Se la Russia contro l’Ucraina sta usando certe armi, contro l’Europa ne sta usando altre. Mosca ci tiene in ostaggio grazie all’energia, della quale è la nostra principale fornitrice.
Ne fa le spese la nostra industria, in special modo quella del settore più “energivoro”, come la siderurgia.
Il gas mette in ginocchio l’industria
Dopo aver faticosamente imboccato la via di uscita dal tunnel del Covid, la siderurgia adesso si trova in una situazione ancora peggiore. Perché gli ordini in aumento non bastano, se i costi per produrli diventano esorbitanti a causa delle bollette.
Lo stop di fine agosto annunciato da Gazprom ha di nuovo alzato la tensione e il nervosismo. La nostra industria teme che ci si avvii verso uno stop autunnale. Infatti a questi livelli di prezzo del gas, l’aggiornamento di ottobre delle tariffe ARERA (l’Autorità dell’energia) potrebbe portare al raddoppio delle bollette.
Il costo del gas
Il prezzo del gas, dopo essere stato a lungo dentro un pattern rettangolo, si è affacciato sui 300 euro, facendo balzare la prospettiva di un razionamento per ridurre i consumi.
Secondo un recente studio degli economisti del MES, uno stop delle forniture di gas russo ad agosto porterebbe ad esaurire le riserve nei paesi di Eurolandia già a fine anno, innescando razionamenti e recessione. Senza interventi per tagliare i consumi, il Pil dell’eurozona perderebbe l’1,7% con un impatto del 2,5% per le due nazioni più esposte, Italia e Germania.
I timori della siderurgia
La questione energetica ha inevitabili impatti negativi sulle filiere dell’industria, oltre che ovviamente sulle bollette dei cittadini.
Si è capito che fino alla fine dell’inverno saremo ostaggio delle decisioni di Putin. E questo acuisce la preoccupazione per tutti quei settori gasivori, che rischiano di dover fermare le fabbriche.
La produzione di acciaio, come noto, richiede l’utilizzo di molta energia. Alcuni forni delle acciaierie utilizzano principalmente corrente, altri riscaldano i laminati col metano.
Ma mentre il prezzo dell’energia cresce, quello dell’acciaio cala per via della riduzione della domanda. Si sta delineando una broadening formation (andamento a megafono) che produce un mix economico devastante per l’industria.