertura della mostra dal lunedì al venerdì 9.00/19.00, sabato 10.00/13.00.

Giorni di chiusura la domenica e il 24 ottobre

 

Info: [email protected] – cellulare 333.7330045 ; 

[email protected] – cellulare 3481651528.

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Francesco Siclari impreziosisce con i suoi contributi artistici la mostra “Spoleto incontra Venezia”

All’interno dell’eterogenea vetrina internazionale della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, sono raggruppate opere di rinomati esponenti del panorama attuale, come Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì. Le location predisposte per contenere la prestigiosa esposizione collettiva sono due importanti dimore nobiliari di Venezia, il Palazzo Falier e il Palazzo Rota-Ivancich, visitabili a ingresso libero dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. Nell’esclusivo contesto il noto scultore Francesco Siclari è stato scelto per presentare alcune interessanti creazioni artigianali di altissimo livello qualitativo.

Nel descriverne il virtuosismo ideativo è stato dichiarato “Siclari concepisce la scultura come fosse un racconto, che scaturisce dalla semplicità di sentimenti archetipi. È una scultura immediata, il cui processo creativo meditato intellettualmente, non deriva solo dalla necessità di rappresentare un progetto fissato su bozzetto. Le sue sculture sono l’equivalente di uno sgorgare di parole, di confidenze. Attraverso esse può comunicare i pensieri più intimi, che spesso rimangono imprigionati nelle contingenze del vissuto quotidiano. Modella la materia con plasticità restituendole lo spazio dimensionale di mimesi della realtà, a cui l’arte scultore si richiama da sempre”.

È un artista molto prolifico, che negli anni si è dedicato alacremente a un’attività densa di approfondimenti, stimolazioni visive e contenutistiche, restando sempre fedele alla propria linea di condotta, che consiste nell’individuazione di un filone di verismo attento alla dimensione della realtà, ma tradotto e riconducibile a un’autentica narrazione poetica, che lo influenza. È sostenuto da una tecnica formale avanzata, possiede strumenti espressivi ineccepibili, che nascono da un’istintiva e innata capacità elaborativa e da una padronanza acquisita e consolidata dall’esperienza teorica e pratica, oltre che dagli insegnamenti appresi dai maestri, che l’hanno preceduto. Si rende fautore di rappresentazioni stilistiche dalla massa materica corposa e densa, dai volumi pieni e ben marcati, che nel contempo offrono il plusvalore di prestarsi ad una multiforme interpretazione personale e soggettiva.

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I chakra di Alessandra Turolli in esposizione a Venezia

Molto apprezzata l’arte di Alessandra Turolli, che fino al 24 Ottobre 2014, espone le sue tele materiche nel prestigioso contesto delle mostre “Spoleto incontra Venezia” con la curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager Salvo Nugnes, presso lo storico Palazzo Falier. Di seguito una nuova intervista all’artista.

 

D:Attualmente a quale produzione artistica si sta dedicando?

R: In questo periodo mi sto dedicando con molta passione alle vibrazioni cromatiche dei colori, legate alla filosofia ayurvedica dei chakra.

 

D: Cosa ne pensa del ruolo nella società dell’arte oggi?

R: Penso che l’arte, in quanto linguaggio di portata universale, costituisca un preziosissimo strumento di “dialogo cosmopolita” che ci lega tutti.

 

D: Qual è il suo messaggio?

R: È proteso a divulgare l’amore per l’arte in toto e a poter offrire il mio piccolo contributo tangibile a questa finalità primaria.

 

D: Che cos’è per lei l’ispirazione?

R: “Il delirio artistico” che inconsciamente guida la mia mano sulla tela

 

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“Spoleto incontra Venezia”: il famoso Palazzo Tucci di Lucca affianca in qualità di sponsor la nota artista Daniela Forti nella mostra curata da Vittorio Sgarbi

Nell’esclusivo parterre di presenze all’interno della grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes, spicca la talentuosa artista Daniela Forti, affiancata per l’occasione da uno sponsor di forte prestigio, la Residenza d’Epoca Palazzo Tucci di Lucca. L’esposizione, dal 28 settembre al 24 ottobre 2014, è allestita tra le possenti mura di Palazzo Falier, nobile dimora veneziana del XV secolo affacciata sul Canal Grande.

 

Il Palazzo Tucci deve la sua attuale connotazione a un antenato degli odierni proprietari, Giuseppe Tucci, il quale verso la metà del 1700 decide di ristrutturare l’edificio in cui la famiglia risiedeva già da più di due secoli, adeguandolo ai nuovi criteri architettonici. Il Palazzo, che sorge in un’area compresa all’interno della cerchia muraria Romana, ha l’ingresso principale posto sulla Via Cesare Battisti, la facciata davanti è caratterizzata da un vasto portale di accesso, sormontato dallo stemma araldico della famiglia. Sulla facciata posteriore una lapide ricorda, che lì è nato il celebre musicista Alfredo Catalani, alle cui opere sono state dedicate le camere della residenza.

 

L’atrio d’ingresso è suddiviso in due vani. Dal secondo vano, coperto con una volta ovale impostata su due colonne parte un’ampia scala, che conduce direttamente al portale di accesso del piano nobile, decorato da modanature e sormontato da una finestra ovale. Un ampio ambiente d’ingresso introduce all’appartamento di rappresentanza, che presenta decorazioni a stucchi dorati e dipinti, che ripropongono un repertorio tardo settecentesco o d’impronta neoclassica, segno che la loro decorazione si è protratta nel tempo ed è stata realizzata gradualmente.

 

L’unico ambiente a presentare una fisionomia diversa è il salone principale, dove compare una decorazione ad affresco sul soffitto, in cui sono raffigurate flora e le quattro stagioni. Sulle pareti ai lati della porta d’ingresso due grandi tele sono inserite dentro cornici di stucco, mentre altre tele sono collocate sopra ciascuna delle porte, che si aprono sul salone. I soggetti di tutti i dipinti sono derivati dalla mitologia e dalla storia classica e sembrano potersi ricondurre al pittore lucchese Giovanni Domenico Paladini. Senza dubbio Palazzo Tucci è tra le più illustri dimore storiche e d’epoca dell’intero territorio nazionale e occupa a buon diritto un posto d’onore.

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L’artista brasiliana Helena Manzan presenta a Venezia Archetyp’Art_Natura astrocita in occasione delle mostre “Spoleto incontra Venezia”

Evento imperdibile la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” con la partecipazione di illustri personalità come Eugenio Carmi e José Dalì, le meravigliose opere di Dario Fo, e una mostra fotografica su Pier Paolo Pasolini. Tutto ciò sotto l’autorevole curatela di Vittorio Sgarbi e la direzione del manager  produttore Salvo Nugnes. Il contesto espositivo designato per le opere di Helena Manzan è l’antico Palazzo Rota Ivancich, nei pressi di Piazza San Marco. L’esposizione resterà in loco dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014.

Helena Manzan è nata in Brasile da padre veneto e madre brasiliana. Laureata in accademia d’arte presso l’Università Federale di Uberlandia, (MG) Brasile, con specializzazione in programmazione visuale.

Il primo quadro a olio lo ha dipinto a 11 anni, mentre a 17 aveva già ottenuto il suo primo riconoscimento. Negli anni ottanta si è messa in viaggio per incontrare i grandi maestri dell’arte in Argentina, Uruguai, Paraguai e a San Paolo. Dalla fine degli anni ‘90 comincia ad esporre in America ed Europa. Dal 2002 si trasferisce definitivamente in Italia dove vive e lavora.

Helena Manzan ha tenuto numerose mostre in Brasile e in Italia, a New York, Londra, Lisbona e Novosibirsk. L’opera in mostra a “Spoleto incontra Venezia” è intitolata “Archetyp’Art_Natura astrocita”, una stampa digitale del 2013.

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Il siciliano Nicolò Morales approda a Venezia e presenta “Ricostruzione” alla mostra “Spoleto incontra Venezia”

Alle prestigiose mostre di “Spoleto incontra Venezia” è possibile ammirare le magnifiche opere di ceramica dell’artista Nicolò Morales. La mostra, curata dal Prof. Vittorio Sgarbi, con la direzione del manager Salvo Nugnes, è visitabile a Palazzo Rota Ivancich, nei pressi di Piazza San Marco, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014. In esposizione i noti nomi di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì, e PierPaolo Pasolini in una retrospettiva fotografica di Roberto Villa.

Nicolò Morales si definisce  un “curioso” sperimentatore delle arti visive, depositario della millenaria tradizione ceramica di Caltagirone. Egli vanta un’esperienza trentennale iniziata da giovanissimo. Ogni sua singola opera è espressione di lavoro manuale ed intellettuale, di sentimento e di emozioni. La collezione di Nicolò Morales rievoca oggetti antichi nelle forme e nei decori, nonché nelle tecniche di lavorazione e nel reperimento delle materie prime.

Nel suo opificio si possono apprezzare le protomaioliche in decorazioni federiciane della Corte di Svevia risalenti al XIII secolo, e i vasi antropomorfi, testimonianza della sconfitta dei Saraceni ad opera della Lega Santa nella Battaglia di Lepanto del 1571. Morales è abilissimo nell’unire l’arte plastica a quella decorativa: ne sono un chiaro esempio le produzioni barocche di lavabi da sacrestia e i vasi trionfali del XVII- XVIII secolo.

Le sue opere però, pur essendo legate alla tradizione mediterranea, sono originali e di straordinaria attualità. Nell’operato di Morales vi è la ricreazione di vasi in smalto turchino, di lumi, lucerne antropomorfe, piatti, e moltissime altre opere che completano e rendono unica nel suo genere la sua collezione. Negli ultimi anni Nicolò Morales ha ideato e creato una linea contemporanea sperimentale, espressione del suo estro, che ha attirato l’attenzione di insigni architetti, critici, e artisti con i quali ha collaborato e collabora a livello nazionale e internazionale.

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“Spoleto incontra Venezia”: Leonardo Frigo propone le sue originali creazioni tra arte e musica

Appuntamento altisonante con la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” a cura del critico Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. L’evento di portata internazionale si svolge nella meravigliosa Venezia dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, tra le possenti mura di due antichissimi edifici aristocratici, Palazzo Falier e Palazzo Rota-Ivancich. Tra i nomi di prestigio presenti in esposizione Dario Fo, Eugenio Carmi, Pier Paolo Pasolini, José Dalì e altri esponenti autorevoli del panorama attuale. L’artista Leonardo Frigo rientra nell’esclusivo novero degli artisti partecipanti all’iniziativa con la sua arte ispirata dall’amore e dalla passione per la musica e gli strumenti musicali.

Commentandone lo spiccato estro creativo è stato scritto “Nelle sue creazioni Frigo recupera il contesto musicale mediante l’utilizzo di veri e propri strumenti adattati come superficie pittorica, liberando l’arte dalle forme figurative più convenzionali e trovando nell’espressione artistica un completamento a quella musicale e viceversa, in un’armoniosa e vibrante commistione. Le opere nella loro raffinata finezza compositiva appaiono semplici, pulite, lineari, essenziali e aprono una finestra sul suo mondo interiore, catturando il suo essere e la sua essenza d’inguaribile e fantasioso sognatore. Gli strumenti trasformati in visioni scultoree fondono arte e musica con mirabile spirito d’inventiva, per trasportare il fruitore in una realtà parallela diversa da quella puramente estetica e materiale, fatta di slanci emotivi, visionarietà astratta e raffigurazione simbolica di una dimensione spirituale e introspettiva“.

L’osservatore viene trasportato a un approccio graduale e approfondito dell’oggetto musicale, trasformato dall’abile disegno stilizzato eseguito da Frigo, per assaporarne e capirne lentamente la coinvolgente magia sinergica delle sonorità, che conserva in essa messaggi salienti, racchiusi nell’affascinante linguaggio “dell’involucro sonoro dipinto”. Accostando questi due mondi così simili e affini si libera dall’elemento naturalistico e imitativo e si svincola da riferimenti strettamente concettuali. È portavoce di un processo comunicativo e conoscitivo chiamato sinestesia, dove l’espressione artistica diventa suono, offrendo la possibilità di percepire l’opera attraverso più sensi, da quello visivo a quello uditivo, dal tattile all’olfattivo, in una chiave di lettura, che si rinnova e si evolve ad altissimi livelli interpretativi.

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Un tè con Te

Un tè con Te

Omaggio a Marina Boggio

Inaugurazione mercoledì 22 ottobre 2014 ore 18

 

Spazio Arte Castello –

Piazza Castello 9 Torino

La mostra sarà visitabile tutti i giorni dalle 15,30 alle 19- da mercoledì a domenica 26 ottobre.

 

Un’artista completa, Marina Boggio che viene ricordata  nel giorno del suo compleanno dal marito Carlo Quarello e dalle allieve  in una mostra dedicata alla sua opera e ai lavori delle numerose artiste che hanno fatto parte del suo atelier.

La mostra inaugura mercoledì 22 ottobre presso Spazio Arte Castello, nelle storica piazza Castello a Torino, sede dell’associazione Donna Sommelier.

L’occasione sarà un tè, un momento coinvolgente, colloquiale ed amichevole per intrattenere chi ha conosciuto e amato Marina e quanti avranno il piacere di accostarsi alle opere di sua produzione e ai lavori delle sue numerose allieve.

Ceramista di straordinaria tecnica, Marina  Boggio  inventa un suo percorso personale, rivisitando le tecniche tradizionali e l’uso dei colori, modellando la superficie della porcellana con scavi, rilievi  di originale invenzione artistica, e realizzando, con la tecnica dell’olio molle, splendide rose, motivi geometrici, decori ornamentali di raffinatissimo  effetto, modelli trasfigurati e riportati ad una attualità senza tempo, nei suoi colori preferiti che vanno dal cadmio al fucsia, dai tenerissimi azzurri ai verdi settecenteschi rivisitati alla luce di incantevoli nuove figurazioni: una costante ricerca di nuove dimensioni espressive è stato il percorso artistico di Marina Boggio,  così come continuo l’impulso all’indagine di nuovi orizzonti creativi,  in costante contatto con artisti di fama internazionale: con cui scambiare emozioni ed esperienze.

Altro aspetto della sua inesauribile creatività le bambole, personalizzate nelle fogge più diverse, curate sino all’ultimo particolare con maestria e incondizionata aderenza alle loro espressioni, modellate e vestite in abiti incantevoli.

Ma non basta. Tra le mille sfaccettature creative, Marina Boggio  si avvicina al tema delle meridiane, realizzate in varie località del Piemonte, dove, accanto alle tecniche tradizionali, rivivono in questi antichi orologi del tempo i segni e gli ornamenti originali della sua ideazione artistica.

Quando un’artista è stata anche un’anima grande, dalla personalità coinvolgente, lascia dietro di sé tracce affettive che non scoloriscono, ma che anzi sembrano potenziarsi nel tempo e rivivere, grazie all’abilità e alla dedizione delle allieve, una  continua stagione di bellezza creativa.

Così è per la mostra ospitata nelle sale di Spazio Arte Castello, dove nelle due sale che affacciano sulla storica piazza, sono creati angoli ed atmosfere per far rivivere  gli oggetti eseguiti da Marina  e valorizzare i lavori delle allieve e dove il suo magistero didattico prende nuova forma colorandosi di ricordi.

Uno scritto indiano cita meravigliosamente l’incanto di questa rievocazione affettuosa:” Con lieve cuore, con lievi mani, la vita prendere, la vita lasciare”

Maria Luisa Alberico

 

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Il simbolismo e le allegorie nelle opere di Alessio Serpetti a “Spoleto incontra Venezia”

Dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, sono in allestimento le prestigiose mostre “Spoleto incontra Venezia” curate da Vittorio Sgarbi e dirette dal manager Salvo Nugnes, presso lo storico Palazzo Rota-Ivancich, situato a pochi passi di Piazza San Marco, a Venezia. Nel novero degli artisti, tra grandi nomi come Dario Fo, José Dalì e Eugenio Carmi, troviamo anche Alessio Serpetti.

 

Serpetti nasce a Roma nel 1975 e fin dall’infanzia manifesta il suo amore per il disegno, tanto che a 9 anni è già allievo del Maestro Carlo Marcantonio, per quanto riguarda tecniche grafiche e pittoriche, dapprima presso l’Accademia Prenestina del Cimento, poi alla Scuola d’Arte “Casa Romana”. Curioso sapere che, solamente un anno dopo inizia ad esporre i suoi lavori, elaborando, nella prima metà degli Anni Novanta, una poetica figurativa del tutto personale, profondamente legata al vero, ma al tempo stesso carica di simbolismi, che conduce soprattutto sull’immagine femminile di cui riesce a rendere, attraverso una profonda capacità introspettiva, le varie espressioni emotive e gestuali proprie del nostro tempo.

 

Alessio Serpetti, ispirato soprattutto dalla poetica simbolista e surrealista, dalla gestualità delle figure preraffaellite, dall’uso caravaggesco della luce e dalle rappresentazioni della vanitas del Seicento olandese, orienta la sua ricerca verso un surrealismo scenografico notturno ed enigmatico, intriso di lirismo e ricco di allegorie di carattere onirico e teatrale.

 

Di lui dicono “Esegue le opere con tecnica impeccabile, degna di un pittore di antica tradizione, con meticolosa e doviziosa raffinatezza nel tratto, con la scrupolosa attenzione di chi vuole rappresentare con lucida esattezza e precisione anche il minimo dettaglio narrativo e dare enfasi formale alle spettacolari immagini visionarie. Nei dipinti riscopre iconografie medievali e rinascimentali, simboli archetipi e miti dimenticati, in una raffigurazione che appare come la riproduzione virtuale di un lungo viaggio notturno, di uno sprofondamento in un mondo sommerso e sotterraneo, dove sopravvivono le creature e le divinità, che popolano e animano la nostra sfera onirica e fantastica”.

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Tomoko Fait esposta alle grandi mostre di “Spoleto incontra Venezia”

ALLE MOSTRE DI “SPOLETO INCONTRA VENEZIA” ESPONE L’ARTISTA TOMOKO FAIT

 

L’artista Tomoko Fait è stata selezionata per partecipare alle mostre “Spoleto incontra Venezia“. L’esposizione, curata dal Professor Vittorio Sgarbi e diretta dal manager produttore Salvo Nugnes, è visitabile a Palazzo Rota-Ivancich, dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014 e vede la presenza, inoltre, di molti artisti illustri, tra cui Dario Fo, Eugenio Carmi e José Dalì.

 

Tomoko nasce nel 1961 in Giappone, nei dintorni della città portuale di Fukuoka, da una famiglia della media borghesia di religione buddista. Il padre, ex militare sopravvissuto alla guerra, ha ritrovato il suo impiego nella rinascente industria locale delle costruzioni navali, la madre si occupa della casa e dell’educazione dei figli. Tomoko, ragazza irrequieta e insofferente nei confronti di ciò che la tradizione ancora suggerisce per le giovani giapponesi, s’allontana dalla famiglia per non rientrarvi più appena raggiunta la maggiore età.

 

È in Israele, nei due anni in cui frequenta la scuola d’arte di Tel-Hai, che scopre la facoltà di esprimersi con i segni e i colori, anzi, di farlo come se il dono naturale della pittura lo avesse posseduto da sempre e si fosse trattato soltanto da scoprirlo dentro di sé. Da allora per la sua creatività non c’è stato riposo, né sollievo per la frenesia produttiva che la vede indifferente al passato delle ore, del giorno, della notte. Le sue originali opere rimandano a lontani labirinti, a mondi fluttuanti e sospesi. Coloratissime o in bianco e nero, le sue tele mostrano un’attenzione estrema al dettaglio, una minuzia di particolari e un lavoro puntuale con la china completamente nuovo. Dal 2002 Tomoko vive in Italia, dove ha già tenuto quattro personali.

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La creatività di vetro muranese di Stefano Dalla Valentina a “Spoleto incontra Venezia”

STEFANO DALLA VALENTINA PORTA LE SUE OPERE IN MOSTRA A “SPOLETO INCONTRA VENEZIA”

 

Ha aperto i battenti “Spoleto incontra Venezia, in allestimento dal 28 Settembre al 24 Ottobre 2014, con la presenza in esposizione di esponenti del calibro di Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì e l’esperta curatela del critico Vittorio Sgarbi. L’evento diretto dal manager Salvo Nugnes è allestita nel sontuoso Palazzo Falier, costruito nel Xv secolo sulle rive del Canal Grande a Venezia. Nel novero del selezionato parterre di  partecipanti è inserito Stefano Dalla Valentina che espone la sua pregiata arte del vetro muranese, imparata sul modello degli insegnamenti paterni nel contesto della storica azienda di famiglia.

 

Da sempre innamorato del mare, apneista e istruttore subacqueo, prende spesso volentieri spunto dal mondo sommerso per realizzare le sue originali opere e collabora altri designer per la progettazione e creazione di particolari idee nel campo. Dapprima preferisce cimentarsi con la tecnica dell’oro graffiato e della decorazione a smalto, poi si rivolge ai vasi e alle sculture.

 

Sull’attività svolta spiega “In azienda sotto il marchio di -Linea Valentina- oltre alla tecnica del soffiato offriamo anche prodotti in vetro masello, cioè massiccio. Le nostre sculture vengono sviluppate utilizzando come nel soffiato, tecniche quali filigrane, murrine, reticello, calcedonio. Il vetro soffiato è da sempre parte integrante nella produzione di famiglia. La mia ultima creazione si chiama -relitto con squali- e unisce le mie più grandi passioni: vetro e mare“.

 

Sull’Isola di Murano racconta “La vecchia Amurianum, così era stata denominata l’isola un tempo cresceva di prestigio tanto da non essere considerata una delle isole di Venezia, ma godeva di una certa indipendenza. Con l’editto dogale del 1291, Murano fu dichiarata vera e propria area industriale e divenne ben presto la capitale della produzione vetraria mondiale. Il mestiere veniva tutelato attraverso sanzioni, che vietavano l’esercizio a chi non fosse iscritto all’arte e a chi volesse trasferirsi all’estero”.

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Aperte le iscrizioni alla VIII edizione del Master Progettare Cultura

Interventi d’arte, cultura e design per città, imprese e territori

Un percorso di studi completo e interdisciplinare per sviluppare tutte le competenze necessarie all’ideazione e alla gestione di progetti ed eventi culturali

Inizierà a gennaio 2015 la VIII edizione di Progettare Cultura, il Master gestito congiuntamente dall’Alta Scuola in media comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica e da POLI.design Consorzio del Politecnico di Milano, nato per formare professionisti nella progettazione e gestione di interventi culturali nei settori delle arti visive (mostre, progetti di public art), della valorizzazione territoriale, del cultural planning e della comunicazione d’impresa.

Due realtà universitarie di riconosciuta eccellenza insieme hanno dato vita a un percorso ormai consolidato in cui  convergono il know how, l’approccio metodologico e le prospettive di entrambe le istituzioni, con l’obiettivo di formare profili professionali di alto livello in grado di dare senso e forma al progetto culturale e di saperne gestire ogni aspetto.

Ogni progetto culturale è, infatti, un sistema complesso che basa la propria riuscita sull’interazione e il dialogo tra diverse professionalità: dal curatore al project manager, dal designer a chi si occupa di comunicazione, fundraising e sponsoring, alle istituzioni che accolgono il progetto. Uno degli obiettivi principali del master è proprio quello di insegnare come pianificare e programmare tutte le azioni necessarie per creare un’attività culturale coordinata in grado di utilizzare linguaggi attuali per raccontare discipline e valori complessi, aprendosi ad un pubblico ampio.

Non stupisce dunque, data la peculiare struttura didattica, che il Master abbia attratto negli anni studenti con background formativi eterogenei. Architetti, designer, archeologi, urbanisti, esperti in beni culturali e relazioni pubbliche hanno potuto confrontare in aula i propri differenti approcci all’insegna del dialogo e dell’interazione.

Dalla testimonianza diretta di alcuni ex partecipanti, emerge chiaramente che chi si iscrive al Master Progettare Cultura è interessato soprattutto a questa dinamica interdisciplinare. Sabrina Drigo, Laurea Magistrale in Giurisprudenza, racconta: “Quando ho scelto il percorso di questo Master mi aspettavo di approfondire alcune tematiche relative all’arte, al sistema dell’arte e all’organizzazione degli eventi e le mie esigenze sono state soddisfatte dosando l’insegnamento delle materie indispensabili per costruire una library di base, all’apprendimento di esperienze concrete: incontri con curatori, organizzatori, editori, esperti di marketing.” Dello stesso avviso Marzia Moreschi, Laurea Triennale in Scienze dei Beni Culturali: “Il Master racchiudeva in sé tutto quello che stavo cercando a partire dai corsi di arte contemporanea, a tutti quelli con una base economica (budget, fundraising, marketing..), fino a quelli in collaborazione con il Politecnico, che mi sembravano interessanti anche da un punto di vista pratico, in quanto con la mia formazione non avevo mai avuto a che fare con argomenti di tipo tecnico“. Eleonora Valenti, Laurea Specialistica in Pianificazione Urbana e Politiche Territoriali, partecipante dell’ultima edizione, ha visto invece nel Master l’occasione per un rilancio professionale: “Avevo studiato urbanistica e architettura e lavoravo in uno studio: la crisi del settore mi ha portata a cercare di allargare la base della mia formazione”. Anche Daniela Frigo, Laurea magistrale in Lingue, Culture e Comunicazione Internazionale, ha pensato che il master potesse favorire l’inserimento nel mondo del lavoro con una marcia in più:Ciò che mi ha spinta era la convinzione che questo Master, oltre a fornirmi approfondimenti sul tema artistico, mi avrebbe permesso di entrare con più facilità nella rete del sistema dell’arte milanese”.  Enrica Ponzo, Laurea magistrale in architettura, partecipante dell’edizione 2013 del Master, invece, riassume così le sue motivazioni: “L’obiettivo che mi ero prefissata era di riuscire a coniugare le mie passioni per l’arte, il design e l’architettura con tematiche di marketing, comunicazione e project management perché volevo entrare nel mondo del lavoro con skills specifiche”. Aggiungendo poi: “Le aspettative non sono state deluse e gli obiettivi iniziali sono stati conseguiti: terminato il periodo di didattica frontale, ho iniziato l’internship presso IdLab; dopo tre mesi, mi è stato proposto di continuare a lavorare per questo studio con il ruolo di Junior Project Manager, che attualmente ricopro”.

Alle oltre 400 ore di formazione in aula, divise in lezioni ex cathedra, seminari, testimonianze di esperti e professionisti del settore, project work ed esercitazioni, si aggiungono, infatti, 3 mesi di tirocinio curriculare.

Lo stage è finalizzato all’inserimento formativo dello studente nel contesto reale dell’ideazione, gestione e comunicazione di progetti culturali presso istituzioni e aziende convenzionate che hanno maturato una consolidata collaborazione con i due atenei.

Il Master Progettare cultura si rivolge a laureati italiani e stranieri.

Le domande di ammissione dovranno essere inviate entro il 23 novembre 2014 secondo le modalità indicate sul sito http://master.unicatt.it/immatricolazioni

Le candidature saranno valutate in ordine di ricevimento fino ad esaurimento dei posti previsti.

Il numero degli ammessi è fissato tra un minimo di 20 ed un massimo di 25 persone.

L’inizio delle lezioni è previsto per gennaio 2015. 

Per informazioni

Ufficio Master, Università Cattolica del Sacro Cuore

tel +39-02-7234 3860 | fax +39-02-7234 5202

via Carducci 28/30, I – 20123 Milano

[email protected]  |  [email protected]

http://master.unicatt.it/milano/progettarecultura

 

Ufficio Coordinamento Formazione POLI.design

Tel. (+39) 02.2399.7217 –  fax. (+39) 02.2399.5970

Via Durando 38/a 20158 Milano Bovisa

[email protected]

www.polidesign.net/progettarecultura

Press Contact:

Ufficio Comunicazione Prodotti Formativi

Tel. (+39) 02.2399.7201

[email protected]

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Il nuovo libro e una mostra di pittura: Simona Atzori si racconta a Ponte Tresa Svizzera.

 

Sabato 11 ottobre la cittadina svizzera di Ponte Tresa ospiterà due eventi culturali legati ad una personalità fuori dal comune, capace come pochi altri di spaziare tra discipline artistiche differenti e di farlo con pari passione, con pari impegno, con pari talento.

Lei è ballerina e pittrice. Dipinge usando il piede e danza senza braccia.

Simona Atzori è nata così, senza le braccia, “le ha lasciate in cielo” come ama ripetere, ma grazie a due genitori forti e pieni di attenzioni e ad un carattere per natura positivo ha sempre vissuto la sua condizione come la sola possibile. Il suo modo di vivere non l’ha mai limitata; anzi, l’ha spronata a seguire i suoi sogni, le due arti che più le permettevano di esprimersi.Oltre alla danza e alla pittura, Simona ha scoperto di recente un altro modo di raccontarsi: la scrittura. Dopo il fortunato esordio con “Cosa ti manca per essere felice?” (Mondadori, 2011), il 23 settembre e’ tornata in libreria con “Dopo di te“, un ritratto caldo ed emozionato di sua madre e di quello che ha significato perderla, l’anno scorso, per un tumore fulmineo. Un tema intimo e personale che assume anche la portata del dramma universale, perchè tutti siamo figli e quando un genitore se ne va il “dopo” è necessariamente una strada da percorrere difficile e dolorosa.

Simona la sta percorrendo sorretta da quella forza interiore che le ha permesso di raggiungere traguardi ambiziosi, circondata dall’affetto di un pubblico affezionato che segue con partecipazione gli spettacoli e le tante iniziative che la vedono protagonista.

Già madrina della prima edizione del Concorso Internazionale di Pittura “Percorsi” che si è tenuto all’inizio dell’estate, ora la Atzori torna a Ponte Tresa per raccontare le esperienze vissute in questi ultimi mesi attraverso un originale e metaforico dittico, composto da parole e immagini.

Al termine della presentazione letteraria in Sala Consiliare e della consegna di un omaggio di stima e affetto, una scultura che il maestro Francesco Attardo ha creato appositamente per lei, il pubblico potrà infatti ammirare le opere pittoriche esposte alla Galleria Alter Ego raccolte in una mostra, dal titolo “In movimento”, che sarà visitabile fino al 26 ottobre.

Nelle pagine come nei dipinti, il soggetto coincide con il mondo interiore dell’autrice: vi si leggono le tracce di inquietudini e turbamenti, di silenzi e solitudine, di momenti di riflessione e di ritrovata serenità. Mossa dal desiderio di raggiungere la mente e il cuore di chi osserva i suoi lavori, Simona non rinuncia mai agli elementi figurativi e ad una descrizione particolareggiata della scena e dei dettagli. Focalizzando l’attenzione dell’osservatore su alcuni elementi particolarmente significativi lascia che le linee e i colori inducano il ricordo a riaffiorare in tutta la sua potente, dirompente energia. Sarà senza dubbio interessante per chi già conosce il percorso artistico e umano di Simona scoprire un altro, nuovo, volto della sua personalità e comprendere come “il movimento”, più che in senso fisico, possa essere inteso come un moto dell’anima, in continua evoluzione e in continua ascesa.

L’evento, patrocinato dai Comuni di Ponte Tresa Italia e Ponte Tresa Svizzera (il quale ne è anche l’Ente Sostenitore), è stato realizzato con il contributo di Profumeria Parfum d’Elite, Jeidant Cosmesi e Ruffino Vini.

SIMONA ATZORIè nata a Milano nel 1974, si è avvicinata alla pittura all’età di quattro anni come autodidatta e all’età’ di sei inizia a seguire corsi di danza classica. Nel 1983 entra a far parte dell’Associazione dei Pittori che Dipingono con la Bocca e con il Piede (V.D.M.F.K.). Dona a Papa Giovanni Paolo II il ritratto del Santo Padre.

Nel 2001 si laurea in “Visual Arts” presso la “Univesity of Western Ontario” in Canada. Partecipa a mostre collettive e personali in tutto il mondo: Italia, Cina, Canada, Portogallo, Svizzera, Spagna, Austria. Alla sua brillante carriera di pittrice si aggiungono numerosi successi nel campo della danza che permettono a Simona di portare avanti le sue due grandi passioni La pittura e La danza.

Ambasciatrice per la Danza nel Grande Giubileo del 2000 portando per la prima volta nella storia la danza in Chiesa con una coreografia ”Amen” di Paolo Londi, che è stata inserita nella Grande Enciclopedia Multimediale del Vaticano.

Un premio dell’arte ha preso il suo nome e dall’edizione 2002 del Pescara Dance Festival, Simona ha avuto l’onore di donare il premio “Atzori” a Luciana Savignano, Micha Van Hoecke, Caroline Carlson, Vladimir Vasiliev, Carla Fracci, Liliana Cosi, Vladimir Derevianko, Oriella Dorella. Premio Speciale 2009 a Roberto Bolle consegnato a Taormina, Sabrina Brazzo nel 2010.

E’ stata protagonista della cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Torino 2006.

Dal 2008 i suoi quadri sono in Mostra Permanente nella città di London Ontario, Canada.

Nel 2009 Simona ha danzato “Legami” coreografia Paolo Londi durante due tappe del “Roberto Bolle and friends” al Teatro Antico di Taormina e alla Fenice di Venezia.

Simona è invitata al Festival Internazionale della danza di Taiwan a Taipei e Tainan.

Nell’ottobre 2009 nasce lo spettacolo “Simona & friends” nel quale Simona danza con importanti danzatori internazionali, tra cui primi ballerini e solisti del Teatro alla Scala di Milano come Sabrina Brazzo, Mick Zeni, Maurizio Licitra, Antonella Albano, Marco Messina e Salvatore Perdichizzi.

Nel 2010 nasce il nuovo spettacolo di Simona “ME” presentato per la prima volta a Madrid, insieme a Mariacristina Paolini, Giusy Sprovieri e I ballerini della Scala Marco Messina e Salvatore Perdichizzi, Laura Caccialanza (solista) e Lara Montanaro.

Nel 2011 è uscito il suo primo libro: “Cosa ti manca per essere felice?” edito da Mondadori, dal quale nasce lo spettacolo di danza omonimo che vede la prima Mondiale l’8 Marzo al Teatro Cagnoni di Vigevano.

Il 17 Febbraio 2012, Simona ha aperto la quarta serata del Festival di Sanremo danzando una coreografi di Daniel Ezralow su musica dei Nirvana suanata da David Garrett.

Nel 2014 torna nelle librerie con il suo secondo libro, “Dopo di te”.

Sito personale: www.simonarte.com

 

Presentazione del nuovo libro di Simona Atzori “Dopo di te”

SABATO 11 OTTOBRE 2014, ore 17:30

Sala Comunale – Via Lugano, 23 – Ponte Tresa (CH)

 

In movimento” – Mostra personale di pittura di Simona Atzori

Vernissage: SABATO 11 OTTOBRE 2014, ore 18:30

Presentazione a cura di Emanuela Rindi

Dall’11 al 26 ottobre 2014

Galleria Alter Ego – Via Lugano, 1 – Ponte Tresa (CH)

Orari di apertura:

Da martedì a sabato: 11.00-18.00

Domenica: 10:30-13.00

Altre visite su appuntamento

 

Per informazioni:

Galleria Alter Ego | [email protected] | www.alteregogallery.com

Ufficio Stampa: Rindi Art | [email protected]

 

 

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Analisi Illogica

Analisi Illogica

un progetto di Silvia Cicio per

 

Soqquadro

http://associazionesoqquadro.wordpress.com/

 

11/ 23 ottobre 2014

Inaugurazione 11 ottobre ore 19.00

L’esposizione si svolgerà nelle Sala Atelier della

Casa Internazionale delle Donne

http://www.casainternazionaledelledonne.org/index.php/it/home

Evento inserito nella

Giornata del Contemporaneo di

A.M.A.C.I.

Ass. Musei di Arte Contemporanea Italiani

Artisti partecipanti:

Daniela Boccaccini, Michele Caria, Linda D’Arrigo, Michele Franceschini, Marilena La Mantia, Maria Carla Mancinelli, Flavia Manfroncelli,

Giovanni Mangiacapra, Cinzia Munari, Maurizio Piccirillo, Anna Pichierri, Franco Pompei, Elisabetta Pogliani,  Paolo Schifano, Scegle, Angela Scappaticci,

Gloria Tranchida.

 

Programma degli Eventi

20 ottobre: Fujakkà. Collettivo artistico indipendente: presentazione del documentario: “Ahora, no aquì”, ore 17:00/19:00.

21 ottobre: Elettra La Marca, micro-mapping “Instinct”, ore 17:00/19:00.

23 ottobre, finissage Leo Canali, video-installazione: “Una donna dorme”, ore: 17:00/19:00.

 

Curatela dell’ Esposizione Marina Zatta

Curatela degli Eventi di Video Arte e Documentari  Anna Di Matteo

 

Nella creazione artistica coesistono due capacità intrinseche dell’uomo: la capacità analitica, il pensiero, la logica e la parte più sentimentale, inconscia, istintiva. Facendo un excursus storico, e soprattutto prendendo in esame le diverse correnti artistiche, che hanno contraddistinto i secoli, è possibile notare come a volte si è preferito dare maggior risalto ad una delle capacità sopra citate, piuttosto che all’altra.

Nell’epoca attuale, appare evidente, anche a occhi poco esperti di arte contemporanea, la contrapposizione/complementarietà tra correnti come il Surrealismo o il Dadaismo e una visione razionale e geometrica dell’arte come ad esempio Mondrian.

In realtà, che si preferisca prediligere la ragione o il sentimento, nessuna forma d’arte può fare totalmente a meno di una delle due capacità. Creare arte significa attivare entrambe queste potenzialità, esprimere una visione del mondo che coinvolge i sentimenti, utilizzando al contempo il cervello per scegliere lucidamente la narrazione e gli stilemi con cui si decide la rappresentazione di ciò che si vuole descrivere.

In questa mostra gli artisti di espongono opere che prevedono l’utilizzo di entrambe queste disposizioni dell’uomo con l’intento di creare un’esposizione che parli alla testa e  al cuore.

 

La Casa Internazionale delle Donne è uno spazio molto vitale situato nel noto e caratteristico quartiere Trastevere, nel centro di Roma. Lo spazio è nel del seicentesco palazzo del Buon Pastore, dove per oltre tre secoli sono state rinchiuse donne imputante di “trasgressione” alle quali venivano imposti dei rigidi percorsi di “pentimento” che prevedevano la mortificazione dei corpi e l’annullamento della loro identità di persone e di donne. Questo spazio è stato riscattato dal movimento femminista romano che lo ha trasformato restaurandolo e salvandolo dal disfacimento, rendendolo un luogo dedicato alle donne e un fulcro culturale di conferenze, dibattiti, mostre.

 

Soqquadro nasce nell’ottobre del 2000 e da allora ad oggi ha realizzato più di 150 mostre in spazi pubblici e privati, in Italia e all’Estero, collaborando con circa 500 artisti, pittori, scultori, fotografi, video artisti, performer, designer. Soqquadro collabora con la Casa Internazionale delle Donne dal 2009 e vi ha realizzato diversi eventi espositivi e letterari.

 

Location: Casa Internazionale delle Donne – Via della Lungara 19 – Roma

Orari di apertura dal Lunedì al Venerdì  9.00/19.00 – Sabato 9.00/13.00

Info: http://associazionesoqquadro.wordpress.com/ [email protected]  – cell. 333.7330045

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MARTINA MACCOLINI “Indispensabile ”il singolo d’esordio

arriva in radio, “Indispensabile ” il primo singolo di Martina Maccolini
(Ghiro Records)

Video Ufficiale
https://www.youtube.com/watch?v=Mbr8ONwWshc

La dolce voce di Martina Maccolini debutta in radio con il singolo “Indispensabile”. Una nuova proposta per il panorama pop italiano. La musica si amalgama con la caratteristica voce di Martina per creare un piacevole mix e un immediato riscontro. La giovane cantante di Ravenna mette tutta se stessa e la sua passione in questo brano con umiltà e serenità iniziando un percorso difficile ma carico di tenacia e voglia di raggiungere il suo primo obbiettivo, farsi ascoltare e trasmettere al pubblico le proprie emozioni.
Una nuova proposta per le radio italiane attente ai giovani talenti che, pur non avendo l’opportunità della grande visibilità offerta dei talent televisivi, accettano la sfida percorrendo la strada metro dopo metro, un passo per volta costruendo il proprio futuro con pazienza , professionalità, forza e voglia di realizzare il proprio progetto di vita .
Martina Maccolini nasce a Lugo (Ravenna) il 23 dicembre 1995. Si avvicina alla musica all’età di 8 anni iscrivendosi a scuola di pianoforte proseguendo gli studi fino al 2012. Frequenta una scuola secondaria di primo grado ad indirizzo musicale rafforzando gli studi pianistici e d’orchestra. Nel 2011, all’età di 15 anni, si dedica anche agli studi canori attraverso una scuola di canto. Dal 2013 rafforza gli studi con l’insegnante Giosiana Pizzardo. Partecipa a numerosi concorsi canori, come “Una Voce Per Sanremo”, “E io canto…”, “Io canto e tu?”, “Ri…Cantare a Riolo Terme”, “Talent Academy”, “The Talent”, “Festival delle voci nuove di Villafranca di Forlì” e al “7° Festival della musica leggera all’Auditorium Corale Rossini di Modena” dove si classifica al primo posto. Il presente, oltre al canto e anche l’ultimo anno della scuola secondaria superiore per Tecnico dei servizi turistici con lo sguardo ad un prossimo futuro Universitario nella facoltà di Lingue e Letterature Straniere.
Nel 2014 firma il suo primo contratto discografico con la Ghiro Records incide pubblica e produce il videoclip del brano “Indispensabile” firmato da Andrea Amati .

Press, radio, Tv Agency
DCOD Communication
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www.dcodcommunication.it

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La galleria Marchetti di Roma rende omaggio a Plinio De Martiis, a dieci anni dalla scomparsa

Giovedì 2 ottobre 2014, presso la Galleria Marchetti di Roma (Via Margutta 8), si inaugurerà la mostra  Artisti italiani della Tartaruga –  Nel  Decennale della scomparsa di Plinio De Martiis (a cura di Silvia Pegoraro), aperta fino al 22 novembre. La Galleria intende così rendere omaggio – con opere della propria collezione –  a un grande personaggio del mondo dell’arte, scomparso nel 2004 : il suo talento, sia come fotografo che come gallerista, ideatore e organizzatore di eventi culturali, e la sua attività, ricchissima di straordinarie iniziative e di lungimiranza culturale, non sono stati ancora sufficientemente valorizzati. Il più importante riconoscimento gli era stato tributato nel 2003 da Duccio Trombadori, che in qualità di Presidente della Giuria della 54° edizione del Premio Michetti, gli aveva fatto assegnare il “Premio Michetti alla Carriera”. Nel 2007 la Regione Abruzzo (di cui era originario) aveva voluto omaggiarlo con una grande mostra alla sua memoria, presso il Museo Vittoria Colonna di Pescara, dove erano presenti i maggiori artisti internazionali che aveva lanciato, in Italia e in Europa, da Rauschenberg a Twombly, da Appel a Wols, e una selezione di splendide foto da lui scattate agli artisti e ai personaggi del mondo della cultura che frequentavano la sua mitica galleria La Tartaruga (fondata nel ’54), da Duchamp a Ungaretti, a Leo Castelli.

Nella mostra in programma alla Galleria Marchetti verranno esposti lavori (alcuni del tutto inediti) di 31 fra i maggiori artisti italiani che lavorarono con De Martiis ed esposero presso la Tartaruga tra gli anni ’50 e gli anni ’80 : Franco Angeli, Ugo Attardi, Luigi Boille, Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, Stefano Di Stasio, Piero Dorazio, Tano Festa, Lucio Fontana, Sergio Lombardo, Mino Maccari,  Mario Mafai,  Renato Mambor, Titina Maselli, Eliseo Mattiacci, Sante Monachesi, Marcello Muccini,  Gianfranco Notargiacomo, Gastone Novelli, Giovanni Omiccioli, Achille Perilli, Fausto Pirandello, Antonietta Raphaël, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Mario Schifano, Antonio Scordia, Cesare Tacchi, Giulio Turcato, Antonio Vangelli, Emilio Vedova.

Catalogo Grafiche Turato Edizioni, con testi della curatrice, estratti di interviste a Plinio De Martiis, e la cronologia completa delle mostre e degli eventi della Galleria La Tartaruga.

 

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Plinio De Martiis e  “La Tartaruga”

 

Nato a Giulianova (Teramo) nel 1920, Plinio De Martiis lasciò da ragazzino la città natale insieme ai genitori, per andare a vivere a Roma. Fin da ragazzo si appassionò alla fotografia, al cinema e al teatro, frequentando il gruppo del “Teatro dell’Arlecchino”, insieme a Franca Valeri, Carlo Mazzarella e Vittorio Caprioli. Aderì ben presto all’antifascismo, e dopo la guerra diventò funzionario del Partito Comunista Italiano.Nel 1954 – suscitando diverse polemiche – si allontanò dal PCI per aprire la mitica galleria d’arte “La Tartaruga”. La nascita della Galleria avvenne quasi per caso, in una serata tra amici, nel 1954, quando dentro un cappello – di Mario Mafai – furono messi 5 bigliettini piegati per estrarre a sorte il nome della galleria: fu estratto un bigliettino con su scritto “la Tartaruga”. Lo aveva scritto Mino Maccari.  Il 25 febbraio del 1954, Plinio De Martiis inaugurò la Galleria d’Arte in Via del Babuino, a pochi passi da Piazza del Popolo, insieme alla moglie, Antonietta Pirandello (nipote di Luigi Pirandello). Gli ispiratori di questa nuova avventura furono Leoncillo, Leonardi, Salvatore Scarpitta, Mario Mafai e Giulio Turcato, artisti italiani già affermati nel panorama nazionale ed internazionale. Oltre alle mostre dedicate a questi artisti, si tennero negli anni ’50 importanti mostre di artisti come Afro e Burri,  Fausto Pirandello, Dorazio, Novelli, Perilli, Rotella, Corpora, Consagra, Colla (con la sua prima personale a Roma), Karel Appel e Asger Jorn  (entrambi con la loro prima personale a Roma). Tra il ‘57 e il ‘59, la Galleria “La Tartaruga” lanciò, per prima in Europa, l’arte americana: vi esposero artisti americani come Rauschenberg, De Kooning, Marca-Relli (con la sua prima personale a Roma),  Kline e  Twombly (entrambi con la loro prima personale in Europa), ai quali negli anni ‘60 si sarebbero aggiunti anche Sam Francis o Andy Warhol.                                                                                                                   Gli anni ‘60 si aprirono con l’esordio di Kounellis, con la sua prima personale assoluta, nel giugno 1960, e continuarono con Schifano, Giosetta Fioroni, Castellani, Manzoni, Angeli, Festa, Ceroli (con la sua prima personale assoluta nel ‘64) e Pascali (con la sua prima personale assoluta nel ’65). Nel 1963 la galleria si trasferì in Piazza del Popolo, e in quell’anno si ebbero qui anche le prime apparizioni di Lombardo, Mambor, Tacchi. Anche Eliseo Mattiacci tenne alla Tartaruga, nel 1967, la sua prima mostra personale. La GalleriaLa Tartaruga, era diventata in breve tempo uno dei punti cruciali dell’arte nella “dolce vita” romana. La frequentava anche Duchamp, e vi si potevano incontrare grandi intellettuali e scrittori come Giuseppe Ungaretti, Nanni Balestrini (che vi tenne una mostra di poesia visuale), Tristan Tzara, Alberto Moravia e Sandro Penna.                                                                                                                               Agli inizi del 1968 De Martiis ha ancora un’idea geniale: il “Teatro delle Mostre – Festival – Una mostra ogni giorno. Dalle 16 alle 20”. L’evento  prefigura la chiusura della galleria, ma di fatto diventa leggenda.  Il progetto trasformò la galleria in un laboratorio permanente, in una quotidiana occasione di incontro fra gli artisti, i critici, gli intellettuali che, con la loro assiduità di frequentazione, costituivano l’anima della Galleria e la forza propulsiva contemporaneamente del suo sviluppo e della più avanzata ricerca artistica romana. L’idea di una manifestazione così congegnata era emersa a fronte della qualità più accentuatamente effimera che la produzione artistica stava assumendo in quella fase, tale da richiedere un diverso modello di esposizione e di rapporto con l’opera. Era la ricerca di un modo espositivo che assecondasse la nuova provvisorietà e transitorietà dell’arte.                                                                                                                          La prima fase della Tartaruga si chiuse nel 1969, lasciando una traccia indelebile nell’arte contemporanea italiana e internazionale. Una delle ultime esposizioni fu un’importante mostra di Giulio Paolini (maggio 1969). La galleria riaprì nel 1970 nella nuova sede di Via Principessa Clotilde. Per tutti gli anni ‘70 continuò ad essere un insostituibile laboratorio d’arte, una fucina di sperimentazione in cui esposero per la prima volta le loro opere artisti come Spalletti, Parmiggiani, Agnetti, nonché una vetrina importante per le ricerche della poesia visuale di quegli anni. Alla fine degli anni ’70, De Martiis dà la sua interpretazione della “rinascita della pittura” che va delineandosi in quel periodo. Dopo un’ennesima chiusura, la galleria riapre infatti, in Piazza Mignanelli, con un piccolo gruppo di pittori “Anacronisti” (Piruca, Ligas, Di Stasio, Bulzatti, Gandolfi…), che dipingono a olio su tela: una pittura figurativa e “antica”. Ma ormai l’energia più potente e guizzante si è esaurita: De Martis continuerà a organizzare mostre in galleria fino a metà degli anni ’80, mostre anche belle e importanti, ma prevalentemente “di repertorio”, utilizzando spesso materiali d’archivio, in particolar modo le splendide fotografie che lui aveva sempre continuato a scattare, durante il suo percorso di grande gallerista di arte contemporanea.                                                                                                                              

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SCHEDA TECNICA

 

Mostra: ARTISTI  ITALIANI  DELLA  TARTARUGA –  Nel  Decennale della scomparsa di Plinio De Martiis

A cura di: Silvia Pegoraro                                                                                                                                                      

Sede: Galleria d’Arte Marchetti                                                                                                                                      

Indirizzo: Via Margutta 8 –  00187 Roma                                                                            

Inaugurazione: giovedì 2 ottobre 2014, ore 18.30                                                                                

Periodo espositivo: 2 ottobre – 22 novembre  2014                                                        

Ingresso: libero                                                                                                                                                                  

Orari: LU 16.30-19.30 ; MAR-SA  10.30-13.00 / 16.30-19.30                                                                       

Catalogo : Grafiche Turato Edizioni                                                                                                                

Informazioni: tel/fax 06 3204863 – www.artemarchetti.it ; [email protected]

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“Spoleto incontra Venezia”: Il maestro vetraio Adriano Dalla Valentina propone le sue esclusive creazioni artigianali

La grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” è un appuntamento imperdibile, che sta mobilitando l’attenzione mediatica generale. L’evento, previsto dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 nella stupenda cornice veneziana di Palazzo Falier, antica residenza nobile del XV secolo sul Canal Grande. Curatore dell’iniziativa prestigiosa è Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. Tra i nomi illustri annunciati in esposizione Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Eugenio Carmi, José Dalì. Nel pregevole contesto si annoverano le incantevoli creazioni in vetro di murano del rinomato maestro vetraio Adriano Dalla Valentina.

 

Fin dall’età di 10 anni inizia a lavorare nelle fabbriche muranesi, apprendendo molteplici tecniche di lavorazione. A 24 anni apre una propria azienda diventando artigiano professionista autonomo. La sua gamma produttiva spazia in vari settori del vetro d’arte muranese e si distingue per una precisa e peculiare impostazione tecnico-stilistica. Infatti, privilegia le tecniche tradizionali, che agli occhi degli esperti e del vasto pubblico evocano suggestioni di “Venezianità”: la filigrana e la murrina, a cui associa le tecniche del soffiato e della scultura, sia soffiata sia massiccia. Collabora spesso con famosi designer e architetti per realizzare opere in vetro da essi disegnate.

 

La passione viscerale per il vetro si respira nella “Fornasa” di Adriano, dove quotidianamente è impegnato nell’elaborazione di nuove opere, che spesso diventano vere e proprie sfide. Su di lui è stato scritto “Nella fluidità della massa vitrea si può dare contrasto con l’aiuto di madre natura e quindi Dalla Valentina ricorda il miracolo delle creature marine e i fondali. Il -Battuto- lo trova incontestabile protagonista di sculture di grande vigore artistico. Balza sul soffiato con leggiadria incomparabile e fornisce leggerezza degna di grande attenzione a livello qualitativo”.

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Mainardi incontra Baxter

L’Azienda di Salerno invita a riscoprire il piacere di vivere la casa esaltando uno dei suoi protagonisti: la zona living. Ad ottobre l’evento per conoscere l’eccellenza del prodotto italiano. Tradizioni ed emozioni presso lo showroom.

In un mondo in cui le relazioni interpersonali rappresentano la linfa vitale di ciascun essere umano, la zona living riveste un ruolo fondamentale. Dopo l’omaggio, a settembre 2013, al maestro del design Filippo Alison, Mainardi Arredamenti rilancia con un nuovo evento. Happening per professionisti del settore, ma anche appassionati di architettura e arredamento.

Il prossimo 9 ottobre, l’azienda salernitana con oltre 40 anni di esperienza presenta Baxter, marchio leader nell’arredo per interni e nella lavorazione delle pelli. In vetrina arredi che restituiscono, non più solo idealmente, il piacere della casa inteso come ritrovato luogo di convivialità, famiglia, affetti.

Da una parte l’esclusività dell’azienda brianzola, punto di riferimento nel panorama internazionale, dall’altra la celebrazione e l’esaltazione dell’area giorno, il fulcro dell’abitazione in cui chi vi dimora non solo trascorre una gran parte del proprio tempo, ma soprattutto “vive”, in cui entra in relazione con gli altri componenti della famiglia, in cui incontra gli amici.

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Itinerario d’Arte in Terra di Lavoro

La Sala degli Specchi della Reggia di Caserta, ospiterà, venerdì 19 settembre alle ore 11:00, la conferenza stampa di presentazione della rassegna d’arte “ Itinerario d’arte in Terra di Lavoro”. All’evento prenderanno parte: Presidente della Provincia di Caserta, Dott. Domenico Zinzi; Sindaco di Caserta, Dott. Pio del Gaudio; Presidente E.P.T. Caserta Dott.ssa Lucia Ranucci; Presidente Ordine degli Architetti di Caserta, Arch. Enrico De Cristaforo; Presidente Associazione Arteggiando, Arch. Giovanna D’Amodio; Presidente Ordine dei Commercialisti di Caserta, Dott. Pietro Raucci; Sindaco di Riardo, Dott. Nicola D’Ovidio; Assessore al Turismo, Spettacolo e Grandi Eventi di Caserta, Avv. Pasquale Napoletano; Amministratore delegato Castello di Casapozzano -Orta di Atella, Avv. Vincenzo Pastena; Funzionario Amministrativo Museo Campano – Capua, Dott. Giorgio Crovella; Funzionario Amministrativo Museo di Calatia – Maddaloni, Elena La Forgia. Curatrice della rassegna è l’Arch. Giovanna D’Amodio, presidente dell’Associazione Arteggiando. L’Associazione ha al suo attivo già numerosi eventi e rassegne d’arte su tutto il territorio nazionale in siti di grande interesse storico-culturale, si propone la promozione di iniziative volte alla diffusione e alla conoscenza delle arti in genere e allo scambio culturale tra artisti italiani e stranieri e con altre associazioni artistiche. Il progetto “ Itinerario d’arte in Terra di Lavoro”, che si svolgerà nel corso di circa nove mesi, si propone di portare all’attenzione di un vasto pubblico dimore baronali e antichi castelli, presenti sul territorio provinciale e recuperati recentemente con lo sforzo di privati, di amministratori locali della Regione Campania e del Ministero dei Beni Culturali, con interventi di restauro e conservazione architettonica. Il percorso è finalizzato alla promozione dell’arte contemporanea e alla valorizzazione del patrimonio architettonico della città di Caserta e della provincia con esposizioni pittoriche al loro interno. Da questi antichi edifici ricchi di fascino e storia, si è tratto spunto per il tema della rassegna, la quale intende vivificare la memoria e le testimonianze del passato di questa terra ricca di storia, attraverso un’analisi del contesto ambientale e dello sviluppo sociale, realizzando un viaggio tra realtà e memorie. Al progetto hanno aderito diversi storici dell’arte i cui contributi saranno poi riportati nel catalogo assieme alle recensioni delle opere a cura del Dott. Edoardo Panetta.
La Rassegna si svolgerà all’interno dei siti nel seguente ordine temporale:

1) Borgo Riardo – Riardo ( 4 ottobre / 19 ottobre 2014 )
2) Castello di Casapozzano – Orta di Atella ( 30 novembre / 28 dicembre 2014 )
3) Museo Campano – Capua (1 febbraio / 6 marzo 2015 )
4) Museo di Calatia – Maddaloni ( 8marzo / 22 marzo 2015 )
5) Complesso Monumentale di San Leucio – San Leucio ( 24 maggio / 2 giugno 2015 )

Alla rassegna saranno abbinati altri eventi artistico-culturali il cui programma sarà pubblicato sul sito dell’Associazione (www.associazionearteggiando.it). L’iniziativa è realizzata in collaborazione con il DAMA Museum di Capua.

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Le opere universali di Stella Maris Garro Pecchioli esposte a “Spoleto incontra Venezia”

Si annuncia un evento di acclarato successo la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si svolge dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. La location allestita per la pregevole iniziativa è lo sfarzoso Palazzo Falier, che risale al XV secolo e si trova affacciato sul Canal Grande a Venezia. In esposizione personalità illustri del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. La nota pittrice Stella Maris Garro Pecchioli rientrante nell’esclusivo gruppo di artisti, porterà le sue pregevoli creazioni pittoriche ispirate dalla matrice cosmopolita, etnica e orientaleggiante.

 

Le peculiari trasparenze irregolari e patinate dei fogli di carta di riso utilizzati come superficie di base, mostrano le pennellate variopinte inchiostrate e impresse dalla pittrice: tratti dati in senso circolare o anche ascendente, rossi e neri, neri e gialli, scale di grigio e nero graffiate, colori accoppiati talvolta miscelati a punteggiati di cromia d’orata molto discreti e sobri. Le forme circolari rievocano gioiose girandole fantastiche o anche occhi interiori, che scrutano nascosti in un io vorticosamente turbato una qualche interessante realtà da apprendere, attirare oppure fuggire, allontanare.

 

Di lei hanno scritto “I movimenti ascendenti di piante fiorite e girasoli raggianti, dominati decisamente dagli inchiostri gialli, verdi e neri, ma al contempo tenui, sono veramente affascinanti. Figure, che si allontanano con tenacia verso l’alto, ma in un movimento delicatamente circolare di spirale appena accennata. Dipinti, che sanno coniugare i contrasti cromatici con la loro contemporanea delicatezza in un gioco sapiente di tinte decise, ma delicate. Così anche il movimento delle figure predilige in taluni casi una circolarità ascendente o profonda in altri. La sensazione, che se ne riceve è quella di una felice e armoniosa -commistione- di contrari. Lavori dal sapore orientale estremo, con il tocco e il carattere di un’artista fine, che ha saputo sapientemente reinterpretare quel gusto secondo un umore e un carattere tipicamente occidentale. Non è escluso, senza false congetture, che ci si possa trovare di fronte a una considerevole autentica novità“.

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“Spoleto incontra Venezia”: L’arte cosmopolita e orientaleggiante di Maristella Pecchioli in esposizione

Si annuncia un evento di acclarato successo la grande mostra di “Spoleto incontra Venezia” che si svolge dal 28 settembre al 24 ottobre 2014 a cura di Vittorio Sgarbi con la direzione del manager produttore Salvo Nugnes. La location allestita per la pregevole iniziativa è lo sfarzoso Palazzo Falier, che risale al XV secolo e si trova affacciato sul Canal Grande a Venezia. In esposizione personalità illustri del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì. La nota pittrice Maristella Pecchioli rientrante nell’esclusivo gruppo di artisti, porterà le sue pregevoli creazioni pittoriche ispirate dalla matrice cosmopolita, etnica e orientaleggiante.

 

Le peculiari trasparenze irregolari e patinate dei fogli di carta di riso utilizzati come superficie di base, mostrano le pennellate variopinte inchiostrate e impresse dalla pittrice: tratti dati in senso circolare o anche ascendente, rossi e neri, neri e gialli, scale di grigio e nero graffiate, colori accoppiati talvolta miscelati a punteggiati di cromia d’orata molto discreti e sobri. Le forme circolari rievocano gioiose girandole fantastiche o anche occhi interiori, che scrutano nascosti in un io vorticosamente turbato una qualche interessante realtà da apprendere, attirare oppure fuggire, allontanare.

 

Di lei hanno scritto “I movimenti ascendenti di piante fiorite e girasoli raggianti, dominati decisamente dagli inchiostri gialli, verdi e neri, ma al contempo tenui, sono veramente affascinanti. Figure, che si allontanano con tenacia verso l’alto, ma in un movimento delicatamente circolare di spirale appena accennata. Dipinti, che sanno coniugare i contrasti cromatici con la loro contemporanea delicatezza in un gioco sapiente di tinte decise, ma delicate. Così anche il movimento delle figure predilige in taluni casi una circolarità ascendente o profonda in altri. La sensazione, che se ne riceve è quella di una felice e armoniosa -commistione- di contrari. Lavori dal sapore orientale estremo, con il tocco e il carattere di un’artista fine, che ha saputo sapientemente reinterpretare quel gusto secondo un umore e un carattere tipicamente occidentale. Non è escluso, senza false congetture, che ci si possa trovare di fronte a una considerevole autentica novità“.

 

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La spoletina Stefania Cappelletti parteciperà con le sue opere alle mostre “Spoleto incontra Venezia”

Stefania Cappelletti farà parte del gruppo di artisti che esporranno a “Spoleto incontra Venezia”, attesissima esposizione curata dal Professor Vittorio Sgarbi. Cornice magnifica della mostra lo storico Palazzo Falier, sul Canal Grande a Venezia, aperto al pubblico dal 28 settembre al 24 ottobre 2014. Riportiamo qui un’intervista alla pittrice.

 

D: Come nasce l’occasione di partecipare a questo importante evento espositivo?

R: Ho fatto esposizioni importanti a Roma, Parigi, Berlino, New York, poi la selezione per “Spoleto Arte”, a cura di Vittorio Sgarbi, a Spoleto, nella mia città, e lì nasce tutto.

 

D: È la prima volta che espone a Venezia?

R: Venezia è un sogno. Sì, è la prima volta che espongo lì, e spero sia la prima di una lunga serie.

 

D: Quali opere esporrà e quale orientamento tematico seguono?

R: L’opera che espongo è parte di una serie, ispirata all’atmosfera veneziana, così magica, e unica… S’intitola S. Maria della Salute, è un olio su tela. È una delle opere, da me dipinte, dedicate a Venezia.

 

D: Quando e com’è avvenuto il suo approccio al mondo dell’arte?

R: Dipingo fin da piccola, ed ho studiato i grandi classici della pittura. Ora, semplicemente, lascio andare il pennello liberamente, e così nascono i miei quadri. La prima mostra importante è stata a Roma, subito dopo sono stata contattata per esporre in Via Margutta. Poi l’ammissione all’Accademia di San Lazzaro, presieduta da Radini Tedeschi, con cui ho partecipato a numerose mostre prestigiose come la Triennale di Roma 2014 a cura di D. Radini Tedeschi e A. Bonito Oliva. L’ammissione all’Accademia è stata una svolta, non solo per quanto riguarda il livello delle esposizioni, ma anche per il mio modo di dipingere, di affrontare la tela bianca. Tutto andava per il verso giusto, poi sono arrivata alla mostra a Parigi, poi a Berlino, infine a New York. Nella mia città, Spoleto, ho vinto il premio Spoleto Festival Art a cura del Dr. Luca Filipponi, negli anni 2012, 2013, 2014. Quando sono stata selezionata per Spoleto Arte 2014, a cura di V. Sgarbi, ho provato un’emozione fortissima…wow!

 

D: Un commento di riflessione in parallelo tra Spoleto e Venezia, come poli di eccellente portata, nella divulgazione dell’arte e della cultura, con fama internazionale?

R: Spoleto è un punto di riferimento importante, è necessario esserci; non a caso molti esperti d’arte di fama internazionale vi organizzano grandi mostre. Come lo è pure Venezia, con la sua Biennale. Sono tappe fondamentali per un artista che vuole crescere ed affacciarsi al mondo dell’arte a livello internazionale.

 

D: È compiaciuta di esporre accanto a illustri nomi del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altri nomi di spicco del panorama contemporaneo?

R: Sono molto onorata di esporre insieme a dei BIG come Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e gli altri grandi. Mi sono piaciuti molto i lavori di Dario Fo, li trovo forti, intensi…parlano di lui, del suo modo di essere.

 

D: Se dovesse dare una breve definizione sul concetto di arte in generale? 

R: Cos’è l’arte? Bella domanda… Comunicazione?? Forse? Ma ci sono i critici per spiegarlo, io dipingo soltanto.

 

D: Ci sono degli artisti e/o delle correnti, che apprezza in modo particolare?

R: Ricordo di essere rimasta incantata, per lungo tempo, davanti ad un Arlecchino di Picasso, anni fa a Firenze. Ed ho visto la Gioconda al Louvre. Ma qualche tempo fa ho visitato la mostra all’Ara Pacis, sugli Impressionisti, e l’ho trovata fantastica. Avevo già visto alcune loro opere a Orsay, ma quest’ultima esposizione a Roma è stata molto suggestiva, veramente bella.

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“GRANDE MOSTRA A CURA DI VITTORIO SGARBI”: SPOLETO INCONTRA VENEZIA, IN ESPOSIZIONE LE COINVOLGENTI VISIONI PITTORICHE DI ELISABETTA MARANGONI

In occasione delle prossime mostre di “Spoleto incontra Venezia” allestite dal 28 Settembre al 24 Ottobre nella storica cornice veneziana di Palazzo Falier, ubicato sul coreografico Canal Grande, la pittrice Elisabetta Marangoni è inserita nel novero esclusivo dei selezionati artisti. L’evento di forte portata mediatica è curato da Vittorio Sgarbi e diretto del manager produttore Salvo Nugnes. Sarà possibile ammirare la produzione di rinomati esponenti del calibro di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì e altre note personalità, in una collettiva di consistente livello.

 

La Marangoni si è formata all’Accademia di Belle Arti a Roma e in Venezuela. Fin dalla tenera età percepisce la radicata passione per l’arte, per la bellezza, per l’armonia delle forme e dei colori. I suoi dipinti ad acquerello sono ricchi di speciali luminosità e trasparenze, che trasportano lo spettatore in una dimensione trascendente piena di luci e colori ammalianti.

 

Sul suo percorso di ricerca stilistica racconta “L’obiettivo principale, che cerco di perseguire quando prendo in mano un pennello, è quello di creare qualcosa di unico e di interessante, capace di suscitare emozioni. Per riuscire ad ottenere questo risultato ho bisogno di guardare il mondo in modo, che mi emozioni. Debbo essere capace di riconoscere immediatamente ciò che può trasformarsi in grande dipinto, per poi scegliere quali tonalità cromatiche più congeniali usare e finalmente elaborare la mia magica interpretazione personalizzata”.

 

In riferimento alla tecnica da lei preferita spiega “Sono innamorata dell’acquerello. In passato, non avevo approfondito bene questa tecnica per mancanza di occasioni pratiche, ma proprio per questo amore davvero intenso ho poi deciso di conoscerlo e sperimentarlo. L’acquerello mi soddisfa più di ogni altra tecnica. É innanzitutto simbolo di luce e nel contempo di trasparenza. In esso persino le ombre diventano elementi radiosi, che sprigionano bagliori di luce e colore” e aggiunge “Inoltre, ritengo sia divertente e stimolante anche la stesura dei colori sulla carta, al posto della tela tradizionale”.

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