Diego Armando Maradona è uno dei più grandi campioni della storia del calcio internazionale. Nato in un poverissimo quartiere di Buenos Aires il 30 ottobre del 1960 da una famiglia disastrata, il piccolo Diego passava intere giornate per strada e nei campetti di calcio improvvisati, a tirare calci ad un pallone. A soli 16 anni venne notato per le sue incredibili doti, e ne l giro di pochissimo tempo divenne il campione che tutti noi oggi conosciamo, amato e corteggiato dalle squadre di tutto il mondo. Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d’Oro), Maradona vanta una carriera più che ventennale fra vari club, tra cui il Napoli, e la Nazionale argentina con la quale disputò 4 campionati mondiali, e collezionò 34 reti in 91 presenze. Ma, calcio a parte visto che ancora oggi è considerato il miglior calciatore di tutti i tempi, la sua vita non è sempre, o forse mai, stata facile.
La tormentata vita di Maradona
Dopo un lunghissimo fidanzamento durato praticamente fin da quando era bambino, nel 1989 sposò la storica compagna Claudia Villafaňe dalla quale ebbe due figlie, Dalma Nerea e Gianina Dinorah, e dalla quale divorziò nel 2004 per non aver saputo rimanere fedele a quella che ancora oggi, a distanza di 10 anni, il fuoriclasse argentino definisce “l’amore della mia vita”. Fu infatti da una relazione extra coniugale con la napoletana Claudia Sinagra che nacque Diego Maradona Junior, quel figlio che il campione del Napoli non ha mai voluto riconoscere. Proprio a Napoli però Maradona visse una delle più belle, ma allo stesso tempo più brutte, esperienze della sua vita. Infatti dopo aver vinto 2 scudetti con i partenopei, nel 1991 risultò positivo al test antidoping per uso di cocaina, positività che gli costò una squalifica di due anni, e che lo portò a lasciare il Napoli per trasferirsi al Siviglia, da dove partì nel 1994 per giocare i mondiali negli Stati Uniti. Durante la competizione mondiale però Maradona risultò ancora una volta positivo ai test antidoping, e questa volta per uso di efedrina. Da quell’anno il fuoriclasse argentino è considerato a tutti gli effetti un tossicodipendente, che ha cercato più volte di disintossicarsi, ricoverandosi anche spontaneamente in diversi centri di recupero, senza mai riuscirci del tutto.