Si dice che noi italiani viviamo per mangiare e a volte, vedendo certe persone al ristorante, questa definizione non sembra nemmeno troppo esagerata. Eppure la cucina mediterranea è considerata tra le più sane e bilanciate al mondo.
Questa dieta è stata abbandonata nel periodo del boom economico degli anni sessanta e settanta perché ritenuta troppo povera e poco attraente rispetto ad altre modalità alimentari provenienti in particolare dalla ricca America, ma ora la dieta mediterranea sta sicuramente riconquistando, tra i modelli nutrizionali, l’interesse dei consumatori. Se l’alimento più famoso all’estero è la pizza, che ora si cucina facilmente grazie agli stendi pasta, la cucina mediterranea è invece ricca di sapori, sani e gustosi.
Tutti i modelli della dieta mediterranea hanno in comune un elevato consumo di pane, frutta, verdura, erbe aromatiche, cereali, olio d’oliva, pesce e vino (in quantità moderate) e sono basati su un paradosso (almeno per il punto di vista del nutrizionismo tradizionale): i popoli che vivono nelle nazioni del Mediterraneo consumano quantità relativamente elevate di grassi ma, ciò nonostante, hanno minori tassi di malattie cardiovascolari rispetto alla popolazione statunitense, nella cui alimentazione sono presenti livelli simili di grassi animali. La spiegazione è che la gran quantità di olio d’oliva usata nella cucina mediterranea controbilancia almeno in parte i grassi animali. Piatti che ora si stanno diffondendo in tutto il mondo, insieme ai dolci, che possono essere preparati agevolmente con la nuova impastatrice planetaria.
In questi anni si è quindi registrato un grande boom per la dieta mediterranea made in Italy nel mondo con un aumento record nel valore delle esportazioni di olio del 20 per cento, di vino del 6,4 per cento, di pasta del 3,2 per cento, di verdure del 5,8 per cento, della frutta del 3,2 per cento e anche della conserva di pomodoro dell’1,4 per cento, dopo anni di stagnazione.
Tra i Paesi che apprezzano di più l’Italia a tavola la Germania si classifica in pole position seguita da Francia, Stati Uniti e Spagna mentre tra le bevande e i cibi made in Italy più richiesti all’estero in testa c’è il vino, che rappresenta il prodotto italiano più venduto “fuori casa”, ma importanti quote di mercato sono state conquistate anche da pasta, formaggi, olio, salumi e conserve che contribuiscono a rendere vincente l’immagine della gastronomia nazionale nel mondo.
Ennesimo trionfo per il modello della dieta mediterranea, ormai apprezzato dai nutrizionisti di tutto il mondo. I mezzi di trasporto e le tecnologie avanzate, come la sfogliatrice, hanno ridotto drasticamente la fatica dell’uomo, a tutti i livelli. Se i nipoti dei contadini volessero mantenere le tradizioni alimentari dei bisnonni, l’obesità diventerebbe per la maggior parte di loro un traguardo inevitabile. Riesumare integralmente quelle abitudini non sarebbe un progresso, ma valorizzarne i principi generali, come la frugalità, è una ricetta tuttora valida, senza dimenticare però i meriti indiretti dello stile di vita e in particolare dell’incessante operosità muscolare di quelle genti, in tutte le età della loro vita. Ben venga, dunque, il modello alimentare della dieta mediterranea che, con i suoi “sani” alimenti, favorisce il corretto bilanciamento di entrate caloriche e spese energetiche. Tuttavia sarà bene riflettere sul fatto che nessun cibo, isolato dal contesto delle abitudini alimentari e dello stile di vita di ciascuno di noi, può rendere salutare una dieta: la dieta di per sé non fa miracoli e per rimanere in salute sarà bene mantenersi in forma con una regolare attività fisica.
A cura di Martina Meneghetti
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