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Economia green, per l’Europa uno dei metalli critici è il cobalto

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  • 28 Maggio 2024

Si alza l’attenzione su alcuni metalli, per via della transizione energetica in corso. L’Unione Europea, nel Raw materials Act pubblicato nel 2023, ha individuato alcune vulnerabilità che la nostra economia deve risolvere riguardo a materie prime definite critiche. Tra queste c’è il cobalto.

Il calcolo della criticità per un’economia green

economia greenVa anzitutto fatta una precisazione. La criticità di un metallo per l’economia europea è stata valutata in base a due parametri.
Il primo è l’importanza economica che ha quel metallo, il secondo parametro è il rischio di approvvigionamento relativo a quella materia prima (anche in relazione alla disponibilità di sostituti efficaci a prezzi contenuti). Ebbene il cobalto risulta essere uno dei metalli a maggiore criticità.

Il ruolo del cobalto

L’utilizzo del cobalto si lega in special modo nella produzione delle batterie agli ioni di litio, che dal 2013 al 2020 ha provocato un incremento dal 44% al 57% nel consumo di cobalto (fonte Pocket Option link). Ma nell’economia contemporanea questo metallo viene utilizzato anche nelle superleghe, per i pigmenti, per i materiali duri, per i magneti e per gli essiccatori per vernici ed adesivi per pneumatici.

L’Europa ne produce solo una minima parte

Il problema per l’Europa è che questa commodity è caratterizzata da un alto rischio di fornitura, dal momento che dipendiamo in misura enorme dai Paesi esteri, in particolar modo dalla Repubblica Democratica del Congo. Nel nostro continente invece l’unica produzione interna è quella finlandese, che rappresenta appena l’1% della produzione mondiale di cobalto.
Ad aggravare la situazione e il fatto che cobalto è un metallo difficilmente sostituibile per via delle sue proprietà chimiche e fisiche uniche (ad esempio, l’elevata resistenza alla corrosione alla temperatura e all’usura).

Il fattore prezzo

Un altro fattore critico è il prezzo di questo metallo. Storicamente ci sono state due fiammate, la prima tra il 2016 e il 2018 e la seconda tra il 2021 e il 2022, seguite poi da un rapido rientro (tecnicamente l’andamento è stato tipico delle gravestone doji candlestick). Dopo quest’ultimo ciclo di rialzi i prezzi del cobalto si sono attestati a circa 28.000 dollari per tonnellata.

La grande preoccupazione dell’Unione Europea è che i prossimi anni potrebbero vedere una nuova crescita per via della transizione energetica che sta attraversando la nostra economia. Tuttavia la ricerca di trovare un sostituto e una sfida complicata, ed è per questo l’Unione Europea ha posto il cobalto nella lista delle criticità maggiori.

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Mercato delle auto elettriche, c’è il boom ma non per tutti

Nonostante si continui a parlare del boom del mercato delle auto elettriche, i metalli più direttamente coinvolti da questa situazione non stanno certo passando un buon momento. Litio e cobalto infatti hanno tradito le aspettative degli investitori, e sono interessati da un calo perdurante delle quotazioni.

Litio, cobalto e mercato delle auto elettriche

mercato delle auto elettricheSebbene si tratti di un segmento meno noto tra le commodities – gli investitori sono più interessati a petrolio, oro e altre materie prime più note – la loro dinamica è finita nel mirino di molti analisti. Litio e cobalto infatti sono due materiali che, per loro natura, dovrebbero avere un grosso impiego nel mercato delle auto elettriche. Giacché si è capito che proprio questo sarà il futuro del mercato automobilistico, non ci sarebbe ragione per assistere a una improvvisa inversione di tendenza al ribasso delle quotazioni di questi due metalli. Eppure è successo.

Fino a circa un anno fa, i prezzi di litio e cobalto sembravano vivere una marcia inarrestabile, con il relative volatility index RVI che schizzava verso l’alto vista la vivacità del momento. Erano infatti trascinati dalla spinta di ottimistiche previsioni sull’andamento della domanda, ma poi tutto si è bloccato. E dopo poco la marcia ha invertito direzione ed ha cominciato a spingere al ribasso. I prezzi delle due materie prime sono andati a picco, facendo capire che non si trattava solo di una semplice inversione fisiologica.

Cosa è cambiato nell’ultimo anno

Cosa è accaduto allora? Probabilmente ad essere cambiata è la percezione delle possibilità di utilizzo di questi due metalli. Avrebbero dovuto essere i più utilizzati in futuro, sulla spinta del boom del mercato delle auto elettriche. Questo, unitamente alla strutturale scarsità di queste materie prime, avrebbe dovuto sostenere i prezzi. E invece oggi la scarsità di litio e cobalto non è più avvertita come un problema. Segno chiaro che non sono ritenuti più così necessari per il mercato delle auto elettriche, e che il comparto crescerà ad un ritmo tale da non mettere a dura prova le riserve di metalli.

La reazione dei prezzi è stata quindi logica. Il cobalto è scivolato a meno di terzo dei 100mila dollari per tonnellata di aprile 2018. Ha perso circa il 40% per cento del suo valore in pochi mesi, con l’Adx indicatore trading che punta ancora al ribasso. Anche il mercato del lito se la passa maluccio. La sua quotazione infatti è precipitata ai livelli minimi degli ultimi tre anni.

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