Quando la cataratta comincia a dare i primi segni di sè, gli occhiali, le lenti a contatto possono solo in parte e temporaneamente migliorare la vista del paziente. L’operazione chirurgica è l’unica terapia necessaria perché né i colliri, né il laser né altra terapia possono guarire una cataratta costituita e il mancato intervento comporta, in tempi variabili da soggetto a soggetto, la perdita pressoché totale della capacità visiva.
Inoltre il ritardato intervento può provocare un collegato peggioramento delle strutture interne dell’occhio, con un conseguente minor recupero. Si interviene con la facoemulsificazione e l’impianto di lentina intraoculare (IOL). L’intervento chirurgico si effettua mentre il paziente è appoggiato sulla schiena, in un ambiente chirurgico sterile e con il microscopio. E’ un atto chirurgico maggiore poiché consiste di un’incisione dell’occhio e dell’estrazione di uno degli elementi interni, il cristallino.
Normalmente l’intervento si esegue in regime ambulatoriale e l’ospedalizzazione non è necessaria: l’occhio è reso insensibile con la sola instillazione di gocce anestetiche. La rimozione della cataratta si realizza con l’aiuto di una sonda che emettendo ultrasuoni frantuma il cristallino i cui pezzi vengono recuperati con uno speciale aspiratore; la maggior parte dell’involucro del cristallino (la capsula) è lasciata al suo posto, perché serve da supporto al cristallino artificiale.
Segue l’inserimento di un cristallino artificiale (impianto intra-oculare): il cristallino umano opacato viene, cioè, sostituito da una lente sintetica posta dietro la pupilla. L’incisione dell’occhio può essere suturata oppure no.
Dott. Dario Surace
Direttore Unità Operativa di Oculistica
Ospedale S.Maria del Carmine di Rovereto (TN)
Tel. n. verde 848.816.816
www.dariosurace.it