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Balbuzie come affrontarle

 BALBUZIE

La balbuzie è una complessità di natura fondamentalmente psicologica che quando colpisce, genera uno stato di ansia e di forte tensione che impedisce di pronunciare una frase in modo lineare, e causa un blocco al principio di molte parole, ripetendone le prime consonanti, in particolare quelle labiali (“p”, “b”).  Le cause di ansia principali possono essere l’improvviso arrivo di un fratellino, una violenta lite fra i genitori, la perdita di una persona cara, aver subito un incidente stradale, l’abbandono improvviso della mamma (per esempio per un ricovero in ospedale), un periodo di forte tensione emotiva provocata da eventi traumatici o scioccanti in età infantile. Questi eventi sono talmente traumatici che sono in grado di trasformare uno shock da psichico a fisico, influendo sulla capacità di linguaggio e quindi provocando la balbuzie. Da lì in poi la balbuzie insorge e si protrae anche in età adulta, compromettendo anche il carattere e il modo di interagire con gli altri.

Fortunatamente, tale disturbo nella maggior parte, dei casi si può curare, la cosa importante è agire tempestivamente perché il soggetto, è sottoposto a una sorta di emozioni spiacevoli tali come: senso d’impotenza, imbarazzo, vergogna, inadeguatezza (ma la lista si può tranquillamente estendere oltre) che portano tutte ad un frustrante stato di isolamento. Agendo quando il bambino è piccolo, quando ancora non si sono adottate cattive abitudini di dizione.

I metodi di approccio per affrontare il problema potrebbero essere classificati in due punti: uno che s’indirizza alla ricerca delle cause e al tentativo, di agire su di esse per risolvere il problema, l’altro è intervenire sul blocco ormai esistente e rieducare l’individuo verso una corretta dizione.

Localizzare ed  intervenire sulle cause che sono all’origine del problema,  non è sempre consigliabile in quanto le cause  sono diverse e peculiari per ogni soggetto e difficili da rintracciare, ed una volta  rintracciate, sarà comunque necessario intervenire anche sul rieducarlo ad una corretta comunicazione storpiata da un incorretto  modo di esprimersi.

Reimpostando il modo di parlare nel suo complesso, con terapie che s’indirizzano a risolvere il blocco tipico della balbuzie tramite esercizi tecnici specifici e introducendo regole nuove, porterà l’individuo verso una dizione caratteristica delle persone che il problema delle balbuzie non lo hanno, risulterà più funzionale a qualsiasi età.

Eliminando questo problema restituirà all’individuo oltre ad una corretta comunicazione, la sua vita sociale e i suoi contatti con il mondo esterno, rendendo il suo vivere certamente ad un altro livello qualitativo.

                                                                           Marinalogica

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Dopo cinque anni, il Teatro 99Posti riprende le attività con tre innovativi laboratori dedicati ai bambini, agli adulti e la sperimentazione per i disturbi della comunicazione.

Dopo cinque anni, si alza nuovamente il sipario del Teatro 99Posti di Torelli di Mercogliano che torna al suo pubblico con un denso calendario di attività che saranno presentate al pubblico in questo primo scorcio d’autunno. A ottobre, infatti, partono tre Laboratori teatrali, poco dopo sarà la volta della Stagione Teatrale 2012/2013 (che sarà presentata alla stampa nei prossimi giorni), la prima del nuovo corso che vede il 99Posti tornare a essere il luogo del teatro d’avanguardia, impegnato e sperimentale, già apprezzato nei suoi oltre dieci anni di spettacoli “off” apprezzati a livello nazionale.

Nelle parole di Gianni Di Nardo, presidente del Co.C.I.S. – Coordinamento delle Compagnie Irpine di Spettacolo, c’è tutta la soddisfazione di chi ha compiuto un lavoro immane e ora è finalmente ripagato degli sforzi. <>.
Federico Frasca, che firma la direzione artistica del Cartellone 2012-13, va oltre <>
Si parte con tre Laboratori per tre diversi filoni didattici, ognuno con target e obiettivi specifici. Il primo è il LABORATORIO di COMUNICAZIONE VERBALE e NON VERBALE, dal titolo “Dalla sorgente al pozzo”, condotto da Paolo Capozzo, attore e drammaturgo avellinese, con molti premi al suo attivo, sia come interprete sia come autore. << E’ un perCorso che eredita tutte le tecniche e le modalità di un laboratorio teatrale – dice Capozzo – e pone al centro dell’attività il proprio corpo, la propria voce, i ricordi e le esperienze personali, i propri sentimenti. Agli allievi saranno avviati all’uso di tecniche e pratiche finalizzate a “comunicare meglio”. E’ un Laboratorio progettato per tutti quelli che quotidianamente “parlano agli altri”: attori, donne e uomini politici, giornalisti e presentatori televisivi, oratori, venditori, insegnanti, manager d’azienda, docenti>>.

Un secondo filone didattico è costituito dal LABORATORIO TEATRALE PER RAGAZZI E PER BAMBINI, dal titolo “…e se fossi un tappeto?”, condotto da due esperti del settore Teatro Ragazzi: Elena Spiniello e Maurizio Picariello. <>.
Dice Elena Spiniello, << Agli allievi cerchiamo di passare innanzitutto il senso del “gioco teatrale”, immediatamente dopo la disciplina necessaria per un lavoro di squadra. Cerchiamo di trasmettere la passione per quello che facciamo. Gli facciamo provare sulla propria pelle la fatica e il sacrificio che questo lavoro esige, l’eccitazione e la gioia che offre. Alla fine, se qualcuno ci dice che vuole intraprendere la professione dell’attore, allora vuol dire che ha sviluppato una passione profonda che sopravanza tutti gli spauracchi >>.
Il terzo e ultimo filone didattico, è una sperimentazione che eredita tramite il suo team operativo un’esperienza pluriennale di “Terapia Teatrale” applicata all’autismo, “IL LABORATORIO PER I DISTURBI DELLA COMUNICAZIONE”, condotto da un team di esperti: la Dr.ssa Carmen Guarino psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale; Epifania Gimmelli, pedagogista clinica e Maurizio Picariello, attore ed esperto teatrale. Tutti hanno una consolidata esperienza in conduzione di gruppi teatrale con bambini e ragazzi con disturbi relazionali e comunicativi.A proposito dell’applicazione delle tecniche teatrali alle terapie cliniche, dice Carmen Guarino: “La quasi totalità dei soggetti con disturbi della comunicazione, non manifesta solo sintomi legati a “inceppi” fonoarticolatori, bensì vive questo disturbo nel disagio meno esplicito dell’inibizione affettiva e dell’ansia sociale. Il “teatro in terapia”, in quanto strumento polimorfo, permette di sfruttare nell’intervento sui disturbi della comunicazione, sia le tecniche cliniche relative all’utilizzo della voce della respirazione e del corpo, sia le tecniche cognitive di ristrutturazione dei vissuti negativi legati al disagio.” “Il lavoro di gruppo, un progetto comune, l’essere parte importante di un tutto, gioca a favore di qualsiasi terapia”, chiosa Fania Gimmelli.
Il 15 e 16 OTTOBRE si terranno degli incontri gratuiti per i Laboratori, si partecipa tramite prenotazione scrivendo a [email protected] o chiamando al 328.4143794.

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Disturbi della Comunicazione nell’età evolutiva

Disturbi della Comunicazione

I disturbi della comunicazione appartengono alla categoria dei disturbi dell’età evolutiva.
Da questa prima delimitazione è chiaro che questi disturbi interessano i bambini nell’età evolutiva, quel periodo nella vita del bambino dove i cambiamenti diventano importanti, c’è la scuola da affrontare, il distacco con i genitori, il vivere quotidiano con altri bambini e tanti altri, tutti della massima importanza per chi li vive.

I disturbi della comunicazione sono: la balbuzie, il deficit di attenzione/iperattività, il disturbo dell’espressione del linguaggio, il disturbo di fonazione, il mutismo selettivo e i tic. Tante volte l’ignoranza e la non conoscenza spingono i genitori ad intraprendere strade sbagliate, che non conducono alla giusta soluzione per il benessere psicologico del bambino, nascondono il problema ma non lo risolvono.

I disturbi della comunicazione sono diversi ma hanno come fattore comune l’interferenza sulla normale comunicazione, il fatto che questi bambini non riescano a comunicare come i loro coetanei. Il cuore del disagio è racchiuso in paure, ansie e stress a loro volta provocati dagli importanti cambiamenti. L’interruzione di parole, il parlare piano, con fatica, caratterizza la balbuzie e allo stesso modo la sindrome di deficit di attenzione/iperattività, il disturbo dell’espressione del linguaggio, il disturbo di fonazione, il mutismo selettivo e i tic. Ad ognuno di questi disturbi si vanno ad aggiungere altri comportamenti caratterizzanti, in base ai quali possono essere distinti.

Altro fattore comune sono le conseguenze che questi problemi possono avere sulla vita scolastica e sociale del bambino. Spesse volte subiscono emarginazione da parte degli altri bambini e gli insegnanti non riescono a stare dietro i loro bisogni ma bisogna mettere in chiaro che questi bambini sono “normali” ovvero hanno un’intelligenza pari a quella degli altri bambini, hanno solo un po’ più di paura. È importante, per aiutarli, sostenerli nella lotta contro le loro paure, le loro ansie e stressarli il meno possibile per questi. Calma, pazienza, l’aiuto di uno psicologo e di un logopedista possono portare alla risoluzione di questi tipi di problemi. Un atteggiamento aggressivo, in questi casi, potrebbe spingere i bambini a chiudersi ancora di più e il problema a diventare più grave.

Questi problemi possono essere completamente risolti, l’importante è prendere la giusta scelta per voi e per il vostro bambino.

Richiedi un colloquio gratuito con uno Psicoterapeuta a Roma.

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Disturbi della Comunicazione

Disturbi della Comunicazione

Tante volte l’“ignoranza” conduce a delle soluzioni sbagliate o solo apparentemente giuste, non risolvono il problema, lo nascondono e lo minimizzano permettendo, alle volte, che covi in silenzio. Quando si parla di disturbi della comunicazione è un po’così. La scarsa conoscenza di queste problematiche potrebbe portare a soluzioni sbagliate o addirittura a mal interpretare il disturbo.

Disturbi dell’età evolutiva

Innanzitutto va chiarito che i disturbi della comunicazione appartengono alla classe dei disturbi dell’età evolutiva e già questo ci conduce a delimitare il campo ovvero i soggetti che possono esserne colpiti. Parliamo di bambini, bambini da 5/6 anni fino ai 10. Tra i disturbi della comunicazione si possono annoverare: balbuzie, deficit di attenzione/Iperattività, disturbo dell’espressione del linguaggio, disturbo di fonazione, mutismo selettivo e tic. Sono disturbi che si manifestano in maniera diversa ma hanno in comune l’interferenza sulla normale comunicazione del bambino. Questa interferenza è causata da ansia, stress o paure che i bambini possono avere durante importanti cambiamenti della loro vita come ad esempio iniziare a frequentare la scuola elementare, affrontare le prime “interrogazioni” davanti alla maestra e ad una classe intera, distaccarsi dai genitori ed altri. Ma vediamoli nel dettaglio.

La balbuzie si caratterizza per l’interruzione, ripetizione e prolungamento di sillabe e parole. Può essere più o meno grave e avere diverse conseguenze. Curata tempestivamente può scomparire del tutto. La sindrome di deficit di attenzione-Iperattività si caratterizza per inattenzione, impulsività ed iperattività motoria prolungate nel tempo (più di sei mesi). Il disturbo dell’espressione del linguaggio è un disturbo della normale comunicazione ovvero la difficoltà, dei soggetti che ne soffrono, di pronunciare alcuni vocaboli o frasi complesse. Da qui ne derivano tutta un’altra serie di problemi come, ad esempio, il cattivo andamento scolastico. Il disturbo di fonazione è l’incapacità di utilizzare alcuni suoni. Può essere grave o meno ed influire sulla vita sociale e scolastica del bambino. Il Mutismo Selettivo si caratterizza per il fatto che il bambino non riesce a parlare soltanto in determinate situazioni. I tic sono delle scosse muscolari che si manifestano in modo rapido e ripetuto. Aumentano quando il bambino è sottoposto a stress e nervosismo e sono la manifestazione esterna di qualcosa che accade all’interno.

A tutto ciò va aggiunto che i bambini che soffrono di disturbi della comunicazione sono “normali” ovvero sono dei bambini intelligenti come tutti gli altri, magari solo un po’ più deboli e sensibili. Per aiutarli sono necessarie tanta pazienza, calma e l’aiuto di un professionista competente, psicologo o logopedista che conducano il bambino all’accettazione del problema e all’eliminazione dell’ansia. A nulla servono punizioni o proibizioni che potrebbero portare soltanto il bambino a chiudersi maggiormente e ad avere maggiore paura delle situazioni a “rischio”. Il problema può essere completamente risolto o per lo meno possono essere eliminate o alleviate tutte le ansie e le paure che si sviluppano successivamente.

Studio Associato Logos
Centro di Psicoterapia a Roma
www.centropsicoterapia.it

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I film del grande schermo e i ritardi della parola: un successo assicurato.

Il film Il discorso del re ha vinto molti premi nel corso dell’ultima edizione degli Oscar, alla 83ma cerimonia che si è tenute il 27 febbraio scorso a Los Angeles, al teatro Kodak di Hollywood. Il film ha ricevuto per l’occasione l’oscar per il miglior film dell’anno ma anche l’oscar per il miglior regista (Tom Hooper) e per il miglior attore (Colin Firth) e altri sette Golden Globes sempre per il miglior attore protagonista. Si tratta di un racconto storico, dove il protagonista Colin Firth, recita il ruolo del Principe Albert, Duca di York. Questo principe ha un problema particolare, è infatti balbuziente e per superare questo disturbo si rivolge a Lionel Logue, interpretato da Geoffrey Rush, uno strano ed originale terapeuta per la cura della balbuzie. I discorsi tenuti dal re e le sue difficoltà di espressione disturbano il pubblico nel corso delle sue apparizioni pubbliche. Il principe prova allora diversi terapisti nel corso della sua vita, ma tutti si rivelano degli insuccessi. Solamente il terapeuta australiano Lionel Logue, suggerito dalla duchessa, riesce a fare la differenza, i suoi trattamenti sono alternativi e la procedura fin dalla prima lezione ha i suoi frutti. Come quando gli fa leggere un pezzo tratto dall’Amleto ascoltando contemporaneamente un pezzo di Mozart e registrando la sua voce.

Questo è stato un duro lavoro e fin dal suo inizio vi furono dei problemi, ma i progressi sono evidenti e Logel trova e scopre anche le radici psicologiche della balbuzie, in particolare il principe rivela alcuni avvenimenti importanti della sua infanzia: il padre era molto severo, la repressione della sua tendenza ad essere mancino e altri eventi traumatici del suo passato come la morte del suo fratellino più piccolo, il principe John. Logue e il principe divengono presto amici e gli esercizi balbuzie continuano con successo. Questo è solo l’inizio del film ma è abbastanza per confermare che quando si parla di disturbi del linguaggio e problemi simili in un film il successo è assicurato.

Un altro esempio viene dalla storia di Forrest Gump, una commedia americana dei primi anni 90, basata sul libro di Winston Groom. Anche qui il protagonista Forrest Gump, interpretato da un bravissimo Tom Hanks, con delle patologie del linguaggio e in questo caso anche con un ritardo mentale e dei problemi fisici. Ma questi ‘problemi’ sono anche la forza e la peculiarità del personaggio. La storia rappresenta la sua vita fin dalla sua infanzia, un uomo semplice che viaggia nel mondo. Il film è stato un successo commerciale, e ha vinto anche numerosi premi alla 67ma notte degli Oscar, come miglior film, miglior attore per Tom Hanks, miglior regista (Robert Zemeckis), migliori effetti speciali. Il protagonista ha una sensibilità unica assieme ad una purezza e intelligenza confermate dalle sue stesse parole nel film: La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita! A volte un problema è un’opportunità unica.

Articolo a cura di Elena Tondello

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