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Chirurghi plastici italiani

Una pagine gialle della chirurgia estetica, plastica e ricostruttiva, una rubrica indispensabile, un idea brillante, una guida per tutti quelli che hanno bisogno di un ritocchino e non sanno a chi rivolgersi: Chirurghi Plastici Italiani! (http://www.chirurghiplasticiitaliani.com).

Esattamente si tratta della raccolta dei professionisti di chirurgia estetica più aggiornata di internet perchè si possono trovare centinaia di schede completissime! Ogni singola scheda è stata compilata a mano per garantire la massima veridicità dei dati e la precisa attualita’ degli stessi. Molte schede vengono fornite dagli stessi chirurghi plastici. E non solo nella scheda di ogni singolo chirurgo ci sono i dati classici (in altre parole quelli che si possono trovare ovunque)  ma anche commenti, discussioni e opinioni della gente. Si tratta quindi della prima Pagine Gialle Sociale dedicata alla chirurgia estetica. I chirurghi plastici sono classificati per zona geografica, specialità e “parole chiavi” ed è possibile fare ricerche avanzate con il motore di ricerca interno. Inoltre è possibile saltare da una scheda all’altra grazie ai tag, ossia alle etichette uniche che identificano ogni chirurgo plastico. Il sito web da la possibilità ai professionisti del settore di pubblicizarsi e di partecipare.

Attraverso http://www.chirurghiplasticiitaliani è possibile saltare ai seguenti siti:

  • http://www.chirurgoplasticomilano.org
  • http://www.chirurgoplasticoroma.org
  • http://www.chirurgoplasticonapoli.com
  • http://www.chirurgoplasticotorino.com
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Mastoplastica, protesi e tutto quanto c’è da sapere…

La mastoplastica, specialmente quella additiva, è un argomento sempre di moda e capace di catalizzare l’attenzione di tutti, maschi e femmine.

Ma molte cose non sono assolutamente conosciute, e per questo, cercheremo qui di chiarirle, senza entrare in sala operatoria…

Per iniziare un po’ di storia: tutti siamo portati a pensare che la mastoplastica sia un “qualcosa” di recente, invece no, perché già 1895 ci fu infatti il primo intervento di mastoplastica additiva, certificato, effettuato in Germania dove il grasso proveniente da un intervento di asportazione d’un tumore benigno fu reimpiantato nel seno appunto.

Poi il notevole incremento di interesse da parte delle donne per tale intervento estetico portò ad intervenire con vari tipi di “riempitivi”, tra i più disparati, quali: lana, vetro (!!!!) e  gomma, per poi arrivare intorno agli anni 1950/60 alla cera, all’olio di silicone, alla resina o al nylon.

I risultati erano ovviamente disastrosi, per via di rigetti, infiammazioni, edemi, granulomi e dolori intensi che tali sostanze provocavano.

La svolta avvenne nel 1963 quando Cronin e Gerow introdussero le protesi composte da un involucro di silicone riempito con gel di silicone.

Ovviamente come in tutti i campi le prime protesi non erano paragonabili a quelle attuali, ma erano anni luce avanti a quanto precedentemente proposto !

Un’altra pietra miliare fu l’introduzione delle protesi a soluzione salina, meno controindicazioni per la contrattura capsulare ma, purtroppo, la diminuzione di volume con e a causa della perdita del liquido, le fece presto quasi sparire.

Erano inoltre poco confortevoli e sgradevoli al tatto.

Si arriva così agli anni 1970-80-90 dove fanno la loro entrata in scena nuovi materiali quali: l’idrogel o l’olio di soia ed altri dai nomi astrusi.

Purtroppo anche per essi la sicurezza era un po’ scarsa e vennero così progressivamente ritirati dal mercato.

Si ritorna così alle protesi a base di silicone, ovviamente evolutesi grazie ai progressi tecnologici e scientifici…

Anche loro però ebbero un periodo di crisi quando furono “accusate” di essere cancerogene, per poi venire “assolte” da ulteriori studi clinici che hanno “certificato” la mancanza di nesso tra protesi al silicone e tumori alla ghiandola mammaria.

Ora concentriamoci sulle protesi, il cui utilizzo a scopi estetici è preponderante, ma non va dimenticato anche l’utilizzo terapeutico, per quelle donne che affette da tumore al seno non diagnosticato in tempo, sono costrette per salvare la vita a subire una mastectomia.

Questo comporta un trauma esistenziale oltre che estetico non indifferente, che la ricostruzione della mammella ha in gran parte ridimensionato, aumentando la qualità della vita delle pazienti.

Le protesi per il seno sono ad oggi così classificate:

– Con soluzione salina: involucro in silicone e riempite con una soluzione sterile salina appunto;

– Con gel di silicone: composte da involucro in silicone e riempite di gel di silicone, possono avere diverse “sfumature” di morbidezza;

– Protesi a laccio: immagino che nessuno le abbia mai sentite nominare, infatti sono veramente poco comuni. Per esse si usa il polipropilene. La loro peculiarità è che permettono al seno di continuare la sua crescita;

– Protesi a base di tessuto o staminali: sono ancora in fase evolutiva, ma sono sicuramente la prossima “pietra miliare” non appena raggiungeranno la “maturità”.

Infatti esse sono costituite dal tessuto della stessa paziente che opportunamente trattato viene reimpiantato nella mammella, senza rischi rotture, senza la necessità di future sostituzioni e senza alcun tipo di rigetto e senza cali o deformazioni dovuto allo scorrere del tempo.

Le forme sono essenzialmente 2: rotonde o anatomiche.

Quelle rotonde sono autoadattanti e richiedono quindi un’esperienze da parte del chirurgo che le deve posizionare per evitare poi deformazioni.

Le anatomiche sono già orientate in quanto hanno oltre ad  un avanti e un dietro, anche un sopra e un sotto, col vantaggio di dare al seno una forma più naturale e “stabile” ma ovviamente richiedono la massima attenzione da parte dei chirurghi estetici.

In funzione del loro posizionamento le protesi si distinguono in:

– sotto pettorale in quanto vanno sotto al muscolo pettorale;

– sotto ghiandolare, che come dice il nome, vengono posizionate sotto la mammella, tra la stessa e la cute.

A seconda della modalità di inserimento gli interventi sono classificati come:

– Periareolare: si incide il seno tra l’areola e la cute e si usa tale via per l’inserimento ed il posizionamento della protesi, questo tipo d’intervento ha il suo pregio nell’efficacia di mascherare la cicatrice;

– Sottomammellare: si utilizza tutta la sezione della mammella ove essa si ricongiunge col torace, è utilizzata per protesi piuttosto voluminose, ovviamente lascia una cicatrice piuttosto evidente, nascosta dalla massa del seno stesso, ma visibile comunque in posizione supina;

– Ascellare: si accede attraverso l’ascella, utilizzata principalmente per protesi di tipo salino col vantaggio di una cicatrice piccola e posta in un’area poco visibile;

– Ombelicale: si accede ovviamente attraverso l’ombelico, che è di per sè una cicatrice, quindi non ha controindicazioni dovute al taglio, ma è scarsamente applicabile per via della dimensione massima della protesi che si può far passare e per il fatto che per le pazienti troppo magre il rischio di danneggiare nervi, tendini o la cute stessa è elevato. Tale controindicazione è valida anche per la tipologia “ascellare” sopra descritta.

Oltre che per gli interventi di mera tipologia estetica, ricostruttiva: a seguito di malattie o traumi, la chirurgia ricostruttiva del seno viene impiegata anche per il cambio di sesso, ovviamente.

Come sopra accennato tra le “controindicazioni” vi è la temporaneità dell’intervento, da intendersi che la mastoplastica non è per sempre, anche se si parla comunque di parecchi anni (dai 5 ai 10) prima di doversi rioperare per sostituire le prime protesi, sformate, o a rischio di perdita dei liquidi di riempimento, con delle nuove, e magari più moderne e durature, approfittando dei progressi di tecnica e scienza.

Gabriele Goldoni

Uff. Relazioni col Pubblico

DermoMedical

[email protected]

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Esigenza di regolamentazione per la professione del chirurgo estetico

LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica, in controtendenza rispetto alla situazione generale italiana, richiede un alto standard di specializzazione allo staff medico

 

Nell’ultimo decennio l’Italia ha assistito ad un vero e proprio boom di chirurghi estetici: da circa 1.500 si è arrivati a circa 3-4 mila “specialisti del ritocco”, in considerazione anche della buona salute di cui gode questo settore nonostante i tempi di crisi economica. L’unico problema è che due su tre sono ‘improvvisati’.

Nicolò Scuderi, ordinario di chirurgia plastica all’Università Sapienza di Roma  e direttore scientifico de LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica, maggiore organizzazione italiana di specialisti in chirurgia estetica, traccia un quadro esaustivo della situazione di marasma generale in cui imperversa il settore: “Sono più di 2.000 i camici bianchi che non hanno una specializzazione specifica in chirurgia plastica ed estetica, ma che esercitano senza avere una competenza specifica. Gli specializzati in materia iscritti alla Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) ammontano a circa un migliaio o poco più, gli altri sono per lo più medici specializzati in altri settori della chirurgia.”

“D’altro canto – aggiunge – in Italia per esercitare basta essere laureati in medicina, avere l’abilitazione ed essere iscritti all’Ordine dei Medici. Quindi, anche se ‘improvvisati’, hanno tutte le carte in regola per esercitare e per fare tutto, a parte l’anestesista ed il radiologo.”

Quali sono i motivi che spingono i camici bianchi a lanciarsi nel mercato del ‘ritocco estetico’? “Innanzitutto –spiega Scuderi- la difficoltà dei giovani medici a trovare lavoro, dato il diradarsi delle assunzioni sia negli Ospedali che nelle Università, per cui i medici si rivolgono verso discipline tipiche del settore privato.” In secondo luogo, “la ‘buona salute’ di cui gode questo settore: nonostante la crisi economica, gli italiani sembrano disposti a rinunciare a molte altre cose, ma non alla cura del loro aspetto fisico.” Infine, l’alone di fascino che circonda l’immagine del chirurgo estetico, che ha soppiantato quella del cardiochirurgo di fama e che nell’immaginario collettivo rappresenta denaro, successo e fama.

In relazione allo stato di ‘buona salute’ del settore, secondo un recente studio della Sicpre, nel 2009 si è registrato un aumento di richieste di interventi estetici del 20% e, in questo panorama, LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica ha registrato un incremento del 54,30% nello stesso anno. Gli interventi più in voga sono quelli di sempre: mastoplastica additiva, rinoplastica, blefaroplastica e liposcultura.

Collocandosi tra i maggiori operatori della Chirurgia Estetica Europea, LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica ha già da tempo introdotto avanzati controlli e protocolli di responsabilità sociale, vincoli di specializzazione  (o anni di comprovata esperienza nella chirurgia estetica) e nuovi obblighi formativi per il proprio staff medico.  Gli specialisti LaCLINIQUE® si dedicano esclusivamente a prestazioni di Medicina e Chirurgia Estetica, sono selezionati, formati ed aggiornati, controllati con una metodologia comune e condividono metodiche operatorie codificate dalla Direzione Scientifica, allo scopo di garantire sempre risultati ottimali e, soprattutto, sicuri, dimostrando un elevato grado di responsabilità in un ambito così delicato come la chirurgia e la medicina estetica.

 

Per maggiori informazioni consultare il sito www.laclinique.it

Pubblicazione a cura di:

LaCLINIQUE®– Medicina e Chirurgia Estetica

Antonella Mistretta

+39 030 8376762

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Disposizioni ministeriali e limiti di età per la chirurgia estetica

LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica in netto anticipo rispetto alle disposizioni del Consiglio dei Ministri

Di fronte alla fragilità delle adolescenti, sempre più sensibili all’ideale di bellezza trasmesso dai media, l’11 Dicembre 2009 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge che prevede, da un lato, l`istituzione del Registro delle protesi mammarie finalizzato a fissare la tracciabilità dei materiali usati e, dall’altro, vieta l’impianto ai minori di 18 anni.

Con grande soddisfazione, il sottosegretario al Welfare, Francesca Martini, ritiene il provvedimento “fondamentale per la tutela della salute di tutte le donne che accedono ad un intervento di protesi mammaria per puro motivo estetico”.

L’esigenza di porre un limite scaturisce da una reale presa di coscienza del problema. Infatti, secondo un’indagine Swg, il 36% delle teenager non accetta il proprio aspetto, il 17% non è contenta del proprio seno e il 14% si sottoporrebbe ben volentieri ad un intervento di mastoplastica.

In questo scenario innovativo, LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica, maggiore organizzazione italiana nel settore ed antesignana della regolamentazione in esame, ha espresso già da tempo la necessità di “bandire gli eccessi”.

Infatti, su ordinanza della Direzione Scientifica, i chirurghi plastici de LaCLINIQUE® non intervengono chirurgicamente su minorenni, in particolare per operazioni di mastoplastica, a meno che non si presenti il caso di evidenti esigenze funzionali. La norma deriva da un moderno protocollo di responsabilità sociale, stabilito per garantire condizioni di totale correttezza e sicurezza.

Sulla base di un profondo senso di deontologia ed etica professionale, LaCLINIQUE®-Medicina e Chirurgia Estetica intende offrirti un percorso di bellezza tutelato, da intraprendere in condizioni di totale consapevolezza e maturità, presupposto imprescindibile per la tua sicurezza e per la tua piena soddisfazione.

Per maggiori informazioni consultare il sito www.laclinique.it

Pubblicazione a cura di:
LaCLINIQUE®- Medicina e Chirurgia Estetica
Antonella Mistretta
+39 030 8376762

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Chirurgia estetica: migliorarsi o alterarsi ?

Il quesito è sicuramente uno di quelli destinato a non avere una risposta definitiva, certa ed unanime.

Infatti dove inizia il miglioramento del proprio aspetto ? ma soprattutto dove finisce la parte migliorativa ed inizia quindi un vero processo di “alterazione” dei connotati e non solo di quelli ?

Se si accettano le ore di palestra, o attività fisica in generale, giustificandole anche con gli occhi salutistici, più difficile “digerire” interventi chirurgici tesi a ridurre drasticamente, fino talvolta ad eliminare, un difetto fisico, o ad aumentare la gradevolezza di altre parti…

Un esempio: nel secolo scorso le dame si applicavano nei finti per dare al volto quel tocco di sex appeal che faceva girare la testa agli uomini. Ed era un semplice puntino scuro !

Adesso ci sono persone che si operano per toglierli perché antiestetici !

Chissà cosa ne pensa Cindy Crawford, la top model dal caratteristico neo al lato della bocca…

Quanto successo avrebbero ottenuto certi personaggi cinematografici e teatrali senza i loro difetti o i difetti di chi ha dato loro vita ? La giunonica Rita Hayworth adesso in passerella a Milano la scarterebbero, troppo ben di Dio !!!!!

Che dire poi di Cyrano de Bergerac senza il suo naso ? E la calvizie del Tenente Kojak ? E il Gobbo di Notre Dame ?

Torniamo ora al quesito iniziale: miglioramento o alterazione ?

Se infatti tante ore di attività fisica ci migliorano, è anche altrettanto vero che ci modificano, un bicipite allenato ha forma ben diversa da uno “normale”.

Però in questo caso viene accettato in quanto naturale conseguenza della fatica e della costanza all’allenamento, mentre un soubrette “piatta” viene criticata al suo ripresentarsi sulle scene con una bella e prosperosa terza, o quarta…o con un fondo schiena più caraibico…o con qualche chilo in meno troppo velocemente perso…

Bisogna però osservare che comunque stare meglio con se stessi, avere un rapporto col prossimo migliore non è peccato, e se una persona, indistintamente dal sesso, reputa la propria esistenza più difficile per via di un difetto mi sembra giustificabile l’intervento di chirurgia plastica, tra l’altro ora più sicuro e meno traumatico, oltre che più economico, che in passato.

Diversamente si potrebbe giudicare la voglia di rimanere giovani, di avere sempre trent’anni, grazie agli interventi antiaging che non sempre sono chirurgici, e forse proprio perché si tratta (a volte) di una semplice iniezione, (ci) si giustifica più facilmente.

Ma cosa succederebbe se un doganiere un po’ troppo zelante ci vietasse il rientro in patria in quanto la foto del passaporto non ritrae chi egli ha di fronte ?

E se per assurdo San Pietro ci “chiudesse la porta in faccia” proprio perché non è la “faccia” originale ?

Vorrei concludere con la frase alquanto poco originale de “ai posteri l’ardua sentenza”, ma probabilmente, visto il trend, un “ritocchino-scheletro nell’armadio” ce l’avranno tutti…!

Gabriele Goldoni

Uff. Relazioni col Pubblico

DermoMedical

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Sono bello, dunque esisto.

Prefazione: per meglio capire l’argomento mi sembra opportuno precisare che:

– la chirurgia estetica plastica è quella che interviene per risolvere problemi e difetti presenti in un individuo dalla nascita;

– la chirurgia plastica cosmetica è quella più “edonistica” quella il cui principale scopo è ridare bellezza e giovinezza a chi ha un’età non più verde;

– la chirurgia estetica ricostruttiva, come dice il nome, è quella che tende/tenta di riportare l’aspetto di un individuo a com’era prima di un evento traumatico (incidente, deformazione / menomazione da malattia…).

Approfondiremo qui la seconda delle tre summenzionate tipologie. Sì perché oggi sembra non essere più il “penso dunque sono” ma l’ “appaio dunque sono” il leitmotiv dell’uomo del terzo millennio (maschio e femmina indistintamente !)

Infatti sembrerà assurdo, ma in periodo di crisi economica gli interventi di chirurgia plastica cosmetica (più preciso di chirurgia estetica) sono in aumento, tant’è che si è disposti a sacrifici economici, anche considerevoli, pur di riportare indietro di qualche anno le lancette del tempo sul nostro viso, o di avere un fisico più sensuale.

A dimostrazione ulteriore di come la cosa si stia trasformando da “fenomeno di nicchia” (attori, soubrettes, personaggi pubblici in generale…) a “fenomeno di massa” ecco l’arrivo della richiesta da parte degli utenti, ma anche la proposta da parte dei chirurghi, del pagamento rateale.

Preoccupante poi l’età di approccio a tali metodiche, sempre più ragazzine adolescenti chiedono per la maggiore età non la macchina ma un seno più prosperoso, sicuramente influenzate da bagnine maggiorate, da rock star dal seno e dai glutei prosperosi e scultorei.

Ovviamente la causa scatenante è che siamo bombardati da messaggi in cui se non sei bello (fino alla perfezione) non puoi sfondare, avere successo, ed i soggetti più “deboli”, ossia i e le teenager, non ancora formati nella loro personalità, e molto propensi alle “scorciatoie”, ricorrono al bisturi, in mancanza dei requisiti.

Se poi, non solo chi manca proprio di tali requisiti, ma anche chi è ancora un / una sex symbol, o una Miss, proprio a sottolineare la morbosa necessità della perfezione, vi ricorre, allora il messaggio è proprio inequivocabile !

Infatti, non si accetta più che la giovinezza e la bellezza siano transitorie, tant’è che ex Miss Italia ed ex Veline, dopo parti ed allattamenti sono ricorse al “ritocchino” !
Conferma tutto ciò la “classifica” degli interventi, che vede ai posti successivi al primo (intervento per l’aumento del seno appunto), la rinoplastica e la liposuzione.

Infine, anche se è certamente intervento poco visibile, è comunque emblematico dal punto di vista edonistico, la crescita prepotente del ricorso all’intervento di “Vaginoplastica”, dai chiari obiettivi di un piacere sessuale più forte e rinnovato.

Gabriele Goldoni

Uff. Relazioni col Pubblico

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