La Germania sta già lavorando sotto traccia al futuro della BCE. Alla fine del 2019 scadrà il mandato di Mario Draghi alla guida dell’istituto europeo e la “campagna” per la sua successione è cominciata. Il nome caldo – se non caldissimo – è quello del falco tedesco Jens Weidmann, presidente della Bundesbank. Anche per una questione di tempistica, il suo nome si incastrerebbe alla perfezione con il crono-programma della banca centrale europea. Per qualche mese ancora infatti i tassi di interesse e la politica monetaria europea non cambieranno.
Lo scenario futuro della BCE
Dal 2019 invece dovrebbe aprirsi uno scenario completamente nuovo per la BCE. Proprio per questo Weidmann quando pochi giorni fa ha presentato il bilancio della Banca centrale tedesca 2017 ha gettato uno sguardo sul futuro. Preannunciando che all’epoca i tempi potrebbero essere maturi per una stretta monetaria. Secondo lui la posizione le prospettive economiche e le proiezioni sull’andamento dei prezzi sono molto positive.
In special modo l’inflazione dovrebbe avvicinarsi decisamente al target del 2%. Questo potrebbe dare il via libera al percorso di normalizzazione della politica monetaria, anche se significherebbe un euro con un relative volatility index RVI più forte rispetto al dollaro (cosa poco positiva nell’ottica di competitività commerciale).
Le mosse di Wiedmann
Weidmann comunque è stato abbastanza esplicito: “Se la spinta economica continuerà e i prezzi cresceranno conformemente, dal mio punto di vista non ci sono motivi per cui la Bce non debba chiudere gli acquisti netti dei titoli quest’anno. La normalizzazione della politica monetaria dovrà però essere graduale e affidabile e tenere conto dell’inflazione”. In sostanza il capo della Bundesbank ha sposato la linea Draghi, ma è pronto a cambiarla appena gli verrà lasciato il testimone del comando, tant’è che gli analisti delle piattaforme di trading stanno già prezzando l’evento. Tutto questo dopo aver beneficiato proprio del quantitative easing. Il piano di acquisto titoli infatti ha fatto benissimo ai conti della Bundesbank. Lo scorso anno la banca centrale tedesca ha chiuso con un utile di 2 miliardi, trasferiti quasi interamente allo Stato federale (1,9 miliardi).