Appello inutile agli Amministratori della città da parte della parrocchia San Rocco e dalle Associazioni Cantiere Giovani, CSP (Centro Sportivo Polivalente) Rossini e Igea Sport. E’ stato chiesto più volte al Comune di assicurare l’agibilità della struttura sportiva, installando una semplice recinzione. Un intervento minimo, di competenza comunale, senza il quale non è possibile svolgere le attività in sicurezza.
Dopo più di un anno di impegno gratuito per garantire l’apertura della struttura comunale e per evitare di nuovo la sua vandalizzazione, non sono ancora arrivate risposte concrete. La parrocchia e le associazioni hanno anche trovato risorse esterne per acquistare le attrezzature e sviluppare le attività sportive e sociali, ma senza l’adeguata messa in sicurezza non si può procedere.
La Parrocchia di San Rocco e le Associazioni auspicano un riscontro positivo da parte dell’Amministrazione comunale al fine di scongiurare l’ipotesi di vedere il Centro nuovamente abbandonato a se stesso con il conseguente aumento del degrado nel quartiere di via Rossini.
Continua settimanalmente l’attività di distribuzione dell’opuscolo “La Via della Felicità”
Attività dei volontari per un influenza calmante nella comunità
Roma 18 settembre 2012 – Sempre pronti a promuovere il buon senso, anche in questa settimana i volontari dell’associazione La via della Felicità di Roma e Mediterraneo si ripetono nella loro attività recandosi nella zona dell’Anagnina a Roma per distribuire gratuitamente centinaia di copie de “La Via della Felicità” ai passanti ed abitanti della zona. Codice morale non religioso redatto nel 1981 dall’umanitario L. Ron Hubbard “La Via della Felicità” colma il vuoto morale in una società sempre più materialistica. Contiene 21 principi (i precetti di questo libro) che guidano una persona verso una migliore qualità di vita. Interamente basato sul buon senso, i suoi 21 precetti possono essere seguiti da persone di qualsiasi razza, colore o credo, animate dal desiderio di migliorare le vite di coloro che li circondano, grazie anche ad un pratica personale dei pratici principi morali de “La Via della Felicità”.Precetti che sono stati resi anche sotto forma di video di pubblica utilità da 60 secondi ciascuno, visualizzabili sul sito twth.org .
L’iniziativa di distribuzione gratuita è parte della serie di eventi che i volonatari stanno svolgendo nell’area della capitale e della provincia su base settimanale per invertire la spirale discendente dei valori morali e fornire 21 punti fermi universali per infondere onestà e rispetto, e facilitare la convivenza tra gli individui.
Per informazioni:
www.thewaytohappiness.org
[email protected]
Dura denuncia del Comitato di Villa Certosa a Roma contro il degrato del quartiere: armi, spaccio, cadaveri e delinquenza
Il Comitato di Quartiere di Villa Certosa denuncia gli anni del vuoto e dell’inadempienza amministrativa del VI Municipio
Il 19 novembre del 2011, all’imbrunire, dei ladri sono entrati all’interno di un’abitazione che affaccia sul prato del costone di via Filarete, nel quartiere di Villa Certosa, dopo aver letteralmente divelto finestre e persiane.
Un’azione decisamente rumorosa, difficile immaginarla in una zona illuminata, frequentata, e non tenuta alla larga perché luogo completamente buio, degradato, pericoloso, frequentato da tossici e spacciatori, usato come latrina e discarica a cielo aperto.
Parliamo dell’unico spazio verde di cui dispone il quartiere, spazio in cui lo scempio non finisce qui: negli ultimi dieci anni, in questo prato, accasciati tra sterpaglie, siringhe, calcinacci, copertoni e cacche di cani, sono stati trovati diversi morti. C’è dell’altro: durante i vari interventi di pulizia straordinaria effettuati dagli abitanti del quartiere, sono stati trovati fucili, caricatori, binocoli e proiettili.
Il tutto è stato messo agli atti dalla polizia, eppure, a oggi, gli amministratori del VI Municipio, evidentemente troppo presi dalle beghe interne ai loro palazzi, non si sono ancora degnati di intervenire, nonostante abbiano sottoscritto dei patti, chiari e notificati, con i legittimi proprietari dell’area e con il quartiere.
La storia prima dei patti:
durante la costruzione dell’impianto del sistema fognario – avvenuta, alla Certosa, soltanto quattro anni fa –, delle scalette che collegavano il quartiere a via Filarete, tagliando il costone in due come una cicatrice, sono state chiuse. Una volta finiti i lavori, il Comitato di Quartiere di Villa Certosa ha chiesto il ripristino delle scalette. Il VI Municipio, a sua volta, ha chiesto il permesso di edificare le scalette ai proprietari del prato. Questi gliel’hanno concesso ma a un patto, anzi a più patti: che l’area fosse recintata, illuminata e regolarmente pulita dallo stesso Municipio. Il patto comportava, in una parola: decoro. Al Comitato di Quartiere, inoltre, il VI Municipio garantì che venisse votata in Consiglio Municipale una delibera di esproprio dell’area.
Mai, nemmeno una volta, gli amministratori del VI Municipio hanno rispettato i patti sottoscritti.
Le pulizie, la manutenzione, l’impianto di fiori e alberelli, li fa il quartiere, da solo.
Nemmeno i morti, nemmeno le armi, nemmeno i proiettili, nemmeno i caricatori sono bastati a fargli comprendere la gravità della situazione. O meglio, la conoscono, la conoscono bene, ma, a parte il ripristino delle scalette – sdrucciolevoli, scivolose, non a norma, impraticabili per disabili e passeggini, ma, soprattutto, BUIE –, non hanno mai fatto niente.
Dire che sono degli inadempienti impostori, sarebbe fargli un complimento.
In un’area che ben si presta a fare da scenario alle atrocità che già si sono verificate, ci domandiamo, illustri amministratori, se serve che una persona venga stuprata ed eventualmente torturata per indurvi ad alzarvi dalle vostre comode poltrone non solo per cercare consenso, bensì per attuare consenso.
Dal momento che i morti non sono stati sufficienti a garantire un vostro intervento, deduciamo che nemmeno uno stupro lo sarebbe.
Sono oltre quattro anni che, in più occasioni – pubbliche (di piazza) e private (nelle stanze del VI Municipio) –, ci siamo confrontati con i nostri amministratori in relazione alle varie e numerose criticità del quartiere di Villa Certosa. Sono quattro anni che la questione del costone di via Filarete viene rimarcata dal Comitato di Quartiere. Sono quattro anni che chiediamo una cosa, che rispettino i patti!
Ovvero:
– che l’area venga illuminata,
– che le scalette vengano messe a norma,
– che siano effettuati, e con regolarità, interventi di bonifica e pulizia,
– che se ne recinti una parte, affinché i bambini del quartiere possano godere di uno spazio pulito dove giocare.
– che il prato venga espropriato a proprietari che, evidentemente, non sanno garantirne il decoro.
Il decoro favorisce la frequentazione da parte dei cittadini, in questo senso tiene lontani delinquenti, tossicomani, ladri, spacciatori e, è il caso di dirlo, CADAVERI e/o occultatori di cadaveri.
Lo slogan di una recente e lungimirante campagna dell’Assessorato all’Ambiente recita:
“Roma è la nostra casa, rispettiamola”.
Vi rimandiamo il nostro slogan:
Roma è la nostra casa. La Certosa è la nostra casa. Il costone di via Filarete, unica area verde della zona, è la nostra casa. Fate quanto vi compete affinché i cittadini vi rispettino.
Riteniamo inaccettabile proseguire in questa direzione.
Riteniamo inaccettabile che continuiate a risponderci che non avete i soldi.
Riteniamo inaccettabile che continuiate a dirci che non potete farci niente, che avete le mani legate, che non dipende da voi.
Se così veramente fosse, VI CHIEDIAMO DI DIMETTERVI. Che le poltrone vengano occupate da chi ha maggiore capacità di gestire quanto, DI FATTO, gli compete.
Dei vostri discorsi da politicanti, dei vostri show di piazza, della vostra richiesta di consenso, delle vostre subdole risposte che non fanno altro che rimandare al mittente la lamentela con un’ulteriore, stomachevole, lamentela, ne abbiamo piene le tasche. Adesso, irrimediabilmente, bucate.
Non accettiamo più rimandi e né attesa.
Comitato di Quartiere di Villa Certosa
Claudia Porchietto, votazioni elezioni provinciali Torino: su sicurezza e viabilità le cifre parlano di degrado
La candidata del centrodestra alla presidenza della provincia di Torino dà la sua ricetta per risolvere il problema della sicurezza e della viabilità
Claudia Porchietto, candidata di PDL, Lega Nord e delle liste minori aggregate alle elezioni amministrative di Torino, a margine dell’incontro avvenuto alla CISL Canavese, è intervenuta con decisione per sottolineare le priorità di questa campagna elettorale: “La Provincia di Torino è quella con il maggior numero di incidenti nel 2007; il 59% di questi avvengono su strade provinciali. Si rendono pertanto necessari interventi strutturali per la messa in sicurezza delle strade, presupposto per un rapido e sicuro collegamento viario e per diminuire la mortalità. La criticità del problema sicurezza, visto nella sua accezione più vasta, è sottolineata dal posizionamento che ricopre la provincia di Torino rispetto alle altre province in Italia: è al quart’ultimo posto. Appare dunque evidente la necessità di un forte cambiamento della politica provinciale che possa risolvere al più presto queste due aree critiche, quelle che sostanzialmente incidono sulla qualità di vita dei cittadini ma anche sulla produttività e sul senso di sicurezza. Una società che aspira ad un forte rilancio ha bisogno di agire con tempestività e lucidità”.