L’applicazione troppo rigida della riforma delle regole sul capitale potrebbe penalizzare l’evoluzione del quadro macroeconomico. Necessari analisi d’impatto delle norme ed eventuale secondo giro di consultazione. I nuovi standard rischiano di irrigidire i criteri di concessione del credito e compromettere la ripresa dell’economia. Questa la valutazione del settore bancario italiano alle proposte del Comitato di Basilea contenuta nel position paper messo a punto dall’Abi.
Migliorare la qualità del capitale senza penalizzare il sostegno delle banche allo sviluppo dell’economia, avere la garanzia di un piano di gioco livellato e globale, condurre una scrupolosa analisi dell’impatto dei nuovi standard anche a livello macro e prevedere un’ulteriore fase di consultazione dopo la prima calibrazione delle misure da adottare. Un messaggio forte e chiaro quello che arriva dal settore bancario italiano espresso attraverso le risposte fornite alla consultazione sulla riforma bancaria – terminata il 16 aprile – e contenute nelle 108 pagine del position paper presentato dall’Abi al Comitato di Basilea e alla Commissione europea.
Tra le richieste prioritarie dell’Associazione bancaria un’attenta valutazione dell’impatto e degli eventuali effetti dell’entrata in vigore delle nuove regole che non si concentri solo sul capitale, sulla redditività e stabilità delle banche, ma che riguardi anche il quadro macroeconomico nazionale e internazionale, ancora
caratterizzato dal difficile andamento della congiuntura. Prime analisi evidenziano che nel prossimo decennio si avranno effetti significativi misurabili in alcuni punti di perdita del Pil con un annesso costo in termini di disoccupazione. Pertanto, è importante prevedere prima dell’effettiva entrata in vigore delle nuove regole una seconda fase di valutazione e consultazione che coinvolga attivamente il mercato.
Le banche italiane auspicano che il nuovo framework sia implementato in maniera omogenea e coordinata a livello europeo e internazionale con la definizione di un’unica tabella di marcia. In questo senso l’Abi suggerisce di prevedere momenti di verifica dell’effettiva implementazione dei nuovi standard per monitorarne la progressiva attuazione ed evitare arbitraggi regolamentari. A livello europeo è necessario assicurare il massimo raccordo tra le nuove proposte del Comitato di Basilea e gli interventi già in atto o in corso di attuazione da parte del legislatore comunitario.
L’Abi chiede di estendere le più stringenti regole prudenziali in discussione anche agli intermediari non bancari in base al principio che attività equivalenti devono essere soggette a regole omogenee per evitare indebiti e pericolosi vantaggi competitivi. Le nuove misure, inoltre dovranno tenere conto adeguatamente delle peculiarità giuridiche e operative delle banche di credito cooperativo e della loro organizzazione a rete. Tali peculiarità non trovano oggi appropriata declinazione nel documento posto in consultazione.
Sul merito più specifico della proposta, le banche italiane chiedono clausole di salvaguardia (grandfathering) adeguate nella loro durata e una profonda revisione di quanto ipotizzato dal Comitato di Basilea in tema di deduzioni apportate al capitale regolamentare, soprattutto con riferimento al trattamento delle voci collegate alle imposte anticipate e differite, agli interessi di minoranza e alle partecipazioni tra banche, assicurazioni e finanziarie. In particolare, occorre evitare effetti distorsivi e penalizzanti e modificare radicalmente l’attuale proposta di deduzione dal capitale delle attività per imposte anticipate – come quelle originate dalla svalutazione dei crediti – che per la peculiarità del sistema fiscale assume una valenza fondamentale per il settore bancario del Paese.
L’Abi evidenzia , in linea con quanto sta emergendo in sede di Federazione Bancaria Europea, come sia prematuro definire in questo momento eventuali buffer patrimoniali e come, invece, sia prioritario perseguire un allineamento della normativa contabile tale da rendere le novità normative omogenee con i dati di bilancio.
I temi legati alla riforma degli standard di Basilea saranno al centro del convegno “Basilea 3 – Banche e imprese verso il 2012” organizzato dall’Abi il 4 e 5 maggio e dedicato agli scenari dopo la crisi, alle novità regolamentari e alle iniziative concrete per banche e imprese in questa prolungata fase di recessione economica e fragile ripresa. Nel corso del convegno sarà presentata la Guida “Conoscere il Rating” – realizzata nell’ambito dell’Osservatorio Permanente sui Rapporti banche-imprese, a cui partecipano oltre all’Abi tutte le principali rappresentanze di impresa – un nuovo strumento per sviluppare maggiori competenze sulle metodologie e sulle tecniche di misurazione e valutazione del rischio creditizio che sarà presto disponibile allo sportello.
Roma, Palazzo Altieri, 26 aprile 2010
A cura dell’Ufficio Stampa ABI.
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