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La “Milano Art Gallery” di Venezia ospita Amanda Lear e la sua personale creatività

L’esclusivo contesto veneziano del “Milano Art Gallery Pavillion” in Calle dei Cerchieri 1270, zona Dorsoduro, è la location ospitante dell’attesissima mostra personale di Amanda Lear dal titolo “Passioni”, inaugurata con grande successo il 13 giugno, che rimarrà allestita fino al 14 luglio, con la gestione organizzativa del manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di “Spoleto Arte”. In esposizione una corposa carrellata di suggestivi dipinti appartenenti alla vulcanica Lear, personalità spumeggiante di fama internazionale, dallo spiccato talento e dal vivace spirito d’inventiva, che si ispira a tematiche eterogenee e molto stimolanti nella chiave interpretativa.

Vittorio Sgarbi di lei ha dichiarato: “È una figura interessante nel mondo dell’arte, direi che il suo stile si avvicina alla transavanguardia, ne è un’anticipazione. Potrei trovare delle similitudini con Sandro Chia. Anche il messaggio legato all’arteterapia e alla cromoterapia, sul quale lei rimarca, mi sembra interessante“.

Philippe Daverio, nel raccontare l’amicizia che lo lega da lunga data alla Lear, ha spiegato: “La cara Amanda è diventata veramente grande ed ha vissuto in modo particolare. La conosco molto bene, perché veniva da me in galleria ancora 30 anni fa e la sua arte, così originale e spiritosa, corrisponde appieno con la sua persona e la sua singolare e frenetica vita. È un personaggio molto creativo e molto alternativo“.

Giordano Bruno Guerri invece ha evidenziato: “L’influenza di un mentore e pigmalione eccelso come Salvador Dalì è indiscutibile. Per me sono stati una coppia esemplare, perfetti nel loro equilibrio di artisti creativi. Potrei dire, che sono stati una coppia a modello appartenente a quel filone di storie d’amore sempre speciali e mai banali. Immagino, che Dalì ovunque si trovi, sia pienamente soddisfatto e compiaciuto della sua musa e dell’importante percorso“.

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MILANO ART GALLERY: LUOGO DI GRANDI EVENTI. DA MAX LAUDADIO A JOSE’ DALI’, FINO A RENATO GUTTUSO.

 

 

La prestigiosa Milano Art Gallery, storica galleria che vanta un quarantennio di vita ed è situata nel cuore del capoluogo lombardo, in via G. Alessi 11 (alla fine di Corso Genova) realizza numerose mostre ed eventi di grande successo e notevole risonanza a livello nazionale ed internazionale.

 

 

 

Si è conclusa infatti Sabato scorso, la personale fotografica di Max Laudadio, inviato di Striscia la Notizia, dal titolo “Quattr’occhi sul Mondo” curata da niente di meno che il Prof. Vittorio Sgarbi. Inaugurata il 22 Aprile alla presenza di tanti personaggi illustri, come l’ideatore del noto Tg satirico Antonio Ricci, Anna Maria Barbera, i comici di Zelig, il campione olimpico Igor Cassina e il maestro fotografo Bob Krieger, l’esposizione ha attirato l’attenzione di tutti i media. Ne hanno parlato dai programmi Mediaset Pomeriggio Cinque, Mattino Cinque, TgCom24, Sport Mediaset e Tiki Taka alle radio come Radio Monte Carlo e Radio 105, dai quotidiani e riviste come La Repubblica e Panorama ai più importanti siti d’arte.

 

 

 

Appena iniziata, invece, un’altra straordinaria mostra: “La verità surreale” di José Dalì, figlio del mentore del Surrealismo Salvador Dalì, organizzata sempre dal manager Salvo Nugnes, che sarà visitabile ad ingresso libero fino al 26 Maggio 2014. Al vernissage, tra i molti volti noti, era presente un altro figlio d’arte, il cantautore Cristiano De André. “E’ la prima volta in assoluto, che espongo a Milano” afferma il mitico Dalì “Il genere che presento è divise in più parti: c’è il periodo informale, in cui mi divertivo a partire da una serie di fili di cui imitavano le sinapsi multiple che stanno nel cervello quando l’uomo pensa; poi c’è la metamorfosi, che è un surrealismo leggero in cui stravolgo i canoni estetici, orientato verso la bellezza della natura”.

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Milano Art Gallery: 110anniversario della nascita del grande Salvador Dalì, il figlio José dedica la mostra

Intervistato José Van Roy Dalì, in occasione della mostra personale “La verità surreale” il giorno dell’anniversario dei 110 anni della nascita del padre, il celebre maestro del Surrealismo Salvador Dalì, presso la storica Milano Art Gallery via Alessi 11, Milano dall’11 al 26 maggio 2014, con l’organizzazione del manager Salvo Nugnes. L’esposizione verrà inaugurata domenica 11 maggio alle ore 18.00, con un prestigioso evento di vernissage in presenza dell’artista.

 

1) Ci racconta com’è avvenuto il suo esordio nel mondo dell’arte? E’ vero, che già dai 7 anni dipingeva?

Il mio esordio nel mondo dell’arte forse non è ancora mai avvenuto. Prima di tutto, io non sono un artista, non mi ci sento, dipingo per il mio grande egoismo, per il gusto di fare una cosa che mi piace. Ogni volta che faccio una mostra per me è una sofferenza, un atto di esibizionismo. Espongo e poi scompaio per un po’ di tempo, quindi è come se non avessi mai esordito nel mondo dell’arte. Quando realizzo un quadro o dei quadri mi piace guardarmeli, magari farli vedere agli amici e basta. È una vita che dipingo e che espongo, ma cerco di farlo a piccole tappe. Quando era piccolo cercavo di scimmiottare mio padre che non mi permetteva di andare nell’area in cui lavorava perché aveva paura che gli rovinassi i quadri, ma sono giochi da bambini, sono cose che fanno tutti, anche quelli che poi da grandi non fanno i pittori o gli artisti.

 

2) Che rapporto aveva con suo padre il grande Salvador Dalì? Ha qualche particolare aneddoto, che vuole rivelarci?

Di aneddoti ne ho tantissimi, mio padre è stato molto particolare! Da ragazzino lo vedevo pochissimo, lui e mia madre erano impegnati nelle loro mostre, li incontravo quando i miei tutori, ai quali mi avevano affidato in Italia, mi portavano in Spagna. Poi li ho rivisti da adulto, dove è cambiato un po’ il legame, ma resta un rapporto particolare con due persone particolari, perché i miei genitori erano molto giocherelloni, si divertivano con tutto e soprattutto con gli esseri umani e ancor di più con me, facendomi degli scherzi. Gli aneddoti che mi vengono in mente sono due: il primo, quando mio padre Salvador, si è presentato ai piedi del mio letto in piena notte con una candela, una lampadina accesa in mano, sotto il volto e ha fatto finta di essere il demonio, al quale erano cadute le corna sulle labbra e ha cercato di spaventarmi. Un’altra volta invece, ricordo che si è nascosto, salendo sulle scale, dietro un orso imbalsamato, e con un tubo dell’acqua e un imbuto ha fatto finta di essere stato ingoiato e mi ha chiesto aiuto. Poi delle volte parlava in tre\quattro lingue, mescolandole con il latino per vedere il mio stupore, perché non capivo quello che mi diceva.

 

3) Un commento di riflessione sul concetto di arte;

E’ la cosa più difficile del Mondo, è come parlare del concetto di anima. Io non so se quello che faccio è arte, so solo che realizzo delle cose che a me piacciono. Credo che chi fa arte forse è una grande ricerca d’amore, per attirare l’attenzione delle persone comuni e per ottenerne il plauso, una ricerca d’affetto, di amore insomma. Su questo punto sono svantaggiato, sono sposato da più di quarant’anni con l’unica donna che ho amato nella mia vita, e non ho bisogno di amore, faccio questo perché mi piace. Quindi il concetto dell’arte credo sia quello di offrire al pubblico la medesima emozione che l’artista o il presunto tale ottiene creando quel lavoro.

Il concetto dell’arte è il concetto della bellezza, l’arte si può paragonare a qualsiasi cosa sublime ma anche ad un manufatto, ad una casa, un fiore. Le cose sublimi della natura che ci stupiscono e appagano il nostro animo, il nostro sguardo si possono paragonare all’arte. Non a caso per me l’arte è morta dopo il Rinascimento, tranne qualche rara eccezione, però in realtà ci sono ancora delle cose bellissime, che donano delle emozioni, e le emozioni sono la cosa più difficile da avere in questa vita.

 

4) Che ricordo ha dei suoi genitori? E della sua infanzia vissuta con i suoi tutori adottivi tra Verona e Roma?

Ho lasciato molti ricordi a Verona. Quando sono andato li con mia moglie, dopo 36 anni, per fargli vedere le bellezze di Verona, ho ritrovato le emozioni di vedere l’Arena per esempio o altre cose di questo genere. Quando abitavo a Verona, affianco al portone dell’abitazione dei mie tutori, c’era un negozio di Bauli e una giornalaia. Quando sono tornato ho visto una signora con i capelli bianchi e le ho domandato se fosse la signora Gemma e ha risposto di sì. Avrà avuto più di 90 anni, quando le ho raccontato chi ero io, ha cominciato a chiamare la gente raccontando delle mie gesta da bambino. Questa signora molto anziana si ricordava tutti i guai che avevo fatto a Verona, ad esempio quando correvo con i pattini a rotelle al secondo piano dell’abitazione e disturbavo a qualsiasi ora, gli abitanti del piano di sotto. Dei miei genitori, ho solo ricordi bellissimi, erano talmente speciali nei loro scherzi, nel loro modo di fare, che quando li vedevo abbracciati normalmente o sulla barca o che giocavano a scacchi per esempio, mi sembravano ammalati, perché erano in continuo movimento, una creatività continua per quanto riguarda i giochi, gli scherzi e le risate.

 

5) La data d’inaugurazione della sua mostra milanese, l’11 maggio, cade proprio nel giorno di celebrazione del simbolico anniversario dei 110 anni dalla nascita’ di suo padre; E’ compiaciuto di questa coincidenza speciale? E’ stata appositamente predisposta per creare un significativo filo conduttore di unione tra i due importanti eventi?

Sono felice e onorato di questa coincidenza, anche se una parte di me è dispiaciuta di dover mostrare al mondo la diversità tecnica e artistica che mi divide da mio padre, mio padre è stato un grande, io sono uno che gioca a fare il pittore, quindi in un certo senso sono felice perché è sempre difficile dimenticare una persona come mio padre, però forse ci vuole un nuovo genio per ricordare la sua bravura, naturalmente lo faccio con tutta la modestia che mi distingue. Davanti a mio padre sono soltanto un dilettante meglio e peggio di tanti altri miei colleghi, solo che di geni così ne nasce uno ogni duecento anni.

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Attesissima mostra di José Van Roy Dalì alla Milano Art Gallery con l’organizzazione del manager dell’arte Salvo Nugnes

La storica “Milano Art Gallery” in via Alessi 11 a Milano, ospita un evento di forte risonanza mediatica accogliendo la mostra pittorica “La verità surreale” di José Van Roy Dalì figlio dell’esimio mentore del Surrealismo Salvador Dalì, organizzata dal noto manager produttore Salvo Nugnes. L’esposizione si terrà dall’11 al 26 maggio 2014, con vernissage inaugurale in data domenica 11 maggio alle ore 18.00. Nell’occasione speciale verrà celebrato l’anniversario dei 110 anni dalla nascita del grande Maestro catalano.

 

José Dalì ha un percorso esistenziale intenso e ha sempre saputo portare con consapevole responsabilità e coerenza il suo famoso cognome, dimostrando doti innate di autentica genialità e sviluppando una propria ricerca stilistica personalizzata e innovativa. E’ uno degli artisti di spicco più interessanti del panorama contemporaneo, ma ha scelto di vivere la sua dimensione artistica e professionale con estrema riservatezza, privilegiando la vita familiare e privata. Il suo prorompente DNA ispiratore lo ha stimolato a cimentarsi attraverso ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, dalla poesia alla scrittura narrativa, dall’incisione all’arte orafa.

 

Sul periodo dell’infanzia vissuto in Italia racconta “Mia madre era ebrea e allo scoppio della guerra i miei dovettero rifugiarsi negli Stati Uniti. Prima di salire sul transatlantico incontrarono a Mentone la famiglia veronese Rossi, alla quale mi affidarono e con la quale ho vissuto a lungo. Considero la mia infanzia felice a Verona un magnifico regalo del destino e sono immensamente riconoscente ai miei tutori adottivi anche per il fatto di avermi sempre supportato. I miei genitori vennero spesso a trovarmi“.

 

Emerge tutto il suo carismatico eclettismo nella significativa frase da lui pronunciata, quando parodiando l’affermazione paterna “La differenza tra un pazzo e me, è che io non sono pazzo” dichiara con ironica provocazione, che “l’arte è anche follia. La differenza sostanziale tra gli altri pazzi e me, è che io lo sono davvero e consapevolmente“.

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Mostre Venezia: l’Universo Dalì al museo Sant’Apollonia

Gli abitanti e turisti che questi mesi di inverno soggiorneranno negli alberghi veneziani hanno l’opportunità di visitare nel Museo Diocesano di Sant’Apollonia una delle mostre più interessanti della città negli ultimi tempi, una esibizione che mostra alcune delle facce più sconosciute del poliedrico artista catalano Salvador Dalì e dalla quale nessuno non esce indifferente.

La mostra conta infatti con una collezione di sculture in bronzo, vetro e oro elaborate dall’artista in vari periodi della sua vita e che in occasioni vanno a richiamare alcuni dei lavori con i quali Dalì diventò internazionalmente famoso: Torero Allucinogeno, Persistenza della Memoria e Venere Spaziale e Elefante Spaziale sono solo due delle sculture che trovano in questa mostra il contesto perfetto per l’introduzione al grande pubblico in nelle vicinanze del Palazzo Ducale Venezia.

L’esibizione include disegni e grafiche del periodo in cui l’artista manteneva una relazione di amicizia che segnò un momento di profondo cambiamento nella sua vita. Quello con Federico Garcia Lorca fu un rapporto artisticamente stimolante, tossico in occasioni e meno positivo per il poeta che per il pittore. Insieme a lui e ai suoi colleghi dell’accademia di belle arti San Fernando, Dali avrebbe conosciuto il cubismo e il dadaismo, le grandi opere classiche e i grandi temi della letteratura universale, i quali avrebbe riprodotto in queste grafiche, uniche nel mondo, e nei suoi primi passi come illustratore di libri.

In vetrina anche alcune delle opere influenzate dal psicanalista Sigmunf Freud, con il quale Dalì instaurò un rapporto quasi paterno filiale. La Lumaca e l’Angelo è l’ecco della dualità e di quello che si nasconde all’interno di tutto essere. Come l’uovo, altro elemento che fascina Dalì, il guscio della lumaca nasconde sotto l’apparenza dura un interiore debole da proteggere e tutelare e la quale scoperta può portare alla liberazione, seppur rischiosa, alla quale dobbiamo aspirare per diventare come la lumaca toccata dall’angelo, un essere che dall’immobilità passa a volare verso gli dei.

In mostra anche il popolare Elefante Spaziale, interpretazione daliniana del potere, tentazione alla quale sempre secondo l’artista, Sant Antonio non avrebbe resistito e rappresentata da un obelisco. La scultura oggi in esposizione negli edifici Venezia del museo è tratta dallo spettacolare dipinto realizzato a New York nel quale quattro elefanti inseguono attraverso il deserto il cavallo-santo Sant Antonio portando addosso le tentazioni in gambe sottili e alte come trampoli.

Sculture di periodi posteriori sono esposte nella mostra The Dali Universe a Venezia, alcune delle quali appartengono agli anni 70 e alla collezione che il pittore surrealista realizzò per il suo amico Isidoro Clot. Tra le opere esposte, riproduzioni firmate dall’artista come la Venus Spaziale, rappresentazione della deperibilità della bellezza umana e del carattere invece illimitato della bellezza artistica che è eterna.

Le sculture di vetro sono frutto dalla collaborazione con il negozio-galleria Daum Cristallerie di Parigi negli anni 60, un materiale al quale Dalì si rivolse con frequenza per la creazione di opere alle quali associava una consistenza quasi olografica, virtuale o onirica come Ciclopi.

Dalì non era sempre stato amato da tutti, come non lo sarà sicuramente da tutti quelli che visiteranno il museo in occasione di un long weekend, ma la realtà è che il pittore, poeta e “artista a 360 gradi” come lo si definisce nella sua patria di Figueres, non lascia indifferente nessuno.

A cura di Alba L
Prima Posizione Srl – brand online

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Toscana, arte e vino: il bello della bassa stagione

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  • 22 Settembre 2011

Le ultime offerte e occasioni per trascorrere una vacanza in Toscana!

L’autunno è alle porte e proprio adesso, nella fresca quiete settembrina, la  Toscana si presta ad essere esplorata al meglio.

I numerosi modi in cui questa terra entra in contatto con l’arte e la cultura convergono in due punti fondamentali: l’arte e l’enologia, settori che a ottobre offrono numerose occasioni di approfondimento.

La Divina Commedia rivisitata in una collezione di Salvador Dalì è solo la prima di una serie di esposizioni che attraversano tutta la provincia di Grosseto, offrendo spunti artistici variegati e contrapposti.

Inoltre, a Cinigiano, il mese di ottobre si apre in grande stile, degustando morellino e ammirando i carri rionali della folkloristica Festa Dell’Uva.

A Massa Marittima invece è in mostra l’arte giapponese, dagli albori agli artisti ultracontemporanei: un’immersione nella cultura del Sol Levante in più di 100 opere.

Scansano propone due modi di vivere la città: aprendo le cantine il 24 e 25 settembre per degustare i prodotti tipici dell’enologia locale, e con l’esposizione “La Valle del Vino Etrusco – Archeologia della valle dell’Albegna in età arcaica”, la tappa conclusiva del percorso.

Il Camping Village Rocchette, a Castiglione della Pescaia è un’oasi isolata dal centro abitato, dotata di una straordinaria piscina di 2000 mq, un hammam e più campi sportivi.

Il Camping Village Rocchette permette di godersi a pieno le miti atmosfere autunnali toscane: un clima  eccezionalmente mite tutto l’anno e la posizione riparata dai venti di Tramontana e Mistral fanno sì che le temperature siano al di sopra delle medie. Un’oasi tranquilla ed accogliente che tra il verde ospita 75 bungalow  in muratura, termicamente isolati e dotati di ogni comfort.

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Mostre d’arte mete per week end originali

Viaggiatori nel Mondo propone week end e gite domenicali  per visitare le grandi mostre allestite nelle principali città italiane.

Con l’autunno arrivano importanti mostre . L’Arte va in scena nei grandi centri espositivi italiani ed offre l’occasione per trascorrere un fine settimana nelle grandi città italiane o, almeno,  per una bella gita domenicale.
Come sempre attenta ai grandi appuntamenti culturali, Viaggiatori nel Mondo offre numerose proposte, individuali e di gruppo, per non perdere l’occasione di visitare  le mostre, che riuniscono grandi capolavori provenienti da numerose città del mondo.

L’arte di Salvator Dalì torna a Milano dopo oltre 50 anni, la genialità dell’artista spagnolo è protagonista della stagione espositiva del Palazzo Reale di Milano, dal 22/09/10 al 30/01/11 con la  mostra “Il sogno si avvicina”, che  indaga il rapporto di Dalì con il paesaggio, il sogno e il desiderio.  Nel percorso della mostra, che raccoglie oltre 50 opere, sarà fruibile il cortometraggio Destino di Salvador Dalì e Walt Disney, mai proiettato prima in Italia, completato, a distanza di decenni, nel 2003.

Roma ospita dall’8/10/10 al 6/02/11, la grande mostra “Vincent Van Gogh: Campagna senza tempo e città moderna”. Due, come suggerisce il titolo, i temi dell’esposizione: la città, dipinta spesso da Van Gogh di notte tra caffè all’aperto e cieli stellati, e la campagna spesso immortalata tra campi di grano e nuvole rapide. Le oltre 110 opere esposte, importanti dipinti, splendidi acquarelli e preziose opere su carta, illustreranno l’intera straordinaria carriera del maestro olandese.

Dal 27 novembre apre a Genova una delle mostre più attese dell’anno: “Mediterraneo da Corot a Monet a Matisse”. Saranno esposte, fino all’1/05/11, circa novanta opere dei più famosi impressionisti, dedicate ai colori del Mediterraneo, selezionate con scrupoloso criterio e provenienti dalle gallerie e musei più rinomati al mondo.

“Matisse e Michelangelo. La seduzione della forma” inaugura il ciclo “I colori della felicità”, che si svilupperà attraverso importanti appuntamenti artistici annuali fino al 2014 al Museo di S. Giulia di Brescia. La mostra analizza la relazione fra scultura e pittura nell’arte di Matisse a partire dallo studio intenso e continuativo che egli compie, dal 1906 fino alla fine degli anni ’30, dell’opera di Michelangelo. Esposte circa 120 opere del maestro francese, dai primi anni del secolo fino agli anni ’50, cui si affiancano diversi calchi di alcune delle più importanti sculture di Michelangelo tra cui quelle della Cappella Medici, oltre a un importante disegno originale raffigurante due Veneri.

“Munch e lo spirito del Nord” è la mostra che racconta, a Passariano di Codroipo in provincia di Udine, come lo spirito del Nord si identifichi con la pittura in Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca. Sono esposti, dal 25/09/10 al 6/03/11, 122 dipinti provenienti dai musei scandinavi e dal Museum of Fine Arts di Boston, articolati  in cinque sezioni, l’ultima delle quali è dedicata a Edvard Munch, con 35 opere in totale. Nel suo insieme la mostra riesce a descrivere la Scandinavia come una terra che è luce e notte insieme. Il massimo della luce e il massimo della notte.

Padova ospita, dal 2/10/10 al 27/02/11,  la mostra Il volto dell’Ottocento. Da Canova a Modigliani”,  che analizza il tema del ritratto nel senso più esteso, dall’immagine del volto a quella della figura intera, di gruppo, familiare e non, in situazioni ufficiali, mondane o intime. I curatori della mostra hanno scelto simbolicamente Canova e Modigliani come confini estremi dell’indagine, uno rappresentante del grande classicismo, l’altro emblema dell’irrompere del nuovo.

Nel cortile interno di Palazzo Strozzi a Firenze è eposta dall’1/10/10 al 23/01/11,  l’installazione di Michelangelo Pistoletto, artista tra i più celebri del panorama contemporaneo, Metrocubo d’Infinito in un Cubo Specchiante”, una struttura cubica ricoperta esternamente di opache lastre in acciaio e all’interno rivestita completamente di specchi. L’opera, che rende omaggio all’architettura rinascimentale fiorentina,  dà vita a un percorso nel quale il pubblico può vivere l’esperienza di un luogo senza limiti, che si estende all’infinito.Al centro dello spazio è collocato il Metrocubo di Infinito (1966), storica opera dell’artista piemontese costituita da superfici esternamente opache ma specchianti verso l’interno, facendo giungere al culmine le possibilità di rifrazione.

Infine vale la pena di dare uno sguardo Oltralpe, a Parigi, facilmente raggiungibile in un fine settimana. L’appuntamento è al Grand Palais per la grande mostra dedicata al grande pittore impressionista, Claude Monet. A 170 anni dalla sua nascita, una ricca esposizione che riunirà più di duecento dipinti per l’esposizione dal titolo “Claude Monet 1840-1926”.  Ci si può poi spostare al Museo d’Orsay, dove sono esposte opere di Jean–Leon Gérôme nella mostra “La Storia in Spettacolo”, che resterà aperta fino al 23 gennaio 2011, per poi spostarsi prima a Madrid e poi a Los Angeles.

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