Se la crisi da pandemia non sembra aver intaccato il buonumore degli operatori di Borsa, vista la marcia record di molti listini (a Wall Street come in Europa), di sicuro ha però intaccato una componente importante per le valutazioni, ossia i dividendi.
Battuta di arresto per i dividendi
Nella composizione del proprio portafoglio di asset, i dividendi rimangono sempre un elemento di grande rilevanza. Negli ultimi anni il loro andamento aveva segnato un incremento pressoché costante, arrivando a toccare quota 360 miliardi di euro del 2019. La crisi pandemica ha però arrestato bruscamente questa corsa. Nel 2020 infatti i dividendi distribuiti dalle aziende europee sono arrivati a 290 miliardi, segnando una brusca frenata (-20%).
Proiettandosi al futuro, gli indicatori affidabili migliori prevedono una parziale ripresa nel 2021 fino a circa 330 miliardi di euro, ma per rivedere i livelli ante-Covid occorrerà aspettare almeno il 2022.
Il 2020 s’è fatto sentire.. sul 2020
Molti potrebbero porsi una domanda: se il Covid si è manifestato nel 2020, come mai già nello stesso 2020 i dividendi sono crollati? Sarebbe stato più logico aspettarsi una diminuzione nel 2021.
Il fatto è che sebbene i dividendi pagati in un esercizio siano il frutto del bilancio dell’anno precedente, lo scorso anno molte società hanno deciso di anticipare i tempi, riducendo o annullando i dividendi in via precauzionale. Ci sono stati casi poi (come le banche) nei quali esisteva un divieto o una restrizione imposta a livello normativo.
Alla fin fine il panorama racconta che meno di tre aziende europee su quattro hanno pagato dividendo. Il che è eclatante se si considera che negli anni precedenti lo avevano fatto oltre il 90%.
La prospettiva
Dal momento che abbiamo sottolineato l’importanza dei dividendi per chi opera sui mercato azionari, è lecito domandarsi quali siano le prospettive future.
Come anticipato poco fa, nel 2021 ci sarà una tiepida ripresa, ma è bene ricordare che non sarà trasversale in tutti i settori. Resistenze e supporti condizioneranno rispettivamente sanità e utility da una parte, e beni di consumo e ciclici dall’altra. I primi hanno aumentato le distribuzioni durante la crisi, i secondi potranno incrementare i dividendi solo a fronte di una generale ripresa economica.