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Tricopigmentazione: quando eseguirla e accorgimenti post trattamento

Attraverso la tricopigmentazione è possibile infoltire i capelli e passare con estrema naturalezza dalla protesi ad una soluzione efficace e duratura senza dover fornire spiegazioni ulteriori al mondo circostante, senza dover sopportare il disagio di sentirsi totalmente inadeguati.
Molto importante è il comportamento dell’utente  e le precauzioni da prendere nel periodo successivo alla seduta di tatuaggio dei capelli. Il 90 % dei lavori di Tricopigmentazione si svolgono in giornata, solo casi di alopecia universale necessitano una sessione di due giorni. Appena effettuato il lavoro, la zona appare subito rossa, a causa dell’infiammazione del tessuto trattato. Tale rossore impiegherà al massimo 48 ore per regredire, ma nella maggior parte dei casi bastano 24 ore. Ovviamente per accelerare questa decongestione è opportuno applicare pomate lenitive specifiche, consigliate dall’operatore. Una volta svanito il rossore il lavoro apparirà molto nitido, meno coprente di quanto il ricevente si aspetta, ed il singolo "puntino" si presenterà, oltre che molto definito nei bordi, lievemente più scuro di quanto sarà in futuro. Finita la fase di cicatrizzazione, i micro-depositi di pigmento puntiformi, subiranno un assestamento allargando i propri bordi (il singolo rimbalzo si sfocherà perdendo di definizione), e quindi aumentando il loro diametro, con conseguente aumento della copertura totale della zona trattata. Questa seconda fase, detta assestamento, può durare fino a due mesi.
Affinchè gli effetti del tatuaggio dei capelli durino nel tempo e non diano luogo a fenomeni “collaterali”, bisogna seguire le indicazioni dell’operatore a cui ci si è affidati. Appena eseguita la seduta è importante non bagnare/lavare il capo per 24 ore. Nei 7 giorni successivi alla tricopigmentazione andranno effettuati lavaggi giornalieri con uno shampoo delicato e applicata una specifica crema lenitiva per proteggere e favorire la guarigione della cute. E’ importante non esporsi ai raggi solari e non applicare cosmetici o fibre di cheratina nella settimana seguente il trattamento.
Proprio in virtù di quest’ultima indicazione si consiglia di non realizzare i capelli tatuati nel periodo estivo: l’esposizione ai raggi solari/raggi UV infatti, permette a questi ultimi di arrivare ai pigmenti e agli strati della pelle che li contengono. In questo caso una esposizione sensibile da tintarella o lampade solari può modificare la composizione dei pigmenti creando viraggi di colore indesiderati, creare degli stati infiammatori che stimolano la fagocitosi e vasodilatazione, con sbiadimento di pigmento o peggio perdita di definizione e/o allargamento dei puntini.
Se una esposizione intensa e prolungata ai raggi UV attenua più rapidamente i pigmenti nella persona tricopigmentata da mesi o anni, l’effetto sul neo-tricopigmentato è potenzialmente più dannoso creando viraggi di colore e/o migrazione di pigmento con allargamento del punto. Vanno evitate quindi tutte le situazioni che possono contribuire a creare infiammazioni della cute o eritemi.

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Cosa differenzia il tatuaggio per capelli da quello classico

Molto spesso succede che i non addetti ai lavori e coloro che si avvicinano al mondo della tricopigmentazione per la prima volta, possano confondersi tra la tricopigmentazione e il classico tatuaggio decorativo. La tricopigmentazione può essere infatti pensata come un “tatuaggio per capelli”e se tuttavia vi sono analogie con il tattoo classico, è bene ricordare soprattutto le differenze, utili a chi vorrebbe sottoporsi ad un trattamento di tricopigmentazione del cuoio capelluto.
Quella dei capelli tatuati, è una pratica che consente di ridisegnare attraverso tecniche di tatuaggio parte della capigliatura, le sopracciglia e la barba in quelle persone, uomini e donne, che soffrono di caduta temporanea o definitiva dei capelli, per alopecia cicatriziale o androgenetica (la comune calvizie maschile) o per patologie come l’alopecia areata a chiazze, totale o universale. Si tratta di un’alternativa all’uso di parrucche e di una soluzione alternativa o complementare all’autotrapianto per infoltire i capelli Trattandosi di una tecnica di camouflage non serve a curare la patologia ma a mascherare in maniera cosmetica il difetto estetico.
Il classico tatuaggio invece, è una tecnica di decorazione del corpo che esiste da millenni in tutte le culture e porta con se un significato ben preciso (religioso, sociale, estetico, ecc.) a seconda del contesto. Nella sua forma più diffusa, questa tecnica consiste nell’incidere il derma ritardandone la cicatrizzazione con sostanze specifiche.
Per affinità la tricopigmentazione è molto simile al tatuaggio ma si differenzia per tecniche, strumenti e durata e tipologia del pigmento. Nella Tricopigmentazione, i pigmenti, vengono depositati nel derma superficiale, mentre nel tatuaggio nel derma profondo. I pigmenti utilizzati per la Tricopigmentazione possiedono caratteristiche chimiche che limitano la durata nel tempo e sono appositamente studiati per essere inoculati nel cuoio capelluto; quelli tatuaggio sono definitivi e non sono adatti nella maniera più assoluta alla tricopigmentazione. Infine i macchinari e gli aghi da tricopigmentazione sono differenti da quelli del tatuaggio. In particolare, rispetto a quello da tatuaggio decorativo l’ago è più sottile, penetra in uno strato più superficiale del derma e rilascia una quantità controllata di pigmento. Il “disegno” deve risultare micro-preciso e mantenere le sue caratteristiche inalterate nel tempo.

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Principali differenze tra tatuaggio per capelli e tatuaggio classico

Spesso può capitare di non avere le idee chiare sulla differenza tra il tatuaggio per capelli e il tatuaggio classico; quest’ultimo può anche essere realizzato sul cuoio capelluto, ma il suo scopo è solo decorativo. Il tatuaggio per capelli invece, che può essere effettuato con le tecniche di tricopigmentazione o micropigmentazione, a seconda dell’obiettivo, ha il fine di contrastare gli inestetismi dovuti a calvizie, diradamenti o cicatrici. La Tricopigmentazione è quel trattamento che può ripristinare completamente una testa calva. Si tratta di un incredibile trattamento che può cambiare la tua vita, i pigmenti naturali sono applicati a livello epidermico sul cuoio capelluto e sono in grado di replicare l’aspetto naturale dei follicoli piliferi reali.
Queste le principali differenze tra il tatuaggio classico e il tatuaggio per capelli:
La tricopigmentazione, mediamente, utilizza un pigmento che si riassorbe nel tempo e quindi non è permanente.
Un pigmento che va via consente di modificare il lavoro, cambiarlo a seconda dei cambiamenti del cliente e permette di poter cambiare idea. Negli ultimi anni si sta sviluppando anche in Italia la tecnica permanente.
Il tatuaggio utilizza degli strumenti molto più invasivi di quelli utilizzati nella tricopigmentazione, la pistola da tatuatore è molto meno delicata di quella da tricopigmentazione dove il dolore spesso non c’è. Scendendo più nello specifico, la strumentazione consiste in un’unità centrale munita di dermografo. Il dermografo è un manipolo che “scrive nel derma"; su di esso si innestano gli applicatori sottili (gli aghi) che veicolano i pigmenti nel derma.
Il tatuaggio decorativo  arriva nel derma profondo, la tricopigmentazione viene eseguita soltanto nel derma superficiale.
La tecnica dei capelli tatuati non è ben vista dal mondo della medicina, la pigmentazione sta prendendo ormai sempre più piede anche tra i medici che la utilizzano come tecnica per mascherare la perdita dei capelli.
In generale si consiglia di rivolgersi sempre a dei tricopigmentesti professionisti, che hanno seguito un percorso formativo ben delineato, piuttosto che a un tatuatore generico.

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Differenze tra micropigmentazione e tricopigmentazione

Sempre più donne (e ultimamente anche uomini) stanno ricorrendo alla tecnica della micropigmentazione per correggere piccoli inestetismi in diverse parti del corpo, al fine di sentirsi più in armonia con se stessi e con gli altri. La micropigmentazione è una specialità medico-estetica che prevede l’introduzione nella cute, per mezzo di applicatori specificatamente studiati, di pigmenti particolari del tutto inorganici, sterili e di origine minerale al fine di modificare, correggere, valorizzare ed equilibrare determinati tratti del viso o del corpo (come occhi, labbra, sopracciglia, capezzoli ecc). La micropigmentazione applicata al cuoio capelluto prende il nome di tricopigmentazione, una metodica del tutto innovativa, nata con l’obiettivo di nascondere inestetismi causati dalla caduta dei capelli (calvizie) o da cicatrici post-trapianto. La tricopigmentazione utilizzata per la calvizie è di tipo ricostruttivo, proprio perchè serve a camuffare cicatrici dovute a trapianti o incidenti o a pigmentare il cuoio capelluto.
La micropigmentazione, conosciuta anche come trucco permanente, è certamente una forma di tatuaggio, ma grazie al differente processo produttivo dei pigmenti e alla differente profondità di applicazione degli stessi, il disegno eseguito permane per un periodo di tempo limitato.
Per essere sicuri della precisione del trattamento vengono utilizzati degli aghi appositamente progettati, differenti da quelli usati nel tatuaggio convenzionale.
Per tatuare i capelli invece, vengono usate delle strumentazioni diverse anche da quelle utilizzate per la stessa micropigmentazione in altre parti del corpo. Lo strumento per il tattoo dei capelli si compone di un motore elettrico rotante, dotato di un comando a pedale e di uno strumento che si usa come una penna, dermografo, alla cui estremità si montano dei particolari aghi. La vibrazione degli aghi immersi nel pigmento fa risalire per capillarità il pigmento stesso. Gli aghi, monouso e sterili, sono standardizzati e saldati tra di loro a seconda della convenienza del professionista.
Pur essendo quindi tecniche simili, micropigmentazione e tricopigmentazione, richiedono metodi, strumenti e specialisti diversi e per questo è consigliato affidarsi sempre ad un operatore professionale specifico, a seconda delle proprie esigenze.

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