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Claudio Descalzi: CCS, i progetti di Eni per la cattura e l’utilizzo della CO2

L’AD di Eni Claudio Descalzi: “La cattura e lo stoccaggio della CO2 è una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili”.

 Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: CCS, un contributo indispensabile alla decarbonizzazione dell’industria

In occasione dell’avvio dei lavori della Fase 1 di Ravenna CCS, l’AD di Eni Claudio Descalzi lo scorso 3 settembre ha ribadito il valore dei progetti legati alla cattura e allo stoccaggio della CO2: “Una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili”. La filiera tecnologica di cattura, trasporto, stoccaggio e utilizzo della CO2, in inglese Carbon Capture Utilization and Storage (CCUS), permette di catturare le emissioni di anidride carbonica direttamente dagli impianti industriali che le generano. Una volta catturata, la CO2 può essere iniettata in formazioni geologiche profonde adatte a contenerla definitivamente (Carbon, Capture and Storage – CCS) oppure utilizzata come materia prima per nuovi cicli produttivi a minor impatto (Carbon, Capture and Utilization – CCU). Eni, già impegnata in progetti nel Regno Unito e in Italia, sta valutando altre opportunità in Nord Africa, Olanda e Norvegia: d’altronde, come emerge anche dalle parole dell’AD Claudio Descalzi, la CCS rappresenta una leva fondamentale per la transizione energetica sia per la decarbonizzazione delle proprie operazioni che come servizio per la decarbonizzazione di industrie terze. La CCS è infatti uno degli strumenti indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione e neutralità climatica fissati con l’accordo di Parigi del 2015 e per i settori hard to abate, cioè quelli in cui, sia per gli alti consumi di energia che per le caratteristiche dei loro cicli produttivi, non vi sono allo stato attuale alternative tecnologiche altrettanto efficaci (ad esempio cementifici, acciaierie, raffinazione, chimica, carta, vetro e ceramica).  

Claudio Descalzi: i progetti di CCS che Eni porta avanti in Italia e nel Regno Unito

Lo scorso 3 settembre a Ravenna, come ha ricordato Claudio Descalzi, “un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione è diventato realtà industriale”. È stata infatti avviata la Fase 1 del primo progetto di Eni in Italia per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio permanente della CO2, realizzato a scopi esclusivamente ambientali per contribuire alla decarbonizzazione dei settori industriali. Portato avanti insieme a Snam, garantisce un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte fino al 96%, della CO2 in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% ed a pressione atmosferica, le condizioni più severe ad oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. Numeri che lo collocano come il primo al mondo su scala industriale con tale efficienza di cattura. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi sta lavorando anche nel Regno Unito ad altre iniziative CCS: l’AD di Eni ha avuto modo di parlarne anche lo scorso 10 settembre durante l’incontro con il Primo Ministro del Regno Unito, Sir Keir Starmer e il Segretario di Stato per la Sicurezza Energetica e Net Zero, Ed Miliband. Il progetto HyNet North West permetterà di catturare l’anidride carbonica prodotta dalle industrie sulla terraferma e di immagazzinarla definitivamente e in maniera sicura nei campi a gas esauriti nel Mare d’Irlanda: grazie alla cattura e stoccaggio della CO2 (Carbon Capture and Storage – CCS), uno dei distretti produttivi più energivori del Paese, nell’area della Liverpool Bay sulla costa nord-occidentale, diventerà il primo cluster industriale a basse emissioni al mondo. Eni è impegnata anche nel progetto Bacton Thames Net Zero, sul Mare del Nord meridionale britannico, che contribuisce alla decarbonizzazione dell’area di Bacton e dell’estuario del Tamigi.

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Eni, Claudio Descalzi: Ravenna CCS diventa una realtà industriale, l’avvio della Fase 1

Eni e Snam avviano Ravenna CCS: primo progetto di cattura e stoccaggio della CO₂ in Italia, sta affermando il proprio pionierismo anche su scala mondiale per efficienza e potrà giocare una parte importante nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea di dotarsi entro il 2030 di una capacità di stoccaggio di CO₂ pari ad almeno 50 milioni di tonnellate per anno. La soddisfazione dell’AD di Eni Claudio Descalzi

 Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: Ravenna CCS, l’avvio del primo progetto di cattura e stoccaggio della CO₂ in Italia

Un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione è diventato realtà industriale”: lo evidenzia l’AD di Eni Claudio Descalzi commentando l’annuncio dell’avvio delle attività di iniezione della CO₂ in giacimento relative alla Fase 1 di Ravenna CCS. Primo progetto in Italia per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio permanente della CO₂, è realizzato nell’ambito di una Joint Venture paritetica costituita con Snam a scopi esclusivamente ambientali per contribuire alla decarbonizzazione dei settori industriali. La Fase 1, avviata ufficialmente lo scorso 3 settembre, ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare la CO₂ emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel Comune di Ravenna, stimata in circa 25mila tonnellate per anno: l’anidride carbonica, una volta catturata, viene trasportata fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite. Infine sarà iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito dove viene stoccata permanentemente a circa 3.000 metri di profondità. Ravenna CCS garantisce livelli di abbattimento superiori al 90%, e con punte fino al 96%, della CO₂ in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% e a pressione atmosferica, le condizioni più severe ad oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. Elemento distintivo del progetto inoltre è l’alimentazione dell’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni di CO₂. Peculiarità che ne attestano la leadership su scala internazionale, come riporta in una nota il Gruppo guidato da Claudio Descalzi: Ravenna CCS si configura infatti come il primo progetto al mondo su scala industriale con tale efficienza di cattura.

Claudio Descalzi: affrontiamo la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione

La cattura e lo stoccaggio della CO₂, ha sottolineato Claudio Descalzi rimarcando il valore del progetto, si configura come “una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili”. L’AD ha quindi ribadito che “utilizziamo i nostri giacimenti esauriti, le nostre infrastrutture esistenti e il nostro know-how nelle tecniche di reiniezione per offrire un servizio molto competitivo per il quale stiamo riscuotendo un grandissimo interesse”. Eni affronta “la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione, accrescendo e valorizzando le soluzioni a nostra disposizione per decarbonizzare le nostre attività e i vari ambiti dei sistemi economici e industriali”. Dalle rinnovabili ai biocarburanti, dalla CCS alla chimica sostenibile “siamo impegnati a fornire ai nostri clienti una varietà di soluzioni con costante attenzione alla competitività economica e alla domanda reale di chi l’energia la deve utilizzare per lavorare e produrre”, ha ricordato infine Claudio Descalzi.

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Claudio Descalzi porta Eni alla CERAWeek: focus sull’intervento dell’AD

Claudio Descalzi: “La nostra collaborazione in OGCI, l’alleanza con le altre compagnie sugli obiettivi legati alla decarbonizzazione, ha permesso alle società aderenti di uscire da una comfort zone fatta di una realtà fortemente competitiva e di cooperare per il raggiungimento di un futuro Net Zero”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: l’intervento dell’AD di Eni alla CERAWeek

L’AD Claudio Descalzi ha preso parte anche quest’anno alla CERAWeek, una delle conferenze sull’energia più rilevanti a livello internazionale, di cui Eni è Industry Partner: l’evento riunisce a Houston i più importanti player del settore su scala mondiale per discutere di rischi e opportunità legate alla transizione energetica e delle strategie più funzionali nel ridisegnare il panorama competitivo per le aziende e i Paesi. “Il gas è una fonte fondamentale per accompagnare la transizione energetica e dobbiamo proseguire con forza nella riduzione delle emissioni di metano a esso collegate”, ha spiegato in merito Claudio Descalzi che, soffermandosi sulle necessità in evidenza lungo tutta la catena del valore energetico, ha ricordato l’impegno di Eni nell’ambito della Oil & Gas Climate Initiative, iniziativa volontaria che unisce 12 compagnie energetiche con l’obiettivo di accelerare le azioni prioritarie per il raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Claudio Descalzi: Eni condivide mission e valori della Oil & Gas Climate Initiative

Secondo Claudio Descalzi, mai come oggi è fondamentale comprendere che la transizione energetica riflette realtà e tempistiche diverse a seconda della regione, della tecnologia, delle strategie industriali, della varietà di approcci sociali e politici e delle divergenti priorità nazionali: riconoscerne il carattere multidimensionale significa rispondere alla necessità di ridurre le emissioni. “Nel 2018, abbiamo introdotto, e anche raggiunto, un target collettivo per mantenere l’intensità emissiva di metano ben al di sotto dello 0,2%. Per abbattere tali emissioni il monitoraggio satellitare sta diventando cruciale e come OGCI lo stiamo impiegando con importanti risultati in differenti Paesi e geografie”, ha sottolineato l’AD Claudio Descalzi. “La nostra collaborazione in OGCI, l’alleanza con le altre compagnie sugli obiettivi legati alla decarbonizzazione, ha permesso alle società aderenti di uscire da una comfort zone fatta di una realtà fortemente competitiva e di cooperare per il raggiungimento di un futuro Net Zero”: il manager ha quindi ricordato come Eni dal 2018 ad oggi abbia “più che dimezzato le emissioni di metano e puntiamo a quasi azzerarle entro il 2030”.

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Claudio Descalzi: Eni, accordo di joint venture tra LG Chem e Enilive

LG Chem ed Enilive annunciano la firma dell’accordo di joint venture che rappresenta un ulteriore passo verso la decisione finale di investimento per il progetto di una nuova bioraffineria in Corea del Sud: il valore nelle parole dell’AD di Eni Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: accordo di joint venture tra LG Chem e Enilive per una nuova bioraffineria in Corea del Sud

L’AD di Eni Claudio Descalzi e Shin Hak-cheol, AD di LG Chem, hanno sottoscritto a Roma l’accordo di joint venture per una nuova bioraffineria in Corea del Sud. Enilive, società di Eni specializzata in attività di bioraffinazione, produzione di biometano e soluzioni di smart mobility, e LG Chem hanno annunciato di aver avviato la valutazione per lo sviluppo e la gestione di una nuova bioraffineria nel sito petrolchimico di LG Chem a Daesan, in Corea del Sud. L’obiettivo è di completare l’impianto entro il 2026 e trattare circa 400.000 tonnellate/anno di materie prime biogeniche utilizzando la tecnologia Ecofining™ di Eni per rendere disponibili diversi prodotti tra cui il Sustainable Aviation Fuel (SAF), il biocarburante HVO diesel (olio vegetale idrogenato) e la bio-nafta. L’accordo sottoscritto il 19 gennaio dall’AD Claudio Descalzi rappresenta un ulteriore passo verso la decisione finale di investimento, prevista entro il 2024.

Claudio Descalzi: la produzione di biocarburanti è uno dei pilastri della nostra strategia

L’AD Claudio Descalzi, nel sottolineare il valore del progetto per Eni, ha evidenziato come la produzione di biocarburanti rappresenti “uno dei pilastri della nostra strategia per contribuire a raggiungere la piena neutralità carbonica al 2050, anche attraverso la vendita di prodotti progressivamente decarbonizzati”. Quello in cui Eni e LG Chem uniranno le rispettive competenze è “un progetto chiave per ampliare a livello internazionale la presenza di Enilive nel settore della bioraffinazione, per aumentare la sua capacità dagli attuali 1,65 milioni di tonnellate/anno a oltre 5 milioni di tonnellate/anno al 2030 e per aumentare l’opzionalità della produzione di SAF fino a 2 milioni di tonnellate/anno dal 2030”, ha rimarcato l’AD Claudio Descalzi. L’importante significato che ha tale accordo emerge anche nelle parole dell’AD di LG Chem: “Rappresenta lo spirito di collaborazione e lo sforzo congiunto di aziende leader a livello globale verso l’obiettivo comune del Net Zero”.

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Claudio Descalzi: Eni negli USA, l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima in visita al CFS

Claudio Descalzi: “L’impegno di Eni verso la decarbonizzazione è forte, profondo e irreversibile e si basa su un percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso già da dieci anni. Eni sta riducendo le sue emissioni totali Scope 1, 2 e 3 per raggiungere Net Zero nel 2050”.

Claudio Descalzi

Eni, l’AD Claudio Descalzi accoglie l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti al CFS di Devens

Emerge anche nelle parole dell’AD di Eni Claudio Descalzi la soddisfazione per la visita dell’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti, John Kerry, alla sede di Commonwealth Fusion Systems (CFS) a Devens, Massachusetts, vicino Boston. “È con grande piacere che sono qui oggi con John Kerry, che sta svolgendo un lavoro straordinario per accelerare in maniera concreta la transizione energetica a livello globale”, ha sottolineato l’AD Claudio Descalzi che insieme all’Amministratore Delegato di CFS Bob Mumgaard ha accolto lo scorso 20 novembre l’Inviato Speciale Presidenziale per il Clima degli Stati Uniti presso la sede di Commonwealth Fusion Systems (CFS). “Abbiamo una storica collaborazione scientifica con il MIT e siamo investitore strategico in Commonwealth Fusion Systems: stiamo investendo significativamente nella fusione magnetica con l’obiettivo di portarla all’industrializzazione, e attribuiamo valore alle collaborazioni internazionali e pubblico-private per accelerarne la commercializzazione. Siamo partiti da qui, nell’ecosistema di innovazione statunitense unico nel suo genere, il cui approccio dovrebbe essere visto come un modello per altri Paesi che si avvicinano a questa tecnologia”, ha rimarcato in merito l’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi: guardiamo al futuro investendo in soluzioni breakthrough per la transizione

L’AD di Eni Claudio Descalzi ha quindi ricordato il “forte, profondo e irreversibile” impegno di Eni verso la decarbonizzazione: “Si basa su un percorso di trasformazione che abbiamo intrapreso già da dieci anni. Eni sta riducendo le sue emissioni totali Scope 1, 2 e 3 per raggiungere Net Zero nel 2050. Da un lato, stiamo lavorando alla riduzione del contenuto carbonico nella produzione energetica da fonti tradizionali, ad esempio con la diminuzione significativa delle nostre emissioni di metano; dall’altro, stiamo aumentando progressivamente la nostra offerta di prodotti a basse emissioni di carbonio, crescendo sia nella produzione di rinnovabili che di biocarburanti”. Ma Eni, ha aggiunto l’AD Claudio Descalzi, a conferma della vision lungimirante che la contraddistingue da 70 anni, è sempre più proiettata su ciò che sarà: “Guardiamo anche al nostro futuro, investendo in soluzioni breakthrough per la transizione, come l’energia da fusione, che rappresenta una fonte di energia sostenibile e virtualmente inesauribile. Ecco perché oggi siamo orgogliosi di condividere i progressi di CFS con una persona lungimirante come John Kerry”.

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Claudio Descalzi: Eni al “Green&Blue Talk”, l’intervista all’AD

“Green&Blue Talk”: l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi intervistato dal Vicedirettore del “Corriere della Sera” lo scorso 10 ottobre nel corso dell’evento di Rcs Academy.

Claudio Descalzi

Eni, Claudio Descalzi al “Green&Blue Talk”: la risposta di Eni alle sfide del settore energetico

L’AD Claudio Descalzi è intervenuto nel corso della quinta edizione del “Green&Blue Talk” di Rcs Academy intitolata “Transition To Net Zero – Innovare l’Energia”. Questione energetica, indipendenza e diversificazione per lo sviluppo del sistema-Paese sono alcune delle tematiche che ha affrontato l’AD di Eni intervistato dal Vicedirettore del “Corriere della Sera” Daniele Manca. Parlando del settantennale di Eni, Claudio Descalzi ha sottolineato come un importante punto della trasformazione del Gruppo, nonché “elemento a supporto della transizione”, sia stato “lo spostamento progressivo” dal petrolio al gas che “continuerà nei prossimi anni”. Eni, ha spiegato l’AD, si è focalizzata “sul gas da noi prodotto, rispetto a quello acquistato da terzi riuscendo ad avere un’indipendenza: questo ci ha consentito di essere presenti sull’intera catena del valore e consolidare il nostro rapporto con i Paesi in cui operiamo, in primo luogo in Africa”.

Claudio Descalzi: innovazione e transizione energetica, le tecnologie punto di partenza del cambiamento

Transizione e sicurezza energetica, ha ricordato l’AD Claudio Descalzi, sono le sfide che oggi il mondo dell’energia si trova ad affrontare. La risposta di Eni è nel suo Dna: nella comprovata capacità di evolvere costantemente, di innovare, di essere pioniere dei cambiamenti, di anticiparli come nel 2014 quando, sotto la guida dell’AD, ha preso il via un nuovo percorso di trasformazione orientato a una crescita sostenibile. “Avendo Eni una marcata connotazione industriale il punto di partenza del cambiamento sono state le tecnologie. Tecnologie proprietarie però, che abbiamo voluto sviluppare in casa, nei nostri sette centri di ricerca e attraverso numerosi accordi con atenei internazionali che in questo periodo hanno prodotto più di 8.500 brevetti che coprono tutti i nostri processi industriali”, ha evidenziato l’AD Claudio Descalzi nel corso del “Green&Blue Talk”. Come indicano le parole del manager, nella vision di Eni la transizione energetica è prima di tutto una transizione tecnologica che richiede una forte capacità industriale e innovativa accompagnata da una grande attenzione per la dimensione sociale. Diversificazione del mix energetico e geografico, sviluppo di nuove tecnologie e ruolo centrale del gas sono alla base del modello che Eni ha adottato per rispondere efficacemente alle sfide che si trova ad affrontare oggi il sistema energetico mondiale (sostenibilità ambientale, accesso universale all’energia, sicurezza energetica per citarne alcune).

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Claudio Descalzi: l’intervento dell’AD alla cerimonia per i 70 anni di Eni

Claudio Descalzi: “Eni è l’esempio di un’Italia forte, positiva, rispettosa, capace di adattarsi e trasformarsi, e di raggiungere risultati incredibili”.

Claudio Descalzi, AD di Eni

Claudio Descalzi: Eni capace di evolvere costantemente, di innovare, di anticipare i cambiamenti

Il Presidente Giuseppe Zafarana e l’AD Claudio Descalzi hanno celebrato lo scorso 10 ottobre i 70 anni di Eni nel corso di un evento in programma presso il contesto architettonico del Gazometro di Roma Ostiense. In un video-messaggio, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato il ruolo di Eni nell’accompagnare la crescita del Paese. “In questi 70 anni di storia Eni è stata capace di evolvere costantemente, di innovare, di essere pioniere dei cambiamenti, di anticiparli. Allo stesso modo, negli ultimi anni, nel creare e intraprendere il nostro percorso di transizione energetica ci siamo trasformati in modo profondo, non solo in termini di strategia e azioni ma di cultura interna”, ha ricordato l’AD Claudio Descalzi nel suo intervento. Nel tempo “siamo diventati un alleato importante per lo sviluppo sostenibile del Paese, ruolo che oggi continuiamo ad assolvere come leader della transizione e garante della sicurezza energetica nazionale. La nostra strategia di decarbonizzazione al 2050 è fatta di soluzioni, servizi e prodotti che contribuiranno alla neutralità carbonica. Per concretizzarla, puntiamo sulle competenze delle nostre persone e su una profonda trasformazione aziendale, basata sulla diversificazione tecnologica ed energetica. Grazie alla presenza globale che abbiamo costruito, possiamo affrontare le sfide del settore energetico e, al tempo stesso, promuovere l’accesso all’energia e lo sviluppo locale nei Paesi in cui operiamo”.

Claudio Descalzi: puntiamo sulle competenze delle nostre persone e su una profonda trasformazione aziendale

L’AD Claudio Descalzi, ricordando il ruolo di Eni nel diventare un alleato importante per lo sviluppo sostenibile del Paese nonché il valore “della nostra strategia di decarbonizzazione al 2050, fatta di soluzioni, servizi e prodotti che contribuiranno alla neutralità carbonica”, ha rimarcato l’impegno di quanti lavorano all’interno del Gruppo per sostenerne quotidianamente la crescita. Come infatti ha ricordato l’AD “abbiamo tutti imparato a pensare e agire in modo diverso: nuovi modelli industriali, nuovi business, ricerca e innovazione continua, con un approccio costantemente volto all’integrazione”. Fondamentale poi l’approccio adottato nei Paesi in cui opera: “Abbiamo accresciuto la capacità di integrarci nelle comunità dei Paesi in cui operiamo, lavorando per supportarne lo sviluppo, costruendo una relazione e una fiducia tali da essere considerati parte delle loro realtà: un grande valore nel lungo periodo, che supera quello del profitto nel breve”. Cooperare e creare forti alleanze è la chiave: “Per noi lavorare in un Paese significa lasciare al mercato domestico buona parte dell’energia che produciamo, creare lavoro e diffondere l’accesso all’energia, promuovere sviluppo sanitario, imprenditoriale, agricolo, scolastico”. Questa Eni, ha ribadito infine l’AD Claudio Descalzi, è “l’esempio dell’Italia forte, positiva, rispettosa, capace di adattarsi e trasformarsi, e di raggiungere risultati incredibili”: l’Italia che “portiamo ogni giorno nel mondo, con orgoglio”.

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Claudio Descalzi: Eni in Egitto investe 7,7 miliardi di dollari per progetti energetici

Ammonta a 7,7 miliardi di dollari il volume di investimenti che Eni prevede di riservare all’Egitto. A Il Cairo l’incontro tra l’AD Claudio Descalzi, il Presidente Abdel Fattah al-Sisi e il Ministro del Petrolio Tarek El-Molla.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: energia, passo in avanti importante tra Italia ed Egitto

Nuovi piani in programma per la ricerca, l’esplorazione e lo sviluppo, valorizzando appieno le risorse energetiche egiziane. Puntano a questo i progetti che Eni intende avviare nel Paese nordafricano, con 7,7 miliardi di dollari destinati a tal scopo nei prossimi quattro anni. È quanto si apprende da un comunicato rilasciato dalla Presidenza egiziana in seguito all’incontro avvenuto a Il Cairo tra l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi, il Presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e il Ministro del Petrolio Tarek El-Molla. Eni, insieme ai suoi partner, è dunque pronta ad avviare nuovi progetti per aumentare gli investimenti in Egitto e rafforzare le iniziative energetiche nel Paese. L’incontro ha fornito occasione per presentare un resoconto delle attività del Gruppo e delineare i piani futuri in tema di ricerca, esplorazione e sviluppo. Claudio Descalzi ha inoltre evidenziato i progressi raggiunti sul fronte dei progetti di sostenibilità ed efficienza energetica, in linea con quanto previsto nel Memorandum of Understanding firmato a marzo 2023.

Claudio Descalzi: Eni – Egitto, volontà di rafforzare la collaborazione

Durante l’incontro a Il Cairo, Claudio Descalzi ha sottolineato l’importanza strategica dell’Egitto per Eni, con opportunità promettenti per quanto concerne il settore energetico del Paese anche grazie all’impegno del Governo e del Presidente egiziano in tal senso. Lo stesso presidente al-Sisi ha espresso soddisfazione per le attività di Eni in Egitto, evidenziandone il rispetto di alti standard globali e la volontà di fortificare ulteriormente la collaborazione. Un passo in avanti importante, dunque, nella partnership tra l’Egitto e il Gruppo guidato dall’AD Claudio Descalzi, con ricadute positive in termini economici anche per l’intero sistema nazionale italiano. Eni, dal canto suo, continua parallelamente a rafforzare la propria posizione di leadership nel settore energetico su scala globale.

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Claudio Descalzi: l’impegno dell’AD per la “Just Transition” di Eni

L’innovazione tecnologica e digitale, alla base del modello di business di Eni, ha un ruolo centrale nell’affrontare il trilemma dell’energia. L’AD Claudio Descalzi: “La capacità di innovare è il motore che ci permette di trasformarci senza perdere solidità”.

Claudio Descalzi

Eni, il valore di una “Just Transition” nelle parole dell’AD Claudio Descalzi

L’AD Claudio Descalzi ne ha parlato in diverse occasioni sottolineando l’impegno di Eni per una transizione energetica che, attraverso soluzioni concrete, possa consentire di preservare l’ambiente, dare accesso all’energia a tutti e sia al tempo stesso socialmente equa. Strategie, obiettivi, progetti e risultati sono raccontati ogni anno all’interno del report di sostenibilità che Eni diffonde nell’ottica di condividere la propria visione e il proprio impegno anche con i consumatori, protagonisti attivi della transizione energetica in quanto attraverso le loro scelte e i loro comportamenti possono contribuire a un cambio di prospettiva. Mai come oggi è necessario perseguire una transizione energetica che sia equa e giusta socialmente: una “Just Transition” che, come l’AD Claudio Descalzi ha ricordato anche in diverse interviste, deve basarsi su un approccio differente tra i Paesi a seconda delle proprie risorse economiche.

Claudio Descalzi: Eni, come creiamo e distribuiamo valore

Più volte l’AD Claudio Descalzi si è espresso sulle sfide che il trilemma energetico ci pone oggi davanti: raggiungere la sostenibilità ambientale, garantendo allo stesso tempo la sicurezza energetica e dell’accessibilità economica e sociale per tutti. Per affrontarle con successo Eni ha implementato un Modello di Business efficace che si basa sul miglior utilizzo possibile di tutte le risorse a disposizione (input) e le trasforma in output grazie a una strategia in grado di far fronte alle sfide attuali: contrasto al cambiamento climatico e accesso all’energia sostenibile per tutti. L’impiego di tecnologie proprietarie e la diversificazione delle fonti energetiche permettono a Eni di controllare l’intera catena del valore dell’energia facendo leva sull’eccellenza operativa che “guida le nostre attività e valorizza le nostre persone”, sulla neutralità carbonica al 2050 che ambisce alla totale decarbonizzazione di prodotti e processi e sulle alleanze per lo sviluppo per generare valore nel lungo periodo sia nell’ottica di trasferire know-how e competenze che di supportare le comunità locali nei Paesi ospitanti. “Eni ha lavorato per contribuire alla sicurezza energetica europea e ha proseguito il proprio percorso di trasformazione verso la decarbonizzazione di prodotti e servizi, facendo leva su di una strategia distintiva, basata sulla diversificazione a livello geografico e tecnologico delle fonti energetiche”, ha evidenziato l’AD Claudio Descalzi.

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Claudio Descalzi: Eni nel primo semestre 2023, il focus dell’AD

La vision dell’AD Claudio Descalzi sul primo semestre 2023 di Eni: “Oltre ad aver raggiunto traguardi finanziari positivi, Eni ha realizzato importanti progressi nella attuazione della propria strategia in tutti i settori di attività”. 

Claudio Descalzi

Eni: l’AD Claudio Descalzi esamina i risultati del secondo trimestre 2023

È nelle parole dell’AD Claudio Descalzi il valore della performance di Eni che nel secondo trimestre 2023 ha ottenuto “eccellenti risultati operativi e finanziari in un contesto di mercato meno favorevole”. L’AD ne sottolinea quindi la resilienza “dopo che Eni, nel precedente e ben più positivo scenario, era stata in grado di coglierne al meglio le opportunità”. Claudio Descalzi evidenzia in particolare i positivi traguardi finanziari raggiunti e gli importanti progressi realizzati nella attuazione della propria strategia in tutti i settori di attività: “L’utile operativo adjusted del secondo trimestre, pari a 3,4 miliardi di euro e che sale a 4,2 miliardi includendo il contributo delle JV/collegate, è stato trainato dai solidi risultati di una E&P in crescita e da un’altra eccellente performance di GGP”. Rilevante il flusso di cassa adjusted, pari a 4,2 miliardi di euro: “Ben superiore alle esigenze di finanziamento degli investimenti di 2,6 miliardi”. Per quanto riguarda Sustainable Mobility e Plenitude, in uno scenario di mercato che ha condizionato la raffinazione e la chimica, l’AD evidenzia come continuino a registrare “crescita di utili e di capacità in linea con il piano e nonostante le volatili condizioni esterne”.

Claudio Descalzi: Eni nel primo semestre 2023, i principali sviluppi di business

L’AD Claudio Descalzi, estendendo lo sguardo sul primo semestre 2023, osserva come “anche scontando il fabbisogno del capitale circolante, abbiamo ottenuto circa 3 miliardi di euro di flusso di cassa discrezionale, in grado di coprire quasi per intero l’esborso per il dividendo 2023”. In sintesi dunque i numeri confermano come le iniziative di trasformazione strategica stiano portando “benefici ai nostri risultati, e il 2023 ha registrato ulteriori significativi avanzamenti”. L’AD ricorda quindi come “oltre a espandere la nostra capacità di bioraffinazione con la JV di Chalmette negli Stati Uniti e all’acquisizione di Novamont nella chimica verde, a giugno abbiamo annunciato l’acquisizione di Neptune Energy”: il portafoglio di Neptune, focalizzato sul gas, complementare a livello geografico/operativo a quello di Eni e a ridotto profilo di emissioni operative, rappresenta “una eccezionale combinazione rispetto ai nostri obiettivi di medio/lungo termine, e comporterà significativi benefici operativi e finanziari”. Ogni iniziativa strategica promossa da Eni contribuisce “al conseguimento di quella forte progressione verso i risultati di cui ci siamo dati obiettivo nel piano”. L’andamento del primo semestre dell’anno, riassume infine Claudio Descalzi, “e il chiaro progresso dei nostri settori di attività, che porta a un miglioramento nella previsione dei risultati ad anno intero si confermano i solidi fondamentali sulla cui base corrispondere a settembre la prima rata trimestrale del dividendo annuo di €0,94 per azione, aumentato rispetto all’esercizio precedente, nonché proseguire il programma di riacquisto di azioni da 2,2 miliardi di euro avviato a maggio”.

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Eni, l’AD Claudio Descalzi in Kazakistan: attività in corso e nuovi progetti

Nelle parole dell’AD Claudio Descalzi il forte impegno di Eni per rafforzare il proprio ruolo di primo piano nel processo di transizione energetica del Kazakistan.

Claudio Descalzi: Eni in Kazakistan, l’incontro con il Presidente Tokayev

Eni, ha detto l’AD Claudio Descalzi a margine dell’incontro dello scorso 8 giugno con il Presidente del Kazakistan, è impegnata fortemente “a rafforzare il proprio ruolo di primo piano nel processo di transizione energetica del Paese accelerando l’evoluzione del proprio modello di business”. Nell’ambito dell’incontro ad Astana con il Presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev è stato fatto il punto sulle attività che Eni sta portando avanti nel Paese dove è presente dal 1992 in quanto operatore congiunto del giacimento di Karachaganak: partner in diversi progetti nel Mar Caspio settentrionale, tra cui il giacimento di Kashagan, opera inoltre insieme a Kmg all’interno del blocco esplorativo di Abay. L’AD Claudio Descalzi ha avuto modo di illustrare la strategia di valorizzazione del gas di Karachaganak e Kashagan attraverso cui si punta a soddisfare la domanda del Paese e a dare ulteriore impulso agli investimenti in rinnovabili e bio-feedstock per la transizione energetica.

Claudio Descalzi: Eni annuncia il progetto di una nuova centrale elettrica ibrida rinnovabili-gas

L’AD Claudio Descalzi, durante l’incontro con il Presidente del Kazakistan, ha discusso anche di nuovi progetti e iniziative di decarbonizzazione. In particolare, è stata annunciata la realizzazione di una nuova centrale elettrica ibrida rinnovabili-gas da 250 MW in Zhanaozen, regione di Mangystau. Si tratta di un progetto pionieristico per il Paese: realizzato da Eni insieme alla società di stato kazaka KazMunayGas, apre la strada alla combinazione ibrida di varie tecnologie per la generazione elettrica con centrali di ultima generazione sviluppate da Plenitude in cooperazione con Kmg e centrali elettriche a gas naturale utilizzate con capacità di bilanciamento. L’accordo prevede nello specifico un impianto fotovoltaico, uno eolico e uno a gas per la produzione e la fornitura di energia elettrica decarbonizzata e stabile alle società controllate di Kmg presenti nell’area. “Rappresenta un ulteriore passo in avanti per la crescita della capacità di generazione rinnovabile di Eni, supportando al contempo il percorso di decarbonizzazione del Kazakhstan”, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi rimarcandone il valore: il modello ibrido, oltre a consentire di diversificare e decarbonizzare la fornitura di energia elettrica per la regione di Mangystau, contribuisce al contempo a incentivare lo sviluppo del capitale umano nel settore delle energie rinnovabili.

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Eni: l’AD Claudio Descalzi riceve il Presidente della Repubblica dell’Angola

L’AD Claudio Descalzi: “Questa visita è per noi fonte di grande soddisfazione, poiché dimostra la validità del modello di alleanza che abbiamo costruito con diversi Paesi in cui operiamo, e dei quali l’Angola è tra i più importanti”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: Eni riceve il Presidente dell’Angola in visita in Italia

L’AD Claudio Descalzi, insieme al Presidente Giuseppe Zafarana, ha accolto al tecnopolo Eni 2050 lab il Presidente della Repubblica dell’Angola, João Lourenço. L’incontro è avvenuto nell’ambito della visita di Stato del Presidente della Repubblica dell’Angola in Italia, accompagnato dal Ministro di Stato e Capo di Gabinetto, Adão Francisco Correia De Almeida, e dal Ministro degli Affari Esteri, Téte António. L’AD Claudio Descalzi ha avuto modo di illustrare le soluzioni tecnologiche al centro della strategia di decarbonizzazione di Eni in sviluppo presso lo spazio polifunzionale dedicato all’innovazione e alla ricerca che sorge all’interno del complesso architettonico del Gazometro di Roma Ostiense. Eni 2050 lab comprende un laboratorio, un’area di monitoraggio e una zona di visualizzazione immersiva di modellistica avanzata basata sui supercomputer di Eni HPC4 e HPC5. È in quest’area che Eni promuove tecnologie proprietarie e breakthrough per la decarbonizzazione, focalizzate in particolare sulle tre principali aree di ricerca aziendali: energie rinnovabili e nuove fonti energetiche, soluzioni per la decarbonizzazione e prodotti circolari e bio. Non a caso, durante la visita sono stati presentati i risultati più significativi ottenuti in questi settori.

Claudio Descalzi: il valore dei progetti in sviluppo all’interno del polo tecnologico Eni 2050 lab

L’AD Claudio Descalzi ha parlato della visita del Presidente della Repubblica dell’Angola come di una “fonte di grande soddisfazione” per Eni. “Dimostra la validità del modello di alleanza che abbiamo costruito con diversi Paesi in cui operiamo, e dei quali l’Angola è tra i più importanti”, ha spiegato l’AD sottolineando come “a fronte dell’obiettivo comune di compiere un percorso di transizione energetica equo e che non trascuri l’importanza della sicurezza degli approvvigionamenti, stiamo cooperando con i nostri partner per unire risorse, tecnologie per la transizione e disponibilità di fonti energetiche al fine di compiere insieme un percorso di sviluppo rispettoso delle peculiarità e che non lasci indietro nessuno”. Eni, ha aggiunto Claudio Descalzi, è riuscita a creare “vere e proprie alleanze basate sull’equilibrio e il rispetto reciproco, nell’ambito delle quali lasciamo alle popolazioni locali buona parte dell’energia che produciamo insieme, contribuiamo allo sviluppo socio economico locale, creiamo occupazione sui territori, favoriamo l’accesso all’energia e promuoviamo iniziative diversificate in ambiti come la salute, l’educazione, l’agricoltura, la formazione professionale e imprenditoriale”. È “valore reciproco” quello che Eni si impegna a creare “in ragione della prospettiva di poter diversificare maggiormente i nostri mix energetici e le vie di approvvigionamento, e di creare abbondanza di energia sempre più decarbonizzata a favore della competitività e della crescita”.

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Claudio Descalzi: “Eni For 2022”, Eni aggiorna il Report di Sostenibilità

“Eni For 2022 – A Just Transition”: nelle parole dell’AD Claudio Descalzi il punto sul percorso che Eni porta avanti per una transizione “giusta”, ovvero in grado di garantire l’accesso a un’energia efficiente e sostenibile condividendo i benefici sociali ed economici del percorso verso le zero emissioni nette al 2050 con i lavoratori, i fornitori, le comunità e i clienti in maniera inclusiva e trasparente.

Claudio Descalzi: “Eni For 2022 – A Just Transition”, il lancio del nuovo report volontario di sostenibilità

Emerge anche nelle parole dell’AD Claudio Descalzi il valore del percorso verso una just transition che Eni porta avanti da anni. Le iniziative ma anche i traguardi raggiunti lo scorso anno sono oggi raccontati in “Eni For 2022 – A Just Transition”, il report volontario di sostenibilità: al centro l’impegno di Eni per una transizione giusta, ovvero in grado di garantire l’accesso a un’energia efficiente e sostenibile condividendo i benefici sociali ed economici del percorso verso le zero emissioni nette al 2050 con i lavoratori, i fornitori, le comunità e i clienti in maniera inclusiva e trasparente. La forte componente innovativa associata all’attenzione per la dimensione sociale si riflette nell’approccio di Eni che, come ricorda il report, sul fronte della neutralità carbonica ha conseguito una riduzione del 17% rispetto al 2018 delle emissioni Scope 1, 2 e 3 e ha proseguito nell’attuazione delle misure necessarie per raggiungere le zero emissioni nette (Scope 1 e 2) nell’Upstream entro il 2030, investendo in tecnologie innovative e progetti a bassa impronta carbonica. Numeri che confermano quanto ribadito anche dall’AD Claudio Descalzi in occasione della presentazione del Piano 2023-2026.

Claudio Descalzi: i principali risultati e gli obiettivi nel percorso di transizione energetica di Eni

L’AD Claudio Descalzi, nel commentare il report, ha ricordato l’impegno continuo di Eni nel favorire l’accesso all’energia, lo sviluppo locale e la tutela dell’ambiente: le “nostre priorità” che “manteniamo salde nell’affrontare le sfide del settore energetico”. D’altronde nella strategia di Eni gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite sono un riferimento fondamentale anche per condurre le attività nei Paesi in cui è presente: basti pensare ai progetti di agri-business avviati in Kenya o quelli in Costa d’Avorio, Mozambico e Ghana per facilitare l’accesso a metodi e strumenti di cottura efficienti. “Il successo della nostra strategia non può prescindere dalla collaborazione con i nostri stakeholder, dai privati, al pubblico, alle organizzazioni internazionali e della società civile, agli istituti di ricerca. Oggi più che mai è necessario mettere a fattore comune risorse e capitale umano, attraverso una visione ampia, che permetta di allinearsi sugli obiettivi comuni per ridurre i gap esistenti a livello geografico e promuovere il progresso umano globale”, ha sottolineato infine l’AD Claudio Descalzi.

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Eni, Claudio Descalzi: investire negli altri per crescere, il messaggio agli studenti

Eni, l’AD Claudio Descalzi agli studenti dell’Università Cattolica: “Se investite solo su voi stessi difficilmente riuscirete a fare dei passi avanti. Investire negli altri, con generosità, vi permetterà di crescere ed avere con gli interessi quello che avete dato”.

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La lezione di Claudio Descalzi agli studenti dell’Università Cattolica di Milano

L’invito a Claudio Descalzi di partecipare a una lezione aperta alla comunità studentesca dell’Università Cattolica, promossa dall’ateneo, è arrivato da uno studente del collegio Ludovicianum: un’occasione per parlare del mondo dell’energia e fare chiarezza sulla complessità della situazione attuale, anche alla luce delle sfide sempre più impegnative che attendono l’Italia e, più in generale, l’Europa. L’AD lo scorso 13 aprile è stato accolto dalle parole del Rettore Franco Anelli che, aprendo l’incontro, ha ricordato come Marcello Boldrini, Preside prima della facoltà di Scienze politiche e poi di Economia, sia stato anche Vicepresidente e poi Presidente di Eni prendendo il testimone del suo amico Enrico Mattei: “Insieme promossero grande parte dell’immagine e della funzione dell’allora Ente Nazionale Idrocarburi, un’impresa che ha avuto e ha un ruolo strategico nello sviluppo del nostro Paese”. La partecipazione dell’AD Claudio Descalzi, ha aggiunto, rinsalda quindi “un’antica relazione di questa Università con Eni”.

Claudio Descalzi: lavorare con noi vuol dire crescere, svilupparsi con le nuove tecnologie, collaborare con le università

Diversi i temi affrontati da Claudio Descalzi nel corso della lezione: l’AD ha spiegato come per affrontare il “mare in tempesta” scatenato dagli eventi esplosi negli ultimi due anni Eni abbia fatto leva su una strategia di diversificazione tecnologica e geografica che ne costituisce oggi il suo punto di forza. “Abbiamo mantenuto il nostro piano di trasformazione e decarbonizzazione con obiettivo net zero al 2050, lavorando contemporaneamente ad accelerare lo sviluppo delle nostre scoperte gas per portare nuovi volumi in Italia ed in Europa” che, come ha ricordato l’AD, non ha energia. Quanto accaduto negli ultimi anni, la crisi energetica e degli approvvigionamenti, la necessità di diversificare le fonti hanno rilanciato l’importanza del Mediterraneo allargato e dell’Africa che ha “grandissime potenzialità energetiche”. È qui che dovrebbe guardare l’Europa, secondo Claudio Descalzi, nella consapevolezza che collaborare significhi portare e creare valore vicendevolmente. L’Italia in quest’ottica è pronta a farsi “promotore di un piano di collaborazione diversa con l’Africa” ma se l’Europa vuole farne un suo partner privilegiato “non deve pensare di andare lì con l’idea di vincere ma deve prendere dei rischi per loro e con loro”. D’altronde Eni lo sperimenta da anni, come dicono anche le numerose iniziative promosse in quei Paesi per favorire uno sviluppo sostenibile locale e portare benefici a milioni di persone: “La chiave del successo della compagnia è investire negli altri. Lavorare con noi vuol dire crescere, svilupparsi con le nuove tecnologie, collaborare con le università”, ha evidenziato infine l’AD.

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Claudio Descalzi: “Futuro Quotidiano”, l’AD di Eni incontra gli studenti della Luiss

L’intervento dell’AD Claudio Descalzi nel corso del primo appuntamento di “Futuro Quotidiano”, organizzato da “QN Quotidiano Nazionale” e Luiss School of Government.

Claudio Descalzi (Eni S.p.A.)

Eni, l’AD Claudio Descalzi: la sicurezza che abbiamo garantito è data dal lavoro fatto negli anni

È stato l’AD Claudio Descalzi il primo dei grandi protagonisti con cui gli studenti della Luiss hanno avuto modo di confrontarsi nell’ambito di “Futuro Quotidiano”: l’iniziativa organizzata da “QN Quotidiano Nazionale” in collaborazione con il Professor Giovanni Orsina e il Professor Lorenzo Castellani, rispettivamente Direttore e Lecturer della Luiss School of Government, si pone l’obiettivo di creare opportunità di confronto tra i giovani studenti e i grandi nomi dell’economia, della politica, della cultura, dell’imprenditoria e del sociale. Parlando delle sfide a cui il nostro Paese è chiamato a dare una risposta, Claudio Descalzi si è focalizzato in particolare su quelle legate al futuro dell’energia. “L’ultimo anno l’ho passato tutto in giro per il mondo per garantire la sicurezza energetica del nostro Paese. Abbiamo dovuto trovare, attraverso una diversificazione, nuovi fornitori”, ha spiegato l’AD. Per quanto ci siano Paesi che investono e poi vendono idrocarburi, altri invece richiedono un impegno diverso: “Devi investire, sviluppare, mettere in produzione e poi hai una parte di queste risorse”. Se Eni quindi è stata in grado di rispondere alla crisi è anche “perché investivamo in quei Paesi da molto tempo: la sicurezza che abbiamo garantito è data dal lavoro fatto negli anni”. Il pensiero corre inevitabilmente all’Africa dove “proprio per dare stabilità alla nostra presenza non ci siamo limitati a sfruttare dei giacimenti, ma abbiamo guardato anche ai bisogni di quelle comunità”: ad esempio “abbiamo investito più di 2 miliardi in cicli combinati per i Paesi africani”.

Claudio Descalzi: una sola fonte non risolve tutto, fissati gli obiettivi serve neutralità tecnologica

La vision dell’AD Claudio Descalzi sul futuro dell’energia è emersa chiaramente nell’intervista che gli ha fatto la direttrice di “QN” Agnese Pini. L’AD ha parlato anche della fusione a confinamento magnetico e delle prospettive rivoluzionarie a cui apre. È “un processo complicato” che “sta arrivando a una sua maturazione in termini di materiali”, ha spiegato: “Ci sono molti centri di ricerca che stanno studiando, e molti investono e anche noi lo facciamo a Boston nel progetto di Commonwealth fusion systems. Se funziona lo sapremo nel 2025. In quel caso nel 2030 avremmo il primo prodotto industriale. Se avremo successo l’energia, una energia che sarebbe pulita, potrà diventare un prodotto di tutti, non più un bene che può essere usato come arma geopolitica”. Nel frattempo, secondo Claudio Descalzi, è fondamentale avere pragmatismo: “La mobilità elettrica può essere importante. Ma abbiamo bisogno di un mix energetico, non c’è una fonte, né il gas né le rinnovabili né il nucleare, che risolve i problemi di tutti. L’importante è che sia pulita, e infatti non stiamo investendo molto nell’elettrico e nei biocarburanti. Non è un derby calcistico, una guerra di religione, fissati gli obiettivi serve neutralità tecnologica”.

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Claudio Descalzi: la vision di Eni sulle sfide del futuro, l’intervento dell’AD

“L’Europa ha bisogno dell’Africa”: l’AD di Eni Claudio Descalzi sottolinea l’importanza di “puntare su un futuro di cooperazione” creando valore per entrambe.

Claudio Descalzi, Amministratore Delegato Eni

Claudio Descalzi al convegno internazionale “Democrazia per il bene comune. Quale mondo vogliamo costruire?”

Le sfide del futuro, nuove idee e prospettive di crescita per il Pianeta: l’AD Claudio Descalzi ne ha parlato nel corso del convegno internazionale intitolato “Democrazia per il bene comune. Quale mondo vogliamo costruire?”, in programma lo scorso 27 marzo presso la Pontificia Università Gregoriana. L’indipendenza e la sicurezza energetica, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, i sistemi di approvvigionamento: facendo il punto sulla situazione attuale, l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato come la diversificazione geografica e tecnologica sia “l’unica strada che possiamo intraprendere, ma ci sono filiere produttive, specie quelle pesanti, che hanno difficoltà ad affrancarsi dal fossile”. Secondo l’AD in questo contesto l’Europa si mostra oggi poco lungimirante: “Non vede che l’energia di cui ha bisogno può venire dall’Africa e dal Mediterraneo”.

Claudio Descalzi: dobbiamo guardare all’Africa in modo diverso mettendola al centro dell’interlocuzione

L’AD Claudio Descalzi nel corso del suo intervento ha sottolineato il valore del piano Mattei aggiungendo però che l’Italia da sola non può farcela: “Ha bisogno dell’Europa ma dobbiamo guardare all’Africa in modo diverso, mettendola al centro dell’interlocuzione, dando loro una mano e trattandola da pari”. Eni, ha proseguito l’AD, ha dato elettricità a 20 milioni di persone nell’Africa subsahariana. È attiva inoltre con progetti che riguardano non solo l’energia ma anche sanità, agricoltura, educazione proprio per supportare le popolazioni locali e incentivare una crescita anche in termini socio-economici. “Creare valore e non profitto deve essere il nostro scopo, per farlo dobbiamo sacrificare qualcosa nel breve periodo per puntare su un futuro di cooperazione”, ha ribadito Claudio Descalzi.

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Claudio Descalzi: Eni disegna il futuro dell’energia nel Piano 2023-2026, i dettagli

L’AD Claudio Descalzi: “Nel 2014 abbiamo intrapreso un percorso di trasformazione industriale e finanziaria che ci ha progressivamente permesso di creare valore anche in scenari difficili, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale”.

Claudio Descalzi

Piano Eni 2023-2026, l’AD Claudio Descalzi: obiettivi di decarbonizzazione confermati

Presentato lo scorso 23 febbraio dall’AD Claudio Descalzi, il Piano 2023-2026 di Eni si erge principalmente su quattro pilastri: la sicurezza energetica e l’accessibilità attraverso la diversificazione geografica e tecnologica; la riduzione delle emissioni; la tecnologia come leva per le iniziative di oggi e per le future opportunità di innovazione; la creazione di valore per gli azionisti. Il nuovo Piano riflette “la forza e l’efficacia della nostra strategia”, ha spiegato l’AD sottolineando il valore del “percorso di trasformazione industriale e finanziaria” avviato nel 2014: “Ci ha progressivamente permesso di creare valore anche in scenari difficili, garantendo la sicurezza degli approvvigionamenti e la sostenibilità ambientale”. La strategia di esplorazione e produzione è stata infatti focalizzata principalmente sul gas “facendo leva sulle nostre produzioni e diversificando gli investimenti tra diversi Paesi”: questo permette oggi “di attuare il nostro Piano finalizzato alla sostituzione di 20 miliardi di metri cubi di gas russo entro il 2025”. E ancora, ha ricordato l’AD Claudio Descalzi, “abbiamo trasformato la nostra piattaforma downstream e investito significativamente in tecnologia per creare e far crescere i nostri business legati alla transizione energetica, con l’obiettivo di azzerare le emissioni Scope 1, 2 e 3”. Eni riparte da qui con il nuovo Piano, riconfermando pienamente gli obiettivi di decarbonizzazione “nonostante lo scenario attuale della sicurezza energetica e la necessità di far fronte a una forte domanda di energie tradizionali”: -35% entro il 2030; -80% entro il 2040; e net zero entro il 2050.

Claudio Descalzi: oggi possiamo delineare chiaramente come sarà Eni nel 2030

Eni attraverso il Piano 2023-2026, come evidenziato dall’AD Claudio Descalzi, punta quindi a soddisfare ciascuno dei pilastri essenziali del trilemma energetico raggiungendo la sostenibilità ambientale parallelamente alla sicurezza energetica e all’accessibilità: mai come oggi, alla luce di quanto sta accadendo sul fronte geopolitico, è necessario diversificare a livello geografico e tecnologico le fonti energetiche, creando un differente mix energetico e mantenendo una forte attenzione alla creazione di valore per gli azionisti. Lo sguardo di Eni è proiettato ben oltre il 2026 perché già oggi è possibile “delineare chiaramente” come sarà il Gruppo nel 2030: “Le nostre attività Upstream non genereranno più emissioni nette; la nostra produzione di idrocarburi sarà composta principalmente da gas; la nostra capacità di biocarburanti supererà i 5 milioni di tonnellate all’anno; la nostra capacità di energia rinnovabile sarà superiore ai 15 GW. E i nostri investimenti nella tecnologia più rivoluzionaria legata alla transizione energetica – la fusione a confinamento magnetico – saranno prossimi a concretizzarsi nel primo impianto industriale”. In questi anni Eni si è rafforzata profondamente anche dal punto di vista finanziario grazie all’ottimizzazione e alla razionalizzazione delle spese “e questo ci permette oggi di presentare forti obiettivi finanziari: un significativo CFFO generato sia dalle nostre attività tradizionali che dal contributo delle attività legate alla transizione; un modello di business a satelliti che ci consente di valorizzare le nostre attività liberando al contempo risorse aggiuntive per gli investimenti nella transizione; e un livello di debito molto basso”. La solidità finanziaria, ha aggiunto infine l’AD Claudio Descalzi, “ci permette oggi di creare valore crescente per i nostri azionisti e di potenziare la politica di remunerazione”.

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Claudio Descalzi, l’intervista: il settore energetico tra nuove sfide e obiettivi epocali

Eni, l’AD Claudio Descalzi su “L’Osservatore Romano”: numerosi i temi affrontati nel corso dell’intervista pubblicata dal quotidiano lo scorso 13 febbraio.

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Claudio Descalzi: l’Italia e l’Europa alla prova della crisi energetica, la vision dell’AD di Eni

Secondo Claudio Descalzi, AD di Eni, dalla crisi energetica attuale l’Europa può trarre almeno due insegnamenti: “La prima lezione è che la domanda di gas in Europa è inelastica, è sempre la stessa da anni. Per avere una situazione di tranquillità dal punto di vista della sicurezza e dei prezzi, le forniture devono essere abbondanti, ma mantenute in un quadro di mix energetico e fonti sempre più diversificate. Il secondo insegnamento è che la transizione energetica, assolutamente vitale da compiere, non può prescindere dalla sicurezza degli approvvigionamenti e dal costante miglioramento dell’accesso all’energia. La transizione, senza energia che la alimenta, fallisce”. In un’intervista pubblicata su “L’Osservatore Romano” il 13 febbraio, l’AD invita a “lavorare da subito tutti insieme a livello europeo, attraverso la politica, l’industria e l’economia, a un Piano di sicurezza energetica condiviso e coordinato”. È “un qualcosa che non abbiamo mai avuto”, spiega l’AD Claudio Descalzi: “Quello europeo è un Continente che ha fonti energetiche proprie insufficienti. Deve rifornirsi altrove. Nel farlo, l’Europa e l’Italia hanno tutto l’interesse economico e politico a evitare le dipendenze. Pertanto, dobbiamo diversificare i mix energetici”. Fondamentale è che in questo Piano rientri anche la creazione di un “forte corridoio sud-nord con l’Africa”. È questa la risposta a ciò che l’Europa dovrebbe cercare, come osserva l’AD: “Diversificazione, rapportandoci con i molteplici Paesi africani e le diverse fonti che essi possono offrire, e abbondanza di energia. E l’Europa sarebbe in grado di dare all’Africa ciò che le manca: fondi e tecnologie. Un corridoio dotato delle necessarie infrastrutture e fondato su vere e proprie alleanze che consentano di porci come partner per la transizione energetica africana”.

Claudio Descalzi: bisogna guardare agli obiettivi della sicurezza energetica e della decarbonizzazione senza ideologie

Nell’intervista, l’AD di Eni Claudio Descalzi sottolinea inoltre come “per poter contare in futuro su una sicurezza energetica ancora più solida e stabile, mantenendo sostenibile il livello dei prezzi, dovremo creare una situazione di abbondanza d’energia, diversificando ulteriormente il nostro mix energetico, grazie anche al sempre maggiore utilizzo delle energie alternative e rinnovabili, e le rotte di approvvigionamento del gas, potenziando la nostra capacità infrastrutturale di importazione”. L’AD auspica inoltre che non si continui a guardare ai “due obiettivi epocali della sicurezza energetica e della decarbonizzazione con la lente dell’ideologia, o come radicali alternative”: non ci porta lontano. Meglio invece “osservare le cose come stanno: i sistemi economico industriali globali richiedono ancora in buona parte energie tradizionali, e per riuscire a compiere la transizione energetica dobbiamo continuare ad alimentarli, trasformandoli gradualmente in sistemi capaci di non generare emissioni, cambiando non solo l’offerta ma anche la domanda”. A livello di sicurezza degli approvvigionamenti “dobbiamo ricorrere alla più pulita delle fonti fossili, il gas, abbattendone le emissioni attraverso tecnologie come cattura e stoccaggio della CO2 e tramite la costante riduzione delle emissioni fuggitive. Ma dobbiamo soprattutto spingere fortissimo sulla transizione, utilizzando tutte le tecnologie a nostra disposizione per decarbonizzare i molteplici ambiti dei sistemi in cui viviamo, accelerando innanzitutto sulle rinnovabili, ma anche per esempio sui biocarburanti e sui progetti legati all’economia circolare”. È anche in quest’ottica che l’AD Claudio Descalzi sottolinea il valore di “continuare a investire in ricerca e sviluppo tecnologico legati alla transizione, in cui come Eni abbiamo investito oltre sette miliardi di euro negli ultimi sette anni”. L’obiettivo è arrivare entro il 2050 “ad avere processi industriali e prodotti completamente decarbonizzati e offrire prodotti privi di emissioni è il modo più pragmatico che abbiamo per arrivare a decarbonizzare anche la domanda”. Eliminare l’ideologia “significa anche aprirsi la strada a vere e proprie rivoluzioni tecnologiche”: la fusione a confinamento magnetico, ad esempio, “tecnologia nella quale stiamo investendo significativamente e che potrebbe, già all’inizio del prossimo decennio, portarci alla produzione industriale di energia pressoché illimitata e priva di emissioni”.

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Claudio Descalzi, AD di Eni: l’Italia diventi hub europeo dell’energia, abbiamo il potenziale

Lungimiranza e prontezza: l’AD di Eni Claudio Descalzi racconta la strategia di diversificazione avviata da Eni nel 2014 per incentivare la sicurezza energetica e riuscire a fronteggiare eventuali difficoltà.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: sulla diversificazione siamo partiti nel 2014 per essere pronti a fronteggiare eventuali difficoltà

È “quando si coinvolgono tutte le visioni” che il sistema Paese può funzionare: lo sostiene l’AD di Eni Claudio Descalzi.  “Bisogna seminare, avere fiducia, pazienza e senso nazionale”, ha sottolineato nei giorni scorsi rispondendo alle domande dei giornalisti nel palazzo El Mouradia mentre era in corso il bilaterale tra il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Democratica Popolare d’Algeria Abdelmadjid Tebboune. Le parole dell’AD riflettono l’impegno e la vision di Eni, grazie alla quale oggi l’Italia può dire di riuscire ad affrontare l’emergenza energetica dovuta anche alle tensioni geopolitiche esplose di recente. “Noi abbiamo cominciato la diversificazione geografica nel 2014 per essere pronti a fronteggiare eventuali difficoltà”, ha spiegato Claudio Descalzi. E “puntiamo sulla diversificazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale che è importantissima”. Fondamentale è diversificare: “Non c’è solo l’Algeria, ci sono la Libia, l’Egitto, l’Angola, il Congo, il Mozambico, gli Stati Uniti…”.

Claudio Descalzi: l’Italia può diventare l’hub europeo dell’energia

La sfida ora è trasformare l’Italia nell’hub energetico dell’Europa. L’AD di Eni Claudio Descalzi è ottimista sulle effettive possibilità di riuscita: “Il primo punto è garantire sicurezza energetica a costi bassi all’Italia. E il nostro Paese dal punto di vista geografico, strutturale, logistico è ben messo”. L’hub, ha spiegato l’AD di Eni, è fatto “soprattutto di gas, bisogna averlo e portarlo in Italia. E noi in due anni, due anni e mezzo, ne avremo abbastanza per i nostri consumi nazionali”. Senza dimenticare le infrastrutture: “Siamo gli unici ad avere una connessione con l’Algeria”, grazie al gasdotto TransMed, “che ha una capacità di circa 36 miliardi di metricubi di gas, tuttora sottoutilizzata: ci sono ancora più di 10 miliardi che possono arrivare in Italia. Abbiamo poi una connessione con la Libia che vale adesso circa 12-14 miliardi di metricubi in termini di capacità, che può salire con adeguate aggiunte di compressione di parecchi miliardi. E ci sono l’Egitto, l’Angola, il Congo e il Mozambico che possono portarci il gas liquido e il Tap che porta 7-8 miliardi dall’Azerbaigian e potrà essere ampliato”. Dunque perché l’Italia possa rifornire gli altri Paesi europei e diventare un vero e proprio hub europeo fondamentale secondo Claudio Descalzi è “sviluppare le connessioni tra il nostro Paese e il Nord, vale a dire Germania, Austria, Svizzera, etc. Finora i corridoi sono stati Nord-Sud, mai Sud-Nord. Ma ce la possiamo fare con un programma di infrastrutture importanti. Il nostro obiettivo è avere una sovrabbondanza di offerta di gas per poter portare l’energia verso il Nord Europa”.

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Claudio Descalzi: decarbonizzazione, Eni e Snam portano avanti il primo progetto di CCS in Italia

Decarbonizzazione, accordo strategico tra Eni e Snam per il primo progetto di CCS in Italia: alla base “un processo tecnologico maturo ed essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici” come spiega l’AD di Eni Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi

Eni e Snam formano una JV per il primo progetto di CCS in Italia: il punto dell’AD Claudio Descalzi

Il percorso di decarbonizzazione è oggi davanti ad un punto di svolta”: lo scrive su LinkedIn l’AD di Eni Claudio Descalzi sottolineando il valore dell’accordo sottoscritto con Snam lo scorso 19 dicembre per lo sviluppo e la gestione della Fase 1 del Progetto Ravenna di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS). Le due realtà collaboreranno, in joint venture paritetica, portando avanti anche gli studi e le attività propedeutiche a successive fasi di sviluppo. Nel progetto si riflette quanto evidenziato dall’AD di Eni in occasione della firma dell’accordo: “Oggi più che mai emerge l’esigenza di conciliare obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività, e fare sistema diventa prioritario”. L’accordo siglato con l’AD di Snam Stefano Venier rappresenta dunque “un tassello fondamentale” perché, come ribadisce su LinkedIn Claudio Descalzi, “contribuisce concretamente alla trasformazione in atto e permette di valorizzare le infrastrutture e le competenze già presenti sul territorio”. 

Claudio Descalzi: il percorso di decarbonizzazione è oggi davanti ad un punto di svolta

L’importanza del progetto emerge nelle parole dell’AD Claudio Descalzi: “Dobbiamo investire in modo massiccio nell’innovazione, velocizzando il time to market sia di tutte quelle tecnologie in grado di generare energia completamente pulita, sia di quelle volte a decarbonizzare le fonti tradizionali con strategie e sinergie che rispondono alle necessità del mercato”. In questo percorso “si inserisce l’opportunità offerta dalle tecnologie CCS, dirette a contenere le emissioni di CO2, in particolar modo nei settori ‘hard to abate’”: la partnership tra Eni e Snam sancisce dunque “un’importante collaborazione su questo fronte, determinando l’avvio e lo sviluppo della prima fase del Progetto Ravenna CCS” che prevede la cattura di 25mila tonnellate di CO2 dalla centrale Eni di trattamento di gas naturale di Casalborsetti. Una volta catturata, la CO2 sarà convogliata verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e infine iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito, nell’offshore ravennate: un “esempio di eccellenza”, per riprendere quanto evidenziato dall’AD Claudio Descalzi, “volto a valorizzare le sinergie industriali per contribuire al percorso di decarbonizzazione del sistema produttivo italiano”. Il progetto si basa “su un processo tecnologico maturo ed essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici, complementare alle rinnovabili, all’efficienza energetica e alle altre leve disponibili, ed è centrale per evitare le emissioni di CO2 dei settori altamente energivori che al momento non hanno alternative tecnologiche per la decarbonizzazione”.

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Claudio Descalzi: crisi e nuove sfide, l’Europa oggi nell’intervento dell’AD di Eni

È fondamentale per l’Europa la collaborazione con l’Africa: l’intervento dell’AD di Eni Claudio Descalzi all’incontro organizzato presso la Santa Sede dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con la rivista di geopolitica “Limes” e i media vaticani.

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L’AD di Eni Claudio Descalzi all’incontro “L’Europa e la guerra: dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace”

L’AD di Eni Claudio Descalzi è intervenuto lo scorso 13 dicembre all’incontro “L’Europa e la guerra: dallo spirito di Helsinki alle prospettive di pace” organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, in collaborazione con la rivista di geopolitica “Limes” e i media vaticani. Per discutere di quali siano le vie concrete e percorribili attraverso cui ridare spazio al dialogo in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, segnato da tensioni geopolitiche, pandemia, crisi economica ed energetica, sono intervenuti il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Francesco di Nitto, il Direttore Editoriale dei Media vaticani Andrea Tornielli e il Direttore della Rivista “Limes” Lucio Caracciolo unitamente all’AD di Eni. La guerra, ha osservato Claudio Descalzi, ha colto l’Europa nel suo momento più debole: “È scarica di energia e piena di competitività interna. Ha dei tassi d’interesse in crescita e un’industria che, rispetto ai partner, paga otto volte la sua energia. Stiamo correndo il rischio di dimenticarci di questa guerra a causa delle sanzioni, correttissime, che però stanno indebolendo la struttura interna europea. L’Europa è sola”.

Claudio Descalzi: il cambiamento climatico una guerra da non dimenticare

L’Europa, ha spiegato nel suo intervento l’AD Claudio Descalzi, è “la sola che sta subendo il peso delle sanzioni e che sta lottando davvero per il cambiamento climatico, una guerra da non dimenticare”. Dall’altra parte invece “c’è l’Africa, che sta pagando altre conseguenze incredibili di questa guerra sul piano energetico ma soprattutto alimentare”. Interrogandosi quindi su come poter costruire un nuovo e più giusto sistema di relazioni internazionali, l’AD di Eni ha sottolineato il valore di “leader con visione e con spiritualità”. La Grande Europa deve pensare di essere debole, ha ribadito Claudio Descalzi: “Dobbiamo renderci conto della nostra debolezza, fare un atto di umiltà. Questo momento di consapevolezza ci deve far diventare visionari verso chi è più debole. Ad esempio, l’Africa. L’Africa e l’Europa sono due grandi entità simili. Siamo deboli. Ma loro lo sanno, noi no. E se riusciamo a creare solidarietà, aiutando sé stessa l’Europa aiuterà anche l’Africa”.

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Claudio Descalzi: l’impegno e la vision di Eni sulla transizione nell’intervista all’AD

“Stiamo vivendo un’emergenza grave e globale, che auspichiamo sia limitata nel tempo, ma ci fornisce comunque un insegnamento”: intervista all’AD di Eni Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi, AD Eni

Claudio Descalzi: puntare sulla transizione lasciando da parte ideologie o religioni sulle tecnologie da utilizzare

Transizione sì ma ecologica, non ideologica: lo ribadisce l’AD di Eni Claudio Descalzi nell’intervista pubblicata lo scorso 23 novembre su “MF – Milano Parigi Capitali”, inserto di “Milano Finanza”. L’AD, a fronte dell’emergenza grave e globale che stiamo vivendo, richiama l’attenzione sull’importanza di “un momento di transizione”, oggi quanto mai necessario: “Non possiamo smettere completamente di utilizzare e investire nelle risorse che adesso il mondo sta utilizzando, soprattutto il gas ma anche il petrolio”. Se si pensasse di interrompere tutti gli investimenti upstream, come è stato anche auspicato, la situazione secondo l’AD di Eni “diventerebbe molto tesa per tutti da un punto di vista industriale”. È quanto stiamo vivendo: “Mancano volumi, mancano prezzi e mancano quei vettori che il mercato domanda”. Proseguire nella transizione dunque significa accantonare “ideologie o religioni sulle tecnologie da utilizzare”: al contrario, come suggerisce Claudio Descalzi, bisogna utilizzare il più ampio spettro possibile di quelle che ci sono e sono fruibili. “La transizione non deve essere troppo lenta né troppo veloce, deve porsi come un giusto compromesso con i bisogni della società”, osserva l’AD.

Claudio Descalzi: la transizione deve porsi come un giusto compromesso con i bisogni della società

L’AD Claudio Descalzi lo aveva ricordato anche lo scorso settembre intervenendo all’evento Milano Parigi Capitali, organizzato dal gruppo Class Editori: “Negli ultimi otto anni Eni ha investito moltissimo sulle nuove tecnologie, in grado di portare energia pulita e di decarbonizzare, legate a una circolarità tale da poter utilizzare i rifiuti, sia organici che inorganici, per poterli ritrasformare in prodotti ‘verdi’, ‘blu’, ‘bio’ senza l’utilizzo di ulteriori idrocarburi”. In questo percorso si è inserita prima la pandemia e negli scorsi mesi l’emergenza energetica a seguito delle tensioni geopolitiche esplose di recente: “Abbiamo reagito immediatamente, lavorando col Governo per portare in Italia e mettere a fattor comune le produzioni, gli investimenti e le riserve di Eni in diversi Paesi, incominciando da quelli collegati via pipeline”. L’Algeria ha raddoppiato rispetto al passato i flussi di gas verso l’Italia: inoltre “abbiamo altri contributi dalla Norvegia e, in futuro, da Egitto, Nigeria, Angola e Congo attraverso il Gnl”. Servono però ulteriori investimenti, come spiega l’AD Claudio Descalzi: “Tutto il mondo, ma l’Europa in particolare, hanno bisogno di gas e di diversificazione. Un punto essenziale è quello di aumentare la capacità di rigassificazione, obiettivo che nel 2023 dovremmo riuscire a raggiungere”.

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Claudio Descalzi: Eni sottoscrive un nuovo contratto in Algeria, i dettagli

L’accordo sottoscritto da Eni con SONATRACH, Oxy e TotalEnergies riguarda i blocchi 404 e 208 localizzati onshore, nel prolifico bacino del Berkine, nell’Algeria orientale: il commento dell’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: dall’Algeria ulteriori volumi di gas per export e mercato domestico

Ulteriori volumi di gas in arrivo. Lo afferma l’AD di Eni Claudio Descalzi parlando dell’accordo lo scorso 19 luglio con SONATRACH, Oxy e TotalEnergies per i blocchi 404 e 208 in Algeria. Nello specifico si tratta di un "production sharing contract (Psc)" relativo ai due blocchi localizzati onshore, nel prolifico bacino del Berkine, nell’Algeria orientale. Firmato ai sensi della nuova legge algerina sugli idrocarburi del 2019, il contratto permetterà ai partner di potenziare gli investimenti, aumentando le riserve di idrocarburi dei giacimenti e prolungandone la vita produttiva per ulteriori 25 anni: al centro inoltre, come riporta la nota in cui il Gruppo guidato da Claudio Descalzi annuncia la firma dell’accordo, la futura valorizzazione di quantità significative di gas associato che potrebbero diventare disponibili per l’esportazione, contribuendo alla diversificazione delle forniture di gas all’Europa.

Claudio Descalzi: l’impegno di Eni per la transizione energetica

"Con questo nuovo contratto saranno messi a disposizione per l’export e per il mercato domestico ulteriori volumi di gas, coerentemente con l’impegno di Eni per la transizione energetica", ha commentato l’AD Claudio Descalzi nel sottolineare il valore dell’operazione che porta Eni a crescere ulteriormente in Algeria, dove è presente dal 1981: principale azienda internazionale del Paese, annovera una produzione equity di 100.000 barili di petrolio equivalente al giorno. L’accordo, ha aggiunto l’AD Claudio Descalzi, evidenzia inoltre "l’importanza della partnership strategica con SONATRACH, finalizzata a investimenti a lungo termine in Algeria per massimizzare il valore degli asset". Il piano di attività concordato include inoltre iniziative in materia di sostenibilità: in particolare si guarda allo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare il fattore di recupero delle riserve e ridurre le emissioni di CO2 attraverso progetti di efficienza energetica e decarbonizzazione.

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Claudio Descalzi: focus su “Eni For 2021”, il 16esimo Report di Sostenibilità

Eni presenta il report di sostenibilità 2021: l’AD Claudio Descalzi ricorda l’importanza di "essere tanto più inclusivi e non divisivi, ricercando il bene comune e aumentando gli sforzi per garantire la sicurezza energetica europea, accelerando al contempo la decarbonizzazione".

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Claudio Descalzi: Eni For 2021 – A Just Transition, il 16esimo report volontario di sostenibilità

In Eni, come ha ribadito l’AD Claudio Descalzi in occasione del lancio del 16esimo report volontario di sostenibilità, "sentiamo con forza la responsabilità di contribuire a dare accesso all’energia a tutti, sostenendo lo sviluppo dei Paesi in cui siamo presenti, e raggiungere le massime ambizioni dell’Accordo di Parigi". Lo confermano i numeri riportati in "Eni for 2021 – A Just Transition", il documento che fotografa la concretezza dell’impegno del Gruppo a favore di una transizione equa: i risultati sociali ed economici raggiunti nel percorso verso la neutralità carbonica al 2050 ma anche i nuovi obiettivi. In particolare Eni intende accelerare nel percorso di decarbonizzazione: la nuova road map prevede una riduzione del 35% delle emissioni nette scope 1, 2 e 3 entro il 2030 e dell’80% entro il 2040 rispetto ai livelli del 2018 (superiori agli obiettivi di -25% e -65% definiti nel precedente piano). Per quanto riguarda invece le emissioni nette scope 1 e 2, l’obiettivo è arrivare a -40% entro il 2025 (rispetto ai livelli del 2018) e raggiungere le zero emissioni nette entro il 2035, in anticipo di cinque anni rispetto al precedente piano. Previsti aumenti anche sul fronte degli investimenti dedicati alle nuove soluzioni energetiche: 30% entro il 2025, 60% entro il 2030 e 80% al 2040. L’impegno, supportato fortemente dall’AD Claudio Descalzi, non è solo in "Eni for 2021 – A Just Transition" ma anche nei due report aggiuntivi che lo completano: "Eni for 2021 – Neutralità carbonica al 2050", un focus sulle strategie e sui principali target di Eni in materia di clima, e "Eni for 2021 – Performance di sostenibilità", incentrato invece sugli indicatori ambientali, sociali e di governance della società.

Claudio Descalzi: Eni e sostenibilità, i traguardi del 2021 e i nuovi obiettivi

In diverse occasioni l’AD Claudio Descalzi ha ricordato come il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione debba essere accompagnato da un impegno maggiore nei confronti di una transizione "giusta", in grado quindi di tenere conto degli impatti che tale trasformazione energetica genera sulle persone, a partire dai lavoratori diretti e indiretti fino alle comunità e ai clienti. "È necessario essere tanto più inclusivi e non divisivi, ricercando il bene comune e aumentando gli sforzi per garantire la sicurezza energetica europea, accelerando al contempo la decarbonizzazione", ha sottolineato in merito l’AD Claudio Descalzi. Non a caso, come emerge anche in "Eni for 2021 – A Just Transition", in quest’ottica Eni ha rafforzato le partnership con le organizzazioni internazionali per la cooperazione allo sviluppo. Basti pensare alle attività finalizzate a migliorare l’accesso all’acqua in Iraq per la popolazione di Bassora attraverso gli impianti di trattamento delle acque messi a disposizione da Eni oppure ai progetti di diversificazione economica nel settore agricolo in Angola, Congo e Nigeria e ai progetti in Egitto per supportare l’imprenditoria locale e giovanile. Fondamentali inoltre le iniziative per promuovere l’educazione e la formazione professionale realizzate ad esempio in Angola, Egitto, Iraq, Messico e Mozambico.

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Claudio Descalzi: Eni, il commento dell’AD sulla performance del primo trimestre 2022

La crescita di Eni nel primo trimestre 2022: l’AD Claudio Descalzi parla dei risultati conseguiti "in un contesto di estrema volatilità dei prezzi e di incertezza a causa della guerra in corso e delle tensioni internazionali".

Claudio Descalzi

Eni, rilevanti sviluppi strategici nel primo trimestre 2022: il focus dell’AD Claudio Descalzi

Nel commentare la prima trimestrale 2022 l’AD Claudio Descalzi ripercorre "i rilevanti sviluppi strategici di Eni", capace di reagire "con rapidità alle mutate condizioni del mercato energetico facendo leva sulla dimensione globale del nostro settore upstream e sulle consolidate relazioni con i Paesi produttori per identificare nuove opportunità di forniture per l’Europa, incrementali e alternative a quelle esistenti". Nel trimestre sono stati chiusi "importanti accordi con Algeria, Egitto e Congo, e un altro ancora in Angola, che rafforzano ulteriormente le attività congiunte con le società di stato locali con l’obiettivo di promuovere maggiori flussi di export di gas naturale a beneficio dell’Italia e dell’Europa nel contesto della transizione verso un’economia decarbonizzata". È stato completato "con successo" l’iter di quotazione della consociata upstream norvegese Vår Energi di cui Eni detiene il 64% e lanciata con BP l’operazione di integrazione dei rispettivi rilevanti portafogli upstream in Angola. Procede anche il percorso di Plenitude, la controllata che integra le energie rinnovabili con il retail gas&power, verso "la quotazione entro il 2022 subordinata alle condizioni di mercato". Eni poi ha annunciato "la prossima costituzione di una impresa per la Mobilità Sostenibile che combinerà le nostre bioraffinerie, il nostro network di punti vendita multi-prodotto, multi-servizio e la relativa clientela". In merito Claudio Descalzi aggiunge come proprio grazie a Plenitude e alla Mobilità Sostenibile il Gruppo punti "ad offrire alla nostra clientela distintivi prodotti decarbonizzati e servizi sostenibili". Importante, infine, sottolineare come nel trimestre sia stata anche completata "con successo l’offerta iniziale di sottoscrizione presso il listino londinese delle azioni di NEOA, un veicolo che identificherà opportunità di acquisizioni nei settori della decarbonizzazione e transizione energetica".

Claudio Descalzi: l’impegno di Eni nel garantire sicurezza e sostenibilità del sistema energetico

È anche nei numeri del primo trimestre "la solidità e la resilienza" di Eni. Lo evidenzia l’AD Claudio Descalzi sottolineando il valore della performance registrata "in un contesto di estrema volatilità dei prezzi e di incertezza a causa della guerra in corso e delle tensioni internazionali". Rimanere "finanziariamente disciplinati" in un mercato caratterizzato da tale volatilità era quindi "cruciale" come osserva l’AD: "In tal modo abbiamo generato un free cash flow organico di 1,8 miliardi, nonostante i maggiori fabbisogni di capitale circolante connessi alla stagionalità delle vendite resi ancora più accentuati dall’aumento delle quotazioni delle materie prime". Non a caso Eni ha conseguito nel trimestre "un Ebit adjusted di Gruppo di €5,2 miliardi, con un incremento di €3,9 miliardi rispetto al primo trimestre 2021 dovuto al robusto andamento della E&P grazie al forte scenario prezzi, e di GGP sostenuto dalla crescita del business internazionale del GNL e dalla flessibilità del nostro portafoglio di approvvigionamento": numeri che, come ricorda Claudio Descalzi, riflettono gli "evidenti progressi" compiuti "nell’attuazione della nostra strategia volta a garantire sicurezza e sostenibilità del sistema energetico mantenendo il nostro forte impegno a una giusta transizione energetica e alla creazione di valore per i nostri stakeholders".

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Claudio Descalzi: intesa Eni-Sonatrach, fino a 9 miliardi metri cubi gas attraverso Transmed

L’intesa Eni-Sonatrach rafforza la cooperazione tra Italia ed Algeria: la soddisfazione dell’AD Claudio Descalzi per il rapido raggiungimento dell’accordo.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: accordo Eni-Sonatrach per l’aumento delle forniture di gas dall’Algeria

L’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi e il Presidente di Sonatrach Toufik Hakkar hanno firmato lo scorso 12 aprile un accordo che consentirà a Eni di aumentare le quantità di gas trasportate attraverso il gasdotto TransMed/Enrico Mattei, nell’ambito dei contratti a lungo termine di fornitura di gas in essere con Sonatrach a partire dai prossimi mesi autunnali. L’accordo sottoscritto dall’AD Claudio Descalzi conferma la forte cooperazione fra i Paesi: non a caso la firma è avvenuta nel corso della visita ad Algeri del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Mario Draghi al Presidente della Repubblica Democratica Algerina Abdelmajid Tebboune. In base all’accordo, le capacità disponibili di trasporto del gasdotto saranno utilizzate per garantire maggiore flessibilità di forniture energetiche fornendo gradualmente volumi crescenti di gas a partire dal 2022, fino a 9 miliardi di metri cubi di gas all’anno nel 2023-24. Nell’occasione è stata sottoscritta anche una più ampia lettera di intenti per il rafforzamento della cooperazione in ambito energetico tra il Ministro degli Esteri algerino Ramtane Lamamra e il Ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio, per conto dei rispettivi Governi, alla presenza del Primo Ministro algerino, Aymen Benabderrahmane, del Ministro dell’Energia algerino Mohamed Arkab, e del Ministro italiano della Transizione Energetica.

Eni, il commento dell’AD Claudio Descalzi: oggi è un giorno speciale per le relazioni tra Italia e Algeria

Le basi dell’accordo tra Eni e Sonatrach, definito e firmato in tempi record, erano state gettate durante la visita dello scorso 28 febbraio ad Algeri dell’AD Claudio Descalzi e del Ministro degli Esteri italiano. I nuovi volumi di gas al centro dell’accordo sono frutto della lunga e profonda collaborazione nello sviluppo di progetti upstream a gas che, attraverso il modello fast track distintivo Eni, sta portando una accelerazione significativa alla messa in produzione del potenziale dei campi algerini. "Oggi è un giorno speciale per le relazioni tra Italia e Algeria in particolare per Eni e Sonatrach", ha sottolineato l’AD Claudio Descalzi a margine della firma: "Grazie alla collaborazione stretta e di lunga data tra le due società si è riusciti in così poco tempo e con uno enorme sforzo congiunto a firmare questo importante accordo che consolida ulteriormente la partnership tra le aziende e rafforza la cooperazione tra i nostri Paesi".

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Claudio Descalzi: l’AD di Eni commenta su “La Stampa” la performance 2021

Eni, “La Stampa” intervista l’AD Claudio Descalzi: “Siamo in una situazione in cui si deve guardare al breve termine ma investire per il futuro”.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: il 2021 “eccellente” di Eni nell’intervista all’AD

“Siamo riusciti a mantenere la macchina in carreggiata nonostante due anni di covid”: intervistato da “La Stampa” lo scorso 19 febbraio, l’AD Claudio Descalzi commenta la performance 2021 di Eni. Risultati che possono ben definirsi “eccellenti”: utile netto adjusted a 4,7 miliardi di euro, il più alto dal 2012, ed Ebit adjusted a 9,7 miliardi, in crescita di 7,8 miliardi sul 2020, a +400%. “Il nostro obiettivo è mantenere piatti gli investimenti soprattutto nell’estrazione e riuscire a crescere sempre più velocemente negli altri business, proseguendo nella trasformazione”, sottolinea l’AD Claudio Descalzi ricordando come rispetto a dieci anni fa “eravamo molto più costosi, con modelli gestionali completamente differenti”. Nel 2012 i prezzi del petrolio erano oltre i 110 dollari: “La differenza è stata fatta dalla grande disciplina sugli investimenti. Sul punto abbiamo mantenuto gli stessi livelli del 2020, nonostante la situazione covid dell’anno non fosse normalizzata, e investendo circa un 20% nella trasformazione”.

Claudio Descalzi: siamo riusciti a mantenere la macchina in carreggiata nonostante due anni di covid

“Abbiamo portato la nostra neutralità di cassa da 52-53 dollari a 40 dollari: vuol dire che già a tale livello di prezzo riusciamo a ripagarci tutti gli investimenti. Una soglia che non avevamo mai raggiunto prima d’ora”, evidenzia ancora Claudio Descalzi nell’intervista rilasciata a “La Stampa”. La performance dello scorso anno dice anche come Eni sia stata particolarmente attiva “nell’acquisizione di capacità nelle energie rinnovabili, nell’espansione in Spagna, Francia e in Grecia”. E “abbiamo abbassato di 2,6 miliardi il debito”. In merito ai nuovi business e alle energie rinnovabili, l’AD parla del risultato di Plenitude, “società che quoteremo entro l’anno e che ha dentro i clienti retail ma anche quasi 2 gigawatt da fonti rinnovabili, capacità più che triplicata in un anno”: rispetto all’anno scorso “è migliorato del 25%, con un margine operativo lordo di 600 milioni, anticipando le aspettative”. Sul fronte dell’esplorazione lo scenario è in rapida evoluzione. Necessario quindi riuscire a intercettarne la direzione, come sostiene Claudio Descalzi: “Cambiano i modelli di business. Noi l’avevamo già mutato 5-6-7 anni fa. Stiamo cercando un’esplorazione poco rischiosa, vicino a installazioni esistenti per ridurre gli investimenti perché le installazioni ci sono già. Anche se la domanda è tornata vicina a quella che c’era nel 2018-2019, gli investimenti che si allocavano prima nell’upstream non ci saranno più. Siamo in una situazione in cui si deve guardare al breve termine ma investire per il futuro. Ecco perché è essenziale essere disciplinati”.

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Claudio Descalzi: il 2021 di Eni nell’intervista a “La Stampa”

Riuscire a crescere sempre più velocemente negli altri business, proseguendo nella trasformazione: la vision di Eni nell’intervista de “La Stampa” all’AD Claudio Descalzi.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi, Eni: nel 2021 utile netto di 4,7 miliardi di euro, il più alto dal 2012

L’AD Claudio Descalzi lo ha spiegato nell’intervista rilasciata a “La Stampa” lo scorso 19 febbraio: “Il nostro obiettivo è mantenere piatti gli investimenti soprattutto nell’estrazione e riuscire a crescere sempre più velocemente negli altri business, proseguendo nella trasformazione”. Eni procede a passo spedito nella valorizzazione del portafoglio e nei progetti di decarbonizzazione: lo dicono gli “eccellenti risultati” registrati lo scorso anno. L’utile netto adjusted di 4,7 miliardi di euro, il più alto dal 2012. Ebit adjusted a 9,7 miliardi, in crescita di 7,8 miliardi sul 2020, a +400%. “Nel 2012 i prezzi del petrolio erano oltre i 110 dollari. La differenza è stata fatta dalla grande disciplina sugli investimenti. Sul punto abbiamo mantenuto gli stessi livelli del 2020, nonostante la situazione covid dell’anno non fosse normalizzata, e investendo circa un 20% nella trasformazione”, osserva Claudio Descalzi ricordando inoltre come Eni sia stata particolarmente attiva anche “nell’acquisizione di capacità nelle energie rinnovabili, nell’espansione in Spagna, Francia e in Grecia”. E “abbiamo abbassato di 2,6 miliardi il debito”.

Claudio Descalzi: siamo in una situazione in cui si deve guardare al breve termine ma investire per il futuro

Rispetto a dieci anni fa “quando il greggio era a 110 dollari eravamo molto più costosi, con modelli gestionali completamente differenti”, ricorda a “La Stampa” l’AD di Eni Claudio Descalzi: “Siamo riusciti a mantenere la macchina in carreggiata nonostante due anni di covid. Abbiamo portato la nostra neutralità di cassa da 52-53 dollari a 40 dollari: vuol dire che già a tale livello di prezzo riusciamo a ripagarci tutti gli investimenti. Una soglia che non avevamo mai raggiunto prima d’ora”. L’AD di Eni si è espresso anche sui nuovi business e sulle energie rinnovabili: “Il risultato di Plenitude, la società che quoteremo entro l’anno e che ha dentro i clienti retail ma anche quasi 2 gigawatt da fonti rinnovabili, capacità più che triplicata in un anno, rispetto all’anno scorso è migliorato del 25%, con un margine operativo lordo di 600 milioni, anticipando le aspettative”. E sul fronte dell’esplorazione, Claudio Descalzi rileva come lo scenario sia in rapida evoluzione. Fondamentale dunque è riuscire a intercettarne la direzione: “Cambiano i modelli di business. Noi l’avevamo già mutato 5-6-7 anni fa. Stiamo cercando un’esplorazione poco rischiosa, vicino a installazioni esistenti per ridurre gli investimenti perché le installazioni ci sono già. Anche se la domanda è tornata vicina a quella che c’era nel 2018-2019, gli investimenti che si allocavano prima nell’upstream non ci saranno più. Siamo in una situazione in cui si deve guardare al breve termine ma investire per il futuro. Ecco perché è essenziale essere disciplinati”.

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Claudio Descalzi: transizione energetica, la tecnologia è il grande filo conduttore

Transizione senza demagogia: le considerazioni dell’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi nell’intervista rilasciata a “Il Foglio” lo scorso 26 novembre.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi: la risposta razionale è trasformare, non cambiare radicalmente

Per Claudio Descalzi “cambiare non solo è inevitabile, ma è assolutamente giusto”. L’AD di Eni, in un’intervista a “Il Foglio” rilasciata lo scorso novembre all’indomani della COP26 di Glasgow, evidenzia quanto sia importante leggere opportunamente la transizione energetica anche in relazione al contesto storico in cui si sta sviluppando per non rischiare di mancare l’obiettivo. “Abbiamo spinto al massimo la macchina mondo, adesso dobbiamo rimetterla a punto”, sottolinea l’AD di Eni spiegando che demolire le infrastrutture costruite nel corso dell’intero Novecento è impossibile: “Viviamo in una rete di cavi, di tubi, di impianti e processi industriali. Dovremmo smantellare tutto questo oppure possiamo utilizzarlo in modo diverso, adattandolo alle nuove esigenze e alle priorità che ci siamo dati? La risposta razionale è trasformare, non cambiare radicalmente sia per problemi di costi che di tempi, anche se capisco che spesso prevalgono gli impulsi e le passioni”. Si tratta di un “lavoro immenso” che, secondo Claudio Descalzi, “si può fare solo muovendosi di concerto; politica, istituzioni, industria, debbono procedere all’unisono, rifiutando ideologie anti tecnologiche, perché proprio la tecnologia è la chiave della transizione”. Dare obiettivi e mobilitare grandi risorse finanziarie non basta: “Per passare dalle parole ai fatti occorre dotarsi di strumenti adeguati”.

Claudio Descalzi: la tecnologia è il cuore del cambiamento in corso in Eni

La tecnologia dunque è il grande filo conduttore. E oggi più che mai l’indipendenza tecnologica, come osserva Claudio Descalzi, è fondamentale per la sicurezza energetica. Eni guarda da tempo in questa direzione: “Il nostro profilo è quello di una compagnia tecnologica che fa ricerca e possiede tecnologie proprie. A questo scopo, stiamo lavorando e investendo da parecchi anni, abbiamo brevetti, abbiamo soluzioni nuove e tutte nostre”. Tecnologia che, nella vision dell’AD, deve essere neutrale, sartoriale e proprietaria. Neutrale perché per favorire la transizione energetica è necessario utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, senza escluderne nessuno. Sartoriale in quanto bisogna adattarla alle singole esigenze che variano da settore a settore e da Paese a Paese. E proprietaria perché “non esiste un supermercato della tecnologia”. L’attenzione non è solo per le tecnologie tradizionali ma anche sulle nuove: se “non si può comprare quello che non c’è” si può comunque lavorare per svilupparlo. Un impegno concreto quello di Eni come dicono i numerosi progetti portati avanti in questi anni: la cattura della CO2 collegata anche all’idrogeno blu che viene dal metano per decarbonizzare i processi della raffinazione, biocarburanti, l’economia circolare, la trasformazione dei rifiuti in prodotti, gli investimenti per bloccare le emissioni di metano, i servizi di distribuzione. E sul nucleare c’è la fusione a confinamento magnetico su cui il Gruppo guidato da Claudio Descalzi è al lavoro insieme al MIT di Boston. Dopo il successo lo scorso settembre del primo test, ora si guarda alle prossime tappe indicate nella road map: la realizzazione di un prototipo di mini impianto nel 2025 e nel 2030 quella del primo impianto industriale di questa tecnologia in grado di immettere energia netta in rete.

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Eni Award, Claudio Descalzi: in cinque anni Eni ha investito cinque miliardi in ricerca scientifica

“La ricerca scientifica deve avere un occhio alle nuove tecnologie ma arrivare anche a fare in modo che si giunga a una transizione giusta”: Claudio Descalzi sul ruolo della ricerca e dell’innovazione sostenibile.

Claudio Descalzi

Claudio Descalzi agli Eni Award: l’importanza della ricerca scientifica in Eni

Si è tenuta lo scorso 14 ottobre, al Palazzo del Quirinale, l’edizione 2021 degli Eni Award, punto di riferimento internazionale nella ricerca nei campi dell’energia e dell’ambiente. La premiazione si è svolta alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, della Presidente di Eni Lucia Calvosa e dell’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi. “Oggi premiamo i ricercatori che stanno dando qualcosa agli altri, pensando al futuro dell’umanità”, così l’AD nel suo intervento, che si è focalizzato sull’importanza di una “transizione giusta” per cui la ricerca scientifica e le nuove tecnologie rivestono un ruolo chiave. E ribadendo come le costanti dell’innovazione e della ricerca siano un punto centrale anche in Eni, Claudio Descalzi ha tracciato un bilancio dell’impegno del Gruppo in tale area: “Negli ultimi 5 anni abbiamo investito 5 miliardi di euro nella ricerca scientifica”, ha segnalato l’AD nel suo discorso al Quirinale.

Claudio Descalzi: nel contesto energetico attuale, Italia in posizione privilegiata per l’approvvigionamento

L’intervento di Claudio Descalzi agli Eni Award ha poi affrontato alcune questioni di attualità e, in particolare, lo scenario odierno in tema di energia. Per quanto concerne i prezzi, l’AD ha segnalato come, nonostante il costo del gas sia ancora alto, “i prezzi non resteranno a questi livelli, perché i livelli che abbiamo adesso sono estremamente alti e non riusciamo a tenerli”. I volumi investiti, ha aggiunto, si aggiravano sugli “850 miliardi di euro nella parte gas e petrolio, adesso se ne investono 350 all’anno. Questo è cominciato dal 2015, siamo in situazione fisica di offerta che è inferiore alla domanda, questo lo vediamo anche nel petrolio”. Nel settore del gas, “non vedo grossi investimenti adesso, non vedo grosse produzioni”, ha dichiarato, aggiungendo che “i grossi quantitativi di gas entreranno quando il Qatar finalizzerà la prima fase”, riferendosi al grande progetto di gas naturale liquefatto in corso. In tale situazione, l’AD Claudio Descalzi non vede uno scenario di difficile approvvigionamento per il nostro Paese: “L’Italia sicuramente è in una posizione privilegiata perché ha un accesso al gas in modo molto diversificato. Non c’è solo il gas che viene da nord, abbiamo anche quello che viene dal Nord Africa, dall’Algeria, dalla Libia e anche dalle Lng”.

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