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Vernissage di dipinti e ceramiche per l’olimpionica della danza sul ghiaccio Matilde Ciccia

Dai pattini da ghiaccio a spatola e pennello: Matilde Ciccia, 10 volte campionessa italiana di pattinaggio sul ghiaccio, e con eccellenti piazzamenti a mondiali, europei e olimpiadi, ha sempre nutrito una passione irrefrenabile per l’arte pittorica. Passione che nel corso del tempo ha assunto un’importanza assoluta nella sua vita, insinuandosi nel cuore e nella mente, fino a trasformarsi in una necessità quotidiana.

Le opere di Matilde Ciccia spaziano da quadri realizzati con la tecnica dell’acquarello e dell’olio su tela, raffiguranti paesaggi stilizzati, distese d’acqua, ritratti, fiori, a ceramiche come vasi e statue, che possono nascere da blocchi di creta grezza oppure da oggetti già esistenti, successivamente interessati da personalizzazioni con smalti colorati.

«L’arte, come il pattinaggio sul ghiaccio, richiede un’elevata dose di impegno e dedizione – rivela Matilde Ciccia -. Tra quadri e sculture sono riuscita a trovare la mia dimensione. E in certi momenti, mentre dipingo immersa tra mille tonalità e sfumature o modello la creta, mi sembra di rivivere quel sentimento di leggerezza che provavo quanto volteggiavo alle olimpiadi, quasi il tempo non fosse mai passato. Il mio estro nei confronti della pittura – aggiunge – è una forte sensazione che esce spontaneamente e che ha bisogno di sfogo immediato. In questi momenti sento in me stessa un desiderio incontenibile di esprimere quanto i miei occhi vedono tra i colori immaginari e reali».

«Da una passionalità intima trae sole e luce anche se il vissuto profondo è spine, tormento, disconferma e solitudine – così commentava le opere di Matilde Ciccia il mai dimenticato Gabriele Mandel, direttore dell’istituto di discipline artistiche all’Università Iulm di Milano -. Essere non comuni, esser sensibili più di molti altri è un bene prezioso che non sempre rende, ma che comunque si paga; e si paga a caro prezzo. A noi però resta il piacere di bagnarci in questo mare azzurro, di trovare il paesaggio di collina fatto di atmosfera e di tecnica candide in bilico fra il costruito e l’improvvisato, tra il gravemente saputo e il naif. Un paesaggio che assolve pienamente il suo compito fuggendo alle necessità di un’accademia impaludata e greve senza tuttavia cadere nella usuale svenevolezza di un falso naif da bottega. È, insomma, pittura fatta col cuore, pittura che esprime un sentimento, che lo fa vivere in modo sano e chiaro, e così, solo col cuore e col sentimento, va vista».

Una selezione della collezione dell’artista e sportiva sarà esposta all’Evento Artistico, in programma per venerdì 15 novembre 2019, a partire dalle 19.00, presso Tucci Service Colorificio, in via Lomellina 5 a Milano.

Il vernissage aprirà con un aperitivo a buffet seguito dalla presentazione delle opere a cura di Matilde Ciccia. All’appuntamento presenzieranno: Mario Lavezzi, Dino Meneghin, Pierluigi Marzorati, Mario e Andrea Giuliacci, Enrico Beruschi, il Conte Claudio Bellavitis. La mostra sarà visitabile fino al 30 novembre 2019 (dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00).

Per informazioni: 0236595059

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Giovanna Mentasti e le sue opere a “Spoleto Arte”

Proveniente da una famiglia di artisti di lunga data, la pittrice Giovanna Mentasti sarà presto in esposizione con le sue suggestive creazioni, all’interno della grande mostra di “Spoleto Arte”, che raduna un circuito selezionato di esponenti contemporanei del mondo dell’arte e aprirà i battenti dal 27 giugno al 27 luglio 2015. Sarà allestita tra le possenti mura dell’antico Palazzo Leti Sansi, situato a Spoleto in posizione centralissima, tra via Arco di Druso e Piazza del Mercato. Il curatore dell’esposizione è il Prof. Vittorio Sgarbi, mentre la direzione organizzativa è del manager della cultura Salvo Nugnes, presidente di “Spoleto Arte”.

Nel descrivere le tematiche ispiratrici della sua originale formula pittorica, prevalentemente orientata al realismo figurativo d’impronta tradizionale, si commenta: “Le figure, che popolano i suoi quadri, ci vengono incontro con anelante e spontaneo candore, con la composta e garbata animazione e ci comunicano un senso della socialità, che appare per certi versi confidenziale, familiare, pervaso dal piacere di farsi immortalare e ritrarre e ispirato dal gusto di una ricerca non problematica, ma bensì affettuosa e rispettosa dell’identità e della diversità degli -altri-. C’è nei confronti della realtà un approccio fiducioso e dunque sincero, diretto, armonioso, rassicurante“.

Inoltre, viene ben sottolineato come “Nei dipinti della Mentasti si delinea il desiderio e l’intento di conoscere e di raccontare la meraviglia della quotidianità, proiettando il suo interesse non unicamente sulle persone, ma nella realtà stessa, che le circonda. Scorrono pagine virtuali di un simbolico diario esistenziale, dove l’occhio del cuore osserva e il moto dell’anima segmenta, scompone, accorpa e ricompone e congiunge la realtà in un mosaico animato da suggestioni, collocandola all’interno di un’atmosfera di avvolgente e soave lirismo aulico di contorno, che pervade l’intera composizione“.

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Spoleto Arte abbraccia l’essenza e la commozione esponendo le opere di Alberto Pistoresi, insieme a quelle di Dario Fo, Eugenio Carmi e Josè Dalì.

Non potevano mancare nel novero delle opere fatte dagli artisti di spicco in esposizione alle mostre di “Spoleto Arte” una ricca serie di pregiati dipinti appartenenti al maestro fiorentino Alberto Pistoresi, in ricordo antologico e commemorativo della vasta produzione, da lui realizzata nei tanti anni di carriera. “Spoleto Arte” è curata da Vittorio Sgarbi e organizzata dal manager produttore Salvo Nugnes, nella nobile dimora di Palazzo Leti Sansi, situata nel centro storico spoletino, in Piazza del Mercato. Il vernissage inaugurale in data 27 giugno ha riscosso grandi consensi di pubblico e ha visto la presenza di vip, personaggi illustri e rappresentanze istituzionali di alto livello. Accanto alle creazioni pittoriche di Pistoresi, sono collocati quadri di Dario Fo, Eugenio Carmi, José Dalì figlio del celebre Salvador, Max Laudadio e altri prestigiosi esponenti del panorama contemporaneo. L’esposizione è visitabile con ingresso libero fino al 24 luglio.

 

Nel commentare lo stile di Pistoresi Sgarbi spiega “Vedutista di spazi urbani e di paesaggi nella sua Toscana, Pistoresi è un pittore di luoghi non disturbati dall’uomo. La sua visione è distante, a tratti ovattata. L’uomo più, che esserci è stato. Se ne sente l’impronta, l’eco della voce e una solitudine immensa, incolmabile”.

 

L’arte di Pistoresi si colloca nella tradizione del novecento, con una speciale connotazione distintiva di lirismo poetico e fiabesco, che supera le barriere temporali e resta sempre attuale. Allievo del famoso Pietro Annigoni, rappresenta un eccellente modello di figurativo e paesaggista, la cui variegata produzione pittorica giunta fino ai giorni nostri, ne testimonia il geniale talento ideativo, congiunto alle consolidate competenze tecniche e strumentali, che l’hanno stimolato a innescare un’avvincente ricerca sperimentale di raffinata e innovativa evoluzione.

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PROMOTER ARTE LANCIA IL SITO INTERNET DEDICATO ALL’ILLUSTRE PITTORE TOSCANO ALBERTO PISTORESI

É imminente il lancio del sito internet dedicato all’illustre pittore toscano Alberto Pistoresi, come significativo omaggio celebrativo alla memoria di un grande esponente di spicco dell’arte italiana del Novecento. Promoter Arte, affermata società leader specializzata in mostre, editoria e comunicazione, si sta occupando della gestione del progetto e sta predisponendo un sito completo e di funzionale consultazione, con una vasta carrellata di quadri catalogati in stile galleria espositiva online, correlata da interessanti testi critici, riflessioni, articoli, comunicati stampa realizzati a commento.

In Pistoresi emerge la spiccata sensibilità e la fervida passione per la natura, per gli scorci di paesaggio più suggestivi, che riesce a cogliere e raffigurare con acuta intuizione. La sua pittura stupisce per la spettacolare cornice coreografica, che regala alle rappresentazioni un’incantevole e magica atmosfera, trasportando l’osservatore dalla realtà al sogno, in una dimensione di visione quasi onirica.

L’intensa esperienza esistenziale e la forte carica di propensione umanitaria, lo inducono a cimentarsi anche con tematiche più complesse e delicate, come il mondo degli anziani, dei derelitti, dell’umanità sofferente, fornendo un’interpretazione di pragmatico e genuino realismo molto toccante e coinvolgente.

Piero Bargellini, sindaco di Firenze nel 1968 scrisse su Pistoresi “È un pittore, che usa come mezzo espressivo il colore ad olio o ad acquerello. Nei suoi dipinti non c’è nulla di pleonastico, di ripetuto, nulla di gravoso o di pesante. L’artista parte da una suggestione spontanea e giunge, quasi di volo, ad un’espressione sincera. Si potrebbe anche parlare di -felicita’- la quale, sul piano dell’arte, consiste nel superamento della fatica sorda e nella spoliazione da ogni elemento retorico”.

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La leggerezza dell’essere

E’ uno dei capitoli del mio romanzo “La prossima vita”. Riporto una parte dell’episodio in cui Cinzia, moglie di Leo, accetta di posare per il marito nel ritratto ispirato alla Venere di Botticelli.
…Intanto si era seduta ai piedi del letto, proprio di fronte a me, e aspettava che le facessi segno di incominciare come un bambino buono e paziente. A quel punto le chiesi:
-“Vorrei vederti con i capelli bagnati. Potresti accontentarmi?”-
-“I capelli bagnati? E perché?”-
Scesi dal letto e infilai la vestaglia; poi presi una delle tele appoggiate sotto la finestra e la collocai sul cavalletto.
-“Non intendo eseguire la riproduzione della Venere di Botticelli. Oltretutto non ne sarei capace. Quando ti ho portata alla Galleria volevo semplicemente che tu capissi l’idea che mi ha ispirato questo dipinto.”
-“La malinconia…”-
-“Esatto! Botticelli l’ha voluta rappresentare recuperando i valori della mitologia classica, sotto l’influenza della sua cultura umanistica. Devi sapere che Botticelli convisse con la malinconia praticamente per tutta la vita. Si direbbe che questa particolare condizione d’animo sia stata una costante della sua esistenza e, alfine, l’abbia in un certo senso consumato. Ma nel mio caso rappresenterò la malinconia in maniera molto ‘moderna’, e tu sarai l’interprete principale.”-
-“Io?”-
-“Sì. Vorrei vedere in te la donna che sei stata un tempo.”-
-“Ma io non sono cambiata! Forse sei tu che mi vedi diversa.”
-“Può darsi. Vorrà dire che questo quadro servirà soprattutto a me che, evidentemente, non riesco a vederti come una volta.”-
http://vittorianoborrelli.blogspot.it/2014/06/la-leggerezza-dellessere.html
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