Redditi in calo per i commercialisti
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha presentato a Roma il rapporto annuale sulla professione, dati che riguardano redditi e iscrizioni di professionisti collocati in tutta Italia.
Redditi in calo
I commercialisti hanno visto i propri redditi diminuire del 14% negli ultimi 10 anni e la metà di loro dichiara meno di 33.000 euro all’anno. Netta la differenza tra Nord e Sud Italia: il reddito medio nelle regioni al Nord è di 80.000 euro all’anno, al Sud 30.000 euro. In Trentino Alto Adige, ad esempio, il reddito medio del commercialista è 105.000 euro annuali contro i 24.000 dichiarati in Calabria.
Tuttavia in tutte le aree territoriali si è registrato un aumento dei redditi medi: +2,3 % al Nord, +2% al Centro, +1,7% al Sud. Le regioni con incremento maggiore rispetto alla precedente rilevazione sono Basilicata (+8,5%), Calabria (+3,6%) e Piemonte (+3,5%). Umbria (-0,7%) e Sardegna (-2%) sono invece le due regioni in calo.
Tali statistiche sono state elaborate a partire dai dati delle Casse di previdenza dei dottori e dei ragionieri.
Dati sulle iscrizioni
Nel corso del 2016 gli iscritti all’Albo sono aumentati dello 0,5%, dopo il periodo 2013-15 in cui la tendenza era stabile all’1%. Dal punto di vista geografico la crescita è così suddivisa: +0,9% al Nord, +0,3% al Centro, +0,1% al Sud.
Aumenta dello 0,3% il dato delle iscrizioni femminili, in lieve calo gli under 40 (-0,2%) e leggero aumento per gli over 60 (+0,4%).
Aumentano del 36% gli esperti contabili (sezione B dell’Albo) e del 3,1% i praticanti.
Conclusioni
Per concludere possiamo affermare che ormai gli studi sono obbligati ad ottimizzare al massimo le spese, senza fare tagli drastici ma scegliendo personale qualificato e tecnologie di reale supporto all’attività quotidiana (software per commercialisti, installazioni in cloud, server protetti). Scelte vincenti per migliorare l’efficienza e mantenere la clientela sempre soddisfatta.
Redazione del Bilancio UE sulla base dei nuovi principi contabili nazionali e internazionali
È tempo di bilanci, ma con regole nuove. L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (ODCEC) di Bergamo e l’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UGDCEC) di Bergamo, giovedì 16 marzo dalle ore 9 alle 13 presso la sede in via Rotonda dei Mille, 1 a Bergamo, affronteranno la questione durante il convegno «Redazione del Bilancio UE sulla base dei nuovi principi contabili Nazionali e Internazionali».
Numerose sono le novità introdotte in tema di principi di redazione del bilancio di esercizio dal D. Lgs 139/2015, con cui è stata recepita la direttiva 2013/34. In particolare, si valuterà l’impatto che la modifica legislativa ha avuto sui principi contabili nazionali in un’ottica di avvicinamento agli standard contabili internazionali che prediligono il principio di prevalenza della sostanza economica dell’operazione sulla forma giuridica.
Un percorso di approfondimento che arriva ora alla sua quarta giornata (il quinto e ultimo incontro si terrà il 24 marzo) e che vedrà l’intervento del Dott. Raffaele Marcello, membro del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili con delega alla revisione e ai principi contabili. Una presenza importante che aiuterà i Dottori Commercialisti di Bergamo a meglio comprendere l’evoluzione della professione con una significativa opportunità di confronto con i vertici della categoria.
Inoltre, con il Prof. Pierluigi Marchini, Presidente della Fondazione Centro Studi dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, saranno analizzate le modifiche intervenute nei nuovi OIC così da comprendere al meglio come declinare i più importanti principi contabili nazionali nella redazione dei bilanci.
Previdenza, welfare, incompatibilità. Venerdì 10 marzo il convegno dell’Ordine dei Commercialisti
Un approfondimento tutto dedicato alla previdenza, al welfare e ai progetti messi in campo per aiutare le giovani generazioni di commercialisti a costruire il proprio futuro. L’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bergamo, venerdì 10 marzo dalle ore 15 alle 19 presso l’ex Borsa Merci, Palazzo del Contratti e delle Manifestazioni di via Petrarca 10 a Bergamo, organizza il convegno «Il percorso previdenziale del dottore commercialista alla luce delle novità in tema di previdenza, welfare e incompatibilità».
Evoluzioni della normativa e degli interventi previdenziali saranno illustrate dal dott. Walter Anedda, presidente della Cassa Nazionale Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti, dal dott. Michele Pirotta, consigliere Cassa Nazionale Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti, dal dott. Fabio Pessina, Consigliere Cassa Nazionale Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti, dal dott. Alessandro Mano, Dottore Commercialista delegato Cassa Ordine di Bergamo e dal dott. Riccardo Trezzi, Dottore Commercialista delegato Cassa Ordine di Bergamo.
“L’argomento previdenza – spiega il dott. Riccardo Trezzi, Dottore Commercialista delegato Cassa Ordine di Bergamo – oramai coinvolge trasversalmente tutte le categorie dei lavoratori. La Cassa di Previdenza dei commercialisti è guardata come soggetto di riferimento perché è stata tra le prime, se non la prima in assoluto, ad inserire una modifica strutturale, passando dall’anno 2003 dal sistema retributivo (premiale) al contributivo (basato sui contributi versati) anticipando altri Enti previdenziali. Questo intervento, quando le altre Casse di Previdenza stavano ancora a “guardare”, ha consentito all’Ente di mettere in sicurezza i conti. Inoltre la Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti vanta un’ottima gestione finanziaria del patrimonio degli iscritti ed esprime una solida sostenibilità previdenziale in un arco temporale di 50 anni ”.
COMMERCIALISTI: OLTRE 600 I PROFESSIONISTI ETNEI COLLEGATI AL “TELEFISCO”
TRUGLIO: «LA NUOVA LEGGE DI STABILITÀ NON CONTRIBUISCE AL RILANCIO ECONOMICO»
CATANIA – «Le novità del fisco italiano per il 2014 non contribuiscono in maniera incisiva al rilancio del nostro sistema economico. Gli interventi introdotti sono un palliativo rispetto alle misure in ambito fiscale ed economico di cui il Paese avrebbe bisogno, come se a un malato grave il legislatore abbia suggerito un’aspirina». È una metafora eloquente quella usata dal presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Odcec) di Catania, Sebastiano Truglio, per descrivere la mancata occasione, da parte del governo italiano, di leggi fiscali meno complesse e più efficienti. L’argomento è stato al centro del 23esimo Telefisco, la videoconferenza nazionale organizzata da “L’esperto risponde” del Sole24Ore, svoltosi quest’oggi (30 gennaio) e considerato l’appuntamento annuale più importante per la formazione professionale e il confronto tra gli operatori del settore e l’Amministrazione finanziaria.
«La Legge di stabilità, di cui oggi approfondiamo le novità, è costituita da un solo articolo di ben 748 commi scritti in “burocratese” – ha continuato Truglio – segnale di un fisco non ancora semplificato ma farraginoso. Basti pensare alle numerose e continue modifiche sulla tassazione degli immobili. Dopo l’Imu e la Tasi, l’ultima sigla introdotta è la Iuc – Imposta Unica Comunale su casa e rifiuti. Anche i cambiamenti sul fronte dell’Iva, dell’accertamento, della rateazione delle cartelle, della rivalutazione dei beni di impresa, quest’ultima particolarmente importante, sono di carattere superficiale, senza le significative innovazioni che invece occorrono per un fisco più efficace ed equo per la ripartenza dell’economia del Paese. Una volontà che non si manifesta nella riduzione delle detrazioni per le famiglie, prevista dalle legge di stabilità, e in una legge successiva che invece introduce nuove e rilevanti detrazioni per il finanziamento dei partiti politici».
La nuova imposta di registro, i crediti d’imposta, la correzione delle dichiarazioni, la riscossione e nuovo redditometro, sono alcune delle altre tematiche sviluppate durante la giornata di lavori, a cui sono intervenuti gli esperti del maggiore quotidiano economico d’Italia e i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate. Il decreto sul rientro dei capitali, pubblicato questa notte in Gazzetta ufficiale, secondo il direttore dell’Agenzia Attilio Befera «non è e non può essere un condono – ha dichiarato durante la videoconferenza nelle 103 sedi sparse sulla penisola – ci sono segnali abbastanza interessanti di voglia di rientrare. La prossima settimana metteremo online i modelli, saranno molto ampi e prevedono la possibilità di aderire per i contribuenti che hanno un solo o più investimenti. Il tema dell’evasione internazionale è in profonda modifica, va combattuta seriamente. Ha effetti anche da un punto di vista politico, perché la soprannazionalità dei capitali limita la capacità fiscale e decisionale dei Paesi». E sul redditometro ha detto: «A breve emaneremo la direttiva. Non partiremo con un numero esagerato di controlli, ma li limiteremo ai casi più eclatanti, facendo una preselezione».
«Catania è tra le sedi più importanti della penisola per il numero di partecipanti – ha affermato il tesoriere dell’Odcec Catania Giuseppe Grillo, che ha coordinato il convegno etneo, tenutosi al Grand Hotel Villa Itria di Viagrande – oltre 600 gli iscritti che hanno preso parte ai lavori. Questo conferma la rilevanza del nostro Ordine nel panorama nazionale, e l’impegno costante dei professionisti nel campo dell’aggiornamento per fornire una consulenza e un sostegno di qualità sempre maggiore ai clienti e alle aziende del territorio, volàno della nostra economia».
Il Renminbi, nuova moneta per gli scambi con la Cina (di L. Lambrecht)
La valuta cinese, denominata Renminbi (RMB) o Yuan (CNY), sta diventando sempre più internazionale. L’utilizzo del Renminbi come moneta di scambio per il commercio estero con la Cina, porta con sé nuove opportunità, specialmente in tempi in cui la richiesta di una moneta affidabile e solida sta acquisendo sempre più importanza.
Ma quale impatto avranno questi cambiamenti sulle aziende d’oltreoceano e quali sono i benefici nell’effettuare scambi commerciali in RMB?
Il volume degli scambi in RMB è aumentato considerevolmente: nel 2010 si calcolava attorno ai 500 miliardi di CYN, che sono solo il 2% del totale del commercio cinese. Nel primo trimestre del 2011 il volume ha raggiunto il 7%.
La domanda è in crescita e l’importanza degli scambi in RMB aumenterà anche per le imprese.
Con la Cina al primo posto al mondo per esportazioni, infatti, queste nuove possibilità hanno di certo chiari e considerevoli effetti sia sulle imprese cinesi che sugli importatori/esportatori esteri.
I vantaggi per gli importatori stranieri sono la riduzione dei costi, una maggiore trasparenza dei prezzi, una miglior rapporto coi fornitori, un maggior numero di fornitori. I vantaggi per gli esportatori stranieri sono la semplificazione del cambio valuta e della tesoreria, l’ampliamento del portfolio clienti, le sopravvenienze attive.
I vantaggi per le imprese cinesi sono una maggiore trasparenza dei prezzi, la semplificazione, la riduzione di rischi e costi legati al cambio, una maggiore efficienza.
Per le aziende cinesi si ha una semplificazione della contabilità e della relativa documentazione, meno burocrazia nei rapporti con le autorità Governative, una migliore efficienza operativa.
Alcune previsioni sostengono che ci vorranno più di cinque anni prima che il RMB diventi una valuta convertibile liberamente. Per ottenere un vantaggio competitivo sui rivali, le imprese dovrebbero essere pronte a valutare le opportunità che questi cambiamenti portano con sé.
Il ruolo del RMB nel commercio transfrontaliero di certo aumenterà celermente nei prossimi anni. Ci sono grandi opportunità per le aziende d’oltreoceano, bisogna solo coglierle.
Per maggiori informazioni circa l’evolversi dell’economia cinese, visita la Rassegna Stampa di China Briefing.
IVA in China: a Shanghai un Progetto Pilota per la riforma
Il Primo Ministro cinese Wen Jiabao ha tenuto un incontro esecutivo del Consiglio di Stato il 26 ottobre nel quale è stato deciso l’avvio di un progetto pilota nella Municipalità di Shanghai per l’approfondimento della riforma dell’IVA.
All’incontro è stato deciso che il progetto pilota per l’approfondimento della riforma dell’IVA verrà implementato in certe zone e in certi settori industriali dal 1 gennaio 2012. L’obiettivo è quello di risolvere il problema della doppia tassazione dei beni e delle provvigioni, migliorare il sistema della riscossione e sostenere lo sviluppo di una moderna industria di servizi. La business tax, che viene applicata alle industrie di queste zone, verrà sostituita dall’imposta sul valore aggiunto.
Inoltre, all’aliquota standard del 17% e a quella ridotta del 13%, il progetto pilota aggiungerà due altre aliquote di 11% e 6%. La politica preferenziale della “business tax” originaria nelle industrie pilota potrà essere estesa e regolata in base alle caratteristiche dell’IVA; l’IVA pagata durante il progetto potrà essere dedotta in base alla normativa vigente.
Il progetto comincerà inizialmente nel settore dei trasporti e in certi servizi moderni nella Municipalità di Shanghai. Quando le condizioni saranno mature, alcuni settori industriali verranno scelti per l’attuazione del progetto su scala nazionale.
Per informazioni sempre aggiornate circa l’evolversi delle leggi fiscali cinesi, visita la Rassegna Stampa di China-Briefing.
176.397 euro ogni anno per i commercialisti del nord est
Il lavoro del commercialista è da sempre uno status symbol, vuoi per la sua elitari età dovuta un po’ alla casta che protegge la professione, vuoi per lo stipendio medio, nettamente più alto della norma.
Ma anche in questo lavoro ci sono differenze, sia di prezzo che di organizzazione lavorativa.
I migliori dal punto di vista organizzativo sono i commercialisti del nord, che utilizzano gli applicativi per commercialisti, per organizzare meglio i tempi e ricordare con precisione tutte le scadenze.
Oltre al buon livello organizzativo, ottenuto grazie al software gestionale per commercialisti utilizzato, i commercialisti del nord est possono vantare anche lo stipendio più alto d’Italia.
Tra tutti i commercialisti d’Italia, quelli che più spiccano in questa classifica sono quelli che lavorano in Trentino Alto Adige, che possono vantare un reddito ben superiore a tutti gli altri.
Infatti i fortunati commercialisti arrivano a guadagnare 176.397 euro ogni anno, rispetto la media nazionale che si attesta a i, si fa per dire, miseri 57.687.