> Tentare d’istruire qualcuno in assenza della massa (ovvero dell’oggetto) che ci si appresta a esaminare può rendere lo studio oltremodo difficoltoso. È questa la prima barriera allo studio.
> Per fare un esempio, se si stanno studiando i trattori, la carta stampata e la parola orale non costituiscono un sostituto per un vero e proprio trattore. La mancanza di un trattore da associare alla parola scritta, o quanto meno di una riproduzione fotografica dello stesso, può inibire totalmente la comprensione dell’argomento.
> Si manifestano reazioni fisiologiche ben definite quando si tenta d’insegnare a qualcuno una materia la cui massa è assente o non disponibile. Uno studente che incontra questa barriera avrà probabilmente la sensazione di essere schiacciato, piegato, con una specie di capogiro; si sentirà come morto, annoiato, esasperato. Può finire per sentirsi con la faccia schiacciata, con il mal di testa, con strane sensazioni allo stomaco. Può provare vertigini di tanto in tanto e molto spesso gli possono dolere gli occhi.
> Queste sono reazioni molto comuni, ma erroneamente attribuite a condizioni di luce precaria, allo studio fatto in ore troppo tarde o a una moltitudine di altre ragioni scorrette. La causa reale è l’assenza della massa di ciò che si sta studiando.
> Il rimedio per questa barriera consiste nel procurare l’oggetto stesso, nell’esempio di cui sopra: il trattore o un suo ragionevole sostituto. Alcuni educatori ci sono arrivati per istinto, ma solitamente questo fattore è stato tenuto in considerazione soltanto quando si lavorava con gli studenti più giovani, e certamente non gli è mai stata attribuita la dovuta importanza a tutti i livelli dell’istruzione scolastica.
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> Per info:
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> 21 settembre 2012