Come ci insegna il dottor Mozzi, una buona digestione è fondamentale per mantenere il giusto equilibrio psicofisico. Questo semplice concetto è supportato dagli studi clinici del dottor Peter D’Adamo. Da questi studi emerge che gli antigeni del gruppo sanguigno sono presenti in ogni fase della digestione:
- Saliva: presenta grandi quantità di antigeni del gruppo sanguigno, con la funzione di fornire una prima difesa contro le invasioni dei batteri.
Il gruppo sanguigno determina la struttura delle mucine, molecole che proteggono il tubo digerente contro i batteri e le irritazioni alimentari. - Stomaco: è l’organo dell’apparato digerente che presenta la più alta concentrazione di antigeni in assoluto. Influenza un gran numero di ormoni e secrezioni, compresi i succhi gastrici e l’attivazione dell’enzima pepsina, responsabile della scissione delle proteine. È stato dimostrato che l’antigene del gruppo A si lega alla pepsina inibendone l’azione: questo può spiegare le difficoltà del tipo A nella digestione della carne.
- Fegato: le cellule delle pareti dei condotti biliari del fegato contengono l’antigene del gruppo sanguigno, così come il succo pancreatico e la bile. Il gruppo sanguigno esercita così la sua influenza sul filtro dell’organismo, che separa sostanze nutritive e scarti.
- Intestino tenue e intestino grasso: grandi quantità di antigeni del gruppo sanguigno aderiscono alle pareti dell’intestino tenue e dell’intestino crasso, dove interagiscono con le sostanze nutritive, con gli enzimi che regolano l’assimilazione e influenzano la flora intestinale.
Le seguenti strategie, messe a punto dal dottor D’Adamo, sono state studiate per aiutare le persone di gruppo 0 in buone condizioni di salute a evitare i problemi che possono emergere dalla loro particolare costituzione neurologica, digerente, metabolica e immunitaria.
Strategie alimentari per evitare un’eccessiva acidità di stomaco
Come ci insegna il dottor Mozzi, una buona digestione è fondamentale per mantenere il giusto equilibrio psicofisico. Questo semplice concetto è supportato dagli studi clinici del dottor Peter D’Adamo. Da questi studi emerge che gli antigeni del gruppo sanguigno sono presenti in ogni fase della digestione:
Saliva: presenta grandi quantità di antigeni del gruppo sanguigno, con la funzione di fornire una prima difesa contro le invasioni dei batteri.
Il gruppo sanguigno determina la struttura delle mucine, molecole che proteggono il tubo digerente contro i batteri e le irritazioni alimentari.
Stomaco: è l’organo dell’apparato digerente che presenta la più alta concentrazione di antigeni in assoluto. Influenza un gran numero di ormoni e secrezioni, compresi i succhi gastrici e l’attivazione dell’enzima pepsina, responsabile della scissione delle proteine. È stato dimostrato che l’antigene del gruppo A si lega alla pepsina inibendone l’azione: questo può spiegare le difficoltà del tipo A nella digestione della carne.
Fegato: le cellule delle pareti dei condotti biliari del fegato contengono l’antigene del gruppo sanguigno, così come il succo pancreatico e la bile. Il gruppo sanguigno esercita così la sua influenza sul filtro dell’organismo, che separa sostanze nutritive e scarti.
Intestino tenue e intestino crasso: grandi quantità di antigeni del gruppo sanguigno aderiscono alle pareti dell’intestino tenue e dell’intestino crasso, dove interagiscono con le sostanze nutritive, con gli enzimi che regolano l’assimilazione e influenzano la flora intestinale.
Le seguenti strategie, messe a punto dal dottor D’Adamo, sono state studiate per aiutare le persone di gruppo 0 in buone condizioni di salute a evitare i problemi che possono emergere dalla loro particolare costituzione neurologica, digerente, metabolica e immunitaria.
Le persone di gruppo A, a differenza di quelle di gruppo 0 e B, producono quantità irrilevanti di fosfatasi alcalina. Questo enzima, adibito alla digestione di proteine e grassi animali, viene inoltre disattivato dagli antigeni A: per questo motivo il loro organismo è inadatto a un’alimentazione ricca di proteine.
L’importanza dei cibi trattati con colture batteriche
Questa è una delle strategie alimentari più importanti per le persone di tipo A. Nei loro libri, sia il dottor Mozzi che il dottor D’Adamo riconoscono gli effetti positivi degli alimenti trattati con colture batteriche, primi tra tutti il miso, la salsa di soia e gli altri prodotti a base di soia fermentata. Oltre a migliorare la digestione, favoriscono l’assorbimento del ferro riducendo così il rischio di anemia e hanno un potente effetto antiossidante. Inoltre, il miso presenta un’alta concentrazione di sostanze con proprietà antitumorali. Un altro alimento tradizionale giapponese, il natto, si produce facendo fermentare i semi di soia e possiede la proprietà di fluidificare il sangue eliminando eventuali grumi. Anche lo yogurt e il kefir, se prodotti con organismi colturali vivi, possono essere molto efficaci per il gruppo A.
Come migliorare l’acidità gastrica
A differenza del gruppo 0, il gruppo A è caratterizzato da una scarsa produzione di succhi gastrici nello stomaco. Questo può portare al manifestarsi di sintomi come difficoltà nella digestione delle proteine e nell’assorbimento di vitamine e minerali, e in alcuni casi a un blocco dell’azione degli enzimi digestivi. Le persone di tipo A hanno quindi bisogno che il loro livello di acidità gastrica non scenda oltre un certo limite. Il dottor D’Adamo consiglia alcune semplici strategie per evitarlo.
- Utilizzare piante amare: queste piante, come ad esempio la genziana, sono utilizzate da molto tempo dai naturopati per stimolare la produzione di succhi gastrici. Possono essere assunte prima dei pasti sotto forma di tisane leggere.
- Evitare le bevande gassate: acqua minerale gassata, seltz, soda e altre bibite simili sono altamente sconsigliate: la carbonazione (aggiunta di anidride carbonica alle bevande) blocca la produzione della gastrina e inibisce ulteriormente l’acidità dello stomaco.
- Assumere betaina, una sostanza naturale che si estrae dalla barbabietola da zucchero (o Beta vulgaris, da cui il nome). Sotto forma di cloridrato di betaina aiuta ad incrementare l’acidità dello stomaco, oltre ad avere un effetto disintossicante per il fegato.
- Una bassa acidità gastrica nel gruppo A può causare screpolature ai lati della bocca. In questo caso, si consiglia di utilizzare un gel alla liquirizia per attenuare il fastidio.
Gruppo sanguigno A e lo stress
Oltre alle abitudini alimentari, uno degli elementi fondamentali per la nostra evoluzione è stata senza dubbio la nostra capacità di reagire allo stress. Sin dalle sue origini, l’uomo è stato infatti costretto a confrontarsi con situazioni pericolose, dannose o semplicemente sgradevoli che hanno determinato una risposta negativa da parte del suo organismo e, di conseguenza, del suo sistema immunitario. Se per i nostri antenati lo stress colpiva principalmente il fisico ed era spesso questione di vita o di morte (come dover sfuggire ai predatori o sopravvivere in un ambiente ostile), oggi tanto il corpo quanto la mente possono esserne colpiti in molti modi diversi: ad esempio ritmi di lavoro intensi, forte pressione psicologica, ma anche patologie che si ripresentano periodicamente o virus che diventano resistenti agli antibiotici.
Ma qual è il rapporto tra lo stress e la dieta del gruppo sanguigno?
Nel suo libro “La salute su misura”, il dottor Peter D’Adamo scrive che, secondo i risultati delle sue ricerche, le persone appartenenti a diversi gruppi sanguigni reagiscono in modo diverso alle situazioni stressanti. Questo fenomeno apparentemente casuale ha in realtà un motivo ben preciso: nella catena del DNA i geni che controllano la nostra risposta allo stress sono localizzati vicino al gene che determina il nostro gruppo sanguigno. Il risultato di questa vicinanza è che il nostro gruppo del sangue svolge un ruolo fondamentale per determinare la nostra soglia di tolleranza allo stress e la capacità di ristabilire il nostro equilibrio emotivo.
Secondo il dottor D’Adamo, l’elemento principale di questa correlazione sono i cosiddetti ormoni dello stress: l’adrenalina e la noradrenalina, che in determinate situazioni vengono rilasciate dalle ghiandole surrenali causando i tipici sintomi di uno stato emotivo alterato (minore capacità digestiva, aumento del battito cardiaco e della pressione sanguigna). Esiste inoltre un terzo ormone, il cortisolo, che trasforma in energia le proteine del tessuto muscolare, per preparare il corpo a fronteggiare uno stress fisico o emotivo particolarmente alto. Ogni gruppo sanguigno presenta diversi livelli di ormoni, causando quindi reazioni diverse.
La produzione di cortisolo è una reazione comune a tutti i gruppi sanguigni, ma nel gruppo A questo ormone è sempre presente in quantità maggiore. Ciò significa che le persone di tipo A si trovano in una condizione fisiologica perennemente stressata e di conseguenza devono impegnarsi molto di più per ottenere risultati evidenti dalla pratica degli esercizi destinati a ridurre lo stress. Questo particolare fenomeno, analizzato dal dottor D’Adamo ma già osservato dalle prime ricerche di suo padre, affonda le sue radici nella preistoria. La lotta per la sopravvivenza e la minore disponibilità di carne portarono alla nascita dell’agricoltura e le prime popolazioni stanziali dovettero adattarsi a un cambiamento radicale dal punto di vista sia fisico che emotivo.
Il dottor D’Adamo, consiglia alle persone appartenenti al gruppo A di mantenere stabile il loro delicato equilibrio ormonale grazie ad alcune semplici strategie per contrastare gli effetti negativi dello stress.
Alimentarsi in modo corretto seguendo alcune semplici linee guida
- Limitate il consumo di zucchero, caffeina e alcolici. Tutte queste sostanze offrono un sollievo momentaneo, ma a lungo termine rallentano il metabolismo e possono aumentare lo stress in modo considerevole. Se proprio non riuscite a rinunciarvi, la dose massima di caffè consigliata è di due al giorno: in questa quantità la caffeina non stimola la produzione di cortisolo ma solo di adrenalina e noradrenalina, che il gruppo A è in grado di eliminare velocemente.
- Mangiate a sufficienza e non saltate mai i pasti. Se sentite appetito tra un pasto e l’altro, ricorrete agli spuntini consigliati per il vostro gruppo sanguigno. Il dottor D’Adamo consiglia inoltre di evitare le diete ipocaloriche: privarsi del cibo provoca un grande aumento della produzione di cortisolo, la causa principale dello stress nel gruppo A.
- È preferibile mangiare più proteine all’inizio della giornata (soprattutto a colazione) e meno alla fine.
Migliorare la reazione allo stress grazie agli adattogeni
Gli adattogeni sono sostanze naturali presenti in molte piante medicinali, che contribuiscono a corroborare l’organismo riducendo lo stress. I più indicati per le persone di gruppo A sono:
- Ginseng coreano o cinese (Panax ginseng). Consigliato principalmente agli uomini, secondo molti studi migliora la risposta agli stress fisici e chimici; ha inoltre un effetto benefico sui sistemi cardiovascolare, endocrino e nervoso centrale.
- Ginseng siberiano (Eleutherococcus senticosus). Adatto sia agli uomini sia alle donne, è utile per aiutare l’organismo a sostenere l’impatto delle situazioni stressanti.
- Ginseng indiano (Withania somnifera). Grazie alle sue proprietà antistress e anabolizzanti è considerato il principale adattogeno della medicina ayurvedica.
- Ginko Biloba. Di solito viene utilizzato per i problemi di memoria, ma in realtà possiede proprietà antistress che contrastano l’azione del cortisolo, rendendolo un adattogeno eccellente per il gruppo A.
- Terminalia Arjuna. Questo tradizionale tonico cardiaco dell’antica medicina indiana possiede un benefico effetto antistress, dovuto alla sua capacità di favorire il calo di cortisolo.
- Steroli e steroline vegetali. Nonostante siano chimicamente simili ai grassi, le steroline vegetali possiedono ottime qualità adattogene: sono infatti in grado di prevenire e attenuare gli squilibri del sistema immunitario che si innescano in situazioni di stress.
Combattere lo stress con l’aiuto degli integratori più adatti
- Vitamina C. In dosi superiori a 500 mg al giorno, la vitamina C agisce da tampone contro l’eccesso di cortisolo prodotto dall’organismo in seguito a un forte stress.
- Vitamine del complesso B. Per una buona risposta allo stress, il dottor D’Adamo consiglia alle persone di gruppo A di integrare la dieta con vitamine B1, B5 e B6 (per coloro che seguono una dieta strettamente vegetariana è consigliabile anche la vitamina B12). Le vitamine B1 e B6 sono particolarmente indicate per regolare l’attività delle ghiandole surrenali, mentre la B5 previene l’esaurimento delle energie che si verifica sotto stress.
- Tirosina. Questo aminoacido è indicato soprattutto in situazioni di stress particolarmente acuto: assumendone da 3 a 7 g prima di affrontare circostanze difficili e impegnative si possono attenuare sensibilmente gli effetti dello stress e dell’affaticamento.
- Zinco. Assumere da 15 a 25 mg di integratori a base di zinco aiuta a ridurre il livello di cortisolo.
Le informazioni presenti in questo articolo sono contenute nel libro “La salute su misura” del dottor Peter D’Adamo, ideatore della dieta del gruppo sanguigno.